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Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Il futuro del PD si sviluppa se non nega le sue radici.

Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda Sandra Zampa il 17/02/2010, 13:32

Care amiche, cari amici,

Oggi pubblico il primo numero della mia newsletter personale. Avrà cadenza mensile.

Ci ho impiegato un bel po’ di tempo a superare il dubbio di aver qualcosa da dire di interessante per voi e di essere sufficientemente preparata a farlo. Ma alla fine, sollecitata da alcuni e anche in nome di quell’impegno con il territorio che, nonostante la pessima legge elettorale del “porcellum”, mi ero impegnata a mantenere, mi sono decisa.

Con questo semplice strumento non intendo tanto darvi conto della mia attività in Parlamento, già sufficientemente documentata sul mio sito (http://www.sandrazampa.it), ma illustrarvi il mio punto di vista sulle questioni di maggior rilievo per noi, per Bologna e per il nostro Paese.

La mia storia personale, professionale ed infine politica è da sempre caratterizzata dalla volontà e dal desiderio di conoscere,comprendere e di essere all’altezza dei compiti che mi sono affidati. E tra i tanti che in questi due anni ho affrontato, il più importante è quello di rispondere e corrispondere al voto di chi mi ha eletto in Parlamento, consegnando così nelle mie mani e nella mia persona un fiducia che sento come una responsabilità preziosa e imprescindibile. Le motivazioni che mi hanno portato alla candidatura sono ancora le stesse: restituire con il mio impegno ciò che la mia città, il mio territorio e il mio Paese mi hanno consentito di essere.

In questo primo numero non intendo affrontare un tema specifico, ma piuttosto una riflessione più generale, nello spazio che questo strumento di comunicazione mi consente, che permetta ad ognuno di voi di valutare l’interesse a continuare a ricevere il mio punto di vista.

Sento fondamentale, oggi più che mai, ripercorrere un’idea di impegno politico, ma ancor più di impegno sociale ed etico, che mi ha portata a credere nel progetto del Partito Democratico. Un partito plurale, costituito da donne e uomini, convinti che la politica sia, essenzialmente, servizio alla collettività e al bene comune.

Fa bene ritornare sui principi fondanti del Partito Democratico, per non perdere di vista mai, neppure nelle difficoltà di oggi, quale era il punto di arrivo del percorso che ebbe inizio con la messa a dimora a Monteveglio del primo Ulivo: costituire una forza politica nuova, riformista, alternativa alla destra e di alternanza, perciò capace di governare. Questo è ancora oggi quello in cui credo fermamente ed è lo spirito con il quale in Parlamento mi sono battuta contro la riforma del sistema scolastico voluta dalla Ministra Gelmini, con il quale siedo nella Bicamerale Infanzia e mi impegno sul riconoscimento del diritto di cittadinanza dei minori extracomunitari, con il quale ho denunciato il respingimento disumano dei minori che approdano nel nostro Paese, vittime di violenze ed abusi, bambini e adolescenti innocenti trattati come pericolosi criminali.

Chi vorrà potrà consultare il mio lavoro, i miei interventi in aula e le mie proposte di Legge attraverso il mio sito, ma prima di salutarvi vorrei condividere con voi un’ulteriore riflessione. Come sapete i numeri del Parlamento non consentono al Partito Democratico e all’apposizione di far valere le nostre buone ragioni. Anzi, troppo spesso, i voti di fiducia imposti dal governo ci hanno impedito di svolgere il nostro diritto – dovere di opposizione e hanno spogliato il Parlamento stesso della fondamentale funzione sancita dalla nostra Costituzione.

Allo stesso tempo il dilagante senso di scollamento tra società civile e politica, il disinteresse delle nuove generazioni per la vita istituzionale del nostro Paese e il senso di inutilità che la società nutre nei confronti dell’impegno politico, costituiscono un gravissimo pericolo. Quel poco o tanto che ognuno di noi, eletto in Parlamento, può ancora realizzare, lo si deve ai tanti che hanno non solo creduto in noi, ma soprattutto nel nostro sistema democratico. Se questi non cresceranno, se la politica non tornerà davvero il più nobile dei servizi resi alla collettività, se mancherà l’impegno di ognuno di noi, a cominciare da chi ha l’onore di sedere in Parlamento come rappresentante di tutti i cittadini, in difesa dei principi democratici, anche la nostra voce di dissenso, oggi da molti considerata inefficace e dalla maggioranza inutile, non avrà più la forza di elevarsi, resterà muta dentro ognuno di noi. La democrazia che tanto ci è costata non è data per sempre, è una conquista quotidiana che ha bisogno di ognuno di noi.

Infine non voglio sottrarmi al problema che ha investito la nostra città. Ho detto pubblicamente che le dimissioni di Flavio Delbono sono il segnale di una comunità viva e attenta alla democrazia e all’etica.

