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Terra terra

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Terra terra

Messaggioda pierodm il 15/09/2010, 17:33

Parlavo stamattina con il direttore dell'azienda che distribuisce acqua, elettricità e gas in questa "contea" - s.p.a. consortile tra enti locali.
Mi diceva che, su cinquemila utenze, in questi tempi più recenti gl'insolventi sono quasi un migliaio, cioè il 20%, cosa che lui per primo giudica un'enormità in grado di mettere in serissima difficoltà l'azienda.
Aggiungiamoci anche un dato ricavabile secondo logica, secondo il quale probabilmente altrettante sono le utenze che non figurano come insolventi per il rotto della cuffia, ossai gente, famiglie che pagano il dovuto facendo una grande fatica - famiglie che si sforzano di pagare solo perché acqua ed elettricità sono indispensabili, mentre somme analoghe non le pagherebbero per servizi e prodotti di cui potrebbero fare a meno: insomma, pagano perché presi per il collo.
Evidentemente le risorse economiche di una parte consistente della popolazione della zona non sono in grado di far fronte a queste tariffe - si parla di bollette da due, trecento euro e più a bimestre.

Ora, lascimo stare il discorso sulla natura dell'azienda, se sia meglio una s.p.a.pubblica o privata o consortile o che altro, e consideriamo il problema nel suo complesso, guardandolo per così dire da lontano.
Un'azienda - un ristorante, una boutique, uno studio d'informatica, un costruttore di tosaerba - che mettesse in vendita i suoi prodotti ad un prezzo che li mette fuori dalla portata della media dei possibili clienti, dovrebbe prendere atto di essere nel posto sbagliato, o di dover abbassare i prezzi - a meno che sia sbagliato il prodotto, ossia si tratti di una merce eccessivamente preziosa e costosa, riservata per definizione ad una platea ristretta di clienti.

Nel nostro caso, invece, il prodotto non si presenta come prezioso e l'azienda non può "cambiare posto".
Per quanto riguarda l'abbassare i prezzi la questione sembra che non si possa nemmeno cominciare, perché oltre tutto l'azienda non produce direttamente ma ha solo una funzione di distribuzione e manutenzione.

Io non ho idea di come la faccenda si possa affronatre in termini contabili o produttivi, e insomma aziendali, ma il problema che vedo va al di là dell'analsi dei problemi dei singoli soggetti.
Mi cheido come sia diventato possibile un contesto in cui le risorse economiche dei cittadini sono largamente sproporzionate, in negativo, rispetto ai costi di semplice sopravvivenza: luce, gas, acqua, ai quali possiamo aggiungere costi meno necessari in senso assoluto ma comunque di fatto spesso inevitabili se si vuole lavorare e muoversi, come telefono, autostrada, benzina, etc.
Per un gran numero di persone e di famiglie, una volta pagate le varie utenze, e magari un mutuo che è spesso inferiore ad un eventuale affitto, dello stipendio rimane ben poco.
Certo, il problema non riguarda tutti: forse il 50, forse il 40 o il 60% non soffre così tanto una tale ristrettezza economica umiliante, e quindi ce n'è abbastanza perché rimangano risorse familiari sufficienti a fare le vacanze alle Maldive, o più semplicemente per cambiare a tempo debito l'automobile, per andare a cena al ristorante, in piscina, in palestra,per acquistare qualche abituccio griffato.
Ma si può reggere un'economia evoluta su una base del genere? Come dicevo qualche settimana fa, che genere di democrazia ne viene fuori?
Soprattutto - dato che tutto questo serve non per una valutazione morale, ma a farci riflettere su un sistema di produzione, distribuzione e costi evidentemente poco equilibrato - come mai esiste una sperequazione così macroscopica tra certi costi e il potere economico di tanta gente?

