La Comunità per L'Ulivo, per tutto L'Ulivo dal 1995
FAIL (the browser should render some flash content, not this).

Il silenzio del forum

Forum per le discussioni sulle tematiche economiche e produttive italiane, sul mondo del lavoro sulle problematiche tributarie, fiscali, previdenziali, sulle leggi finanziarie dello Stato.

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 26/08/2010, 19:38

La memoria integrale dei legali Fiom:
http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/sata/c_10_08_10-2.htm

nello stralcio del dispositivo del Giudice citato dai legali non c'è traccia di una "censura" nei confronti dei lavoratori, anzi, è evidente l'accusa rivolta all'azienda di voler cercare di sbarazzarsi del sindacato più scomodo... non fa mica tanti giri di parole.
«vedo gente, faccio cose...»
Giorgio Graffieti
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 378
Iscritto il: 07/11/2009, 19:22

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda ranvit il 26/08/2010, 20:00

E cosa altro avrebbero dovuto/potuto dire i difensori della Fiom?
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 26/08/2010, 20:26

ranvit ha scritto:E cosa altro avrebbero dovuto/potuto dire i difensori della Fiom?

riportano quanto ha scritto il Giudice, non quello che pensano loro.
«vedo gente, faccio cose...»
Giorgio Graffieti
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 378
Iscritto il: 07/11/2009, 19:22

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda franz il 26/08/2010, 20:32

Giorgio Graffieti ha scritto:La memoria integrale dei legali Fiom:
http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/sata/c_10_08_10-2.htm

nello stralcio del dispositivo del Giudice citato dai legali non c'è traccia di una "censura" nei confronti dei lavoratori, anzi, è evidente l'accusa rivolta all'azienda di voler cercare di sbarazzarsi del sindacato più scomodo... non fa mica tanti giri di parole.

Comunque attendo sempre di riuscire a leggere il dispositivo del giudice, non uno stralcio di parte ... che ovviamente fa la sua parte.

Una cosa pero' appare chiara. Uno stabilimento di 4'000 dipendenti si ferma perchè 50 fanno sciopero e 3 si mettono troppo vicini ai sensori dei carrelli automatici?
Ma qui se c'è un pazzo è proprio Marchionne, a insistere a fare impresa in un simile contesto.

Franz

Considerato che normalmente le assemblee si svolgono in appositi spazi, non nel mezzo della linea produttiva, ritengo interessanti queste considerazioni:
La tensione che suscita la vicenda di Melfi ha a che vedere con il braccio di ferro di Pomigliano tra la Fiom, gli altri Sindacati e la Fiat. Nessuno lo dice apertamente, ma lo strisciante sospetto che si propaga indirettamente è che il licenziamento sia un’azione di ritorsione della Fiat contro i militanti della Fiom. A chi giova questo? Alla Fiom, non alla Fiat.

Mettiamo il caso che in quella notte del 7 luglio i tre lavoratori non si fossero allontanati dall’assemblea (in tutto erano 50 gli scioperanti) e non avessero sostato sui binari della linea produttiva. Peraltro, si è trattato di uno allontanamento intenzionale dei tre lavoratori, e non dettato da un’esigenza (come quella di andare al bagno, per esempio). Se i tre lavoratori non si fossero allontanati, i dirigenti della Fiat non avrebbero potuto accusarli di bloccare la produzione e, quindi, licenziarli. Le ore di sciopero sarebbero trascorse e, con buona pace per tutti, l’indomani la vita avrebbe continuato a scorrere nel suo fluire quotidiano. Di sicuro non avremmo letto sui quotidiani del “duello” a Melfi tra la Fiat e la Fiom: un’eco di formidabile valore ideologicamente eccitante. A chi giova inasprire gli animi? Alla Fiom, non certo alla Fiat.

E invece i fatti sono andati diversamente. Uno sciopero, tre licenziamenti, una sentenza. Una miscela che ha innescato l’incendio. Anzi due, lo sciopero e i licenziamenti, quanto cioè basta a unire, ideologicamente, Melfi a Pomigliano. Nessuno mette in conto la sentenza: e se Fiat avesse ragione dei licenziamenti? Se ciò che è accaduto a Melfi rientrasse naturalmente nelle relazioni aziendali di quello stabilimento? Ignorando la sentenza, si fa passare un pericoloso principio: soltanto perché iscritti alla Fiom, i dirigenti Fiat avrebbero dovuto chiudere un occhio sulle infrazione dei tre (di 50) lavoratori scioperanti. E’ ciò che più sta a cuore alla Fiom.

