Vorrei proporre, come si faceva una volta nelle discussioni, una mozione d’ordine, su cui esprimersi prioritariamente, perché la mancata condivisione del punto o l’interpretazione eccessivamente contradditoria, impedisce alla stessa discussione di andare avanti, avvitandosi su stessa.
Il punto è : la sinistra può essere considerata parte del centro-sinistra o del PD o dell’Ulivo? Messa in altri termini, Bersani, D’alema, Veltroni vengono considerati esponenti della sinistra o sono stati arruolati d’ufficio nel centro? Se sì, qual è la sinistra impresentabile all’interno del PD, che ci farà perdere di nuovo le elezioni? Se no, come faremo a vincere con tutta questa sinistra che, nell’ambito del PD, è tutt’altro che una ridotta tribù di mohicani?
Io, che non ho mai votato PCI, devo dire che, dopo tangentopoli, mi sono rivolta al centro-sinistra, come fece Montanelli, proprio perché mi sembrava che quella sinistra potesse darmi garanzie di resistenza di fronte a quella nuova destra di affaristi e post-fascisti.
Confidavo anche nel corpo solido e disciplinato di un partito post-comunista che sosteneva i propri leaders, ma le cose sono presto precipitate con la candidatura Prodi e l’imbarco dei democristiani e dell’estrema sinistra.
L’imbarco dei primi ha significato cedimenti sulla laicità dello stato e quello dei secondi un massimalismo sempre incombente.
Sono passati quasi vent’anni di berlusconismo, e la poltiglia si è fatta ancora più vischiosa: gente che passa da una parte all’altra, una sinistra che abbandona la battaglia per la legalità e l’etica a Di Pietro e, ora, ai dissidenti del PDL, pur di non farsi tacciare di giustizialismo, e una girandola di leaders da sotterrare rapidamente dopo l’ennesimo voto di un popolo italiano imbambolato e frastornato dall’informazione di regime.
Nel bel mezzo di questo disastro politico e culturale, per non parlare della stasi economica che l’Italia soffre da decenni, si è aperta la lotta per la successione nel centro-destra e l’ipotesi di nuove elezioni.
Bene, in vista della grande mobilitazione di settembre, vorrei esporre qualche interrogativo sulle azioni da intraprendere:
- visto che Di pietro, De Magistris, Travaglio e Santoro non si possono nemmeno nominare, dovremo andare in giro a distribuire Famiglia Cristiana e gli editoriali di Fare Futuro per richiamare l’attenzione sui reati e le leggi ad personam, così da dire le stesse cose senza contaminarsi ?
- parlare di operai e diritti sindacali sarà considerato provocatorio e bisognerà rassegnarsi ad inchinarsi a qualsiasi imprenditore senza capitali e a quelli che fingono di fare il presidente del consiglio tra un baciamani a Gheddafi e una capatina in Siberia?
- Si possono elencare tra i lussi che non possiamo permetterci la bad company dell’Alitalia, le multe per le quote latte, la prossima bad company della Tirrenia, province e comunità montane, appalti col moltiplicatore di spesa incorporato e un’altra paginata di cose, oppure bisognerà limitarsi a citare il diritto di sciopero e le norme sulla sicurezza del lavoro?
- Se, in questi casi, qualche compagno di partito ti insulta livorosamente, dovremo rifugiarci anche noi nell’astensionismo o pretendere finalmente, come dice Cacciari, di procedere ad una bella separazione consensuale, con grande soddisfazione di entrambe le parti?
Aspetto chiarimenti in vista della mobilitazione prossima ventura.
Soniadf