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Italia, l'economia "in nero"

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda Robyn il 05/06/2011, 8:45

La pressione fiscale và ridotta ma questo tipo di economia presenta altri problemi come la conessione con la criminalità organizzata per esempio,un mix di prepotenza,corruzione,antimeritocrazia,sistema del ricatto,maltrattamenti dei dipendenti.Per farla fallire e rigenerarne il tessuto,basta spostare le preferenze di acquisto del consumatore sull'economia del terzo settore e del No Profit.Ma l'economia del terzo settore deve ampliare la gamma dei prodotti e dei servizi offerti.Io consumatore acquisto da te ma sò che tu agirai secondo l'etica ciao robyn
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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda franz il 05/06/2011, 10:08

pianogrande ha scritto:Inverto a centottanta gradi il ragionamento di Franz.

La pressione fiscale (su chi le tasse le paga) è troppo alta a causa della evasione (non il contrario).

Gli evasori rubano e sono, quindi, dei ladri perché utilizzano le strutture della collettività a sbafo.
Quando si parla di produttori di beni, le strutture della collettività le utilizzano anche molto pesantemente (basti pensare ai trasporti solo come esempio).
Tali strutture sono pagate da chi le tasse le paga.

Doppiamente, gli evasori sono ladri perché, non solo utilizzano le strutture della collettività a sbafo ma le sottraggono a chi le tasse le paga e, quindi, è ricco e, quindi, ad un certo numero di servizi e di agevolazioni non ha accesso.

Anche questi ragionamenti hanno un fondo di verità, tuttavia confondi la pressione fiscale con le aliquote.
Le aliquote (ai singoli) sono elevate anche per l'evasione di chi non paga.
Ma la pressione fiscale (come termine universale adottato in ogni paese) riguarda la somma di tutte le imposte e contributi.
La si calcola in riferimento (%) al totale del valore aggiunto prodotto. Ed è alta.
Nel senso che anche se non ci fosse evasione, pagheremmo tutti meno (gli onesti) ma pagheremmo sempre piu' della maggioranza degli altri paesi. Sui 200 e rotti paesi nl mondo redo che solo cinque o sei ci battano (Svezia, Francia) ed in cambio come noto non abbiano nemmeno quei servizi di qalità che troviano nella penisola scandinava.
Quindi la pressione fiscale è alta non per l'evasione ma perché alte sono le spese dello stato.
La pressione fiscale alta genere evasione (insieme alla burocrazia e quanto già altro detto) e questo a sua volta aumenta il peso fiscale sugli onesti.
Poi è chiaro che possiamo anche dare del ladro all'evasore, anche perché molti a sinistra, cone i paraocchi, vedono solo il grande evasore e quindi il ricco.
Ma la realtà è diversa, se ci si toglie i paraocchi. Il popolo degli evasori che genera quel 25-30% di sommerso è stimato tra i 6.6 e gli 11.4 milioni e non sono affatti ricchi, anche perché non ci sono cosi' tanti ricchi in Italia. Il 95% di quel popolo di evasori è costituito da poveri e da redditi medio bassi, che ricorrono all'evasione per evitare di vedersi portar via il 50% del loro già magro reddito.
Ora a sinistra di solito se un povero ruba una mela per mangiare, non gli si dà del ladro.
Bene, chi in sicilia percepisce a malapena un reddito di 10'000 euro lordi all'anno non vuole vedersi il netto ridotto a 5'000 ed evade quindi per poter mangiare due volte al giorno, invece di una volta sola. E di quali servizi pubblici potrà mai godere il nostro evasore al sud, dove ci sono i redditi piu' bassi? Forse che nel sud esiste una sanità d'eccellenza, scuole di prim'ordine, una sicurezza dei cittadini pronta ed efficace, una giustizia rapida e giusta?
Ma per favore, possiamo rigirare i ragionamenti fin che si vuole ma si rimane nel torto.

