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Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

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Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda franz il 30/11/2011, 10:24

Molte testimonianze in ricordo dell'ex parlamentare, comunista eretico e co-fondatore del Manifesto. Ma la scelta di chiudere la sua esistenza in una clinica svizzera per il suicidio assistito riapre lo scontro sul fine vita. Ronconi: "Un atto di viltà". Englaro: "Si può non condividere, ma si deve rispettare"

Lucio Magri, l'addio della politica tra cordoglio e polemiche Lucio Magri
ROMA - L'intellettuale colto e coraggioso, ma anche l'uomo che sceglie di scrivere in prima persona la parola "fine" alla sua vicenda terrena. E' il doppio filo che lega le dichiarazioni di cordoglio, i commenti, i giudizi, i ricordi su Lucio Magri 1, fondatore de 'Il Manifesto' e protagonista della sinistra "eretica", che a 79 anni ha dato l'addio al mondo con un suicidio assistito in Svizzera.

Di fronte alla morte di Magri, Vannino Chiti, vicepresidente del Senato, chiede "rispetto e pietà", che "si eviti di promuovere un'ennesima disputa ideologica, si privilegi il silenzio che ci fa riflettere e induce a compassione, sentimenti densi di fraternità umana". Ma il suo appello è raccolto solo in parte.

Lo fa Pier Ferdinando Casini, che non cade nella trappola del dibattito sul "fine vita" nonostante formazione e ferma convinzione cattoliche. Su Twitter, il leader Udc scrive: "Sono molto rattristato per la scomparsa di Lucio Magri, che ho conosciuto come appassionato intellettuale dirigente della sinistra".

Ben altro tono è usato dal centrista Maurizio Ronconi, che invita al silenzio soprattutto quanti "vorrebbero definire il suicidio un atto coraggioso e non invece di viltà, e anche quelli che ambirebbero trasformare una dramma della solitudine in un esempio".

Anche Walter Veltroni si tiene alla larga dalla polemica, ricordando "una delle menti più brillanti e originali della politica italiana", "un politico fuori dal comune, un uomo di sinistra coraggioso e curioso del mondo e dei suoi cambiamenti". Vincenzo Vita, senatore del Pd e vicepresidente della commissione Cultura, vede nella scomparsa di Magri "la cesura, forse definitiva, di un pezzo di storia straordinaria della sinistra italiana": "Negli anni Sessanta e Settanta - aggiunge Vita - indicò una via che non fu mai adeguatamente ascoltata e di cui oggi possiamo comprendere l'impressionante attualità: i tratti peculiari della crisi del capitalismo moderno".

Dal Pd è il senatore Ignazio Marino a chiedere "un rispettoso silenzio" per Magri, perché "ci sono luoghi della nostra coscienza intorno ai quali nessuno deve permettersi di esprimere giudizi". Ma poi Marino finisce un po' per cedere alla tentazione e al dibattito da cui vorrebbe tenersi lontano, sottolineando la differenza "tra eutanasia o suicidio assistito e libertà di scelta delle cure a cui sottoporsi. Non dividiamoci ancora tra 'pro vita' e 'pro morte' - dice - , il tifo da stadio non è giustificabile di fronte alla fragilità umana".

"Sono molto addolorato della fine di Lucio Magri - dichiara Gianfranco Rotondi, membro dell'Ufficio di presidenza del Pdl -, figura carismatica della sinistra italiana. E onestamente non riesco a nascondere il rammarico per una scelta che non posso comprendere, ma della quale è opportuno non parlare per evitare che il dibattito ideologico si sovrapponga al doveroso omaggio che la democrazia italiana deve a questo protagonista assoluto della vicenda democratica italiana, specie in un momento di eclissi della politica".

Fabrizio Cicchitto esordisce sottolineando il "dramma umano" di Magri: "Personalità di rilievo autorevole - ricorda il capogruppo Pdl alla Camera -. Era uno degli ultimi sostenitori del comunismo reale ma, allo stesso tempo, ne è stato anche un rigoroso contestatore. Ciò fu la ragione della sua espulsione dal Pci". Cicchitto poi aggiunge che l'esistenza "di cliniche per la buona morte fa venire i brividi".

Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, ricorda in Magri "un intellettuale e un dirigente di enorme valore per il movimento comunista e la sinistra italiana. Critico attento, severo e mai scontato, il suo contributo alla discussione, dal Pci, alla fondazione del Manifesto, ai primi anni di Rifondazione dei quali conservo un affettuoso ricordo personale, fino all'ultimo suo libro, 'Il sarto di Ulm', era una vera boccata d'ossigeno. Ne sentiremo tutti la mancanza".

Emma Bonino risponde a una domanda diretta sulla scelta di Magri di chiudere la sua vita in Svizzera col suicidio assistito. "Penso che la morte fa parte della vita e ci appartiene - risponde l'esponente radicale, vicepresidente del Senato -. Ognuno è libero di fare scelte che vanno rispettate, compresa questa. Fa riflettere che uno la possa esercitare in Svizzera e non altrove, ivi compreso casa sua".

