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CGIL, l'obiettivo è Bersani

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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda pianogrande il 20/12/2011, 17:14

Articolo 18 o diciassette o quello che volete, resta il problema del livello di civiltà di un paese.
Come evitare (limitare?) gli abusi tendenti alla discriminazione?
Cosa pensate che le tessere sindacali siano diminuite e diventate sempre più a carico dei pensionati perché la gente non vuole più essere tutelata?
La tessera sindacale non gi passa neanche per la capa a chi ha un contratto precario o comunque può essere licenziato a libero arbitrio.
La libertà di licenziare senza giusta causa diventa discriminazione anche politica sul posto di lavoro.
Come sono diminuiti i tesserati dei sindacati così diminuiranno le adesioni ai partiti di sinistra e ai movimenti di opinione sgraditi etc. etc.
Magari, qualcuno preferirà avere dipendenti che vanno a messa tutte le domeniche e le altre feste comandate.
Come li tuteliamo (tutti) i lavoratori nei confronti di queste pressioni quando l'unica pressione da subire sul lavoro dovrebbe essere quella di lavorare e lavorare bene?
Non è un problemino marginale.
E' il futuro della nostra debolissima democrazia.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda matthelm il 20/12/2011, 17:29

A volte quando leggo i post di alcuni di voi mi sembra di ritornare al libro Cuore. Guardate che il mondo è cambiato e dove non c'è l'art. 18 si vive lo stesso e magari meglio. La flessibilità è una conquista per tutti salvo che per i supergarantiti che pensano di essersi adagiati una volta per sempre. La corsa al posto in Banca non c'è più!!! Pianogrande, quello della Messa la dice lunghissima di come si ragiona.
Vogliamo imitare, almeno, i paesi più avanti come la Danimarca e altri dove non hanno le pastoie sindacali,padronali, confindustriali e i rapporti sono civili e magari chi governa pensa che le forze sindacali siano "una parte" non il tutto della società.
Andiamo avanti o riconfermiamo le caste anche sindacali che spesso sono le più conservatrici... dei loro privilegi.
Si potrà discutere senza lanciare anatemi sciocchi e ottocenteschi della fine del mondo alla Camusso e perché no Bonanni (che fino a ieri era un traditore...).
C'è parecchio vecchiume che incrosta i rapporti e una parte del PD lo rappresenta bene. Non tutta, per carità, infatti qui si vedrà la differenza.
Avanti Monti hai un'occasione storica per voltare molte pagine.
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda trilogy il 20/12/2011, 18:12

pianogrande ha scritto:[..]Cosa pensate che le tessere sindacali siano diminuite e diventate sempre più a carico dei pensionati perché la gente non vuole più essere tutelata?
La tessera sindacale non gi passa neanche per la capa a chi ha un contratto precario o comunque può essere licenziato a libero arbitrio.
La libertà di licenziare senza giusta causa diventa discriminazione anche politica sul posto di lavoro.
Come sono diminuiti i tesserati dei sindacati così diminuiranno le adesioni ai partiti di sinistra e ai movimenti di opinione sgraditi etc. etc.[..]


Questo penso sia un discorso molto importante, che va ben oltre l'art.18 .
Io non leggo questo cambiamento in modo necessariamente negativo. Presenta degli aspetti positivi, perchè può condurre a maggiore partecipazione in tutti i settori della vita politica, civile, lavorativa.
Uno dei mali dell'Italia di oggi è che abbiamo moltissima rappresentanza (sulla carta) con troppi rappresentanti di professione, generalmente impegnati a curare in primo luogo i loro personali e costosi interessi, e quando avanza tempo quelli dei loro rappresentati. Mentre la partecipazione dei cittadini nelle decisioni del paese è ormai pressochè nulla. Insomma può anche essere una evoluzione positiva della democrazia e una occasione di crescita collettiva (responsabilizzazione).
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda matthelm il 20/12/2011, 18:21

pianogrande ha scritto:Come li tuteliamo (tutti) i lavoratori nei confronti di queste pressioni quando l'unica pressione da subire sul lavoro dovrebbe essere quella di lavorare e lavorare bene?


...e quando quella pressione su un dipendente che lavora poco e male non ottiene nessun effetto cosa si deve fare? tenerselo a vita o pagare parecchie! mensilità con denunce, ricorsi trattative per lasciarlo a casa. C'è o non c'è questa situazione in vari casi. Non è che si licenziano dipendenti bravi ed onesti solo perché il "padrone" è cattivo o perché il dipendente è "comunista"!
Questo per dire che ci sono interventi da fare e si devono fare per il bene anche dei "conservatori". No, bisogna dire di no, cioè conservare i privilegi (anche agli scansafatiche) e ...allargarli,pure, anche agli altri. Pazzia.
Una giusta "evoluzione positiva" nei rapporti come dice Trilogy.
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda lodes il 20/12/2011, 19:47

A chi si applicherebbe l'articolo 18?
A tutti i nuovi rapporti di lavoro dipendente, in materia di licenziamenti discriminatori. La norma raddoppierebbe il campo di applicazione: oggi nell'area del lavoro precario non si applica. Per i licenziamenti da motivo economico od organizzativo, invece, il controllo giudiziale sul motivo stesso verrebbe sostituito dalla responsabilizzazione dell'impresa nel passaggio del lavoratore al nuovo posto.

