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Scalfari

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Re: Scalfari

Messaggioda Myosotis il 07/08/2010, 21:48

"Non mi identifico in nessuna delle due "scuole".
Per me il dato sul deficit futuro (gobba del 2035) è abbastanza oggettivo (per quanto possa esserlo un previsione demografica) e non vale per l'Italia ma un po' per tutto il mondo occidentale.!


Il dato sarebbe "oggettivo" in una prospettiva di continuità con la situazione presente: se il sistema sanitario non garantisse più le attuali prestazioni sanitarie (diritto alla salute) e se le condizioni materiali di chi percepisce la pensione intaccassero la qualità della vita degli over 65 e oltre, anche gli italiani - checchè le loro presunte qualità genetiche - comincerebbero a morire più giovani, o meno vecchi se preferisci. Il feedback mi pare evidente. E, in una realtà di tagli che a me sembra molto più oggettiva di uno status quo tarato sugli anni passati, penso dovremmo tenerne conto. Così i tuoi dati non tengono punto conto della crescita demografica dovuta all'immigrazione; e del fatto che, negli ultimi dieci anni, l'immigrazione ha decisamente incrementato il tasso di nascite nel nostro paese. Per quanto ci si affanni, l'immigrazione continuerà verosimilmente ad alimentare il tasso di crescita di questo paese. Ed io personalmente la vedo come una salvezza, non come una blasfemia o una condanna.
D'altra parte, noi genitori di figli in età scolare stiamo già avendo esperienza della fallacità di certi "dati" duri e puri, là dove questi hanno alimentato politiche di tagli alla scuola pubblica con relativi aumenti del numero di studenti per classe oltre ogni limite. Perfino ora, che il re è nudo, i dati nudi e puri ricicciano ad ogni angolo di discussione ancora.
Quello che voglio dire, caro Franz, è che certe proiezioni senza se e senza ma, epurate dal dialettico divenire di una realtà "oggettivamente" troppo complessa da poter essere estrapolata su un arco di 25 anni - là dove non è lontanamente prevedibile nemmeno come sarà il nostro mondo tra dieci anni ed i cambiamenti avvengono con una rapidità sconcertante - sono strumenti in pasto a chi li usa per avvallare la "necessità" di politiche contrarie ai diritti acquisiti. Il dato così detto oggettivo che dovrebbe piegare le spalle agli interessi di chi lavora e di chi va in pensione. Questa è una "scuola", un modo di interpretare la realtà legittimo ma, scusa se te lo dico, molto più ideologico del mio.


Ovunque c'è stato un grosso baby boom nel dopoguerra, ovunque c'è stato il calo delle nascite (crescita zero) a partire dagli anni 70, ovunque c'è stato un forte allungamento della speranza media di vita. Proprio per questo in quasi tutti i paesi d'europa al tradizionale sistema retributivo a compartizione è stato affiancato nei primi anni 80 un sistema contributivo a capitalizzazione individuale (seconda pensione).
L'allarme specifico per l'Italia riguarda il fatto che da noi l'allungamento della vita è maggiore e la seconda pensione stenta a decollare perché la prima ha aliquote troppo elevate.
Per questo chi fa previsioni non guarda all'attuale saldo attivo ma ipotizza situazioni gravemente deficitarie tra 25 anni.


Potrei risponderti che data la situazione dei mercati finanziari e quello che ne è stato dei fondi pensione e , per esempio, dei lavoratori Parmalat, ci vuole un bel coraggio a pensare che una persona sana di mente possa giocarsi in titoli parte della propria pensione. Lasciando a margine le periodiche crisi finanziarie internazionali, l'ultima delle quali ci ha attraversato quasi dolcemente rispetto ad altri paesi solo perchè, nella nostra arretratezza, abbiamo almeno avuto il vantaggio di avere pochi risparmi e contributi investiti investiti nei grandi circuiti finanziari. Sennò adesso non so come stavamo.

Oggi pero' a mio avvviso chi canta vittoria decantando i saldi attivi dell'INPS (effettivamente oggettivi) dimentica a quale costo per il paese questo saldo attivo viene ottenuto. Il costo ha una dimensione ben precisa: il 42% circa del prelievo contributivo (poi ci sono anche le imposte) sul salario.

A parte che personalmente non canto nessuna vittoria: al contrario sono profondamente consapevole che questo è un momento difficile per me e per quanti, come me, non hanno nemmeno più bisogno di rifarsi ai massimi sistemi per capire che significa essere messi al palo da interessi troppo più forti dei propri.
E comunque, "paese" è un'entità che, in questo discorso, significa tutto e il contrario di tutto. Nel "paese" sono inclusi i lavoratori e i padroni onesti, ma anche i tanti che evadono i contributi e il fisco. Che sui primi gravino imposte troppo elevate è vero ma, nell'ottica che proponi tu, la riduzione delle aliquote comporterebbe solo una riduzione delle entrate nelle casse dello stato e degli enti previdenziali; e un relativo abbassamento delle risorse destinate ai servizi, da una parte, e alle pensioni dall'altra. Nell'ottica che dico io, invece, il contrasto al lavoro nero e all'evasione fiscale consentirebbe, a parità di prestazioni, un relativo aumento delle entrate. A parità di entrate, un relativo aumento delle prestazioni. In una situazione "giusta" ci sarebbe più ciccia per tutti e potremmo rincominciare a godere di quella dialettica democratica che non è scelta tra repressione o forcone.