Se non ricordo male, molti anni fa gli stipendi non erano particolarmente elevati, ma le famiglie non avevano grosse difficoltà a pagare le proprie bollette domestiche, e anche la più modesta riusciva ad andare fuori a mangiarsi una pizza, magari con due o tre figli.
Naturalmente sono cambiate tante cose: tra le altre, sono aumentate le prestazioni ofefrte da alcuni servizi, come il telefono, le autostrade stesse, le automobili, e sono aumentate le dimensioni medie delle case degli italiani.
Immagino che tutto questo sia catalogabile sotto la voce "sviluppo": in certi casi a me sembra evidente che si tratti di uno sviluppo assolutamente non necessario, e anzi dannoso, se porta alla conseguenza di non poter avere, pagare, utilizzare quello che prima si utlizzava in forma più essenziale.
Uno sviluppo che in realtà accentua le divisioni tra classi di reddito - se proprio non si vuole parlare di classi sociali - e quindi si pone in definitiva in contrapposizione con quello che dovrebbe essere e si sperava che fosse il miglioramento della qualità della vita della maggioranza dei cittadini.

Io non voglio fare, o rivangare, la consueta polemica, ma non credo che non si possa fare a meno di sottolineare che la tendenza a "privatizzare", che si è affermata in questi anni, non ha portato affatto i risultati annunciati - non so se si possa addirittura pensare che la situazione sia decisamente peggiorata a causa di queste privatizzazioni, e di una mnetalità più "aziendale" nell'ambito dei servizi pubblici, o se sia un problema che rigurda il modo in cui trova applicazione questa mentalità, o le incoerenze tra questa logica e il contesto socio-economico che ne è il background.
Non lo so, non sono in grado di fare conti e approfondimenti adeguati, ma mi limito a registrare i fatti - ovviamente guardandoli dalla parte di chi ne subisce i danni, senza inventarmi appartenenze virtuali.
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Re: Terra terra

Messaggioda franz il 15/09/2010, 19:00

il problema puo' essere affrontato contemporaneamente da due fronti.

Il primo riguarda il reddito disponibile. In un paese civile un cittadino o famiglia sotto una certa soglia di reddito, riceve integrazioni pubbliche, previo stetto e rigoroso controllo individuale del caso. In questo modo paga le sue bollette. Se per incapacità sua di gestire i pagamenti (vizio del gioco, spese ingiustificate in altri comparti) non paga le bollette puo' essere messo sotto tutela ed un curatore lui si occupa dei pagamenti, amministrando entrate ed uscite.

Se la persona non è in assistenza perché è sopra la soglia di povertà e non paga le bollette (ed è in grado di intendere e di volere) gli si tagliano i servizi (elettricità, gas, acqua). Eventualmente si puo' discutere di quale soglia e quali controlli ma il concetto è quello ed il problema è concettualmente risolto.

Il secondo riguarda le liberalizzazioni (non le privatizzazioni). Acqua luce e gas in italia non sono liberalizzati come lo sono in europa. In base al confronto internazionale si nota che scarse liberalizzazioni si trasformano in prezzi piu' alti e qualità del servizio piu' bassa. È chiaro che se esiste un solo grande distributore che copre piu' del 70% del mercato (oppure il 100% di quella zona) lui farà i prezzi che vuiole. Inoltre se ha perdite del 20% per mancati pagamenti probabilmente il prezzo sarà alto (per chi paga) per coprire almeno parte delle perdite d'incasso. Qui si deve vedere caso per caso (elettricità non è come acqua) ma il metodo è di vedere come altri paesi hanno risolto il problema.
Nel caso di elettricità, gas e acqua il paese con i migliori risultati è il regno unito.
Fatto 100 il caso inglese, per elettricità noi siamo a 71 (ben messi) per il gas a 55 (distanti) e per l'acqua a 17 (un disastro).
Per chi intende approfondire seriamente la questione consiglio di leggere "Indice delle liberalizzazioni 2010" IBL

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Re: Terra terra

Messaggioda pianogrande il 16/09/2010, 0:05

Credetemi sulla parola perché non voglio fare il nome del mio paesello di origine dove posseggo una "seconda casa" che è quella dove sono nato (più prima casa di così ....).
In questo sfortunato paese non arriva il metano.
Meno di 500 abitanti campagna compresa, tanto per capirci e parte di una comunità montana assolutamente priva di spiagge (sempre tanto per capirci).
C'è una rete di GPL con bombolone ed a prezzi da far tremare le vene i polsi e le caviglie.
Ecco una grave pecca delle privatizzazioni/liberalizzazioni.
Fino a che punto la fornitura di gas può non essere garantita come servizio pubblico?
A proposito di reddito.
E' giusto che quella gente paghi le stesse tasse di chi vive in una città servita di tutto?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Terra terra