In Parlamento siedo ad un passo da Leoluca Orlando, già sindaco di Palermo, che nei giorni più drammatici per noi mi ha spiegato il suo punto di vista: “dovete essere orgogliosi di una città così -mi ha detto- Da noi quelle dimissioni non sarebbero state possibili”. E, infatti, non sono state possibili nonostante che l’attuale sindaco di Palermo, Diego Cammarata, sia indagato per truffa. Lo stesso vale per Letizia Moratti, sindaco di Milano, per il sottosegretario Casentino, per Formigoni.

E Berlusconi? Lo so. Questo non riduce la sofferenza e il danno. Ci fa però consapevoli che possiamo reagire e dobbiamo farlo, perché non vogliamo consegnare la nostra storia e la nostra città nelle mani della maggioranza che regge il peggior governo nella storia della Repubblica.

On.le Sandra Zampa, Partito Democratico
membro della Commissione Bicamerale Infanzia e della Commissione Europa

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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda franz il 17/02/2010, 15:47

Grazie Sandra,
per averci resi partecipe delle tue riflessioni in questo nostro spazio di discussione.

A te rispondo con una domanda.
Non facile.

L'Italia ha mille problemi. A volte secolari, come la questione meridionale. Se facciamo una elencazione di questi punti c'è quasi da disarmarsi di fronte alla mole dei compiti: giustizia, sanità, welfare, pensioni, scuola, innovazione, ricerca, territorio (che frana), riforme istituzionali, immigrazione, emigrazione, criminalità, moralità pubblica.
E mi fermo qui solo brevità, non per carità di patria.

Uno degli aspetti della politica è anche individuare le priorità, oppure una sorta di chiave di volta che una volta risolta rende più facile ed egevole risolvere il resto.
Se esiste questo nodo prioritario, secondo te quale è?

Grazie per ogni risposta, da te come da ogni forumulivista

Franz
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda pianogrande il 17/02/2010, 23:53

Ne lancio una.
Come funziona il rapporto della politica con il cittadino?
Come faccio a rivolgermi alla politica (esiste questo livello?) per far presente un problema mio o di tipo locale o più generale?
Un po' come il rapporto che si può (o si poteva) avere con un sindacato.
Secondo me, questo tipo di rapporto o di feedback non esiste.
Non tiratemi fuori i sondaggi o le petizioni perché sono, comunque, mezzi al disopra del singolo cittadino.
Qualcuno conosce una risposta concreta?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda ranvit il 18/02/2010, 10:40

In prossimità di elezioni ritornano le "pippe" dei vari politici.....anche da parte della nostra Sandra Zampa. Per carità, niente di personale visto che non la conosco per niente nè sò chi è e cosa ha fatto.
La cosa sconvolgente è che i nostri politici ci vogliono per forza spiegare come stanno le cose.......ma lo sappiamo benissimo!!!
Invece che perdere tempo a propinarci "pippe" , perchè non cercano LORO di capire noi?
Forse (ma ho grandi dubbi in proposito) riuscirebbero anche a capire perchè la maggioranza degli italiani vota per Berlusconi.....

Vittorio
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda franz il 18/02/2010, 11:49

ranvit ha scritto:Invece che perdere tempo a propinarci "pippe" , perchè non cercano LORO di capire noi?

Mi pare che tu abbia detto in altre parole lo stesso concetto che ha espresso pianogrande.
C'è un problema nel rapporto tra politica e cittadini (e tra cittadini e politici).
Un problema di comunicazione, di capacità di ascolto, di capacità della lettura della società.
Da parte della politica, naturalmente.
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda ranvit il 18/02/2010, 12:54

Certo!
Aggiungo....per aiutarli a capire....che una delle cose piu' gravi è il ladrocinio dei politici, ampiamente perseguito (in questo sono bravi...nel senso di faccia tosta ed impuniti). Lo fanno tutti a destra e a sinistra! L'unica differenza è che formalmente quelli di sinistra rivendicano una onestà e un rispetto delle regole che alla fin fine risulta essere, oltre al danno, solo una presa per i fondelli!

Altra cosa : è' di ieri la notizia (ma già si conosceva) che il 78% dell'Irpef proviene dai lavoratori dipendenti e dai pensionati.
In pratica gli autonomi e le imprese non pagano una mazza
Che questo andazzo sia voluto dal Cd è comprensibile, ma che il Cs aldilà delle chiacchiere abbia addirittura aumentato le tasse a lavoratori dipendenti e pensionati (una delle prime decisioni dello scorso governo Prodi) è davvero fantozziano. Soprattutto poi alla luce delle infinite agevolazioni che godono tutta una serie di sfaccendati a partire dalle comunità montane e centinaia di enti inutili. Per non parlare del doppione Regioni/Province, dei tantissimi consiglieri degli enti locali e l'enorme numero di Parlamentari e relative scandalose prebende.

Altro ancora? L'assoluta incapacità di gestire l'immigrazione abbinando ad una pelosa solidarietà verbale fatti concreti e la fermezza nel pretendere il rispetto delle regole sia dagli immigrati che dai datori di lavoro italiani.

Ce ne sarebbero tante altre di cose....ma intanto basterebbe che i "nostri campioni" la smettessero di farci anche le prediche!