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Re: Scalfari

Messaggioda franz il 07/08/2010, 22:23

Myosotis ha scritto:Così i tuoi dati non tengono punto conto della crescita demografica dovuta all'immigrazione; e del fatto che, negli ultimi dieci anni, l'immigrazione ha decisamente incrementato il tasso di nascite nel nostro paese.

Ho poco tempo per rispondere a tutto ma inizio ora da questo. Il resto domani, tempo permettendo.
No, i dati che erano stati calcolati indicavano che per ricuperare il gap tramite l'immigrazione avevamo bisogno di 10 milioni di immigrati. Siamo pronti a questo volume, visto il razzismo che pervade il paese già solo con 3 milioni?

Va considerato inoltre che 10 milioni di immigrati significano anche maggiori spese di sanità (spesso sono persone con una storia sanitaria fragile) e di educazione (se vengono qui con le famiglie, come è umanamente auspicabile che avvenga) e quindi i conti delle entrate e delle uscite vanno fatti tutti, fino in fondo.
Abbiamo oggi case per 10 milioni di immigrati, per esempio? Non le abbiamo nemmeno per noi!!!!
Prova tu a cercare una casa in affitto (anche senza dipingerti la faccia di nero!).
Inoltre purtroppo (o per fortuna, secondo altri punti di vista) da noi gli immigrati che arrivano non sono centinaia di migliaia di tecnici super qualificati che possono incrementare il valore aggiunto nazionale, guadagnare tanto, pagare tasse e contributi elevati, mettere equilibrio nella contabilità nazionale, comprare tanti prodotti sostenendo i consumi e pagare tanta IVA. No, per ora sono lavoratori a basso reddito, implicati in lavorazioni a basso valore aggiunto (nei campi del SUD, nelle fabbrichette del Nord-Est) e che mandano tutti i risparmi a casa, con le rimesse (cosa che facevano anche i nostri emigranti, il secolo scorso).

Non so chi ha messo in giro questa chimera dell'immigrazione come panacea dei nostri mali.
In un paese come il nostro che ha il 9% di disoccupazione, dove il lavoro non c'è nemmeno per noi (tanto che si prospetta di emigrare), parlare di milioni di immigrati mi pare una operazione non solo demagogica ma anche un po' offensiva per chi il lavoro oggi non ce l''ha o vive di precarietà.

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Re: Scalfari

Messaggioda Myosotis il 10/08/2010, 17:05

Veramente io, relativamente alla "gobba" del 2035, avevo dato all'immigrazione lo stesso peso che davo ad altri aspetti del problema. Però se, tra gli altri, ti va di discutere proprio d'immigrazione e basta, per me va bene: trovo molto "così" che un emigrato come te svesta certi panni da una parte e ne assuma altri, dall'altra: cos'è, Franz, l'emigrazione e l'immigrazione a compartimenti stagni? In parole povere, dipende dalla classe sociale? dal ruolo che svolgi? oppure la vogliamo vedere per ciò che è: di un miglioramento delle proprie condizioni iniziali rispetto a ciò che lasciamo? Della necessità che spinge...
L'immigrazione per motivi di sopravvivenza non si arresta nemmeno con i fucili, e con i muri. Quando la gente scappa, balicandosi tra morte e possibile sopravvivenza, tu devi comprendere questo "motu proprio" nelle tue politiche e devi farne ricchezza per il futuro di tutt*.
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Re: Scalfari

Messaggioda franz il 10/08/2010, 23:15

Myosotis ha scritto:oppure la vogliamo vedere per ciò che è: di un miglioramento delle proprie condizioni iniziali rispetto a ciò che lasciamo? Della necessità che spinge...
L'immigrazione per motivi di sopravvivenza non si arresta nemmeno con i fucili, e con i muri. Quando la gente scappa, balicandosi tra morte e possibile sopravvivenza, tu devi comprendere questo "motu proprio" nelle tue politiche e devi farne ricchezza per il futuro di tutt*.
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Esatto ed questa la molla che spinge persone a cambiare paese: il miglioramento. Perché si sa, per passaparola, che in un certo paese c'è lavoro, c'è reddito, ci sono opportunità. Quindi si va dove il lavoro c'è, non dove ... se si andasse allora forse il sistema previdenziale starebbe meglio. Vedi, se da noi non ci fossero problemi occupazionali, se i livelli occupazionali fossero (parlo in tempi non di crisi, che sono momenti particolari) a posto, avremmo meno problemi previdenziali ed è anche vero che se le nostre aliquote previdenziali (il nostro cuneo fiscale) fosse sulla media europea, allora avremmo piu' occasioni di lavoro. Avvicinandoci alla piena occupazione allora avremmo anche piu' immigirazione. Pensare alla immigrazione come panacea per il nostro sistema previdentziale è decisamente demagogico e fortemente strumentale. Cerchiamo immigrati per sistemare i nostri conti pensionistici? Ma per favore!

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