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Elezioni in Gran Bretagna

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Elezioni in Gran Bretagna

Messaggioda franz il 03/05/2010, 9:28

GRAN BRETAGNA
I conservatori di Cameron a un passo da trionfo
Sono vicini alla maggioranza assoluta

Sono le indicazioni degli ultimi sondaggi. A tre giorni dal voto la sfida del liberal Clegg al Labour: "Siamo noi i veri progressisti"
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - A tre giorni dal voto, i conservatori si sentono vicini alla vittoria, i liberal-democratici sembrano sgonfiarsi un po', i laburisti preparano già la lotta interna per la successione a Gordon Brown. Questo suggeriscono gli ultimi sondaggi, che contengono comunque un margine di notevole incertezza, sia perché una previsione sbagliata anche di un solo punto percentuale può ribaltare i pronostici, sia perché pare esserci una consistente fetta di elettori ancora incerti. Per cui, se da un lato David Cameron è il favorito, nessuno scenario si può escludere. Nel dubbio, le ultime battute della campagna elettorale sono dominate dalla donna che in un certo senso l'ha decisa: Gillian Duffy, la pensionata descritta dal premier Brown come "una fanatica" nella gaffe che gli ha fatto perdere ulteriormente consensi, vuota il sacco in un'intervista a uno dei giornali domenicali. A pagamento, naturalmente.

Lo scenario numero uno, secondo sondaggi e commentatori, è a questo punto la vittoria dei Tories. Secondo il News of the World, potrebbero addirittura ottenere la maggioranza assoluta, sia pure di soli 4 seggi, alleandosi con qualche partitino minore come gli unionisti protestanti nord-irlandesi ma senza essere costretti a negoziare un difficile accordo di coalizione con i liberal-democratici. Se non raggiungeranno la maggioranza assoluta, i conservatori sperano di conquistare quella relativa e il più alto numero di seggi: in tal caso potrebbero provare a formare un governo di minoranza. Lo scenario numero due è che, in mancanza di una maggioranza assoluta ai Tories, Labour e lib-dem creino un governo di coalizione. Dai sondaggi non è chiaro chi dei due si piazzerebbe al secondo posto: un particolare importante, perché se Brown arriva secondo potrebbe cercare di rimanere al suo posto, mentre se arriva terzo potrebbe essere costretto immediatamente a dimettersi.

Nel Labour, secondo le indiscrezioni, tira aria di disfatta. Già si affilano i coltelli per la resa dei conti in caso di umiliante sconfitta, con David Miliband, l'attuale ministro degli Esteri, in pole position per rimpiazzare Brown come leader del partito. Ma anche Harriet Harman, la vice-leader, e Alan Johnson, il ministro della Sanità, ambiscono all'incarico.

"Siamo noi il nuovo partito delle forze progressiste", rivendica intanto Nick Clegg, sostenendo che dalla politica estera ai diritti civili, dall'economia all'ecologia, i suoi lib-dem hanno posizioni più genuinamente nuove e di sinistra di quelle del Labour. Non è il solo a pensarlo se, dopo il Guardian, anche l'altra storica testata del laburismo britannico, l'Obvserver, ha invitato ieri i suoi lettori a votare Clegg anziché Brown. E un columnist dell'Observer consiglia ai laburisti, se riusciranno a mantenere il potere in coalizione con i liberal-democratici, di non limitarsi a detronizzare Brown: "Date la premierhsip a Clegg, se volete davvero voltare pagina".

Dal canto suo Brown ammette, intervistato dal Telegraph: "Ho pagato un caro prezzo" per la gaffe sulla pensionata. Non ha ancora finito di pagarlo: Gillian Duffy continua a imbarazzarlo, rivelando al conservatore Mail on Sunday come è andato il lungo colloquio a casa sua con il premier, venuto a profondersi in scuse dopo averla offesa. "Mi ha chiesto di andarlo a trovare a Downing street, ma mi sono domandata se ci sarebbe rimasto a lungo", ironizza lei. "Mi ha pregato di uscire e farci fotografare insieme mentre ci stringiamo la mano, ma ho rifiutato". La donna annuncia di avere gettato nella spazzatura la scheda postale con cui intendeva votare per il Labour: si asterrà. Un voto in meno, per Brown. E quarantamila sterline in più (la somma che il Mail avrebbe sborsato per l'intervista), per Mrs. Duffy.

(03 maggio 2010) www.repubblica.it
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Re: Elezioni in Gran Bretagna

Messaggioda ranvit il 03/05/2010, 9:55

Niente di strano, dopo tanti anni di labour è normale, in un sistema bipolare in cui le varie parti non si delegittimano, che l'elettorato scelga per l'alternanza.

