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Diritti umani, informazione e comunicazione

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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 14/09/2011, 13:34

... per il Cupolone, che fa tanta ombra.


... toglie la luce, porta all'oscurantismo...


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda Iafran il 14/09/2011, 14:21

flaviomob ha scritto:
per il Cupolone, che fa tanta ombra.

... toglie la luce, porta all'oscurantismo...

... ma dà potere e concede (pure) la protezione (vita natural durante ... e anche dopo) a coloro che lo esercitano.
Certo che ci vuole un bel coraggio a ... rifuggirla (l'ombra del Cupolone) e ... a "prendere il sole"!
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Diritti dei disabili in pericolo

Messaggioda flaviomob il 19/09/2011, 14:49

Manovra: CGIL, cancellare articolo 9, discrimina disabili

In merito alla norma, inserita nella correzione di bilancio, che rischia di ripristinare i reparti confino per i lavoratori disabili la Confederazione afferma "è una scelta gravissima e penalizzante" che rischia di "cancellare di fatto i diritti sociali fin qui acquisiti"

“Cancellare l'articolo 9 della manovra economica che introduce forme intollerabili di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità”. E' quanto affermato dalla responsabile dell'ufficio politiche della disabilità della CGIL Nazionale, Nina Daita, in merito a quella norma, inserita nella correzione di bilancio, che rischia di ripristinare i reparti confino per i lavoratori disabili.

Intervenendo al congresso nazionale dell'Anmic, Daita ha puntato il dito contro “una scelta gravissima e penalizzante che smantella la legge 69 del '99 rendendo inefficiente il collocamento dei disabili, attraverso modifiche che rendono impossibile la corretta applicazione della norma”. La sindacalista paventa, infatti, il rischio “che si ritorni a vedere nei luoghi di lavoro i 'reparti confino' per le persone con disabilità, e politiche di occupazione che potrebbero penalizzare i territori già poveri e colpiti da alte percentuali di disoccupazione tra i disabili”.

Per questo, aggiunge, “l'articolo 9 va cancellato anche per mettere fine a quello stato di ansia e di inquietudine che sta pericolosamente investendo le persone con disabilità, insieme alle loro famiglie, che temono - conclude - la cancellazione di fatto dei diritti sociali fin qui acquisiti”.

http://www.cgil.it/DettaglioDocumento.aspx?ID=17270


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 23/09/2011, 10:09

Campagna: Taglia le ali alle armi!
Promossa da: Rete Italiana per il Disarmo - Campagna Sbilanciamoci
Seconda fase della "Campagna di pressione" (originariamente lanciata da Sbilanciamoci! e da Rete Italiana per il Disarmo) affinché il Governo italiano rinunci all'acquisto dei cacciabombardieri F-35 "Joint Strike Fighter" Il costo previsto ormai arriva a circa 20 miliardi: questi soldi potrebbero essere usati in maniera più sensata e vantaggiosa per tutti i cittadini! Oltre alle adesioni online la campagna ha già raccolto circa 16.000 firme cartacee di sostegno.
COME CITTADINO HO DIRITTO ALL’ISTRUZIONE, AL LAVORO, ALLA PENSIONE ED ALLA SANITA'...

...POSSO FARE A MENO DI 131 CACCIABOMBARDIERI F-35 JSF!

Mentre con le due manovre economiche estive, per pareggiare i conti dello Stato, si chiedono forti sacrifici agli italiani con tagli agli enti locali, alla sanità, alle pensioni, all’istruzione, il Governo mantiene l'intenzione di procedere all’acquisto di 131 cacciabombardieri d'attacco F35 "Joint Strike Fighter" al costo di circa 20 miliardi di euro (15 per il solo acquisto e altri 5 in parte già spesi per lo sviluppo e le strutture di assemblaggio).

Le manovre approvate porteranno gravi conseguenze sui cittadini: si stimano proprio in 20 miliardi i tagli agli Enti Locali e alle Regioni (che si tradurranno in minori servizi sociali o in aumento delle tariffe), ed altri 20 miliardi saranno i tagli alle prestazioni sociali previsti dalla legge delega in materia fiscale ed assistenziale, senza contare il blocco dei contratti e degli aumenti ai dipendenti pubblici e l'aumento dell'IVA che colpirà indiscriminatemante tutti i consumatori.

Il tutto per partecipare ad un progetto di aereo militare "faraonico" (il più costosto della storia) di cui non si conoscono ancora i costi complessivi (cresciuti al momento almeno del 50% rispetto alle previsioni iniziali) e che ha già registrato forti critiche in altri paesi partner (Norvegia, Paesi Bassi) e addirittura ipotesi di cancellazione di acquisti da parte della Gran Bretagna. Senza dimenticare che, contemporaneamente, il nostro paese partecipa anche allo sviluppo e ai costosi acquisti dell'aereo europeo EuroFighter Typhoon.

