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E' difficile spiegare cosa succede in Italia

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E' difficile spiegare cosa succede in Italia

Messaggioda ranvit il 02/10/2010, 19:20

L'INTERVENTO
Marchionne: "Il clima di violenza?
Qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo..."
Commentando l'intervista a Ichino pubblicata oggi da Repubblica, l'ad Fiat dice "L'accordo di Pomigliano non viola la Costituzione, si sta solo cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". E ancora: "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi"

FIRENZE - Ha difeso a spada tratta la legittimità dell'accordo di Pomigliano che, ha ribadito, "non azzera alcun diritto costituzionale": l'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, intervenendo a un convegno della Federazione dei Cavalieri del Lavoro, a Firenze, si è mostrato molto critico nei confronti degli accordi vigenti in materia di lavoro, e non solo in Italia, e non ha risparmiato critiche durissime agli oppositori dei piani del gruppo automobilistico. "Noi investiamo 20 miliardi di euro e prendiamo anche gli schiaffi", ha detto.Marchionne ha anche stigmatizzato gli episodi di violenza avvenuti negli ultimi giorni: "Il paese ha perso il senso istituzionale, la bussola è partita, qualcuno ha aperto i cancelli dello zoo e sono usciti tutti. E' difficile andare in giro per il mondo a spiegare cosa succede in Italia. E' vergognoso".

Pomigliano e la Costituzione. "L'accordo di Pomigliano non sta azzerando nessun diritto costituzionale, lo posso garantire", ha rilevato Marchionne, commentando l'intervista a Pietro Ichino su Repubblica 1 (anche Ichino sostiene la legittimità dell'accordo). "La Fiat - ha proseguito Marchionne - non ha mai tirato in ballo la Costituzione". Marchionne ha sottolineato che si sta "cercando un punto di convergenza tra noi e alcune persone che non vogliono capire come sta andando il mondo". Nell'intervento al convegno, Marchionne si è soffermato sulle ragioni di Fabbrica Italia: "Non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha assicurato.

No alla violenza: serve convergenza. Nel suo intervento, Marchionne ha condannato con fermezza ''gli episodi di violenza che si sono verificati in questi giorni". "Dobbiamo prendere le distanze - ha detto - tutti quanti, da una cultura disastrosa che alza la tensione sociale e nega il dialogo''. ''Questa - ha insistito Marchionne - è una cultura che non ci appartiene e che serve solo a distruggere ciò che di buono stiamo tentando di costruire''. Al contrario, secondo l'ad della Fiat, ''oggi c'è bisogno di una convergenza forte, la più ampia possibile, che veda insieme tutte le forze positive di cui l'Italia dispone. C'è bisogno di condividere gli impegni, le responsabilità e i sacrifici, in vista di un obiettivo che vada al di là della piccola visione personale''. Dunque, ha concluso Marchionne, ''questo è il momento di accettare il cambiamento come la possibilità per creare una base di ripartenza sana, come un'occasione per iniziare a costruire insieme il Paese che vogliamo lasciare in eredità alle prossime generazioni''.

"Fabbrica Italia non nasce per convenienza". Fabbrica Italia "non è un progetto che nasce da un calcolo di convenienza", ha affermato Marchionne, rivelando che spiegare il senso dell'iniziativa agli analisti finanziari "è stata una delle cose più difficili" che ha dovuto fare negli ultimi tempi. "Le logiche economiche e finanziarie - ha proseguito l'ad della Fiat - ci spingerebbero verso altre scelte e verso altri paesi che offrono condizioni più vantaggiose e maggiori certezze. Ma credo che la Fiat abbia il dovere di guardare prima di tutto all'Italia, per quello che ha sempre rappresentato e per quello che significa ancora oggi per il Paese".

Buste paghe bizantine. L'ad della Fiat non ha risparmiato critiche anche più dure del solito a chi sostiene l'attuale sistema legislativo e di accordi in materia di lavoro: "In Europa si sta esternalizzando il welfare a carico delle aziende. Guardate il conto dell'Inps e chi sta pagando veramente la Cig". "Vi pare possibile - ha aggiunto - Noi investiamo 20 miliardi in Italia e poi prendiamo anche gli schiaffi?". "Leggere una busta paga, oggi, è un esercizio bizantino - ha proseguito Marchionne, continuando a difendere l'accordo di Pomigliano - L'elenco delle voci retributive, molte delle quali spesso incomprensibili agli stessi lavoratori, è il risultato di 40 anni di accordi, grandi e piccoli, che si sono sovrapposti. Quello che abbiamo fatto è stato semplificare l'apparato normativo che genera la busta paga, lasciando ovviamente invariata la parte retributiva".