L'anomalia è in Italia...

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Elezioni in Gran Bretagna

Messaggioda Iafran il 03/05/2010, 13:01

In Italia, la delegittimazione è solo unidirezionale: è il cosiddetto PdL che delegittima le altre parti politiche, gli Organi Costituzionali, le regole democratiche, la ricerca scientifica e la cultura; mentre questa specie di partito (o parte di popolo) legittima solo l'obbedienza assoluta al "capo" e la stupidità.
"L'anomalia in Italia" è proprio una mancanza di reciprocità (alla legittimazione o alla delegittimazione)!
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Re: Elezioni in Gran Bretagna

Messaggioda pianogrande il 03/05/2010, 23:37

L'anomalia italiana è la classe politica che ci mortifica costringendoci alla ricerca del meno peggio.
L'anomalia è una casse politica che ci costringe, per votarla, a turarci il naso le orecchie e gli occhi.
Da quanto tempo non ci entusiasmiamo?
Da quanto tempo qualcuno non ci scalda il cuore?
Questa è la principale anomalia.
Fotti il sistema. Studia.
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Cameron vittorioso ma senza maggioranza

Messaggioda franz il 07/05/2010, 8:47

Gran Bretagna, vince Cameron
ma nessuno ha la maggioranza

I risultati ufficiali confermano la situazione di stallo: né i Conservatori (305 seggi) né i Laburisti (255) hanno i 326 deputati necessari a governare. Deludono i Liberaldemocratici. Il leader Tory: "Il paese chiede una nuova leadership". Ma Brown tenterà l'alleanza con i Lib-Dem

LONDRA - I Conservatori di David Cameron hanno vinto le elezioni politiche in Gran Bretagna, ma non è ancora possibile dire chi tra il leader dei Tories e il premier uscente, il laburista Gordon Brown, riuscirà a formare il nuovo governo.

I risultati ufficiali dello scrutinio stanno confermando quanto previsto dai primi exit-poll della notte: per la prima volta dal 1974 la Gran Bretagna ha eletto un "hung parliament", un "parlamento appeso", nel quale nessuno dei tre principali partiti gode della maggioranza assoluta dei seggi. Secondo le ultime proiezioni, i Conservatori avranno 305 seggi a Westminster, 95 in più rispetto alle elezioni del 2005 ma 21 in meno dei 326 necessari per formare una maggioranza autonoma. Sempre stando alle stime diffuse da principali network televisivi britannici, i Laburisti perderanno 94 seggi, fermandosi a quota 255. Neanche unendosi ai Liberaldemocratici di Nick Clegg, fermi alla deludente quota di 61 seggi, potranno essere sicuri di governare.

Ancora incertezza sullo scenario del dopo voto
: in una situazione di stallo come questa Gordon Brown, in qualità di premier uscente, avrà per prassi costituzionale il diritto di rimanere in carica per tentare di individuare una nuova maggioranza. Al di là di una coalizione organica con il Lib-Dem e altre forze minori, l'ipotesi sul tavolo è quella di un governo di minoranza, che cerchi di volta in volta in parlamento il sostegno su singoli provvedimenti. Se Brown constaterà l'impossibilità di trovare sostegno per il suo gabinetto, la regina Elisabetta II darà l'incarico di formare un nuovo governo al leader del partito di maggioranza relativa. Cameron potrà percorrere le stesse alternative di Brown ma, più che con i Liberaldemocratici potrà tentare un'alleanza con gli Unionisti dell'Irlanda del Nord.

E' già acceso il dibattito tra i due partiti maggiori, con i Laburisti che, pur ammettendo il ridimensionamento sancito dalle urne, paiono intenzionati a vendere cara la pelle. "Il paese ha bisogno di un governo forte e stabile", ha dichiarato Brown. "Non credo ci siano propblemi se si cerca di dare al paese un governo forte e stabile", ha osservato in un'intervista alla Bbc il ministro del Commercio, Peter Mandelson, numero due del governo. Gli fa eco il titolare dell'Interno, Alan Johnson: "Se la volontà del popolo è che nessun partito abbia la maggioranza assoluta, è nostro dovere comportarci da politici adulti e maturi. Penso che abbiamo parecchie cose in comune con i liberaldemocratici". Di tutt'altro avviso David Cameron, secondo il quale "emerge chiaramente che il paese ha bisogno di un cambiamento e un cambiamento richiede una nuova leadership". In precedenza il suo portavoce aveva parlato di "vittoria decisiva per i conservatori e un chiaro no ai laburisti. Con questo risultato", aveva affermato, "possiamo governare". Dal canto suo Nick Clegg, fenomeno mediatico della campagna elettorale, non può che prendere atto del ridimensionamento dei Liberaldemocratici rispetto alle attese: "E' stata una serata deludente", ha osservato, dopo una campagna "piena di ottimismo e speranza".