Messaggioda franz il 16/09/2010, 9:12

pianogrande ha scritto:Credetemi sulla parola perché non voglio fare il nome del mio paesello di origine dove posseggo una "seconda casa" che è quella dove sono nato (più prima casa di così ....).
In questo sfortunato paese non arriva il metano.
Meno di 500 abitanti campagna compresa, tanto per capirci e parte di una comunità montana assolutamente priva di spiagge (sempre tanto per capirci).
C'è una rete di GPL con bombolone ed a prezzi da far tremare le vene i polsi e le caviglie.
Ecco una grave pecca delle privatizzazioni/liberalizzazioni.
Fino a che punto la fornitura di gas può non essere garantita come servizio pubblico?
A proposito di reddito.
E' giusto che quella gente paghi le stesse tasse di chi vive in una città servita di tutto?

Caso concreto molto interessante.
Il gas puo' essere usato per cucina e riscaldamento. Giusto? Non è tuttavia l'unica fonte di energia per scaldare (vivande e acqua, per lavarsi). Per esempio sulle alpi (per rimanere in tema di montagna) il gas non sanno nemmeno cosa sia (arriva in alcune grandi città solo da una decina di anni) eppure ti posso assicurare che mangiano cibi cotti e si lavano con l'acqua calda (visto che provare a farlo con l'acqua gelida che esce dai rubinetti a 2000 metri è atto di puro masochismo).
Per cucinare e scaldare acqua (a parte la legna, come nei secoli passati) oggi si usa l'energia elettrica, e questa si' che vien portata ovunque, anche a paesini di 20 abitanti, anche alle case isolate. Ovviamente anche qui si ripropone il tema del prezzo ma le liberalizzazioni e la scelta accurata delle fonti enegertiche (qui tutti si fa con le dighe ed il nucleare, nulla con il gas ed il petrolio) fa si' che qui il costo dell'energia elettrica (attorno ai 12 cestesimi di euro per Kilowattora) sia adeguato al reddito disponibile. Se poi si ha anche il gas, tanto meglio, ma lo si usa per il riscaldamento domestico, non per cucinare. Il motivo è anche noto. Il gas in cucina è molto pericoloso ed è pure inquinante, quanto brucia. Una fonte enorme di polveri fini, a cui siamo sottoposti sia quando siamo in cucina sia quando, per cucinare, mettiamo il naso proprio sopra le pentole. Non parliamo poi dell'inquinamento per portare quelle bombole fin da voi, in quel paesino di 500 abitanti. A parte i motivi ecologici, avere a disposizione un mix di fonti energetiche è fondamentale per definire libero un mercato. Se esiste un unico forniitore, il mercato non è libero (e questo indipendentemente dal fatto che questo fornitore sia pubblico o privato). Il dramma italiano è che se non sono liberalizzati tutti i mercati, è chiaro che si creano nicchie di mercato e quindi prezzi alti. Se l'energia eletrica costasse meno, molti di quei 500 abitanti del paesino che racconti comprerebbero piastre eletriche. Oggi tra quelle in vetroceramica, quelle ad induzione magnetica, forni elettrici ed a vapore, forni a microonde, ci sono molte possibilità di cucinare con l'elettricità. Tutte cose che costano, si', ma quanto vi costa il gas in bombola, in 20 anni? Se il mercato è libero ed articolato, avete scellta.