Con i 15 miliardi che si potrebbero risparmiare cancellando l'acquisizione degli F-35 JSF si potrebbero fare molte cose: ad esempio costruire duemila nuovi asili nido pubblici, mettere in sicurezza le oltre diecimila scuole pubbliche che non rispettano la legge 626 e le normative antincendio, garantire un'indennità di disoccupazione di 700 euro per sei mesi ai lavoratori parasubordinati che perdono il posto di lavoro.

Siamo convinti che in un momento di crisi economica per prima cosa siano da salvaguardare i diritti fondamentali dei cittadini, investendo i fondi pubblici per creare presupposti ad una crescita reale del Paese senza gettare i soldi in un inutile e costoso aereo da guerra.


PER QUESTO CHIEDIAMO AL GOVERNO DI NON PROCEDERE ALL’ACQUISTO DEI 131 CACCIABOMBARDIERI F35 E DESTINARE I FONDI RISPARMIATI ALLA GARANZIA DEI DIRITTI DEI PIU’ DEBOLI ED ALLO SVILUPPO DEL PAESE investendo sulla società, l'ambiente, il lavoro e la solidarietà internazionale.

http://www.peacelink.it/campagne/index. ... d_topic=37
per firmare:
http://www.peacelink.it/campagne/person ... d_topic=37


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 28/09/2011, 23:51

Firma la petizione

Perche' e' importante questa campagna
Sono gia' diverse centinaia le organizzazioni -e migliaia le persone- che nel mondo hanno dato il via a questa iniziativa per cambiare lo status della Chiesa Cattolica Romana in seno alle Nazioni Unite.
Il capofila di queste organizzazioni e' "Catholics for a Free Choice", negli Usa, con una campagna che ha chiamato "SeeChange", al cui invito alla mobilitazione abbiamo volentieri risposto, creando questo spazio per spiegarne i motivi e raccogliere adesioni che le inoltreremo.
Attualmente, in virtu' del fatto che la Chiesa cattolica Romana ha deciso di chiamarsi Stato del Vaticano, ha una posizione che non risponde al suo essere Chiesa, ma, per l'appunto, Stato. Per questo chiediamo al Segretario Generale dell'Onu di rivederne la partecipazione come "Stato non-membro, Osservatore Permanente". Crediamo che lo Stato del Vaticano -il Governo della Chiesa Cattolica Romana- dovrebbe partecipare alle Nazioni Unite cosi' come fanno le altre religioni del mondo, come organizzazione non-governativa.
Quali danni crea il fatto che questa importante istituzione religiosa abbia questo status particolare?

1 La liberta' religiosa e' in pericolo
Tutte le altre religioni che hanno una rappresentanza nell'Onu -come il Consiglio Mondiale delle Chiese- hanno lo status di organizzazioni non-governative. Nell'epoca in cui il fondamentalismo religioso ha fatto spazio a pluralismo, tolleranza e diritti umani delle donne, l'Onu mantiene una evidente separazione tra i credi religiosi e la sua politica internazionale.
Il cambiamento dell'attuale status del Vaticano assicurerebbe che la politica dell'Onu sia decisa solo dai Paesi.

2 Ogni anno 600 mila donne muoiono durante la gravidanza o per problemi connessi al parto
Nell'Onu aumentano le decisioni per prevenire queste morti. Ma il Vaticano -come Stato riconosciuto dalle Nazioni Unite- ha voce in capitolo in queste decisioni. E la usa per limitare le pianificazioni familiari e il ricorso all'aborto -anche in Paesi dove lo stesso e' legale, e c'e' un'emergenza contraccezione- anche per le donne che sono state rapite durante azioni di guerra.
Il cambiamento dell'attuale status del Vaticano salvera' la vita di queste donne.

3 Ogni anno 5,8 milioni di persone diventano sieropositive all'Hiv e 2,5 milioni muoiono per Aids
Nell'ambito dell'Onu, la Chiesa Cattolica Romana cerca sempre di bloccare quelle decisioni politiche internazionali per cui l'educazione all'uso del preservativo e' uno dei maggiori strumenti di prevenzione per l'Hiv/Aids.
Il cambiamento dell'attuale status del Vaticano ci farebbe assistere ad una inversione di tendenza della pandemia dell'Hiv/Aids.

Firma la petizione

http://avvertenze.aduc.it/info/vaticano.php


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda Iafran il 29/09/2011, 12:51

Bolivia.

Domenica la polizia boliviana ha usato gas lacrimogeni e manganelli contro le popolazioni indigene, inclusi donne e bambini, che manifestavano contro la costruzione di una mega-autostrada illegale che taglierà in due la foresta amazzonica.