Il licenziamento disciplinare è la massima sanzione che un’azienda può infliggere a un dipendente nel caso il suo comportamento sia «motivato da una condotta colposa o comunque manchevole». La condotta antisindacale di un’azienda si palesa quando il suo «comportamento oggettivamente lede gli interessi collettivi di cui siano portatrici le organizzazioni sindacali». Queste, dunque, le “colpe” che il giudice di Melfi ha trovato nei dirigenti Fiat. Il suo ragionamento è scritto nel decreto che ha dichiarato “l’antisindacalità dei licenziamenti intimati ai tre lavoratori e ha disposto “l’immediata reintegra nel proprio posto di lavoro”. La vicenda, dal punto di vista giudiziario, non è chiusa.

Potrebbe darsi, allora, che il giudice di Melfi abbia commesso qualche errore di valutazione? E’ probabile. Sentenza alla mano, azzardiamo una valutazione.

L’incipit della vicenda è noto, ma vale la pena ricordarlo: tre operai vengono licenziati dalla Sata (lo stabilimento Fiat di Melfi) perché ritenuti colpevoli di aver sospeso la produzione dell’azienda, mediante l’interruzione della movimentazione di alcuni carrelli della linea produttiva. Il fatto è accaduto durante lo sciopero del 7 luglio scorso, cui avevano aderito circa 50 lavoratori. E qui occorre rilevare un primo aspetto: solo 3 dei 50 lavoratori vengono ritrovati a sostare lungo la linea di conduzione dei carrelli. L’esperienza insegna che, quando c’è uno sciopero in azienda, i lavoratori si riuniscono in assemblea, in un luogo appositamente destinato allo scopo (sindacale). Per il giudice è un fatto irrilevante: «non importa», ha scritto nella sentenza, «se tutta l’assemblea – composta da circa 50 persone – o soltanto i tre licenziati» siano stati redarguiti dai dirigenti aziendali perché sostavano sui binari dei carrelli. Anzi, aggiunge il giudice, quei poveri lavoratori vanno discolpati anche se, alle contestazioni dei dirigenti, «abbiano reagito in maniera anche vivace»: il loro “intento primario”, spiega il giudice psicologo, era quello “di difendersi”. «In particolare, sentendosi minacciati… i lavoratori hanno “trascurato” di considerare che la loro condotta potesse oggettivamente essere causativa di un blocco della produzione, pensando prioritariamente a difendersi».

La questione centrale del licenziamento riguarda il blocco della produzione aziendale, blocco che secondo i dirigenti aziendali è stato provocato dalla sosta in zona di transito dei carrelli dei 3 (di 50) scioperanti. Delle 15 pagine che compongono la sentenza, più della metà sono dedicate a un’analisi accurata e minuziosa sulla movimentazione e sull’automatismo del blocco dei carrelli. La questione si gioca su pochi “centimetri”. Infatti, per entrare in funzione il radar che ferma automaticamente i carrelli è necessario che “l’ingombro” si posizioni a una distanza di circa 10 cm. I lavoratori invece, senza un perché (che il giudice non si è nemmeno posto), si trovavano a una distanza di 80-100 cm; troppo alta (dei 10 cm), dunque, per poter essere ritenuti responsabili dell’attivazione dei radar di fermo automatico. Qualcuno però potrebbe obiettare che, prima che arrivassero i dirigenti aziendali, i lavoratori si fossero avvicinati un po’ troppo ai carrelli (cioè a una distanza inferiore di 10 cm), così da procurarne l’arresto. Sì potrebbe essere, ma è irrilevante per il giudice perché «i responsabili aziendali hanno contestato che la loro posizione fosse di ostacolo al transito degli Agv (i carrelli, ndr), senza paventare in alcun modo un blocco dovuto ad un precedente contatto».

Più enigmatico appare il ragionamento sulla condotta antisindacale dell’azienda. In tal caso, ciò che convince il giudice sul torto di Marchionne (qui va citato il diretto responsabile nei pensieri del giudice) è la considerazione che i fatti posti a base del licenziamento «sono maturati nel corso di un’astensione dal lavoro per ragioni economico-produttive e che il licenziamento ha interessato attivisti e militanti della Fiom, organizzazione notoriamente protagonista, a seguito di determinate scelte di politica industriale e di organizzazione del lavoro, operate dal gruppo Fiat (e, in particolare, il cosiddetto “accordo di Pomigliano”), di una serrata critica sindacale nei confronti di tutte le società facenti capo al gruppo medesimo». Non è tutto. L’ apoteosi per la Fiom (e, indirettamente, la denigrazione per Cisl e Uil) è infatti nelle parole conclusive: per il giudice, il licenziamento dei tre lavoratori è «obiettivamente idoneo (…) a conculcare il futuro sereno esercizio del diritto di sciopero e a limitare l’esercizio dell’attività sindacale, attraverso l’illegittimo allontanamento dell’azienda di militanti dell’organizzazione che è, notoriamente, fra le più attive nel particolare momento storico».