Su questo punto convergono idealmente quanti si battono da tempo per una maggiore dignità nella vita e nella morte. Come Maria Antonietta Farina Coscioni, deputata radicale e presidente onoraria dell'associazione "Luca Coscioni": "Spero, voglio sperare che la vicenda umanissima di Lucio Magri sia di ammonimento e insegnamento - dice Coscioni - . Magri riteneva intollerabile vivere, preda di una depressione che lo faceva scivolare inesorabilmente in un 'buio' provocato da ragioni pubbliche e private (...). Per porre fine al suo dolore, ha però dovuto 'emigrare', un viaggio con un biglietto di sola andata, in Svizzera. Questo perché viviamo in un paese dove vige una regola ipocrita: quella del 'si fa ma non si deve dire'".

A seguire, ecco Mina Welby, moglie di Piergiorgio che scelse di morire nel 2006 assistito dal suo medico dopo anni di malattia. Se Lucio Magri ha scelto di morire in Svizzera, dice Mina Weelby, "vuol dire che considerava la sua depressione senza via d'uscita. Era la sua volontà, e la scelta dell'individuo è l'unica cosa che conta. La scelta di uscire dalla vita compete alla persona, non ci sono critiche da fare, solo massimo rispetto".

Infine, le parole semplici di Peppino Englaro, padre di Eluana. "Vale solo e sempre un principio: il primato della coscienza e della libertà personale". Secondo Englaro, "nessuno può entrare nella coscienza di una qualsiasi persona. Questo signore evidentemente ha esercitato il primato della sua coscienza. E' tutto lì. E tutto si riassume in queste parole, nel primato della coscienza personale, che non può essere messo in discussione da nessuno sulla faccia della terra". Alla luce di questo primato, conclude Englaro, certe scelte non vanno necessariamente condivise, ma devono essere sempre rispettate.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda pianogrande il 30/11/2011, 16:34

La mia coscienza non percepisce allo stesso modo un semplice suicidio o l'accettazione della estrema decisione legata alla impossibilità di recuperare alla vita una persona in coma o un malato terminale in preda a sofferenze devastanti.
Un suicidio lucidamente deciso da una persona fisicamente e psichicamente valida non lo vedo come la stessa cosa.
Sarà anche un diritto, non ci ho ancora riflettuto più di tanto, ma non è la stessa cosa.
E', sicuramente, più duro da accettare.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda franz il 30/11/2011, 18:12

pianogrande ha scritto:La mia coscienza non percepisce allo stesso modo un semplice suicidio o l'accettazione della estrema decisione legata alla impossibilità di recuperare alla vita una persona in coma o un malato terminale in preda a sofferenze devastanti.
Un suicidio lucidamente deciso da una persona fisicamente e psichicamente valida non lo vedo come la stessa cosa.
Sarà anche un diritto, non ci ho ancora riflettuto più di tanto, ma non è la stessa cosa.
E', sicuramente, più duro da accettare.

In effetti sono due cose diverse ma per quanto riguarda cio' che si fa in svizzera (leggere http://www.dignitas.ch/images/stories/p ... itas-i.pdf ) ... solo
Chi soffre di un male incurabile o di un
handicap insopportabile, e per questo motivo
decide di mettere fine ai suoi giorni,
come membro di DIGNITAS può domandare
all'associazione di aiutarlo a morire.

Quindi non è che uno va da loro e dice "scusate, voglio suicidarmi" e viene subito aiutato. Mi pare che, a dispetto della privacy del caso, in Italia stiano montando polemiche sul fatto che Magri fosse o meno ammalato gravemente.
Se Dignitas, o chiunque altro, lo ha aiutato sulla base del diritto svizzero, Magri aveva sicuramente dovuto portare tutta una serie di esami medici comprovanti il suo stato, irreversibile, di salute (sempre pero' secondo i medici curanti, non quelli di Dignitas).

