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Trichet e la flessibilità

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Trichet e la flessibilità

Messaggioda Robyn il 14/08/2011, 19:42

La proposta di Trichet è un pò pasticciata e serve chiarezza.Non esiste un diritto a licenziare.Inoltre non esiste il licenziamento senza giusta causa,è come spedire una lettera di licenziamento senza specificare nessuna causa.Quindi la causa và sempre specificata.Dal momento che sono pochi quelli che optano per il reintegro in caso di ricorso allora la prassi dovrebbe essere che quando il magistrato opera il reintegro questo prima di essere comunicato all'azienda và comunicato al lavoratore.Se il lavoratore dice no prende l'indennità e se ne và con gli ammortizzatori.Se dice sì la palla passa all'azienda che può optare per il reintegro o per l'indennità.Inoltre quando si verificano queste cose cioè il licenziamento senza giusta causa e c'è il reintegro la vita lavorativa in azienda è più difficile.Inoltre bisognerebbe integrare il giustificato motivo nella giusta causa.La protezione completa dell'art 18 dovrebbe invece scattare durante lo sciopero ciao robyn
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Re: Trichet e la flessibilità

Messaggioda Robyn il 16/08/2011, 9:39

In realtà al lavoratore interessa poco l'indennità,interessa di più la sicurezza sociale,per cui l'indennità può essere sostituita benissimo con il pagamento di un corso di formazione<l'idea è quella di riprendere in parte le proposte di Francesco Stolfa,mantenendo i contratti a termine>.L'indennità è stata pensata per porre un'argine ai licenziamenti e potrebbe prestarsi a giochi poco chiari.Ma se manca l'indennità allora c'è il <reintegro>,sempre chiedendo prima al lavoratore se vuole essere reintegrato.Se dice no il magistrato comunicherà al datore di lavoro che il lavoratore x non ha voluto il reintegro.L'art 18 si compone della giusta causa e del giustificato motivo che richiedono la modifica dei codici.La giusta causa non merita attenzione perche contiene norme su infrazioni lievi che possono cumularsi ai fini della sanzione più grave.Invece il giustificato motivo contiene norme come l'inadempimento del lavoratore ,la crisi e la ristrutturazione aziendale che richiedono notevoli cause da accertare da parte del magistrato ed è qui che si possono rendere meno faraginose le norme,con la possibiltà non di accertare notevoli inadempimenti ma solo l'esistenza dell'inadempimento.Irrigidire il mercato del lavoro ha avuto per il nostro paese ricadute sociali gravi.In breve si tratta di tutelare chi fà bene il suo lavoro mettendolo al riparo dalle norme pretestuose della giusta causa e di non tutelare chi non fà bene il suo lavoro ma sempre rispettando la persona.Inoltre bisogna velocizzare il processo del lavoro.Ma questa è materia delle parti sociali nonchè definire linee generali per il fenomeno del mobbing,definire lo spazio del secondo livello e fermo restando la sicurezza del lavoro,rendere più semplici e meno pasticciate le norme.Per quando riguarda il contributo di solidarietà questo serve per istituire il reddito minimo vitale il cui costo và scaricato sulla fiscalità generale e non sui lavoratori che pagano per intero l'assistenza.Il reddito minimo vitale che nel nostro paese può essere confuso con l'assistenzialismo riguarda le famiglie i giovani i cittadini in generale ed esiste in tutta Europa tranne che in Italia e Grecia.La nostra costituzione dice a chiare lettere che"Tutti i cittadini sprovvisti dei mezzi necessari per vivere hanno diritto al mantenimento e all'assistenza".Purtroppo nel nostro paese ingiustizia ed egoismo dominano ciao robyn
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