Sulle tasse tra città e campagna io direi che no, non è giusto pagare lo stesso. Con qualche considerazione.
Le tasse si pagano perchè a fronte di un redidto, mettiamo di 30'000 euro, è giusto che tutti paghino, senza vedere se uno è operaio, artigiano, coi baffi o senza baffi. È pero' lecito pensare che una cosa possono essere le tasse a Milano ed altra cosa le tasse ad Enna o nel tuo paesino. Dal punto di vista del federalismo fiscale, se fosse in vigore come c'è in Svizzera, ogni comune avrebbe le sue imposte, in funzione di quello che i cittadini hanno deciso localmente e democraticamente di spendere. Ed ogni provincia o regione. Se gli abitanti del tuo paesino decidessero di autotassarsi per costruire una piccola centrale idroelettrica o eolica per fornire di energia a buon prezzo le loro 500 case, lo potrebbero fare, magari usando anche fondi federali e regionali nonché prestiti bancari. Va comunque detto che se è vero che vivere in città vuol dire "avere tutto" quanto a servizi, vivere in campagna o montagna comporta anche qualche vantaggio, in termini di rapporto con la natura, aria pulita, meno stress. Non a caso molti lasciano le grandi città per tornare a vivere in luoghi "piu' vivibili", anche se questo comporta qualche disagio.

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Re: Terra terra

Messaggioda pierodm il 16/09/2010, 13:10

Il primo riguarda il reddito disponibile. In un paese civile un cittadino o famiglia sotto una certa soglia di reddito, riceve integrazioni pubbliche, previo stetto e rigoroso controllo individuale del caso. In questo modo paga le sue bollette. Se per incapacità sua di gestire i pagamenti (vizio del gioco, spese ingiustificate in altri comparti) non paga le bollette puo' essere messo sotto tutela ed un curatore lui si occupa dei pagamenti, amministrando entrate ed uscite.

Ma... e l'economia di mercato, la meritocrazia, il benessere per tutti ... che fine hanno fatto?

Se la persona non è in assistenza perché è sopra la soglia di povertà e non paga le bollette (ed è in grado di intendere e di volere) gli si tagliano i servizi (elettricità, gas, acqua). Eventualmente si puo' discutere di quale soglia e quali controlli ma il concetto è quello ed il problema è concettualmente risolto.

Non vorrei darmi le arie di quello che fa uno scoop, ma faccio presnete che il distacco delle utenze è già praticato da decenni, anzi credo che già gli osti della Suburra nella Roma imperiale "chiudevano in rubinetto" del servizio ai cleinti che non pagavano.
Quindi come "soluzione concettuale del probloema" non mi sembra una grande scoperta.

Comunque, va be': ho capito, mi dispiace di aver sollevato il problema.
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Re: Terra terra

Messaggioda franz il 16/09/2010, 14:19

pierodm ha scritto:Il primo riguarda il reddito disponibile. In un paese civile un cittadino o famiglia sotto una certa soglia di reddito, riceve integrazioni pubbliche, previo stetto e rigoroso controllo individuale del caso. In questo modo paga le sue bollette. Se per incapacità sua di gestire i pagamenti (vizio del gioco, spese ingiustificate in altri comparti) non paga le bollette puo' essere messo sotto tutela ed un curatore lui si occupa dei pagamenti, amministrando entrate ed uscite.

Ma... e l'economia di mercato, la meritocrazia, il benessere per tutti ... che fine hanno fatto?

Ah, non lo so, dipende cosa tu hai capito dell'economia di mercato, la meritocrazia, il benessere per tutti ...
Probilmente poco, visto che fai questa domanda e che consideri tutto nell'ombleico della tua "contea".

Come dicevo alcuni messaggi fa, dalle mie parti è prassi (per legge) fornire sussidi a chi è sotto la soglia di povertà che per una famiglia di 4 componenti, lui, lei, due figli agli studi, arrivano a 50'000 euro all'anno (in moneta sonante), fatte le debite conversioni.
E questo è possibile proprio grazie ell'economia di mercato, la meritocrazia, il benessere per tutti ... che permettono di raccogliere le risorse e finaziare la solidarietà a chi ha veramente bisogno (non i furbi, sia chiaro).

Comuque non sbagli a sollevare problemi, è che devi impegnarti di piu' a capire le risposte.
Io faccio del mio meglio e posso migliorare ma tu, se veramente vuoi capire, devi impegnarti di piu'.
Intanto vediamo se altri hanno capito ... magari hanno capito e possono spiegarti con parole loro.

