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Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda gabriele il 16/01/2010, 20:05

http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/veneto/

14 Gennaio 2010
Nucleare: facciamo un po' di conti

gnomi.jpg
Sono in pochi in Italia a conoscere l'imponente futuro Piano Energetico francese annunciato qualche mese fa dal Ministro per l'Ecologia, Jean Louis Borloo.Un piano che parla chiaro: investimenti massicci sulle Fonti Energetiche Rinnovabili.E sono in pochi a sapere che gli U.S.A. hanno detto STOP allo stoccaggio di scorie radioattive provenienti dall'Europa.Sono in molti a credere invece che il nucleare in Italia sia necessario.Tra discorsi da bar e dibattiti parlamentari, facciamo un po' di conti.

Secondo il nostro Governo il ritorno al nucleare è necessario per 4 ragioni:


1. riduzione del costo dell'energia elettrica

2. indipendenza energetica

3. diversificazione delle fonti

4. Il nucleare è una risorsa abbondante


Vediamo se ciò corrisponde alla realtà:


1. secondo gli studi del MTI il costo di produzione dell'energia elettrica nucleare è di circa 0,07€ al kWh, in Italia l'energia elettrica sul libero mercato è trattata mediamente a 0,076 € al kWh, (se è il prezzo di cessione il costo di produzione è per ciò inferiore)


Fonte: www.mercatoelettrico.org

Quindi la convenienza non c'è, anzi, considerando che i costi di decommissioning delle centrali nucleari è 10 volte superiore ai costi di decommissioning delle altre centrali, invece di una convenienza avremmo una perdita netta.
Il Governo sostiene poi che paghiamo l'energia elettrica il doppio di quanto la pagano i francesi, ma non è vero.


Fonte: www.altroconsumo.it

Come si vede dal grafico, paghiamo un 10% in più dei Francesi e siamo nella media europea. Dobbiamo in più tener presente che imposte ed accise in Italia sono altissime: più di 0,10 € kWh. Inoltre le nostre compagnie energetiche, al contrario dell'EDF, distribuiscono lauti dividendi.
2. E' assurdo parlare di indipendenza energetica in riferimento al nucleare in quanto abbiamo irrisorie risorse di uranio: saremmo comunque costretti ad importare la materia prima dall'estero, proprio come facciamo per il metano, il petrolio e il carbone.

3. I nostri consumi di energia elettrica sono già per il 15% derivati da energia nucleare che importiamo dalla Francia, Svizzera e Slovenia; il nucleare fa già parte del nostro mix energetico. Peraltro è energia che i paesi confinanti producono in surplus di notte e che viene accumulata grazie ai bacini idroelettrici che ci permettono di utilizzarla di giorno nelle ore di punta: il sistema energetico è oggi ben bilanciato e sinergico: aggiungere potenza nucleare significa sbilanciare il mix energetico con ripercussioni sui sistemi di accumulo che diverrebbero insufficienti.

4. Abbiamo già visto che in Italia non ci sono riserve di Uranio: il 90% è prodotto in soli 10 paesi nel mondo.Attualmente le riserve di Uranio sono tali da permettere l'alimentazione dell'attuale parco centrali globale per circa 60 anni, però le circa 450 centrali nucleari globali soddisfano solo il 6% del fabbisogno energetico. Se vogliamo soddisfare il 20% del fabbisogno l'uranio sarebbe consumato in soli 20 anni ... neanche il tempo utile di vita delle nuove centrali, che si contenderebbero la risorsa con ulteriore aggravio di costi.


Per concludere la tecnologia che il governo propone non ci da nessun beneficio e tutte le problematiche tecniche e sociali collegate alla gestione delle scorie rendono la proposta ancor più negativa.
Molti paesi avanzati hanno già individuato nelle Fonti Energetiche Rinnovabili la strada maestra su cui procedere. Come abbiamo sbagliato negli anni '80 a scegliere una strada diversa rinunciando al nucleare, ora rischiamo un'altra volta la strada sbagliata non investendo nelle FER che permettono, loro sì, indipendenza energetica, diversificazione e sviluppo economico già da ora senza ritrovarci un'altra volta tecnologicamente in ritardo rispetto agli altri paesi moderni.

