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Iran, una protesta che demolisce il regime

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Mottaki: «Pugno in bocca a Londra»

Messaggioda franz il 29/12/2009, 13:18

Teheran accusa Paesi esteri per i disordini, in particolare la Gran Bretagna
Mottaki: «Pugno in bocca a Londra»
Il ministro degli esteri: «La Gran Bretagna non interferisca». Arrestata la sorella del Nobel Ebadi

TEHERAN - Non sono solo le proteste interne a non piacere al governo iraniano, che adesso se la prende anche con le critiche al suo operato che vengono mosse da più fronti internazionali. Il ministro degli Esteri iraniano, Manuchehr Mottaki, secondo quanto ha riferito l'agenzia Isna, ha detto oggi che se la Gran Bretagna non cesserà di parlare contro la repressione delle proteste in Iran, «riceverà un pugno in bocca». Ieri il ministro degli Esteri britannico, David Miliband, ha definito molto «preoccupante» la «mancanza di autocontrollo» mostrata dalle forze dell'ordine iraniane negli incidenti avvenuti nel giorno dell'Ashura, con un bilancio di almeno otto morti e decine di feriti. Ma anche diversi altri Paesi europei hanno espresso la stessa posizione. «Le dichiarazioni di certe autorità straniere - ha affermato Mottaki - mostrano le cose vergognose che hanno fatto. Fino ad ora non abbiamo reso pubblici i loro dossier, su cosa hanno fatto e quando. Ma fortunatamente i popoli ne sono a conoscenza, e la faccenda è chiara». Dall'inizio delle proteste di piazza seguite alle elezioni presidenziali del 12 giugno, Mottaki ha affermato che il tutto era conseguenza di un complotto di Londra. Nessuna parola, invece, contro l'amministrazione americana, nonostante la presa di posizione di Obama che dalle Hawaii lunedì sera ha criticato il governo di Teheran.

«FOMENTANO LE PROTESTE» - Il portavoce di Mottaki, Ramin Mehmanparast, poco prima aveva invece ha accusato alcuni Paesi stranieri di fomentare le proteste degli ultimi giorni, annunciando l'apertura di un'inchiesta. «Sarà convocato al ministero degli Esteri l'ambasciatore britannico - aveva annunciato - per esprimergli la nostra contrarietà all'ingerenza del suo Paese negli affari interni dell'Iran». Il portavoce ha precisato che diversi giornalisti sono stati arrestati «per aver agito illegalmente», tra questi il giornalista siriano Reza al-Basha, inviato di Dubai Tv.

«MIRAVANO A ME» - Intanto, il premio Nobel per la pace Shirin Ebadi, che ricevette il premio nel 2003, ha reso noto che sua sorella è stata fermata dai servizi segreti iraniani, precisando che tre uomini e una donna si sono presentati lunedì sera presso la sua abitazione a Teheran. Dopo una perquisizione dell'edificio, hanno prelevato la 47enne docente di medicina Nushin Ebadi e sequestrato il suo computer. «L'hanno arrestata per costringermi a mettere fine al mio lavoro», ha detto Shirin Ebadi, avvocatessa e attivista per i diritti umani. «Non ha fatto nulla di male, non è coinvolta nelle mie attività per i diritti umani e non ha mai partecipato ad alcuna protesta», ha aggiunto.

ATTO ILLEGALE - Il premio Nobel ha aggiunto che due mesi fa la sorella era stata convocata dagli apparati di sicurezza. «In quella occasione le è stato detto che doveva convincermi a cessare le mie attività in difesa dei diritti umani, altrimenti sarebbe stata arrestata». Shirin Ebadi è all'estero per sicurezza dalle elezioni presidenziali dello scorso giugno «L'arresto di mia sorella è un atto illegale. Il Paese ha bisogno ora di calma più che in qualsiasi altro momento e questo può essere ottenuto solo rispettando la legge. Ogni atto illegale avrà conseguenze negative».

29 dicembre 2009
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda annalu il 29/12/2009, 13:52

Iafran ha scritto:
franz ha scritto:La' esiste una dittatura tra le peggiori.

Preoccupa anche me: penso che le sofferenze della popolazione e le morti siano più di quanto si dica pubblicamente e che le prigioni nascondano tutto l'immaginabile e l'inimmaginabile.
Al popolo iraniano va tutta la mia solidarietà.

Ovviamente, su questo sono completamente d'accordo.