Franz
Ultima modifica di franz il 16/09/2010, 14:55, modificato 1 volta in totale.
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Re: Terra terra

Messaggioda pianogrande il 16/09/2010, 14:32

Franz
Grazie della risposta.
Non è che non ci abbia pensato nessuno alla elettricità.
Il problema principale sono gli impianti elettrici che sarebbero, in gran parte, da rifare a partire dalla potenza disponibile al contatore.
Con i normali 3,3 KW ed i normali "fili" non si combina molto.
Il GPL inoltre, dati i costi da orefice di Via Montenapoleone, non è neanche pensabile di utilizzarlo per il riscaldamento.
Si è costretti ad andare a gasolio e gli impianti a gasolio hanno costi di struttura e di gestione notevolmente più alti di quelli a metano.
Vabe'.
Il problema che ponevo era di tipo socio-politico.
E' vero.
Tanti (a parole tantissimi) lasciano le città per la campagna.
Ti faccio un'altra domanda "concreta e molto interessante".
Come mai, nella realtà, la campagna ed i piccoli paesi vanno avanti a svuotarsi?
Azzardo una ipotesi.
Senza scuola, senza asilo (grazie Berlusconi-Gelmini), con la farmacia di turno, magari d'inverno, a parecchi chilometri, senza un cinema ...... devo andare avanti?
Vabe', piccolo sfogo sulla qualità della vita al di fuori delle cartoline illustrate.
Chissà che la politica non finisca per entrarci qualcosa su questi aspetti della vita dei cittadini.
Fotti il sistema. Studia.
pianogrande
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Re: Terra terra

Messaggioda franz il 16/09/2010, 15:05

pianogrande ha scritto:Franz
Grazie della risposta.
Non è che non ci abbia pensato nessuno alla elettricità.
Il problema principale sono gli impianti elettrici che sarebbero, in gran parte, da rifare a partire dalla potenza disponibile al contatore.
Con i normali 3,3 KW ed i normali "fili" non si combina molto.

Chiaro. Senza investimenti non si cava un ragno dal buco.
Con nuovi impianti produttivi e/o con nuovi sistemi ditributivi (gasdotti,cavi elettrici, contatori) la soluzione c'è.
pianogrande ha scritto:Il problema che ponevo era di tipo socio-politico.
E' vero.
Tanti (a parole tantissimi) lasciano le città per la campagna.
Ti faccio un'altra domanda "concreta e molto interessante".
Come mai, nella realtà, la campagna ed i piccoli paesi vanno avanti a svuotarsi?
Azzardo una ipotesi.
Senza scuola, senza asilo (grazie Berlusconi-Gelmini), con la farmacia di turno, magari d'inverno, a parecchi chilometri, senza un cinema ...... devo andare avanti?
Vabe', piccolo sfogo sulla qualità della vita al di fuori delle cartoline illustrate.
Chissà che la politica non finisca per entrarci qualcosa su questi aspetti della vita dei cittadini.

Ma come credi che facciano i paesini sulle alpi, in austria e svizzera a tirare avanti?
Io ne conosco tantissimi (anche per esigenze professionali) ed hanno tutti le scuole, l'asilo, le farmacie, la posta, le strade libere da neve anche d'inverno. Ecco forse il cinema no ma il resto si.
È tutto in problema di investimenti. Senza si rimane indietro.
Certo, sono scelte politiche, sono d'accordo. Ma evidentemente dato il centralismo italiano, a Roma hanno fatto le scelte sbagliate. In ambito federalista il bello è che non puoi dare la colpa a Berna, a Washington, a Berlino, a Camberra, Vienna.
Ognuno ha il suo ambito di autonomia (anche scolastica) e quindi se è causa del suo mal, piange se stesso.
Franz
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Re: Terra terra

Messaggioda pierodm il 16/09/2010, 16:55

Probilmente poco, visto che fai questa domanda e che consideri tutto nell'ombleico della tua "contea".
Come dicevo alcuni messaggi fa, dalle mie parti è prassi (per legge) fornire sussidi a chi è sotto la soglia di povertà che per una famiglia di 4 componenti, lui, lei, due figli agli studi, arrivano a 50'000 euro all'anno (in moneta sonante), fatte le debite conversioni.