Donatello Negrisolo, candidato provinciale (PD) MoVimento Veneto a 5 Stelle
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le bufale nucleari di Enel

Messaggioda mauri il 20/01/2010, 15:32

Secondo Enel, il nucleare è un business che per i due terzi è riservato alle imprese italiane. In realtà - a parte le norme sugli appalti di queste dimensioni che prevedono delle gare internazionali - gli impianti EPR proposti da Enel sono un affare solo per il costruttore francese a corto di ordinazioni. Non certo per l'economia italiana.
http://www.greenpeace.org/italy/news/en ... findustria

cosa nota ma una riconferma non guasta, e mi viene spontaneo un pensiero
in più avremo il sovraprezzo da pagare alla francia che ci vende l'energia che abbiamo finanziato con i nostri soldi
un vero affare d'alta finanza... per gli altri, altro che indipendenza energetica
ciao, mauri
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Energia, svolta della Germania: ritorna il nucelare

Messaggioda franz il 26/01/2010, 14:28

L'accordo della Merkel con i produttori di energia cambia la politica
tedesca decisa dall'esecutivo Rossoverde di Schroeder

Energia, svolta della Germania
il governo decide di tornare al nucleare

dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI

BERLINO - Sottovoce, step by step, la Germania riabilita il nucleare. La prima potenza europea, il paese che era stato anche il primo tra i big del Vecchio continente a decidere l'addio all'uso civile dell'energia atomica, ci ripensa. Dopo negoziati con i produttori di energia, il governo Merkel ha deciso - scrive oggi l'autorevole quotidiano conservatore Die Welt, molto vicino all'esecutivo - che per il momento tutti i 17 reattori nucleari resteranno in esercizio. Addio dunque all'addio al nucleare, che era stato deciso dal governo 'rossoverde (socialdemocrazia ed ecologisti) al potere tra il 1998 e il 2005 con il cancelliere Gerhard Schroeder e il suo vice Joschka Fischer. Le decisioni finali, Berlino le prenderà in autunno. Presentando un paper strategico sulle scelte di fondo della politica energetica del paese. Ma comunque il documento, sempre in base al resoconto di Die Welt, porrà condizioni per un sostanziale prolungamento del ciclo produttivo dei reattori in servizio. Intanto due grossi reattori che avrebbero dovuto essere spenti ad aprile e a maggio resteranno accesi, e il segnale è chiarissimo, inequivocabile.

E' una sconfitta decisiva per gli avversari dell'uso civile dell'energia nucleare, e una vittoria sia per i grossi produttori di energia in Germania (Eon, Rwe, Vattenfall, EnBW) sia per i colossi industriali, Siemens prima fra tutti, che nella produzione, fornitura ed esportazione di centrali nucleari della nuova generazione hanno un punto di forza della loro strategia di global player. Il governo federale non si è messo comunque sulla strada del nucleare senza riserve scelta ad esempio da Regno Unito, Francia, Russia, Cina, India o Brasile, che programmano la costruzione di decine di nuovi reattori. Per l'esecutivo di Berlino l'energia nucleare resta una 'soluzione-ponte'. Ma il ponte si allunga nel tempo a venire, in sostanza: è necessario molto più tempo di uso dei 17 reattori in esercizio, finché le energie rinnovabili ed ecologiche non saranno in grado di fornire significativamente più del 20 per cento del fabbisogno energetico nazionale. "In Germania", scrive il commento di Die Welt, "abbiamo posto limiti massimi d'uso di un reattore nucleare a 35 anni, negli Usa e in Svezia li usano per 60 anni".

Attualmente, i 17 reattori ancora in servizio producono circa un terzo del fabbisogno energetico della prima potenza economica europea. Una percentuale non trascurabile, anche se ben lontana dall'80 per cento della Francia. Per varare la soluzione provvisoria, il primo passo dell'addio all'addio al nucleare, il governo ha escogitato uno stratagemma. Nella legge sull'addio al nucleare del governo rossoverde infatti erano previste non solo date per la chiusura scaglionata degli impianti (l'ultimo, Neckarwestersheim 2, dovrebbe essere spento nel 2022) bensì anche quantità 'residuè di produzione di energia, distribuite tra i vari reattori a seconda della loro data prevista di spegnimento. La quantità di produzione di energia restante, assegnata a suo tempo alla centrale di Stade già spenta, sarà distribuita come quantità di produzione supplementare assegnata ai due reattori ancora accesi di Biblis A e Neckarwestersheim 1. I quali avrebbero dovuto chiudere rispettivamente in aprile e maggio di quest'anno. Adesso hanno molti più mesi di vita, col compito di produzione supplementare. Una soluzione provvisoria, ma il segnale politico è chiaro, sullo sfondo mondiale di una riabilitazione e riscoperta del nucleare.

