lucameni ha scritto:Onestamente nella mia posizione non vedo ambiguità di sorta.
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Trovo molto importante che qui si riesca a discutere un argomento così difficile e delicato, che tocca le sensibilità di molti, in modo civile e pacato.
Speriamo di riuscire a continuare così, senza accusare nessuno di essere in qualche modo dalla parte opposta, solo perché ci sono delle divergenze di opinioni.
Per prima cosa, concordo in pieno con l'opinione di Luca quando dice
lucameni ha scritto:Onestamente nella mia posizione non vedo ambiguità di sorta.
Ritengo fermamente che per opporsi alle prese di posizione di personaggi che a Fiuggi hanno fatto un lavacro ben misero e poco convinto, si debba essere credibili (perciò parlare della sinistra in questo momento ha una logica).
ma anche con Piero quando dice:
pierodm ha scritto:Sul piano politico è ovvio che chi appartiene ad una corrente culturale o ad un partito ritenga che questo sia migliore di altri: è la scelta quella migliore, e di conseguenza è complessivamente migliore l’insieme di quelli che la fanno, rispetto agli altri. Ma questa è cosa diversa dal “tutti”, presi singolarmente e individualmente.
Però mi sembra che Piero abbia dimenticato qualcosa quando dice:
pierodm ha scritto: Nel caso, però, dei regimi quali fascismo e nazismo ci sono stati i fanatici, i militanti attivi, coloro che si sono maggiormente identificati col regime, costituendone il vero e proprio braccio operativo: regimi che si distinguono proprio per avere un braccio operativo, un braccio violento e intimidatorio.
Perché purtroppo di fanatici violenti ce ne sono stati anche nelle file dei resistenti, e Pansa insegna. Può non piacere sentirselo dire, a tutti piacerebbe che dalla parte nella quale ci si riconosce fossero tutti buoni, ma in realtà dovremmo saperlo bene che così non è, e proprio il fatto di voler continuare a negarlo porta ad atteggiamenti ostili e insofferenti, perché "sono tutti uguali".
Dal mio punto di vista, trovo che il PCI italiano da una parte sia stato un partito forte e concreto, il cui potere di attrazione sulle persone oneste stava nella sua proposta di una maggior giustizia sociale e della difesa dei più deboli (e questo in comune con certa parte del cattolicesimo sociale più progressista), ma contemporaneamente presentava aspetti di autoritarismo chiuso e intollerante.
Questi aspetti di chiusura autoritaria potevano apparire giustificabili in un'Italia appena uscita da una guerra terribile come era stata appunto la resistenza, ma apparivano del tutto inconciliabili con una prospettiva di un paese veramente democratico, come avrebbe dovuto diventare l'Italia.
E invece queste chiusure sono rimaste.
La parte autoritaria e burocratica del vecchio PCI è sopravvissuta a tutti i cambiamenti, trovando un ottimo terreno di coltura in un paese vissuto a lungo sotto un regime.
Il Partito Socialista, che avrebbe potuto e dovuto impersonare un vero socialismo progressista e democratico, è stato nei fatti travolto dalla corruzione dilagante impersonata dal craxismo.
Dopo la parentesi Ulivista e prodiana, quando sembrava davvero che le forze più oneste, progressiste e democratiche trovassero un terreno comune per muoversi insieme verso un'Italia più giusta e civile, si è assistito alla progressiva presa del controllo da parte delle autarchie dei funzionari politici.
E noi, persone perbene (penso di poter includere tutti i presenti in questa categoria, per fortuna ancora ampia) ci troviamo in difficoltà e non sappiamo bene quale strada sia ancora possibile percorrere per riportare il paese sulla via di uno sviluppo democratico.
Io personalmente per ora mi trovo davvero in difficoltà.
Mi auguro che qualcuno o qualcosa di nuovo riesca ad emergere nel futuro prossimo.
Del resto l'Italia è un paese che in genere deve arrivare sull'orlo del baratro prima di reagire ... ma poi in genere riesce a reagire in tempo.
Speriamo bene.
annalu