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Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

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Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda ranvit il 01/01/2012, 12:48

Sul Venerdi' di Repubblica a pag 16 la lettera di un precario dice cosa ne pensa: (non posso riportare il testo quindi sintetizzo): precario da tredici anni l'art. 18 non mi ha mai tutelato e quando scadeva un lavoro restavo senza alcuna forma di ammortizzatore. Mi chiedo quanti precari under 30 siano iscritti ai sindacati....
Spero che il Pd, Partito al quale ho affidato la mia rappresentanza saprà cogliere l'opportunità di dimostrarsi riformatore e progressista, evitando battaglie ideologiche anacronistiche.


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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda Robyn il 01/01/2012, 14:10

In realtà sono necessarie alcune riforme per rendere più moderno il sindacato e per fare in modo che non si indebolisca.La prima è stabilire che è il primo livello che regola il secondo livello.Escludere alcune materie al secondo livello come i diritti di base che sono la malattia le ferie,i permessi,i ritmi di lavoro e dare uno spazio definito di intervento per quel che riguarda l'orario di lavoro definito sempre dal primo livello.Specificare cioè le materie di intervento del secondo livello.Fare la riforma della rappresentanza sindacale con il principio della maggioranza e il principio di esigibilità.Fare la riforma del diritto di sciopero individuale.Per fare sciopero serve il nulla osta della maggioranza della rappresentanza sindacale e il dipendente è libero o meno di aderire.Infatti lo sciopero è efficace se esercitato in forma unitaria.Fare la riforma dell'art 18 stabilendo un limite numerico senza che ci sia l'intervento della magistratura al di sopra dei quindici dando a questi la flexsecurity.Infatti sono quelli che hanno un scarso rendimento perche sempre assenti,con scarso impegno nel lavoro che impediscono l'accesso dei giovani perche l'azienda il ragionamento che fà è se si può assumere qualcuno che poi a tempo indeterminato non lavorerà.Inoltre per via di questi si fà di tutta l'erba un fascio ciao robyn
Ultima modifica di Robyn il 01/01/2012, 15:15, modificato 1 volta in totale.
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda franz il 01/01/2012, 14:58

Flexsecurity dovrebbe essere una riforma universale, valida per tutti.
I diritti devono essere uguali per tutti, senza sistemi duali e socio-fascio-corporativi.
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda Robyn il 01/01/2012, 15:19

Ma infatti le flexsecurity è per tutti a prescindere da quale sia la modalità con il quale si è perso l'impiego ciao robyn
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda franz il 01/01/2012, 15:35

Robyn ha scritto:Ma infatti le flexsecurity è per tutti a prescindere da quale sia la modalità con il quale si è perso l'impiego ciao robyn

Avevo capito diversamente, leggendo "al di sopra dei quindici dando a questi la flexsecurity".
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda Robyn il 01/01/2012, 16:30

Ok ma questo non basta.La chiave di volta di tutto stà nel definire quali sono le materie del secondo livello ma questa è solo una parte.L'indebolimento del sindacato dipende dall'internazionalizzazione dell'economia.La prima cosa da fare è stabilire le norme antidumping a livello Europeo.Non è possibile per i cinesi vendere un computer ad 1/3 del costo europeo perchè è concorrenza sleale,ma bisogna vendere allo stesso prezzo europeo.La seconda riguarda la delocalizzazione.La delocalizzazione non mi preoccupa molto perchè sono i peggiori che se ne vanno ed altrattante attività nascono ma devono nascere in un contesto in cui viene rovesciato il paradigma del massimo profitto,perchè con questo paradigma si è andati a fare profitto anche dove non è possibile.La delocalizzazione intesa come semplice trasferimento nei paesi emergenti deprime il mercato perche toglie lavoro all'Europa.Infatti se si delocalizza nei paesi emergenti per fare profitto non è sufficente vendere solo nei paesi emergenti perchè i redditi sono troppo bassi,bisogna vendere in Europa,ma se in Europa manca il lavoro?I paesi emergenti però hanno tutto rapportato.I redditi sono bassi ma i prezzi anche perchè sono in funzione del reddito.Diciamo che servono regole per difendere e mantenere intatto il modello sociale Europeo
ciao robyn
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda franz il 01/01/2012, 18:16

Robyn ha scritto:La prima cosa da fare è stabilire le norme antidumping a livello Europeo.Non è possibile per i cinesi vendere un computer ad 1/3 del costo europeo perchè è concorrenza sleale,ma bisogna vendere allo stesso prezzo europeo.

Veramente qui si stava parlando dei precari e di cosa pensano dell'Art 18.
Le norme antidumping esistono a livello mondiale (GATT) e l'Europa non le puo' ridefinire solo per proteggere le sue aziende. Si parla di dumping solo se un paese vende all'estero sottocosto rispetto al suo mercato interno.
Vedere http://it.wikipedia.org/wiki/Dumping

Se un'azienda cinese vende un prodotto ad 1/3 del prezzo di un prodotto italiano non è concorrenza sleale.
Per prima cosa è un grande vantaggio per chi compra, perché risparmia 2/3 di quello che avrebbe speso comprando in Italia. Mettiamo che il computer di cui parli costi in Italia 1000. Lo prendo dalla Cina a 333 e ho ancora in tasca 666. Metti che un milione di italiani lo facciano. Hanno risparmiato 666'666 milioni che possono spendere comprando altri prodotti (italiani o cinesi). Contemporaneamente i cinesi hanno guadagato 333'333 milioni di euro che ora hanno soldi per comprare beni europei (macchine per fare i computer, scarpe italiane, macchine italiane, cibo italiano). Certo che presumibilmente abbiamo 5000 operai italiani in crisi e 5000 cinesi che invece festeggiano ma ci sono anche un milione di consumatori soddisfatti, che sono la maggioranza e rappresentano un interesse superiore rispetto ai 5000 operai italiani. I quali farebbero bene a smettere di fare computer troppo costosi e dovrebbero mettersi a fare altro, che magari i cinesi vorrebbero comprare. Se la delocalizazione non ti spaventa, la concorrenza internazionale sui prezzi dovrebbe spaventarti ancora meno, visto che è un vantaggio per tutti.
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda ranvit il 01/01/2012, 19:12