Vittorio
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda cardif il 18/02/2010, 16:02

Avevo letto e volevo aspettare 24 ore per leggere una eventuale risposta dall'alto, che, come mi aspettavo, non è arrivata.
E dico per prima cosa che parlo per esperienza, perché anche in altri siti qualcuno cala dall'alto una comunicazione del proprio 'verbo' e poi addio: riflettete voi su quanto vi ho comunicato, quello che dite non lo leggo nemmeno.
Anche in questo caso la procedura è la stessa: dovremmo arrabbattarci a discutere tra noi come in un pollaio, mentre in alto vi sono le aquile che volano.

Il testo che ci è stato proposto contiene le solite frasi; è retorico, evanescente, inconsistente, poco attinente a problemi reali (non voglio essere cattivo, ma non riesco a non essere sincero; e poi mi attengo al titolo).
Ci dobbiamo ancora porre il problema che devono crescere quelli che hanno creduto in noi, perché "se questi non cresceranno, se la politica non tornerà davvero il più nobile dei servizi resi alla collettività, se mancherà l'impegno di ognuno di noi, a cominciare da chi ha l'onore di sedere in Parlamento come rappresentante di tutti i cittadini, in difesa dei principi democratici, anche la nostra voce di dissenso, oggi da molti considerata inefficace e dalla maggioranza inutile, non avrà più la forza di elevarsi, resterà muta dentro ognuno di noi"?
Non è che proprio perché non è scontato l'impegno dei politici nei fatti concreti che si verificano cose come "il dilagante senso di scollamento tra società civile e politica, il disinteresse delle nuove generazioni per la vita istituzionale del nostro Paese e il senso di inutilità che la società nutre nei confronti dell'impegno politico"?
Certamente chi l'ha scritto capirà che non è granché stare a quel livello nell'Olimpo del PD, eletta nell'Assemblea Nazionale e nella Direzione Nazionale, visto che pure De Mita, per dire, stava la sù e perfino nella commissione per la redazione dello statuto stesso del PD.
Ed ora dove sta? Figurarsi su che affidabilità possiamo contare.
Io, piccolo votante, credo che comunicare il proprio 'verbo' sia solo presunzione di superiorità.

Perciò è sprecato l'ottimismo di Franz, che pone una domanda, perché non penso che sarà letta, (né questo mio commento).
Ha ragione pianogrande a dire che non esiste un rapporto: noi siamo solo votanti (numeri) e tanto a loro basta.
Sono disposto a concedere solo una grande buona fede in quell'atteggiamento.

A me dà fastidio solo che loro (parlo al plurale perché mi riferisco ad altri casi simili) pensano che, una volta raggiunto un certo livello, ne debbano sapere per forza di più di un piccolo votante. Eppure che ci vuole a saperne di più di un Nino Strano qualunque, per esempio, che pure sta in parlamento, addirittura europeo?
Una proposta l'avevo fatta nel sito del PD: creare un'interfaccia tra base e partito attraverso il network che consentisse di raccogliere quesiti con un minimo di sostegno da parte degli iscritti, trasmetterli al vertice, ed avere una risposta nel merito dal responsabile interpellato.
Ma non è stata nemmeno letta dalla redazione, tanto che ho scritto che "PDnetwork rimane l'aia in cui i piccoli polli della base razzolano e a volte si azzuffano, e su cui cadono, come manciate di mais, le decisioni prese dai big dall'alto del loro sapere e che poi a volte si dimostrano sbagliate, mentre qualche piccolo pollo l'aveva azzeccata".
Ma tant'è. Perciò si sta qua finché si ha tempo, per scrivere un po', poi si abbandona, come hanno fatto molti, vista l'inutilità.
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Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda franz il 18/02/2010, 19:59

ranvit ha scritto:Altra cosa : è' di ieri la notizia (ma già si conosceva) che il 78% dell'Irpef proviene dai lavoratori dipendenti e dai pensionati

Scusa Ranvit ma è chiaro che le imprese non pagano l'IRPEF (imposte sul reddito delle persone fische) ma pagano altre imposte. Una penso si chiami ancora IRPEG (a meno che secondo il solito vezzo tutto nostrano non abbiano cambiato nome per lasciare tutto come prima) e poi IVA e IRAP. Su 460 miliardi di entrate tributarie, sono 168 le imposte sui redditi (fisiche e giuridiche) e 133 l'IVA. Poi ci sono tutte le altre imposte. Appena trovo altri dati li posto.
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda ranvit il 18/02/2010, 20:20

Si certo, le imposte delle imprese sono l'Irpeg....ma non cambia il discorso.
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Re: Possiamo reagire e dobbiamo farlo

Messaggioda franz il 18/02/2010, 20:58

ranvit ha scritto:Si certo, le imposte delle imprese sono l'Irpeg....ma non cambia il discorso.

Certo che cambia, perché quanto pagato da lavoratori dipendenti e dai pensionati come imposte su reddito (e ci mettiamo anche i dirgenti attivi ed i dirigenti in pensione) è il 20...25 del totale delle entrate tributarie.
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