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SCALA MOBILE, amarcord...

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Re: SCALA MOBILE, amarcord...

Messaggioda bidellissimo il 24/09/2010, 20:53

Riprendo il discorso:
Questo lunghissimo topic, quasi monografico, sulla scala mobile, era rimasto un’opera incompiuta.
Mancava l’ultimo anello, vale a dire il riferimento, almeno informativo, alla realtà sindacale attuale.

E’ sotto gli occhi di tutti i lavoratori il cammino compiuto negli ultimi tempi dalle tre maggiori organizzazioni di rappresentanza, quel cammino che si è concluso ieri (15-4-2009) con la firma da parte di Cisl e Uil dell’accordo sulle nuove regole della contrattazione, e con il rifiuto della Cgil a sottoscrivere lo stesso accordo. Storce il naso Carniti su questo accordo, e quel piccolo italiota dello scrivente lo storce ancor più.


Una delle maggiori discriminanti o cause del dissenso fra le tre grandi confederazioni sembra essere stata proprio la vecchia questione del salario totalmente o fortemente indicizzato, la vecchia scala mobile camuffata, nascosta e serpeggiante,


Negli ultimi mesi era evidente come la Cgil di Epifani volesse recuperare antichi automatismi di adeguamento salariale battezzandoli con un nome nuovo, era evidente da dibattiti, interviste e prove di mobilitazione. Il rifiuto della firma delle nuove regole ha convinto ancora di più che questa percezione fosse veritiera.


La posizione della Cisl e della UIl è stata concorde e viene esemplificata da alcune dichiarazioni di Angeletti riportate dalla stampa:

“Angeletti guarda positivamente alla conferma dei due livelli contrattuali, nazionale e aziendale, e al fatto che si prenda come riferimento per il rinnovo dei contratti nazionali non piu' l'indice di inflazione programmata, 'ma un indice previsivo di tre anni, stabilito da un ente esterno, non inflazionistico e depurato dall'inflazione importata dei prodotti petroliferi'. La posizione divergente di Cgil su questo punto, dice, dimostra che il sindacato 'persegue la vecchia logica della scala mobile'.” (http://209.85.129.132/search?q=cache:Je ... lr=lang_it);


“ANSA) - ROMA, 25 FEB - ''Non credo che esista ne' esistera' un Parlamento che voglia ripristinare la scala mobile''. Lo sostiene il segretario della Uil, Luigi Angeletti a Sky Tg24 Economia. Per Angeletti si tratta infatti di ''un meccanismo che abbiamo combattuto per una quindicina d'anni - ha aggiunto - e abbiamo fatto grande fatica a spiegare che non era il massimo neanche per i lavoratori dipendenti''.(ANSA)”
(.http://209.85.129.132/search?q=cache:_K ... lr=lang_it).


Una opinione personalissima di chi scrive queste note: la divaricazione fra i tre maggiori sindacati non finisce qui, è appena cominciata.
Il conflitto sociale e culturale è dei più tosti: VOGLIAMO LA MERITOCRAZIA (esaltando il secondo livello di contrattazione) o VOGLIAMO DIFENDERE IL SALARIO, LA SOPRAVVIVENZA DIGNITOSA DEI PIU’ POVERI (tramite una nuova forma di SCALA MOBILE) ?


Tutte e due le istanze non si possono realizzare. In una economia che implode, in un sistema globalizzato-recessivo come quello attuale si deve scegliere: non possiamo, ora più che mai, avere la botte piena e la moglie ubriaca. In un pianeta che sta esaurendo le sue risorse, e che noi stiamo devastando irreversibilmente con l’entropia della produzione industriale, si imporrà sempre di più un AUT-AUT: o mangiamo tutti parcamente ma a sazietà, o togliamo la minestra ai poveri e agli inetti per dare il dolce ai ricchi ed ai BRAVI.


Io ho fatto la mia scelta, sono con la linea della CGIL oggi come fui con quella della CISL ieri. Ieri la CGIL aveva torto, oggi ha ragione.
Davide Selis.
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Re: SCALA MOBILE, amarcord...

Messaggioda franz il 24/09/2010, 21:49

1) la scala mobile mi appare, senza alcun dubbio, foriera di inflazione. Nella mia ricerca ho incontrato a più riprese e prevalentemente la tesi opposta, quella della sinistra radicale, che considera un pregiudizio questo convincimento, e tenta di dimostrarne l’infondatezza.

intervenire dopo un simile diluvio non è facile.
Diciamo che devo digerire parecchie cose (estremamente interessanti e di cui ti ringrazio) ma già alcuni semafori si sono accesi. Il primo è quello sulla equazione scala mobile = inflazione.
In realtà possiamo dire scala mobile = aumento dei prezzi e che aumento dei prezzi = aumento della scala mobile.
Ma va anche sfatato il mito che aumento dei prezzi sia = a inflazione.
No, sono due cose distinte e diverse.
È possibile avere aumento dei prezzi senza inflazione.

Noi siamo abituati a credere vera l'equazione aumento dei prezzi = inflazione perché il TG ed i giornali li usano come sinonimi. Quindi se aumentano i prezzi allora titolano "aumenta l'inflazione". Fa parte, se vogliamo, delle leggende da sfatare, dei falsi miti.
In realtà l'inflazione la abbiamo quando, oltre ad aumentare i prezzi al consumo, aumenta la massa monetaria stampata dallo stato e questo svaluta (riduce) il valore della moneta.
Nei tempi che descrivi questo era il problema: la continua svalutazione della lira.
Si stampava carta per pagare il debito che iniziava a esplodere. Il meccanismo automatico della scala mobile faceva cortocircuito facendo di nuovo aumentare i prezzi. per mantenere costante il valore delle esportazioni si svalutava la lira.
Una spirale perversa.

In realtà la soluzione doveva essere fare le riforme.
Quelle riforma che avrebbero evitato il debito pensionistico e quello generato dal sistema democristiano di potere.
la spirale negativa andava comunque interrotta e la scala mobile era il sistema piu' rapido (fare le riforme era molto piu' ostico e lungo).

Secondo me un aumento dei prezzi del 2~3% è fisioligico e va compensato in modo praticamente automatico.
Allora pero' eravamo arrivati al 20% e serviva una cura da cavallo.

Oggi servono le riforme per evitare ancora di arrivare a prendere piu' di contingenza che di stipendio base.
Quindi automatismi si' ma solo fino ad un certo punto.
Se la febbre sale troppo la soluzione va cercata in altro modo.

Da quindi anni non aumenta la produttività. Questo è il problema.
Mentre prima cresceva al pari della germanica, francese ed inglese, dalla metà degli anni 90 la nostra ha smesso di crescere.
E se non cresce non sarà certo un aumento dei salari a risolvere la situazione.
Molto semplicemente lavoranno meno lavoratori, per compensare.

Franz
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