Ho ritenuto di riproporre l'argomento partendo da una lettera emblematica della situazioone di tantissimi giovani italiani. Ritengo che bisogna smetterla di cincischiare sulla dignità e la civiltà dei pochi protetti dall'art. 18 (unico Paese al mondo in cui si fanno questi ragionamenti) a danno dei tantissimim altri lavoratori.....questa si che è una questione di civiltà e dignità.
Perchè "figli e figliastri"?
Bisogna smetterla di prendere per i fondelli tanta gente....prima o poi si pagherà il conto, in termini di consenso (come già fino ad oggi!).
Ma come si puo' pensare di continuare con questa farsa? Lo sanno tutti (Governo, Pd, Cgil) che è sbagliato e che bisogna eliminare questo sconcio. E lo si eliminirà semmai con tanto burro.....lasciandolo ma svuotandolo.
Resta il problema della mancanza di coraggio del Pd che, se da una parte gli conserva certi collateralismi e certi voti, dall'altra gli impedisce di affrancarsi definitivamente da una politichetta italiota novecentesca che continua a contribuire alla rovina dell'Italia industriale oltre che ad impedire a questo benedetto Partito di proporsi, davvero, come Partito di Governo.
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda Stefano'62 il 01/01/2012, 20:27

ranvit ha scritto:Sul Venerdi' di Repubblica a pag 16 la lettera di un precario dice cosa ne pensa: (non posso riportare il testo quindi sintetizzo): precario da tredici anni l'art. 18 non mi ha mai tutelato e quando scadeva un lavoro restavo senza alcuna forma di ammortizzatore. Mi chiedo quanti precari under 30 siano iscritti ai sindacati....
Spero che il Pd, Partito al quale ho affidato la mia rappresentanza saprà cogliere l'opportunità di dimostrarsi riformatore e progressista, evitando battaglie ideologiche anacronistiche.


Capito mi hai???

L'articolo 18 difende i lavoratori dipendenti dai licenziamenti ingiusti.
Il precario non è un lavoratore dipendente ma temporaneo.
Motivo per cui l'articolo 18 NON tutela i precari,e per cui tale mancata tutela non deve meravigliare e nemmeno può essere indice della sua inefficacia.

Per inciso,la figura dei precari è stata istituita proprio per aggirare tale articolo (ed è uno squallido ma illuminante esempio di quello che le lobbies anti-18 auspicano per i lavoratori tutti).
E il miglioramento delle loro condizioni non passa attraverso l'abolizione dell'art 18 bensì da quello della legge biagi.
Perchè i diritti degli uni non aumenteranno in virtù della diminuzione di quelli degli altri,anzi è più facile il contrario.
Perchè le due figure lavorative non sono in competizione tra loro,ma hanno invece come nemico comune quelli che vorrebbero compensare le cialtronaggini dei manager inefficienti abbattendo i diritti dei dipendenti incolpevoli.
Abolire l'art 18 va nel senso dei meno diritti per i lavoratori,anche per i precari,e se qualcuno cerca di dar loro ad intendere il contrario,allora questo dimostra l'esistenza di una lobby poco pulita contro quell'articolo.

Nel frattempo,nessuno è ancora riuscito a rispondere alla richiesta che avevo fatto altrove,di sottolineare esplicitamente (e spiegare il perchè) i passi dell'articolo che sarebbero di impedimento al lavoro di una azienda BUONA E ONESTA.
Delle altre me ne frego:
in un mercato libero e sano gli incapaci vengono selezionati per il fallimento e chiudono bottega,mentre gli altri si espandono prosperano e assumono,ed è questa ! l'unica vera e sana flessibilità del lavoro.
Invece le manovre squallide sui diritti,per abbattere di riflesso il costo del lavoro qui,o per assumere su un pianeta diverso privo di diritti,non è libero mercato,non è guadagno di competitività e non è flessibilità.
Si chiama Feudalesimo.
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Re: Cosa ne pensano i precari dell'art. 18

Messaggioda Stefano'62 il 01/01/2012, 20:45

franz ha scritto:Se un'azienda cinese vende un prodotto ad 1/3 del prezzo di un prodotto italiano non è concorrenza sleale.

Dipende !!
dal motivo oggettivo per cui quell'azienda è più competitiva.
Può essere che sia perchè lavora meglio,e questo è il meccanismo che permette al mercato libero di migliorare le condizioni di vita di tutti,fornendo beni e servizi a prezzi adeguati.
Oppure può essere che sia perchè in quel posto non esistono diritti adeguati,oppure perchè non sono stati rispettati.
In questo caso è assolutamente necessario che a quell'azienda venga impedito di accedere ai nostri mercati,per esempio con opportune leggi comunitarie,che non mi risulta ci siano già,e lo trovo gravissimo.
1) perchè si tratta di una forma di concorrenza sleale e come tale deve venire rubricata quindi impedita.
2) perchè non è immaginabile che noi gettiamo nel cesso secoli di conquiste nei diritti dell'uomo solo per recuperare competitività.
3) perchè piuttosto che fare passi indietro nel cammino della storia è preferibile stimolare i ritardatari a fare passi avanti,della serie se volete entrare nei nostri mercati allora vi adeguate.

Ciao
Stefano'62
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