Dati negativi ampiamente attesi. Marchionne ha anche commentato, rispondendo alle domande dei giornalisti, gli ultimi dati economici, molto negativi per l'auto, 2 sostenendo che "il dato era totalmente atteso ed in linea con le previsioni". "Il mercato - ha proseguito Marchionne - sta cercando di trovare stabilità. Finché non finisce questo processo di riallineamento tra domanda e offerta resteremo così. A soffrire naturalmente sono le parti basse della gamma, i segmenti A e B". Per Marchionne il dato "Era prevedibile, era aspettato, lo abbiamo incluso nelle nostre previsioni per l'anno. Per l'ad di Fiat, "Per avere una ripresa bisogna aspettare probabilmente l'inizio del 2011".

Alla domanda dei giornalisti di un commento alla notizia secondo la quale lunedì il premier Berlusconi nominerebbe finalmente il nuovo ministro per lo Sviluppo Economico, Marchionne ha risposto: "Il ministro dello Sviluppo Economico? Lo aspettiamo come lo aspetta lei".
(02 ottobre 2010)

http://www.repubblica.it/economia/2010/ ... ef=HREC1-2
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: E' difficile spiegare cosa succede in Italia

Messaggioda pianogrande il 03/10/2010, 12:04

cancellato da me
Fotti il sistema. Studia.
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Re: E' difficile spiegare cosa succede in Italia

Messaggioda franz il 03/10/2010, 14:50

Marchionne ha scritto:Pomigliano e la Costituzione. "L'accordo di Pomigliano non sta azzerando nessun diritto costituzionale, lo posso garantire", ha rilevato Marchionne, commentando l'intervista a Pietro Ichino su Repubblica 1 (anche Ichino sostiene la legittimità dell'accordo).

Non è certo Marchionne che deve garantirlo, ma sono d'accordo con lui e con Ichino.
Anche perché se l'accordo fosse contrario alla Costituzione, ci sono i meccanismi giuridici per contestarlo e gli organi costituzionali preposti alla decisione.

Sulle buste paghe bizantine, anche qui sono d'accordo. Il problema non è solo la comprensibilità dei lavoratori (che nelle buste paga è la cosa principale) ma anche quella di migliaia di aziende informatiche nel mondo che si rifiutano (malgrado ottime capacità analitiche e matematiche) di entrare nel merito delle paghe italiane. Praticamente impossibile, sul piano logioco matematico, fare programmi di paghe per il mercato italiano.

Sulla convenienza o non convenienza non mi esprimo. Sospendo il giudizio. Se è stato difficile spiegarlo e convincere gli analisti finanziari, figuramoci convicere gli altri. Me compreso. Francamente poi che le macchine siano fatte in Italia, in Francia, in Germania o in Polonia, interessa assai poco. Ogni tanto la vecchia mi lascia e devo prederene una nuova (o una usata) e tra le mille cose che mi possono interessare (colori, interni, optionals, potenza, consumi, costi assicurativi e di targa, immagine, look e quant'altro) non ho mai chiesto lo stabilimento di produzione.

Franz
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Re: E' difficile spiegare cosa succede in Italia

Messaggioda Loredana Poncini il 03/10/2010, 14:59

Da anni non possiedo più un auto, ma se dovessi comprarne una adesso, la prima cosa che vorrei sapere è dove è stata costruita. :D
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Re: E' difficile spiegare cosa succede in Italia

Messaggioda franz il 03/10/2010, 15:26

Loredana Poncini ha scritto:Da anni non possiedo più un auto, ma se dovessi comprarne una adesso, la prima cosa che vorrei sapere è dove è stata costruita. :D

Una volta che sai dove è prodotta, cosa fai?
pagheresti 1'000, 2'000, 3'000, ..... 20'000, 50'000 euro in piu' solo per prederla costuita dove ti piace sia costruita?
Deve potrebbbe essere il tuo limite economico?
Dove credi che siano costruiti gli elementi del tuo PC (ne hai uno, non puoi negarlo 8-) ) del tuo televisore (idem) del tuo telefonino (idem). Quanta della frutta che compri, dei vestiti che compri, sono made in italy?
A naso, facendo una statistica spannometrica, direi che in 1 caso su 5 è merce estera, e 4 su cinque è italiana.

Ma tu credi che se la merce estera si restringesse e quella interna aumentasse si andrebbe in direzione dell'interesse nazionale o collettivo (qualunque esso sia?). Se lo pensi, benvenuta tra gli autarchici mussoliniani, altrimenti tra i liberisti.
Se entrambe le posizioni non ti piacciono, è un problema tuo. Devi scegliere, a meno di non rimanere senza petrolio (che non produciamo) computer, telefonini, elettronica. E non parlo solo di te, parlo anche degli ospedali, di tutti quelli che hanno bisogno di elettronica (TAC, risonanze, apparecchiature elettromedicali) ed automezzi (ambulanze) di medicinali. Per non parlare della strumentazione che serve a produrre cose (i macchinari di precisione) che vengono dal giappone, dagli usa o dalla germania.
Qui invece sta risorgendo l'Italia delle corporazioni, che era autarchica. Italiani, memoria corta.
http://spazioinwind.libero.it/mussolini ... utarc.html
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