(25 gennaio 2010)
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 31/01/2010, 20:58

Intervista a Scajola

«Il nucleare darà lavoro. La competenza deve essere solo dello Stato»
di Roberto Rossi da l'Unità.it

L’Italia si appresta a tornare al nucleare. Perché lei ritiene che sia conveniente per il Paese?
Perché paghiamo l’energia elettrica il 30% in più della media europea e il 50% in più della Francia, che ricava dal nucleare il 70% della propria elettricità. Perché dobbiamo ridurre la dipendenza dall’estero, mentre oggi importiamo l’85% dell’energia che consumiamo. Perché il nucleare è tra le fonti energetiche più sicure. Perché dobbiamo affrontare la sfida del cambiamento climatico e il nucleare non emette gas serra: per questo anche esponenti del centrosinistra preoccupati per la salute e per l’ambiente, come Umberto Veronesi e Chicco Testa, lo ritengono necessario. Nel mondo ci sono 439 reattori in funzione, che generano il 16% dell’energia elettrica globale, 53 centrali sono in costruzione e oltre 60 in progettazione, perché tutti i grandi Paesi stanno investendo sul nucleare. Solo noi ne siamo usciti col referendum dell’87 che ci è costato oltre 50 miliardi di euro. E continua a costarci caro: ci sono molte imprese che non sono più in grado di sopportare l’eccessivo costo dell’energia elettrica in Italia. Stiamo facendo i salti mortali per tentare di convincere a restare nel nostro Paese la multinazionale statunitense dell’alluminio Alcoa che impiega duemila persone in Sardegna e Veneto. Se avessimo una quota di energia nucleare non avremmo questi problemi, i posti di lavoro sarebbero tutelati e potremmo eliminare uno dei fattori più importanti che riducono la competitività del Paese.

Secondo un recente rapporto di Citigroup il costo di ciascun reattore nucleare è tra i 5 miliardi di euro (se non ci sono ritardi e tutto va bene) e i 6 miliardi di euro (se ci sono ritardi di due anni). L’Enel Nel 2008 dichiarava che un reattore costa 3-3,5 miliardi di euro e oggi dichiara costi per 4-4,5 miliardi di euro a reattore. Areva ha dichiarato che i costi di Olkiluoto li dichiarerà solo alla fine della costruzione. Quanto si spenderà per ogni singolo reattore in Italia?
Con la Legge Sviluppo da me presentata e approvata dal Parlamento a fine luglio, abbiamo riaperto la possibilità di realizzare centrali nucleari in Italia. Ma poi le centrali le costruiranno e le finanzieranno le imprese energetiche. Se non è conveniente farlo non lo faranno, nessuno le obbliga. Ma è evidente che non è così, perché le centrali nucleari sono già convenienti con il petrolio a 55-60 dollari al barile, mentre oggi il petrolio oscilla tra i 70 e gli 80 dollari ed è destinato ad aumentare ancora man mano che la ripresa economica si rafforzerà. Quello di Olkiluoto è il primo reattore Epr in costruzione, quasi un prototipo. Quando cominceremo a costruirli noi, saranno già collaudati.

Enel ha detto che sarà un grande affare italiano. Il 70% delle commesse resteranno nel nostro Paese. Ma la tecnologia è tutta francese, a partire dai brevetti, e come ha dimostrato il caso finlandese saranno proprio le società francesi a gestire la maggior parte dei lavori. Non pensa che sarà soprattutto un affare che non ci riguarda?
È francese la tecnologia del reattore, che rappresenta il 30% dei costi di una centrale. Il resto è costituito da impiantistica e lavori edili, nei quali le nostre imprese sono molto forti e già forniscono componenti per il nucleare all’estero. Del resto, Enel sta costruendo con Edf due centrali in Francia e ne costruirà altre in Paesi terzi. Inoltre, l’Italia potrebbe ricostruire eccellenze su alcuni aspetti correlati allo sviluppo del nucleare, anche senza essere attiva sull’intera filiera. Per soddisfare tutte le richieste di forniture per la realizzazione del nucleare nel mondo, le aziende italiane potranno poi accreditarsi e partecipare anche ad iniziative all’estero, in partnership con aziende straniere. Al recente incontro organizzato in Confindustria sulla ripresa del nucleare erano presenti 470 imprese italiane.

Visto l’alto indebitamento di Enel (intorno ai 50 miliardi) come potrà sostenere il costo finanziario dell’operazione?
Enel è una società quotata e ha piena autonomia gestionale. Se nel mondo ci sono 53 centrali in costruzione e oltre 60 in progettazione, debbo pensare che l’energia nucleare sia economicamente conveniente. E se è conveniente è finanziabile, anche se si configura come un investimento ad alta intensità di capitale. E ci sono altre imprese interessate a costruire centrali in Italia.