La storia è ancora lontana dal chiudersi. Un finale, a questo punto, è certo. Inneggiando alla lotta, come la Fiom sta facendo, fa dimenticare la vera posta in gioco: la libertà d’impresa (per la Fiat e le altre aziende del made in Italy), la libertà di lavorare (per i dipendenti della Fiat e gli altri lavoratori del Belpaese) e, soprattutto, il futuro di una parte dell’economia italiana.
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 27/08/2010, 8:20

franz ha scritto:Una cosa pero' appare chiara. Uno stabilimento di 4'000 dipendenti si ferma perchè 50 fanno sciopero e 3 si mettono troppo vicini ai sensori dei carrelli automatici?


non funziona così... non è che 50 scioperavano e 4950 (sono 5000 i lavoratori della SATA e non 4000) stavano lavorando... questo è un modo artificioso e fuorviante di informare sui fatti. E dal dispositivo del Giudice si evince che il fermo del carrello ad opera dei lavoratori è una balla.

5000 lavoratori alla SATA sono distribuiti su più turni non lavorano tutti contemporaneamente... e l'agitazione era programmata dalle RSU (quindi da TUTTI i sindacati, non della sola FIOM... che alla SATA è il maggior sindacato rappresentando un terzo dei lavoratori avendo "soffiato" alla Uil il primato alle ultime elezioni con un incremento del 5%) anzi, c'è da dire che alcuni turni erano in cassaintegrazione, al tempo delle agitazioni pretesto per il licenziamento dei 3, e le proteste delle RSU vertevano proprio su questo.

L'agitazione dei lavoratori SATA andava già avanti da una settimana perché la Fiat pretendeva l'aumento della produzione sui turni funzionanti mentre continuava a lasciarne altri in cassintegrazione. Un motivo più che legittimo di protesta, mi sembra, visto che la cassa integrazione la pagano i lavoratori, non l'Azienda.

I 50 erano in un assemblea di reparto... per questo erano di tutte le sigle sindacali... le linee di produzione dell'auto sono eredità delle vecchie "catene di montaggio" ed è ovvio che se un reparto si ferma si incrocchia l'intera linea di produzione. Ma anche un aereo non vola se scioperano i soli piloti e pur avendo a bordo Hostess e Stuarts al completo (e nessuno si sogna di togliere ai piloti il diritto di protestare)... se si potesse fare impresa senza operai Marchionne forse sarebbe contento.

Quanto al dispositivo del Giudice... eccoti accontentato.
http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/sata/ ... _melfi.pdf
Ultima modifica di Giorgio Graffieti il 27/08/2010, 8:40, modificato 1 volta in totale.
«vedo gente, faccio cose...»
Giorgio Graffieti
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 378
Iscritto il: 07/11/2009, 19:22

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Loredana Poncini il 27/08/2010, 8:39

Pietro Ichino, in cambiamentoorg.blogspot.com di ieri, con "Riflessioni sulla lettera del Capo dello Stato", pubblicata sul Corriere della Sera il 26.8.2010, commenta la risposta di Giorgio Napolitano ai 3 lavoratori della FIAT di Melfi invitando a leggerla per intero.
Lo farò, e con l'ausilio del commento di Ichino.
:!:
Loredana Poncini
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 940
Iscritto il: 29/05/2008, 19:06
Località: Torino

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 27/08/2010, 8:47

Il Presidente Napolitano ha lanciato una ciambella di salvataggio a Marchionne per uscire con "eleganza" dalla melma nella quale si era messo... sempre che la furbizia di Marchionne sia onesta... cioè voglia seriamente fare quello che dice relativamente agli investimenti ipotizzati e non sia la furbizia del lestofante che cerca il pretesto per poter dire che non può per colpa degli altri...

Marchionne l'ha raccolta... in qualche modo... ciò non svela completamente se è un furbo onesto o un furbo lestofante, ma un passo avanti l'ha fatto. Ciò che esce certamente sconfitta è la linea governativa di dividere i sindacati (e quindi i lavoratori), e sposata da Fiat, isolando la CGIL. La CGIL non so se ne esce vincitrice, ma certamente non ha perso.
«vedo gente, faccio cose...»
Giorgio Graffieti
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 378
Iscritto il: 07/11/2009, 19:22

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda franz il 27/08/2010, 9:18

Giorgio Graffieti ha scritto:I 50 erano in un assemblea di reparto... per questo erano di tutte le sigle sindacali... le linee di produzione dell'auto sono eredità delle vecchie "catene di montaggio" ed è ovvio che se un reparto si ferma si incrocchia l'intera linea di produzione. Ma anche un aereo non vola se scioperano i soli piloti e pur avendo a bordo Hostess e Stuarts al completo (e nessuno si sogna di togliere ai piloti il diritto di protestare)... se si potesse fare impresa senza operai Marchionne forse sarebbe contento.