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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda ranvit il 05/06/2011, 10:27

Bene, chi in sicilia percepisce a malapena un reddito di 10'000 euro lordi all'anno non vuole vedersi il netto ridotto a 5'000 ed evade quindi per poter mangiare due volte al giorno, invece di una volta sola. E di quali servizi pubblici potrà mai godere il nostro evasore al sud, dove ci sono i redditi piu' bassi? Forse che nel sud esiste una sanità d'eccellenza, scuole di prim'ordine, una sicurezza dei cittadini pronta ed efficace, una giustizia rapida e giusta?
Ma per favore, possiamo rigirare i ragionamenti fin che si vuole ma si rimane nel torto.


E va, quindi...., anche detto che la base elettorale (nel senso quantitativo)del berlusconismo nel sud e non solo in Sicilia è proprio costituito da questi elettori; che ne hanno le scatole piene di sentirsi dare del ladro (molto spesso da persone di sinistra con la pancia piena).

Questo è uno degli errori storici della sinistra; che fa il paio con la difesa isterico/ideologica di qualsivoglia posto di lavoro e/o scansafatiche.

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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda flaviomob il 05/06/2011, 20:02

IN realtà in Sicilia ad un reddito lordo di 10.000 euro corrisponde un netto di 8.627 euro, senza coniuge ne' figli a carico.

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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda franz il 05/06/2011, 21:11

flaviomob ha scritto:IN realtà in Sicilia ad un reddito lordo di 10.000 euro corrisponde un netto di 8.627 euro, senza coniuge ne' figli a carico.

http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/stipendio

Ma in sicilia non si pagano i contributi? :shock:
Non fanno parte delle trattenute per arrivare al netto, come in tutta l'Italia e nel resto del mondo occidentale?
Quando dico lordo, dico lordo.

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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda pianogrande il 05/06/2011, 23:31

Quindi Franz se l'Italia diminuisce la spesa pubblica (cosa che anche io auspico ma nel senso che questa va moralizzata) si potrà, finalmente, togliere le tasse ai poveri (che sono i veri e giustificati evasori).
Inoltre, la sinistra (quella brutta ma brutta cosa che in Italia ancora esiste e resiste) dovrebbe smetterla di fare la moralista con la pancia piena.
Quale è il problema?
La legge uguale per tutti e scemenze del genere fanno parte della fantasia malata dei sinistri (ovviamente, in malafede).
Ed ecco sistemata la questione.

I poveri (quelli veri) sono stati sempre in cima ai miei pensieri.
Se ci sono leggi ingiuste che li affamano (quelle fiscali per prime) ebbene bisogna battersi perché queste leggi vengano cambiate.
I poveri che pagano troppe tasse altro non sono che le prime vittime di chi le tasse non le paga.
Le prime e scandalose vittime di una classe politica forte con i deboli.

Ma come si fa a ragionare su una istituzionalizzazione della evasione fiscale attribuendo malafede a chi non è d'accordo?
Mah!
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda ranvit il 06/06/2011, 9:53

franz ha scritto:
flaviomob ha scritto:IN realtà in Sicilia ad un reddito lordo di 10.000 euro corrisponde un netto di 8.627 euro, senza coniuge ne' figli a carico.

http://miojob.repubblica.it/notizie-e-servizi/stipendio

Ma in sicilia non si pagano i contributi? :shock:
Non fanno parte delle trattenute per arrivare al netto, come in tutta l'Italia e nel resto del mondo occidentale?
Quando dico lordo, dico lordo.

Franz


Scusa Franz, ma un netto di 8600 rispetto ad un lordo di 10.000 è assolutamente in linea con l'attuale sistema fiscale e contributivo (contributi circa il 10% a carico del lavoratore e irpef al minimo degli scglioni e ulteriormente ridotta con l'esenzione da lavoro dipendente).
Forse confondi il lordo al dipendente con il costo lordo all'azienda (all'incirca il doppio), o forse con il fatturato lordo di un lavoratore autonomo.