Se negli Usa dove l'industria nucleare è nata e tuttora è un settore forte l'amministrazione Bush ha dovuto introdurre incentivi statali a favore del nucleare, come pensa Enel di tornarci senza fondi pubblici?
Nessuna delle imprese energetiche interessate a costruire centrali ha avanzato richieste di sussidi allo Stato.

Quanti soldi saranno a carico dello Stato?
Non sono previsti soldi a carico dello Stato, se non i pochi milioni necessari al funzionamento dell’Agenzia di sicurezza nucleare. Bisogna comprendere bene che lo sviluppo del nucleare in Italia avverrà con le regole del mercato: le competenze dello Stato sono di tipo legislativo, normativo e autorizzativo; non di partecipazione industriale e finanziaria alle iniziative.

Sempre negli Stati Uniti Bush ha introdotto forti incentivi già dal 2005 e ancora 5 anni dopo non è stato aperto nessun cantiere. Perché?
Io so che in Usa ci sono 18 centrali in corso di avanzata autorizzazione, che si aggiungeranno alle 104 già in funzione in Usa e so che l’”economia verde” del Presidente Obama e del suo ministro dell’Energia, il Premio Nobel Stephen Chu, prevede un forte impulso alle fonti rinnovabili, ma anche al nucleare.

C'è ancora molta incertezza su quanto pagheremo alla fine l'energia. Il Governo dice 40 euro ogni mille kilowattora, ma Citigroup ritiene che il suo prezzo salirà oltre i 70 euro. Quanto la pagheremo in Italia?
Le centrali nucleari hanno un alto costo di investimento iniziale ma poi producono energia elettrica a prezzi inferiori alle altre fonti, compreso il carbone. E non inquinano. Ricordo che dal 2012 pagheremo fortissime multe, fino a un miliardo di euro l’anno, se non riusciremo a ridurre le emissioni di gas serra entro i limiti fissati dall’Unione europea. E questo aumenta ulteriormente la convenienza relativa del nucleare. È difficile dire oggi quale sarà il prezzo dell’energia nel 2020, quando inizierà la produzione dei primi impianti nucleari. Si consideri, per quanto riguarda i costi variabili, che una variazione del 100% del prezzo del gas, che è collegato al petrolio, incide per il 70% sulla variazione del costo di generazione di una centrale a ciclo combinato, mentre una variazione del 100% del prezzo dell’uranio incide per meno del 10% sul costo di generazione di un impianto nucleare. Per quanto riguarda i costi fissi che incidono sul prezzo finale, è importante realizzare le centrali in tempi brevi, per rispettare le previsioni di prezzo più favorevoli.

Molte Regioni si stanno mobilitando. Avete in mente di coinvolgerle? Se sì in che modo?
Lo schema di decreto sul nucleare in esame presso le Commissioni parlamentari prevede che la Conferenza Stato-Regioni partecipi alla definizione dei criteri che dovranno avere i territori per poter ospitare una centrale. Poi, quando le imprese chiederanno le autorizzazioni per costruire una centrale, le Regioni saranno coinvolte nel processo autorizzativo. Non solo: secondo il decreto è previsto anche che presso i territori che abbiano un sito idoneo per la realizzazione di un impianto nucleare, sia istituito un “Comitato di confronto e trasparenza”. Tale Comitato garantirà alla popolazione l’informazione, il monitoraggio ed il confronto pubblico sulle procedure autorizzative, sulla realizzazione, sull’esercizio e sulla disattivazione degli impianti nucleari, così come sulle misure di protezione sanitaria dei lavoratori e della popolazione e la salvaguardia dell’ambiente. Mi pare che il no di diverse Regioni sia pregiudiziale ed ideologico e risponda più alle esigenze della campagna elettorale che a quelle del Paese.

Enel dice che bisogna modificare il titolo V della Costituzione in materia di politica energetica, qual è la sua opinione?
Oggi c’è una competenza concorrente che crea notevoli ostacoli, non tanto nel nucleare, quanto nella realizzazione delle grandi infrastrutture e delle reti elettriche: ci sono opere energetiche fondamentali che sono state bloccate per anni dal mancato assenso di un Comune o di una Regione. Credo anch’io che l’energia debba tornare nella competenza dello Stato perché è un interesse strategico come la politica estera o la politica di difesa.

Le amministrazioni locali di Montalto di Castro, Caorso, e Trino, tre dei luoghi individuati per la costruzioni delle nuove centrali, hanno già fatto sapere che si mobiliteranno. Non teme una rivolta come quella di Scanzano Ionico?
Non c’è alcun luogo individuato per la costruzione delle nuove centrali. Come le ho detto, il decreto definisce le caratteristiche dei siti e prevede che l’Agenzia per la sicurezza nucleare definisca i requisiti che dovranno avere i territori. Dopo di che, le imprese chiederanno le autorizzazioni per costruire una centrale e da lì inizierà l’iter autorizzativo.