Riprendo questa parte dell'intervista ad Ichino perchè spiega molto bene di cosa stiamo parlando.

Si evince che l'art. 18 non verrebbe eliminato, anzi. Verrebbe esteso a chi oggi non ha questo tipo di protezione riguardo ai licenziamenti discriminatori, verrebbe invece modificato relativamente ai licenziamenti da "motivo economico organizzativo" in cui il controllo giudiziale sarebbe sostituito da un percorso (con costi a carico dell'azienda) verso un nuovo posto di lavoro. Allora leggere queste parole e confrontarle con le grida all'attentato alla lesione di un diritto mostra quanto le argomentazioni siano ideologiche. La proposta di Ichino indica una strada di maggior tutela per chi non l'ha. La soluzione al problema del precariato da parte di chi difende l'art. 18 e che contrasta l'ipotesi di Ichino si basa, invece, sull'idea che i diritti vanno estesi e non ridotti. Bene, bella e nobile affermazione, ma credono veramente di realizzarla? A parte il fatto che dal 1970 ad oggi non sono riusciti ad estenderla alle aziende con meno di 15 dipendenti, come pensano di realizzarla in un mondo sempre più interconnesso? Come dice Vittorio: in Italia siamo più civili di tutti gli altri?
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda ranvit il 20/12/2011, 20:31

Insomma.....quest'argomento è stato affrontato, anche qui sul forum, centinaia di volte. E' inutile continuare.
Va solo fatta una previsione: la sinistra e la Cgil (perchè al momento giusto Cisl e Uil smetteranno di "fare la parte" e si sfileranno) si scasserano le ossa, il centrosinistra si dividerà, il centrodestra comunque riorganizzato vincerà le elezioni!
Pace e bene....
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda lodes il 20/12/2011, 20:36

Purtroppo devo dare ragione a Vittorio! Nel senso che vorrei una sinistra riformista e progressista, ma in Italia non c'è.
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda lucameni il 20/12/2011, 20:58

Si credo anche io che non si troverà alcuna sintesi o compromesso di sorta, anche perchè di certe posizioni o personaggi si tende a farne dei modelli privi di difetti o viceversa.
Ichino ad esempio trovo abbia delineato una proposta convincente, in linea con quanto accade in altri paesi europei, se non fosse che tutto rimane molto teorico senza quattrini da impiegarvi; mentre - temo - molti pensino ad un Ichino in minore, senza poi ammortizzatori sociali, peraltro prendendo atto dell'attuale situazione.
Della serie: ognuno tira acqua al proprio mulino e il mulino lo chiama riformismo.
Lo stesso Ichino che nel campo del pubblico impiego, in parziale sintonia con Brunetta (i due hanno collaborato) ritengo abbia detto e scritto delle gran sciocchezze; forse perchè la P.A. rimane un mondo sconosciuto ai più e i nostri presunti studiosi hanno una cultura più che altro giuridica e non organizzativa.
C'è poi da dire che il cosiddetto riformismo italiano, in opposizione ai vari radicalismi, siano essi di sinistra, di destra o cattolici, non è che poi faccia molto bene la sua parte.
Forse perchè chi si presenta come riformista forse riformista non lo è per nulla.
Spesso "riformismo" è un guscio vuoto o una definizione buona a tutti gli usi, tipo "poteri forti", che nascondono dei gran trappoloni.
E visto che la nostra cultura è molto sensibile alle partigianerie molti si sentono a proprio agio anche soltanto a dichiararsi riformisti liberali oppure progressisti in opposizione ai riformisti fasulli etc etc.
Tipo "basta la parola".
Sul merito invece magari le cose cambierebbero se si andasse a vedere nel dettaglio quello di cui si parla, ma tant'è.
A quel punto la cosa interessa meno.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda Robyn il 20/12/2011, 22:28

E' una bella riforma che tutela dalle discriminazioni e che disincentiva il licenziamento senza impedirlo.Infatti è giusto che la flessibilità compresa la formazione sia a carico delle aziende.Diciamo che si rispetta anche l'etica ciao robyn
Locke la democrazia è fatta di molte persone
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Re: CGIL, l'obiettivo è Bersani

Messaggioda flaviomob il 20/12/2011, 23:20

Il tema della riforma degli ammortizzatori sociali è fermo dai tempi della legge Biagi, in cui le analisi e le proposte del giuslavorista bolognese sono state completamente disattese riguardo alle nuove tutele per i lavoratori. In Italia le cose si fanno sempre a metà e poi ci si lamenta che i sindacati diventano "conservatori"...


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