LA SCELTA DEL CANDIDATO
Milano, primarie travolte dalle polemiche
E il responsabile organizzativo si dimette
Onida accusa: "Non c'è par condicio". Boeri: "E' una grande occasione. Difendiamola"
Costanzo Ariazzi lascia l'incarico: "Il clima intorno a questo appuntamento non è sereno"
di ORIANA LISO
Il giorno dopo le accuse frontali resta bollente la temperatura nel mondo delle primarie del centrosinistra. Perché alle parole del candidato Valerio Onida - "La partita delle primarie è falsata" - non solo risponde il Pd, chiedendo il ritorno a toni moderati perché "davvero non si capisce il perché di tanta polemica", senza però tornare sul nodo principale, ovvero la messa a disposizione di tutti i candidati degli indirizzari degli elettori. Ma arriva, anche, l'offerta di dimissioni del presidente del comitato organizzatore della giornata elettorale del 14 novembre, Costanzo Ariazzi, perché "il clima non è sereno".
Eppure all'appuntamento di ieri pomeriggio nel quartiere dell'Ortica i quattro candidati si sono incontrati, hanno anche posato per le foto ricordo sotto gli striscioni che raccontano le difficoltà di una zona colpita dalle intimidazioni della criminalità organizzata. Ma è fuori dal confronto tra loro che non si risparmiano le critiche. È il segretario del Pd metropolitano Roberto Cornelli a spiegare con una nota: "Abbiamo organizzato diversi incontri fra i candidati, non abbiamo impedito a nessuno di loro l'accesso ai nostri circoli né agli iscritti del Pd di dare il proprio contributo ad altri candidati". Nonostante, ribadisce Cornelli, "il sostegno che abbiamo espresso a uno dei progetti in campo, con il coinvolgimento dei circoli e della direzione. Picconare le primarie è un errore".
Ma Onida non demorde: "Constato che il gruppo dirigente locale del Pd ha deciso di spendere tutta la forza organizzativa del partito a favore di uno dei candidati, una decisione che altera la natura delle primarie, trasformandole in una gara fra partiti dall'esito scontato". La posizione di mediazione spetta proprio a Boeri. Anche lui ribadisce che si deve "assolutamente evitare di delegittimare le primarie", e anche lui ricorda che va difesa sia "l'autonomia dei candidati che l'autonomia dei partiti nell'appoggiarli". Ma, tornando sulla posizione già espressa all'inizio della campagna per le primarie, di comune accordo con gli altri candidati, ribadisce "la proposta affinché il comitato organizzativo chieda a tutti i partiti della coalizione di usare i loro indirizzari per una comunicazione chiara e dettagliata sulle modalità di voto e sui profili dei quattro candidati". Perché quegli indirizzari, in effetti, interessano tutti. Anche Michele Sacerdoti dice chiaro: "Gli indirizzi mail di chi ha votato alle primarie 2009 andrebbero messi a disposizione di tutti".
Polemiche, accuse, che ieri hanno fatto decidere il presidente del comitato organizzatore delle primarie a scrivere una lettera a tutte le figure coinvolte nella partita. "Sono stupefatto e rammaricato, le affermazioni lette sui giornali delegittimano il lavoro del comitato - scrive Ariazzi - che è stato fin qui equilibrato e rispettoso di tutti". Anche se, commentando la lettera, Ariazzi ha precisato che le dimissioni sono effettive "fino a quando il clima resterà questo", dovranno essere la trentina di membri del comitato, eventualmente, a ratificarle.
(25 ottobre 2010) www.repubblica.it