Vittorio
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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda franz il 06/06/2011, 10:06

ranvit ha scritto:Scusa Franz, ma un netto di 8600 rispetto ad un lordo di 10.000 è assolutamente in linea con l'attuale sistema fiscale e contributivo (contributi circa il 10% a carico del lavoratore e irpef al minimo degli scglioni e ulteriormente ridotta con l'esenzione da lavoro dipendente).
Forse confondi il lordo al dipendente con il costo lordo all'azienda (all'incirca il doppio), o forse con il fatturato lordo di un lavoratore autonomo.

No, non li confondo, perché sul piano economico sono la stessa cosa.
Si parte sempre dal "lordo azienda" che è circa il doppio del netto dipendente.
Poi un lavoratore non vedrà quel lordo scritto sulla busta ma un importo piu' basso, il "lordo dipendente".
In un'economia povera il lordo azienda è basso (perchè basso è il valore aggiunto) e comunue vada (verso un dipendente o verso un autonomo che voglia pagare onestamente le imposte ed i contribuzi) verrà praticamente dimezzato.
Significa che il "reddito disponibile", che è quello che rimane dopo aver pagato ogni imposta e ogni assicurazione sociale obbligatoria, è la metà del reddito lordo che l'attività economica ha generato.

La sintesi è che non si puo' gravare un'economia povera con imposte e contributi sostenibili con un'economia ricca.
Questa è la sintesi del vero concetto di federalismo fiscale, che permette tassazioni piu' basse dove l'economia è meno sviluppata. Il nostro "finto" invece si è concentrato sui costi locali (medi, standard, storici etc).

Come se ne esce? Federalismo fiscale a parte, dovremmo prevedere una progressività anche nei contributi.
Non è giusto che un reddito da 10'000 euro ed uno dieci volte tanto subiscano lo stesso prelievo previdenziale (circa il 42%). Il problema è quel 42% (andrebbe diminuito eliminando del tutto le pensioni di anzianità) ma aspettando quella riforma andrebbe costruita una scala progressiva di aliquote che elimini l'effetto regressivo tipico del prelievo proporzionale.

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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda ranvit il 06/06/2011, 10:37

Franz, allora dovevi chiarirlo. Quando si dice "lordo" in Italia s'intende il lordo scritto sulla busta paga.

Tra l'altro io concordo sul fatto che sarebbe molto piu' "istruttivo" e chiarificante evidenziare il costo lordo all'azienda, ma attualmente non è cosi'.

Vittorio
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Re: Italia, l'economia "in nero"

Messaggioda franz il 06/06/2011, 11:52

ranvit ha scritto:Franz, allora dovevi chiarirlo. Quando si dice "lordo" in Italia s'intende il lordo scritto sulla busta paga.

Tra l'altro io concordo sul fatto che sarebbe molto piu' "istruttivo" e chiarificante evidenziare il costo lordo all'azienda, ma attualmente non è cosi'.

Vittorio

Ok, ora è chiarito.
Quando si parla di costo del lavoro (che sia dipendente o indipendente per ora lasciamolo da parte) si intende la componente dei costi aziendali dovuta al personale. Ci sono costi legati alle materie prime, ai semilavorati, ai macchinari, agli stabilimenti, alle assicurazioni. E c'è naturalmente il personale, senza il quale non si fa nulla. Questo è vero per un'industria di 100 dipendenti come per una di 2. Dentro il prezzo di vendita di ogni cosa che compriamo, ci sono tutte queste componenti, oltre naturalmente all'utile del produttore, ai costi della catena di vendita e l'utile del commerciante, le imposte, i contributi, l'IVA.
Se gli italiani imparassero a ragionare in termini economici e non solo di "busta paga" forse capirebbero meglio dove le cose non vanno. E reagirebbero di conseguenza.

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