I Comuni interessati dicono di aver visto tecnici Enel fare sopralluoghi.Può smentire che siano questi i siti scelti per la realizzazione delle centrali?
Non essendoci ancora i requisiti, non possono esserci siti già scelti. Dopo di ché, tutti sono ovviamente liberi di fare i sopralluoghi che vogliono.

Rivedrete il sistema degli incentivi per i Comuni, magari ampliandolo?
Il decreto sul nucleare in esame presso le Commissioni parlamentari prevede già diverse misure incentivanti per i territori interessati. È opportuno chiarire che tali incentivi sono da considerare come un elemento in più da tenere in considerazione per assicurare ricadute positive per i territori interessati.

La gestione delle scorie del vecchio nucleare italiano pesa per 400 milioni di euro sull'attuale bolletta energetica. Come verranno coperti i costi di smantellamento dei reattori a fine vita e smaltimento delle scorie radioattive?
Secondo il decreto nucleare, i costi di smantellamento dei futuri reattori e di smaltimento delle scorie saranno a carico delle imprese che realizzeranno le centrali.

Dopo 15 anni e 8 miliardi di dollari è stato chiuso con insuccesso il deposito geologico per le scorie nucleari americane di Yucca Mountain. Dopo 60 anni non c'è ancora una soluzione al tema della gestione di lungo termine delle scorie. Quali sono le certezze per l'Italia di risolvere il problema?
Sono soluzioni che richiedono tempi lunghi perché servono studi approfonditi e sperimentazioni. Per esempio, in Svezia e Finlandia è stato scelto un sito geologico per lo smaltimento definitivo del combustibile irraggiato dopo molti anni di indagini. Noi abbiamo previsto la realizzazione di un deposito nazionale che sarà progettato e gestito da Sogin, che già si occupa dei rifiuti esistenti. Non si può escludere che con lo sviluppo delle tecnologie almeno una parte delle attuali scorie possa essere riutilizzata come combustibile delle future centrali. In ogni caso, è bene sapere che una centrale Epr produce pochi metri cubi l’anno di scorie.

31 gennaio 2010
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda franz il 31/01/2010, 21:36

Intervista interessante. A partire da quell'inverosimile «Il nucleare darà lavoro»
Tutto puo' dare lavoro. Il solare e l'eolico molto di piu'.

Proprio per questo le cose che "danno" piu' lavoro, costano di piu'.
Come le dighe in cina, costruite da milioni e milioni di operai.
Ma non è detto che siano piu' efficenti e quindi economiche nella fase di gestione.

Credo che il nucleare sia la fonte energetica che dà meno lavoro di tutte.
Forse in fase di costruzione c'è un certo impiego, nel cantiere.
Poi durante la gestione annuale il lavoro è scarso ed è destinato a pochi tecnici super pagati.

Anche nel solare e nell'eolico vi è una netta predominanza di impiego di lavoro nella costruzione e nella fase di installazione, poi poco o nulla. Ma se una centrale nucleare è una, nel campo solare ed eolico di centrali ne hai mille.
Quindi molto piu' lavoro, molti piu' costi.

A questo punto sorge spontane auna domanda.
Se dovessimo scegliere tra una fonte energergetica costosa, che richiede molto lavoro e dà molto lavoro nella fase di allestimento e gestione, ed una che è quasi gratuita e non dà lavoro a nessuno, cosa scegliereste?

Non pongo il problema in termini di nucleare, solare ed eolico ma di fonte A, B, C.
Se la fonte A costasse (a partità di sicurezza per la nostra salute) 100 al Kw/h dando lavoro a un milione di persone e la fonte B costasse 10 al KW dando lavoro a 100'000 persone, mentre la C costa 1 al KW/h dando lavoro a 10'000 persone, voi cosa scegliereste?
Quella che costa meno o quella che dà piu' lavoro?

Franz
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 01/02/2010, 12:09

franz ha scritto:...
Non pongo il problema in termini di nucleare, solare ed eolico ma di fonte A, B, C.
Se la fonte A costasse (a partità di sicurezza per la nostra salute) 100 al Kw/h dando lavoro a un milione di persone e la fonte ..


Scajola ha scritto:Non si può escludere che con lo sviluppo delle tecnologie almeno una parte delle attuali scorie possa essere riutilizzata come combustibile delle future centrali. In ogni caso, è bene sapere che una centrale Epr produce pochi metri cubi l’anno di scorie.