72 ore dopo il paese è caduto in crisi: il Ministro della difesa ha rassegnato le dimissioni per disgusto, i boliviani hanno occupato le strade del paese e il Presidente Evo Morales è stato costretto a sospendere momentaneamente la costruzione dell’autostrada. Alcune multinazionali molto potenti, però, hanno già cominciato a disboscare questa preziosa riserva naturale. Solo se il mondo si metterà dalla parte di questi coraggiosi leader indigeni potremo far sì che l’autostrada segua un altro percorso e garantire così la protezione della foresta.
. . .

Per firmare la petizione
http://www.avaaz.org/it/bolivia_stop_th ... 25&v=10474
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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 30/09/2011, 10:14

Mandamo queste maestre a fare un bel corso d'aggiornamento in Siberia, con pernottamento in comode ed ampie tende della protezione civile. Per sempre.

http://www.corriere.it/cronache/11_sett ... e0f0.shtml

IL CASO IN UNA SCUOLA ELEMENTARE IN BASILICATA
Via la bimba down dalla foto di classe
Una foto di classe con la bambina down, come ricordo della quinta elementare per lei e per la sua famiglia. Un'altra «ripulita» per il resto della classe, senza la compagna sfortunata. Ma con la sua insegnante di sostegno in posa vicino alle colleghe. Tutti sorridenti e contenti dentro la cornicetta regalata ai bambini. Succede a Senise, provincia di Potenza, settemila abitanti.

Ad accorgersi della doppia realtà consegnata dalla scuola pubblica locale a fine anno è stato un compagno di classe della bambina down. Le maestre, dopo che Mariapaola Vergallito sulla Gazzetta del Mezzogiorno ha raccontato la storia, ora chiedono scusa, dicono che si è trattato di un caso sfortunato, forse una leggerezza, che la prima foto era venuta male e che quando l'hanno rifatta la bambina era assente. Insomma, una coincidenza (aspettare un giorno per avere la classe completa?). Assicurano che non è stato un imbroglio crudele (ma la foto brutta è stata considerata adeguata alla famiglia della bambina down).

Chissà in quanti conoscevano il segreto della doppia realtà e chissà come deve essere sembrata intelligente lì per lì la trovata di differenziare le foto per bambini diversi, in fondo persino pietosa. A questo punto non si sa di chi sia stata l'idea, se le maestre sono state pressate da genitori ansiosi delle performance dei propri figli e infastiditi da una realtà non corrispondente al sogno di perfezione, se davvero la superficialità si sia trasformata con l'arrivo dell'estate in sventatezza. Però nessun insegnante, nessun genitore, neppure la «sua» maestra di sostegno, il preside, nessun adulto ha pensato che in quell'assenza ci fosse qualcosa che non andava bene. Che quel vuoto fosse scorretto, falso.


A parte la soluzione radicale di abolire le foto di classe, il ritocco personalizzato per cancellare quelle che consideriamo inadeguatezze fastidiose nella nostra realtà potrebbe ispirare altre selezioni. Si potrebbe usare per escludere i bambini con scarpe e maglioncini firmati per centinaia di euro e le bambine con meches precoci e minigonne. Qualcuno potrebbe voler cancellare i bambini troppo magri o quelli cicciotti, altri finirebbero per eliminare i bambini dall'incarnato scuro al Nord e quelli troppo biondi al Sud, perché potrebbero minare l'identità geografica della scuola.
Si potrebbero escludere i bambini prepotenti, quelli viziati e quelli antipatici. Naturalmente anche le maestre superficiali e quelle distratte che non sanno, o non possono, guardare i loro alunni.


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 07/10/2011, 21:51

Afghanistan, 10 anni di occupazione

Manifestazioni di piazza a Kabul contro gli Stati Uniti e la Nato e contro il “governo fantoccio” di Karzai. A organizzare la protesta il movimento extraparlamentare di sinistra Partito Afgano della Solidarietà (Hambastaghì)
Centinaia di manifestanti, uomini e donne, sono scesi in strada a Kabul per protestare contro l'occupazione militare straniera dell'Afghanistan nel decennale dell'invasione del Paese.

I dimostranti, sostenitori del movimento extraparlamentare di sinistra Partito Afgano della Solidarietà (Hambastaghì), hanno bruciato bandiere stelle e strisce, scandito slogan antiamericani e mostrato striscioni e cartelli che accusavano gli Stati Uniti e la Nato di massacri contro i civili e denunciavano il presidente Hamid Karzai come un fantoccio asservito a Washington.

"Occupazione=atrocità e brutalità" e "Occupazione=morte e distruzione" si leggeva su cartelli con le immagini di donne e bambini uccisi dai bombardamenti alleati. "No all'occupazione", recitava un altro. Uno striscione recava una caricatura di Karzai come un burattino con in mano una penna mentre firma un documento intitolato "Prometto agli Stati Uniti".