Quanto al dispositivo del Giudice... eccoti accontentato.
http://www.fiom.cgil.it/auto/fiat/sata/ ... _melfi.pdf

Grazie per il dispositivo, che leggero' bene in giornata.
Quanto agli aerei una cosa è quando fanno sciopero figure professionali diverse, con diversi contratti e datori di lavoro (pompieri, controllori, persnoale aereoportuale) ed altro è quando dipendenti della stessa azienda fanno scioperi settoriali che bloccano tutta l'attività (sciopero di reparto o sotto reparto). Questo viene fatto per bloccare tutta l'attività ma con un costo salariale imputabile ai soli 50 scioperanti (sui 1750 che erano al momento al lavoro in quel turno).
Per la cassa integrazione non mi risulta affatto che la pachino i lavoratori:
La cassa integrazione ordinaria è pagata da ogni impresa con un contributo ordinario sul monte retribuzioni lordo e con un contributo addizionale sulle integrazioni salariali anticipate. Il contributo ordinario è pari al 2,20% o all'1,9% del monte retribuzioni lordo rispettivamente per le imprese con più di 50 dipendenti o fino a 50. Quello addizionale è rispettivamente pari all'8% o al 4% delle integrazioni salariali da corrispondere.

L'intervento straordinario è finanziato dai datori di lavoro e dai lavoratori con un contributo rispettivamente pari allo 0,6% e allo 0,3% della retribuzione lorda. Anche nella CIGS vi è inoltre un onere a carico dell'impresa pari al 4,5% o al 3% delle integrazioni salariali anticipare rispettivamente per quelle con più di 50 o fino a 50 dipendenti. L'ammontare del contributo addizionale è raddoppiato nel caso di mancata ottemperanza del decreto ministeriale. È comunque raddoppiato del 50% se il trattamento si protrae oltre 24 mesi.

Franz
“Il segreto della FELICITÀ è la LIBERTÀ. E il segreto della Libertà è il CORAGGIO” (Tucidide, V secolo a.C. )
“Freedom must be armed better than tyranny” (Zelenskyy)
Avatar utente
franz
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 22077
Iscritto il: 17/05/2008, 14:58

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda Giorgio Graffieti il 27/08/2010, 9:35

franz ha scritto:Quanto agli aerei una cosa è quando fanno sciopero figure professionali diverse, con diversi contratti e datori di lavoro (pompieri, controllori, persnoale aereoportuale) ed altro è quando dipendenti della stessa azienda fanno scioperi settoriali che bloccano tutta l'attività (sciopero di reparto o sotto reparto). Questo viene fatto per bloccare tutta l'attività ma con un costo salariale imputabile ai soli 50 scioperanti (sui 1750 che erano al momento al lavoro in quel turno).


scusa, ma continui a fuorviare.

Non sappiamo affatto, e anzi è prevedibile il contrario, che non ci fossero in corso altre assemblee di reparto... I motivi di agitazione sono stati spiegati: ai lavoratori si stava chiedendo un aumento di produzione (e presumibilmente intervenendo sui singoli reparti... e i reparti vedono figure professionali diverse... da qui le assemblee) mentre si mantenevano in cassaintegrazione altri turni. Parlare di 50 contro il resto del mondo è una vergogna... tanto che non si sente una intervista una, fuori dai cancelli, che non solidarizzi con i tre lavoratori.

La cassa integrazione che pagano le imprese è un dato del cavolo, visto che è agganciata ai meccanismi di protezione dei lavoratori e quindi nel sistema di contrattazione, alla fine, del salario che questi percepiscono... infatti sono versati all'INPS non ad una assicurazione ad hoc di Confindustria e da questa gestita... se fosse così e si scrivesse nero su bianco che non entra nella contrattazione, si potrebbe dire che la pagano le aziende... Perché non fanno la proposta di gestirla in quel modo? Dicano che non rientra nei costi del lavoro, ma che è un'assicurazione che si fanno le aziende per tutelarsi in tempi di crisi. La pagano i lavoratori eccome... in termini di minor salario percepito.
Ultima modifica di Giorgio Graffieti il 27/08/2010, 9:44, modificato 1 volta in totale.
«vedo gente, faccio cose...»
Giorgio Graffieti
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 378
Iscritto il: 07/11/2009, 19:22

Re: Il silenzio del forum

Messaggioda ranvit il 27/08/2010, 9:42

Nella melma ci sono (oltre che il Paese)i sindacati tipo Fiom e Cgil....infatti fra un po' in Italia non ci saranno piu' operai di grandi aziende...

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
ranvit
forumulivista
forumulivista
 
Messaggi: 10669
Iscritto il: 23/05/2008, 15:46

PrecedenteProssimo

Torna a Economia, Lavoro, Fiscalità, Previdenza

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 5 ospiti