Posso risponderti facendo un merge tra la risposta del ministro e parte della tua domanda?
Non si può escludere che tra parecchi anni si possa garantire una parità di sicurezza tra piu' fonti energetiche A, B e C.

Penso cioe' che il piu' grosso ostacolo sia nella sicurezza in termini di safety del cittadino.

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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 01/02/2010, 14:08

Rubbia ha scritto:Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali. Carlo Rubbia
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Re: Nucleare: Nessuna idea preconcetta. Pro e Contro

Messaggioda Gab il 08/02/2010, 15:16

da http://www.partitodemocratico.it/dettag ... energetico

Tavola rotonda degli Ecologisti democratici.
Bersani: “Dalla Green Economy può venire una risposta alla crisi”.
Bonino: “No alla privatizzazione dell'acqua”

“No al nucleare e sì all'efficienza e al risparmio energetico”. Queste le parole del segretario Pier Luigi Bersani intervenuto alla tavola rotonda sulla Green Economy organizzata dagli ecologisti democratici nella sede nazionale del Pd di via Sant'Andrea delle Fratte.

Per il leader democratico le tematiche del lavoro, del sociale e dell'ambiente sono i tratti distintivi del Pd e le bandiere da impugnare da qui alle regionali. Ed è proprio la Green Economy la chiave per affrontare la crisi economica ed occupazionale che sta piegando le ginocchia al Paese. Un concetto diametralmente opposto alle politiche del governo ossessionati dal paradigma “più crisi, meno ambiente”. “Noi diciamo che dalla Green Economy può venire una risposta alla crisi” ha ribadito Bersani. “Dobbiamo dire al governo che così le cose non girano; abbiamo dimostrato di essere un partito che sente su di sé la responsabilità di una alternativa che ora dobbiamo portare al governo dei territori, perché è difficile che Berlusconi vada via da solo; abbiamo le nostre difficoltà ma non siamo messi così male». Infine, fare proprio dell'ambiente e della Green Economy la mission del centrosinistra che si candida a governare le Regioni in una stagione decisamente meno favorevole di quella che segnava gli anni Settanta e il dopo-tangentopoli.

Su come valorizzare l'ambiente ed eliminare gli sprechi di energia, la destra è sorda e in grande difficoltà. La risposta che ci viene data è semplicistica e di comodo. A partire dal ritorno al nucleare che nessuno vuole. “Noi la scelta del ritorno al nucleare non la diamo per fatta ma al governo nazionale e a chi si candida a governare le Regioni dobbiamo chiedere chiarezza: dicci sì o no e dove vuoi le centrali, e non dopo le elezioni, si pronuncino, gli impianti non li fa mica mandando i carabinieri”.

Una missione trasparenza a cui nessuno dei candidati del centrodestra ha dato la propria disponibilità. Troppo scomodo ed impopolare parlare di nucleare prima del voto. Sarebbe una sconfitta clamorosa.

Alla iniziativa degli Ecodem, oltre a Stella Bianchi, responsabile Ambiente del Pd, i senatori Roberto Della Seta, Francesco Ferrante e il deputato Ermete Realacci, ha partecipato anche Emma Bonino, candidata a governare la Regione Lazio per il Centrosinistra.

"La sfida per la politica, in questo passaggio d’epoca, non è soltanto regolare il mercato, ma orientare l’economia verso la nuova frontiera della sostenibilità" ha spiegato Fabrizio Vigni, presidente nazionale degli Ecologisti Democratici. La tesi è che l’economia verde rappresenta il miglior investimento che possiamo fare per contrastare la recessione e creare posti di lavoro. Vigni ha indicato 3 strategie economiche: "In primo luogo promuovere efficaci politiche industriali che coinvolgano tutti i settori produttivi e non solo quello energetico. In secondo luogo politiche fiscali più giuste che spingano la società verso una maggiore equità e l’economia verso una reale sostenibilità. E terzo, politiche concrete a sostegno della qualità ambientale”.

L’intervento di Fabrizio Vigni si è poi focalizzato sul ruolo attivo che possono rivestire le Regioni nella promozione dell’ambiente e nella modernizzazione economica dell’economia e nella necessità di valorizzare la Green Economy quale tratto distintivo dell’identità del Pd, mettendola nel "cuore dei programmi, centro di una nuova visione dello sviluppo, che guarda tanto alla crescita intelligente e regolata dell’economia, quanto alle ragioni dell’ambiente e della qualità della vita. Per questo i programmi elettorali, in vista delle elezioni regionali non dovranno eludere tre questioni fondamentali: la rivoluzione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili; un governo del territorio che contrasti la rendita immobiliare, il dissesto idrogeologico ed orienti la pianificazione urbanistica verso la riqualificazione ed il recupero del patrimonio edilizio; lo sviluppo dei servizi pubblici locali (acqua, rifiuti, trasporto) efficaci, sostenibili e adeguatamente finanziati".