Un altro mostrava il simbolo della Nato con un teschio al centro e la scritta "Nato fuori dall'Afghanistan". Un cartello riproduceva la foto del soldato americano Andrew Holmes in posa sorridente accanto al cadavere di un adolescente afgano che aveva appena ucciso, e la scritta "Il vero volto dell'occupazione".

"Lo spargimento di sangue, il sangue dei civili vittime della Nato ma anche di quelli uccisi dai talebani, è il risultato dell'invasione statunitense dell'Afghanistan. Gli invasori se ne devono andare subito!", ha gridato un manifestante dal suo megafono.
"In questi dieci anni di occupazione il nostro Paese ha vissuto solo sofferenza, povertà e insicurezza", ha dichiarato uno degli organizzatori della protesta, Hafizullah Rasekh.

Il Partito Afgano della Solidarietà, ideatore della manifestazione, è nato nel 2004 su una piattaforma politica democratica, laica e progressista, fautrice di una 'terza via' afgana (né con gli occupanti stranieri né con i fondamentalsiti) che affonda le radici nella tradizione degli Shòlai: i maoisti afgani che negli anni '80 combatterono sia i sovietici che gli integralisti, e che ancora oggi sono attivi in clandestinità.

Hambastaghì – che intrattiene contatti con Sel e Rifondazione in Italia, con Die Linke in Germania e con altri partiti della sinistra radicale europea – è l'unico partito afgano a non essere legato ai signori della guerra del passato, a non essere espressione di minoranze etniche, a riconoscere pari dignità a uomini e donne al suo interno e soprattutto l'unico a essere composto da soli giovani. A partire dal segretario Daud Razmak, 35 anni, ex studente di Medicina originario di Farah. Lo abbiamo incontrato poche settimane fa nella sede nazionale del partito, un piccolo e anonimo edificio alla periferia di Kabul, frequentato da giovani militanti: uno di loro, incrociato all'ingresso, indossava una maglietta di Che Guevara.

"Il Partito della Solidarietà - ci aveva detto Razmak - ha oltre trentamila iscritti, in continua crescita. Non facciamo politica in parlamento: abbiamo deciso di boicottare le farse elettorali messe in scena dal regime di Karzai e di lavorare tra la gente. Lo facciamo nei villaggi, con attività di alfabetizzazione e sensibilizzazione politica, e nelle città, organizzando grandi manifestazioni di piazza. Negli ultimi due anni le strade di Kabul, Jalalabad, Mazar, Herat sono state attraversate da cortei di protesta sempre più numerosi e con una crescente partecipazione delle donne".

"Manifestiamo contro le stragi di civili commesse dalla Nato, contro le basi permanenti che gli Stati Uniti vogliono mantenere nel Paese dopo il 2014, contro il terrorismo dei talebani e le ingerenze del Pakistan e dell'Iran, contro il regime mafioso di Karzai e contro il fondamentalismo religioso. Sono nemici molto potenti che possiamo sconfiggere non certo attraverso le elezioni, ma solo con una spinta al cambiamento dal basso, una sorta di pacifica insurrezione generale del nostro popolo".

http://it.peacereporter.net/articolo/30 ... ccupazione


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 11/10/2011, 0:35

http://espresso.repubblica.it/dettaglio ... no/2163518

'Torture nel carcere italiano'di Gianluca Di Feo
Un rapporto dell'Onu accusa: in Afghanistan, nella prigione costruita e finanziata dal governo di Roma, e dove finiscono i presunti talebani catturati dal nostro contingente, ci sono «prove schiaccianti» di trattamenti inumani


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Re: Diritti umani, informazione e comunicazione

Messaggioda flaviomob il 18/10/2011, 20:49

Una monaca tibetana si dà fuoco. Nona immolazione in pochi mesi
(18 ottobre 2011)

Tenzin Wangmo, una monaca tibetana di 20 anni, si è data fuoco lunedì 17 ottobre nei pressi del monastero di Kirti, nella provincia cinese del Sichuan.

Questa nuova immolazione, la nona nel giro di pochi mesi, mostra a che livello sia giunta la disperazione dei tibetani di fronte alla repressione della loro cultura e della loro libertà di religione, portata avanti da Pechino.

Anziché rispettare e sostenere le richieste dei tibetani, le autorità cinesi stanno ricorrendo a tattiche pesanti, come gli arresti di massa (compresi 300 monaci e monache di Kirti), le sparizioni forzate, gli arresti, i periodi di "rieducazione patriottica" e le uccisioni.

Le proteste nella contea di Aba (Ngaba), una zona a maggioranza tibetana del Sichuan, sono molto forti. Altri sette monaci ed ex monaci si erano dati fuoco nei mesi scorsi. Un altro monaco del monastero di Nyitse si era immolato nella contea di Ganzi (Kardze), sempre nel Sichuan.

(Amnesty)


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