La vera rivoluzione rispetto al "sistema" non può essere che una profonda conversione dell'intelligenza.
Non si deve parlare più di progresso, né ricercare un illusorio benessere, in cui i bisogni naturali ed essenziali di aria ed acqua pura, di quiete e di contemplazione siano repressi, mentre vengono imposti bisogni futili e spesso dannosi all'umanità.
Ed è vano rivolgersi al liberalismo ed al socialismo come ad ideologie in grado di correggere l'attuale situazione, perché essi sono l'espressione più compiuta di quella mentalità produttivistica tesa inconsapevolmente all'avvilimento dell'uomo, al "capitalismo totalitario", in cui il primato spetta all'economia.
Soltanto una critica radicale di tutti i dogmi moderni, compreso quello dello scientismo, può permettere una "insurrezione generale dello spirito", ma dev'essere una critica che ci aiuti a liberarci da quel complesso d'inferiorità che è una specie d'inibizione del giudizio e della volontà di fronte a questo modo di vivere.
(da un mio foglio manoscritto, inserito nel diario del 1976)