Nuclere, un NO non ideologico. La relazione ha poi affrontato il tema del nucleare: "Nella nostra posizione non c’è nulla di ideologico. Siamo contrari perché c’è un problema di costi economici troppo alti ed incompatibili con le logiche del mercato libero dell’energia e perché ci sono problemi irrisolti di gestione e di sicurezza per lo smaltimenti delle scorie".

Insomma "Berlusconi racconta un’enorme frottola agli italiani quando afferma che con il nucleare ci sarà un risparmio sulle bollette elettriche delle imprese e delle famiglie. E’ vero esattamente il contrario: senza un forte sostegno pubblico l’attuale nucleare non è competitivo e i costi ricadrebbero proprio sulle tasche degli italiani, che già oggi ogni anno pagano 400 milioni di euro sulle bollette elettriche per smaltire le scorie del vecchio nucleare”, ha spiegato Ermete Realacci, responsabile green economy del PD commentando le affermazioni del premier sul nucleare.
Dei dati ci fanno riflettere (forse Berlusconi, Scajola e Tremonti non li conoscono...): è proprio per ragioni economiche che in tutto l’Occidente sono in costruzione due soli impianti nucleari e negli Stati Uniti, dove la produzione di energia elettrica è da sempre totalmente privatizzata, è dagli anni ’70 che non si avvia la costruzioni di nuovi impianti nucleari.
Ecco perché per Realacci, “solo con imbroglio il nucleare diventa economico. La stessa Enel per far stare in piedi il conto economico dell’impresa nucleare ha chiesto al Governo un prezzo fisso per il Kilowattora nucleare. L’opposto di un prezzo inferiore all’attuale e contrario all’interesse dei cittadini. Basta con la propaganda e le bugie agli italiani. I cittadini hanno bisogno di trasparenza e di scelte che badino ai loro interessi perché soprattutto in un momento di crisi è necessario puntare su misure che danno risultati a breve termine, sostengono e rendono più competitiva l’economia e l’aumento occupazionale. Per il nostro paese questo vuol dire puntare sul risparmio e l’efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili, sul recupero energetico del patrimonio edilizio esistente, sul ricambio dei beni durevoli orientato su base ambientale".


Vigni ha poi posto l’attenzione sulla società e sugli stili di vita: “New deal ecologico – ha ricordato – significa anche cambiare comportamenti collettivi ed individuali promuovendo consumi più responsabili ed intelligenti. Abbiamo bisogno di un nuovo civismo che potremmo chiamare civismo ecologista”.

Non è mancato un passaggio sul ruolo degli Ecologisti Democratici: "La nostra scommessa rimane quella di far divenire il Pd un grande e moderno partito ecologista. Rinnovando, al tempo stesso, l’ambientalismo, per superare definitivamente ogni logica minoritaria e fondamentalista. Non siamo una corrente – ha ribadito – ma siamo convinti che un modello vincente e radicato di partito debba essere articolato ed arricchito da aree che provengono da culture politiche non omologate ma convergenti".

Tra gli interventi quello della Bonino, che ha fatto del rispetto dell'ambiente una questione di stile di campagna elettorale: “non imbrattiamo la città con i manifesti, inventiamoci altre forme di propaganda, addobbiamo finestre e finestrini delle auto”.

“Ero una bambina quando manifestavo contro la centrale di Montalto di Castro” ha dichiarato la Bonino. Sul fatto che la cittadina del viterbese potrebbe essere uno dei siti scelti dal governo per una nuova centrale nucleare, indica l'ambiguità di Renata Polverini, la sua avversaria: “Non basta dire che sentirai i cittadini. E ci manca pure che non li senti! I consulenti non le mancheranno, se la sarà fatta una idea del territorio e del nucleare, potrà dire se secondo lei mettere lì una centrale è sostenibili e quali sono i costi-benefici. Noi l'alternativa la forniamo”.

Un'alternativa legata “all'efficienza energetica, portatrice di posti di lavoro. Altro che le loro promesse. Quale è l'ultima? Centomila posti di lavoro a Roma in due anni? Può darsi che funzioni in campagna elettorale, io dubito, ma se ci fosse il contraddittorio mi piacerebbe chiedere ad Alemanno dove, in base a quale progetto e a quale visione del Lazio pensa di creare queste opportunità di lavoro».