Franz, non ti riesce proprio di fare un discorso senza essere offensivo, o di ritenere che chi ti parla sia un povero stronzo.
Va be', portiamo pazienza.
Intanto la contea: è vita concreta, vita pratica, quella che in altre sedi tu, come tanti altri, vi lamentate che sia trascurata dalla politica e dai politici. Specialmente, una vita pratica che dovrebbe stare molto a cuore a chi, come te, da anni ci fa una testa così con il federalismo, con le virtù di una visione democratica in quanto locale, comunale, distrettuale, cantonale.

Poi mi chiedo se non ti accorgi del surrealismo delle tue osservazioni: 50.00o euro sono, in Italia, non la soglia di povertà, ma un reddito di quelli pingui.
Qui stiamo parlando di redditi di 800, 1000, 1200 euro al mese o poco più.
Ma nonè nemmeno questo il punto che avevo sollevato.
Che qualcuno intervenga a pagare le bollette inevase o non intervenga, ciò appartiene ad un altro discorso.
Il problema è - in tema di libero gioco dei prezzi e dei redditi - il rapporto tra certe tariffe (molte) e certi prezzi di beni e servizi e una grande quantità di redditi da lavoro.
Presumo che in un'economia sana, o almeno malata non più di quanto sia fisiologicamente accettabile, non può esistere un gap così netto tra redditi e prezzi - o, vedendo la cosa da un altro punto di vista, non dovrebbe esistere una fascia di "povertà", di redditi così scadenti, tanto estesa e generalizzata ... certo, a meno che non accettiamo una delle tue ipotesi, per cui ci sono milioni e milioni d'individui, di famiglie che hnno il "vizio del gioco" o che fanno spese disennate "in altri comparti" (quali, quello del cibo o della biancheria intima?).
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Re: Terra terra

Messaggioda franz il 16/09/2010, 17:34

pierodm ha scritto:Probilmente poco, visto che fai questa domanda e che consideri tutto nell'ombleico della tua "contea".
Come dicevo alcuni messaggi fa, dalle mie parti è prassi (per legge) fornire sussidi a chi è sotto la soglia di povertà che per una famiglia di 4 componenti, lui, lei, due figli agli studi, arrivano a 50'000 euro all'anno (in moneta sonante), fatte le debite conversioni.


Franz, non ti riesce proprio di fare un discorso senza essere offensivo, o di ritenere che chi ti parla sia un povero stronzo.
Va be', portiamo pazienza.

Piero, se tu fai domande in un certo modo, con un certo tono ironico e sospeso, le mi risposte sono inevitabilmente di querl tipo. Probabilmente non ti rendi conto di come rispondi.
pierodm ha scritto:Poi mi chiedo se non ti accorgi del surrealismo delle tue osservazioni: 50.00o euro sono, in Italia, non la soglia di povertà, ma un reddito di quelli pingui.
Qui stiamo parlando di redditi di 800, 1000, 1200 euro al mese o poco più.
Ma nonè nemmeno questo il punto che avevo sollevato.

Per una famiglia europea come ho descritto (due edulti e due ragazzi in formazione) 2500~3000 euro al mese sono la soglia di povertà. Ovvio che ad Enna la cifra non sarebbe quella e che a Zurigo è ancora piu' elevata.
pierodm ha scritto:Presumo che in un'economia sana, o almeno malata non più di quanto sia fisiologicamente accettabile, non può esistere un gap così netto tra redditi e prezzi -.

Appunto. Quella italiana non è un'economia sana.
Per i due motivi che ti ho risposto. A) mancanza di un welfare assistenziale, b) mancanza di mercati liberi.
Ci sono anche tante altre cose he non vanno ma rispetto al tema che hai sollevato quelli sono i due aspetti per me piu' rilevanti.
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