La base legale: L'articolo 115 del codice penale svizzero, approvato nel 1937 ed entrato in vigore nel 1941, non punisce chi istiga o presta aiuto al suicidio, a mano che non lo faccia per "motivi egoistici". Le prime organizzazioni per il suicidio assistito sono nate negli anni '80. L'accompagnamento alla morte viene registrato e, una volta reso noto alle autorità il decesso, viene aperta un'indagine per accertare che non vi siano interessi personali da parte di familiari, medici o amici. Di norma si tratta di una pura formalità.
Le condizioni per accedere: Dignitas, una delle principali associazioni che forniscono questo servizio, prevede il suicidio assistito solo quando la malattia è stata dichiarata incurabile, la persona malata soffre di dolori insopportabili o accusa handicap intollerabili. L'associazione è aperta a tutti i maggiorenni, stranieri compresi, ma le operazioni si possono svolgere solo sul territorio elvetico. La persona deve essere capace di discernimento e in grado di compiere operazioni fisiche minime per darsi la morte.
Come e dove: La morte viene indotta grazie a un farmaco, il pentobarbital di sodio, che viene sciolto nell'acqua. Il narcotico procura il sonno, in 2/3 minuti trascina in un coma profondo, paralizza la respirazione e porta quindi al decesso. Per ragioni giuridiche, è il paziente stesso che deve compiere l'ultimo atto, e se ciò non è possibile, l'associazione non può intervenire. Il farmaco non è in vendita liberamente nelle farmacie ma deve essere prescritto da un medico svizzero, che dà il via libera dopo un colloquio approfondito e l'esame delle cartelle cliniche. Nei rari casi in cui viene opposto il rifiuto, l'associazione può fare riferimento a medici che collaborano con la struttura.
Referendum: Il 15 maggio 2011, gli elettori svizzeri hanno votato in un referendum che chiedeva di mettere al bando il suicidio assistito o di limitarne la possibilità ai soli cittadini svizzeri. L'85% ha votato contro la revoca della pratica mentre il 78% ha respinto la possibilità di vietarla agli stranieri. Forme di suicidio assistito o di eutanasia sono legali solo in Svizzera, Olanda, Lussemburgo, Belgio e nello Stato americano dell'Oregon e questo ha dato vita ad un "turismo del suicidio".
Malattie mentali: Nel febbraio 2011, la Corte suprema svizzera ha equiparato gravi disturbi mentali a quelli fisici, aprendo la strada al ricorso del suicidio assistito anche per questo tipo di malati. Nella sentenza si sostiene che "seri disordini mentali, incurabili e permanenti, possono causare sofferenze simili a quelle fisiche". I magistrati hanno tuttavia specificato che deve essere fatta una distinzione tra coloro che esprimono un desiderio di morire a causa di un disordine psichiatrico curabile, e quindi soggetti a trattamento, e coloro che si basano su una propria decisione ben ponderata e duratura. La circostanza però è tuttora controversa e nel 2009 i familiari di un rumeno residente a Friburgo e affetto da depressione hanno denunciato l'associazione per averlo aiutato a uccidersi.
Costi: La Dignitas richiede un anticipo complessivo di circa 5.600/8.400 euro, che comprende la fase di preparazione, le due visite mediche obbligatorie, l'accompagnamento alla morte volontaria, e qualora richiesto, anche aiuto per l'iter burocratico e le esequie. In caso di persone con modesti mezzi economici sono previste riduzioni o esenzioni dalla quota.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda pianogrande il 01/12/2011, 0:45

Grazie Franz.
Ho letto quasi tutto.
Be'.
Mi sono convinto che il "buongiorno mi vorrei suicidare" sia da escludere.
E' confortante l'attenzione posta alla esclusione di costrizioni ed il divieto di aiuto "per fini egoistici".
Queste forme di "libertà" devono maturare con tempi lunghi e massimo rispetto per la volontà di ognuno.
Rimane il diritto a rabbrividire per chi non è addentro a queste situazioni e non ha elaborato l'idea.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda franz il 01/12/2011, 1:09

pianogrande ha scritto:Rimane il diritto a rabbrividire per chi non è addentro a queste situazioni e non ha elaborato l'idea.

E anche comprendere chi invece è costretto dalla contingenza della vita a cominciare ad elaborare cio' che non si vorrebbe mai elaborare. Anche solo perché si vede un proprio caro morire in un certo modo, "brutto" e si pensa che no, nessuno dovrebbe fare quella fine.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda flaviomob il 01/12/2011, 1:53

E' una scelta personale che, in ogni caso, merita rispetto (e forse meno clamore).


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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda pianogrande il 01/12/2011, 9:09

Alla fine, sono d'accordo anche io.
Volevo solo evidenziare come, in certi casi, per essere d'accordo si debba fare uno sforzo notevole.
Niente in confronto alle tragiche situazioni di cui si parla.
Fare questo sforzo, può essere un invito a tanta gente indifferente o che si rifiuta anche di parlarne.
Anche la comprensione o l'indifferenza o il rifiuto non sono la stessa cosa.
Il vero rispetto viene solo dalla comprensione.
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Re: Lucio Magri, addio della politica tra cordoglio e polemiche

Messaggioda franz il 01/12/2011, 9:30

pianogrande ha scritto:Alla fine, sono d'accordo anche io.
Volevo solo evidenziare come, in certi casi, per essere d'accordo si debba fare uno sforzo notevole.
...
Il vero rispetto viene solo dalla comprensione.

Giusto! È la differenza tra "capire" e "comprendere".
Me la spigava un caro amico (insegnante, genitore e psicologo) durente un ciclo di conferenze che avevamo organizzato.
Si puo' capire, autonomamente, che 2+2 fa 4 ma per comprendere bisogna prendere con se parti (com - prendere) delle ragioni dell'altro, in qualche modo farle almeno in parte proprie, diventare unp o' anche come l'altro. Da qui il rispetto.
Verissimo che questo prendere in se' le ragioni dell'altro comporti uno sforzo notevole. Non è mai una cosa semplice.
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