Il sindaco di Roma viene ulteriormente ripreso dalla Bonino in merito alla possibile vendita di azioni del Comune all'azionista di minoranza Caltagirone. Si parla di Acea e di privatizzazione dell'acqua pubblica. Così come sul nucleare il NO è categorico.”Una ipotesi di privatizzazione dell'Acea in questa situazione di totale opacità è inaccettabile, non siamo Alice nel paese delle meraviglie e sappiamo gli interessi che ci sono in gioco, ma oggi privatizzare Acea soddisfarebbe solo qualche potente-prepotente ma non sarebbe una scelta per i cittadini”.
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Nucleare: Via Libera Consiglio Stato Con 'Osservazioni'

Messaggioda mauri il 09/02/2010, 20:36

http://it.notizie.yahoo.com/7/20100209/ ... bdc99.html

''la certificazione dei siti conferisce all'operatore il titolo per le attivita' preliminari di indagini, da comunicare o denuciare all'ente locale interessato, nonche' per proporre l'istanza di autorizzazione unica e avviare, quindi, concretamente il procedimento di costruzione dell'impianto, onde non sembra potersi escludere che, gia' in questa fase, il Comune nel quale il sito e' ubicato sia 'coinvolto' e rientri, quindi, tra i soggetti dai quali acquisire l'intesa. In subordine, potrebbe prevedersi che i Comuni interessati siano, almeno, sentiti''.

"potrebbe prevedersi"? quindi non verranno sentiti
sono certo che la localizzazione dei siti verrà comunicata dopo le elezioni per evitare trombate
gli italiani su questo problema sono sensibili specie se è dietro il giardino di casa e quando diciamo no è no, vorrei vedere caro scaiola se fosse scelto savona
http://www.astrogeo.va.it/sismi/ligu01.htm

http://zonesismiche.mi.ingv.it/mappa_ps ... talia.html

le località papabili e con i bonus

http://www.ansa.it/ambiente/notizie/fdg ... 67216.html
ciao, mauri
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Obama rilancia il nucleare americano

Messaggioda franz il 16/02/2010, 21:38

Usa/Obama promette 8 mld usd per nuovo impianto nucleare Georgia
19:24 - ESTERI- 16 FEB 2010

Il presidente: "nucleare la nostra fonte di energia pulita"
New York, 16 feb. (Apcom) - Obama fa sul serio con l'energia nucleare: oggi ha annunciato un prestito di 8 miliardi di dollari per finanziare la prima centrale da oltre 30 anni in territorio americano. L'ultimo impianto nucleare era stato costruito nel 1979 in Georgia. L'annuncio di Obama rientra nello sforzo del governo di ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle importazioni di petrolio. Secondo il presidente, che ha parlato durante una visita a Lanham, in Maryland, con la nuova centrale si creeranno migliaia di posti di lavoro durante la fase di costruzione, mentre 800 posizioni saranno permanenti. Beneficerà dei prestiti garantiti dal governo la società Southern Co e l'impianto dovrebbe essere costruito a Burke, sempre in Georgia. Per Obama questo è "solo l'inizio" di uno sforzo per sviluppare energia "pulita e sicura". "Per molto tempo si è creduto che chi si batte per l'ambiente debba essere contrario al nucleare, ma è un controsenso: il nucleare è la nostra unica fonte di energia pulita", ha aggiunto il presidente. La finanziaria di Obama ha messo a disposizione ulteriori 36 miliardi di dollari in nuovi prestiti per l'energia nucleare, che si aggiungono ai 18,5 miliardi di dollari già in bilancio ma non ancora spesi. Complessivamente, le risorse arrivano a 54,4 miliardi di dollari. abbastanza per costruire sei o sette centrali (i costi stimati per ognuna sono tra gli 8 e i 10 miliardi). Secondo Southern Co., il progetto nello stato meridionale dell'Unione creerà 3.000 posti di lavoro durante la fase di costruzione dell'impianto. Il nuovo reattore fornirà energia a 1,4 milioni di abitanti e impiegherà 800 persone stabilmente. La finanziaria di Barack Obama prevede prestiti federali garantiti per altri 36 miliardi di dollari oltre, che si aggiungono ai 18,5 miliardi già iscritti a bilancio, ma non ancora spesi, per un totale di 54,5 miliardi. Abbastanza per costruire sei o sette centrali( Ognuna costa attorno agli 8-10 miliardi di dollari). In America ci sono 104 reattori nucleari in 31 stati. Generano circa il 20% dell'energia elettrica usata nel Paese, il 70% di quella considerata pulita.

http://www.apcom.net/newsesteri/2010021 ... 82878.html



Costenazione nei vari circoli Obama del PD?
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