Polemica sull'esclusione dal voto
di centinaia di elettori, che sono rimasti in fila ore, ma alla fine non sono riusciti a votare prima della chiusura dei seggi. Si prevedono ricorsi da parte dei candidati sconfitti con stretto margine.
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Brown: Clegg vuole negoziati con il Labour

Messaggioda franz il 10/05/2010, 18:16

mentre ancora gli altri giornali titolano annunci di accordo tra conservatotri e liberaledemocratici, ariva ora la seguente notizia: Brown: Clegg vuole negoziati con il Labour (http://www.repubblica.it)

Vedo che anche www.ansa.it la riporta

Franz
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Re: Elezioni in Gran Bretagna

Messaggioda franz il 11/05/2010, 23:24

Gordon Brown dà le dimissioni
Cameron è il nuovo primo ministro

Falliscono le trattative tra laburisti e lib-dem. Il premier uscente lascia Downing Street e il partito. Il leader dei conservatori riceve dalla regina l'incarico a formare il nuovo governo. Verso un esecutivo di coalizione con i liberali

LONDRA - David Cameron, leader dei conservatori, è il nuovo primo ministro britannico. Il vincitore delle elezioni politiche del 6 maggio ha accettato dalla regina Elisabetta II l'incarico per formare un nuovo governo. Il capo dei Tory si è detto intenzionato a formare una "coalizione piena" con i liberaldemocratici per "un governo solido" che "affronti i problemi del paese, primo fratutti il deficit".

L'incarico a Cameron arriva a pochi minuti dalle dimissioni del suo predecessore, il laburista Gordon Brown, che ha lasciato Downing Street dopo aver constatato il fallimento delle trattative tra i suoi emissari e i rappresentanti dei lib-dem. Annunciando il suo addio al fianco della moglie Sarah, Brown ha anche comunicato la rinuncia a ogni incarico all'interno del partito laburista, che guidava dalle dimissioni di Tony Blair nel giugno 2007.

Che ogni possibilità di accordo tra laburisti e lib-dem fosse tramontata, era apparso chiaro quando nel pomeriggio Vince Cable, numero due del partito di Nick Clegg, aveva parlato di un'intesa con i Tory "molto vicino a essere conclusa". Dopo un febbrile, ma breve, rincorrersi di ammissioni, smentite e precisazioni, Brown ha gettato la spugna.

Prima di andare dalla Regina, a Buckingham Palace, il premier britannico dimissionario ha ringraziato il Paese, lo staff, "ma soprattutto mia moglie Sarah per il suo amore e per il sevrizio che ha reso al Paese". Brown è poi andato a prendere i due figli all'interno dell'ufficio di Downing Street.

"Ho fatto questo lavoro non per il privilegio o il prestigio che ne deriva ma per la possibilità di servire le persone", ha detto Brown visibilmente emozionato nel suo addio, che ha voluto quindi rendere omaggio alle truppe impegnate in Afghanistan. Egli ha quindi fatto i suoi auguri al successore: costituzionalmente egli "consiglierà" il nome di Cameron alla regina. Brown si è allontanato da Downing Street con la moglie e i figli John e Fraser.

La prima a dare notizia dell'accordo per il governo di colazione tra conservatori e liberaldemocratici è stata la Bbc. Jon Pienaar, corrispondente politico di Bbc Radio 5, rivela che Downing Street, presenti lo stesso Brown e alcuni ministri, riconosce che i colloqui dei laburisti con la formazione guidata da Clegg "non hanno raggiunto nè raggiungeranno una conclusione positiva". Fonti laburiste fanno sapere che "i colloqui con i Lib-dem non sono mai decollati".

I mercati hanno accolto positivamente la soluzione della crisi di governo: intorno alle 16 locali (le 17 italiane), non appena hanno cominciato a circolare le voci del fallimento della trattativa fra Labour e Lib-dem, la sterlina è salita in breve da 1,4790 dollari a 1,4933. L'indice principale della borsa di Londra, che perdeva 1,99%, è improvvisamente risalito a -0,8%. I rendimenti dei titoli di stato a dieci anni sono scesi a 3,869% dopo un massimo di 4,024%.

(11 maggio 2010) www.repubblica.it
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