Tornando a noi, penso che tra un regime dittatoriale dove per protestare bisogna essere pronti anche a morire, ed un paese pacifico dove si pensa di poter protestare senza dare intralcio al traffico, FORSE ci sono molte situazioni intermedie.
Noi non viviamo certo in una dittatura esplicita, ma nemmeno in una democrazia compiuta: non possiamo più scegliere i singoli parlamentari, abbiamo una libertà di informazione molto limitata, in particolare riguardo all'informazione di base rivolta al grande pubblico. Infine, abbiamo un "capo carismatico" che si sente quasi imperatore.
In queste condizioni, le proteste troppo educate e composte non raggiungono il grande pubblico, a meno che non siano veramente imponenti, come lo è stato il NoBDay.
E' ovvio che non è con le proteste di piazza che si modifica un regime, però solo grandi manifestazioni di piazza possono dare la visione di una protesta ampia e diffusa, e quindi dare coraggio agli oppositori più timidi.
Le elezioni si vincono con le proposte ed i programmi, ma anche con le proteste esplicite, condivise e ripetute contro le oscenità approvate da questo governo, dal processo "interruptus" ai condoni fiscali.
Il Pdl, quando era all'opposizione, non si faceva certo scrupolo di attaccare il governo in carica, insultando Prodi ed il suo governo in tutti i modi, con slogan e "fantasiose invenzioni".

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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda franz il 29/12/2009, 14:34

annalu ha scritto:E' ovvio che non è con le proteste di piazza che si modifica un regime, però solo grandi manifestazioni di piazza possono dare la visione di una protesta ampia e diffusa, e quindi dare coraggio agli oppositori più timidi.

Giusto! Anche per questo le contestazioni a manifestazioni di piazza, da chiunque organizzate, assumono un sapore antidemocratico, in democrazia. Intendo le contestazioni intese a soverchiare, prevaricare, impedire la manifestazione stessa oppure a dirottare l'attenzione dal tema (visto che il giorno dopo invece di parlare del tema della manifestazione si parlerà in modo prevalente delle contestazioni e dei contestatori). In Iran si arriva all'assurdo che per manifestare, per poter scendere in piazza, si deve approfittare di funerali pubblcici di autorità oppure di cerimonie religiose, come la Shura.
Premesso che non esiste una democrazia perfetta (vedere il teorema di may ed il teorema di arrow nella "wiki_scheda") e che ho dubbi sul significato di "democrazia compiuta", la nostra è una democrazia che ha piu' di 60 anni. Credo che il problema nostro non sia la democrazia ma il popolo che la anima (o dovrebbe farlo).
Gli iraniani combattono per ciò che non hanno, noi - in senso lato- dormiamo senza capire ciò che potremmo perdere.
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda Iafran il 29/12/2009, 15:03

franz ha scritto:Gli iraniani combattono per ciò che non hanno, noi - in senso lato- dormiamo senza capire ciò che potremmo perdere.

Hai ben detto e avvalorato l'intervento di annalu ("... solo grandi manifestazioni di piazza possono dare la visione di una protesta ampia e diffusa, e quindi dare coraggio agli oppositori più timidi").
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda cardif il 29/12/2009, 18:30

Ultimo chiarimento con Franz:
Ho capito il motivo della tua irritazione.
Quando ho scritto il primo messaggio non sapevo ancora che c'erano stati dei morti (anche uno solo sarebbe stato troppo).
Ho letto male il "qui"; figurati che avevo letto "quindi", perciò la mia incomprensione espressa nel secondo messaggio.
Ripeto che l'ironia comunque non l'avevo indirizzata alla rivolta in Iran (e che c'era da ironizzare, anche in assenza di morti?)
Penso che se, piano piano, una democrazia viene modificata anche con riforme passo-passo costituzionali, si potrebbe arrivare ad una dittatura.
Mi pare che ormai tutti, oggi, riconoscono che l'eliminazione della preferenza è stato un primo passo di riduzione della democrazia in Italia; eppure si continua a votare e quindi si dice che c'è democrazia. Se ci fosse stata la possibilità io sarei sceso in piazza, non dico con il fucile ma certo anche accettando, con i miei limiti, uno scontro fisico.
Perché non è tempo, oggi, di colpo di stato alla sudamericana, ma il timore di un rivoltamento della democrazia in Italia lo avverto. Anche la riduzione della libertà d'informazione è cominciata qua, per esempio con un Minzolini alla RAI. O con la pressione fatta agli imprenditori di non fare propaganda su alcuni giornali, riducendone le entrate con le ovvie conseguenze.
Non penso che si possa retrocedere fino alla situazione che c'è in Iran, per le tutele esistenti dovute ai rapporti internazionali; ma che si debba dimostrare, e si debba poterlo fare contro riforme in senso restrittivo ne sono convinto.
Per ora mi è scappata, non nel giusto contesto, daccordo, un po' d'ironia sulla posizione di chi sostiene che "non si deve troppo importunare il manovratore, lasciatelo lavorare", a cominciare dal PdC che definisce "facinorosi" quasi tutti i manifestanti, o dice che, comunque, la maggioranza è rimasta a casa e quindi, essendo in minoranza, non contano coloro che scendono in piazza.
Se fosse possibile, dovremmo lottare contro ogni dittatura nel mondo; né dovremmo esportarne, sotto mentite spoglie.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda franz il 29/12/2009, 19:44

cardif ha scritto:Penso che se, piano piano, una democrazia viene modificata anche con riforme passo-passo costituzionali, si potrebbe arrivare ad una dittatura.

In effetti questo è possibile ed è uno dei paradossi della democrazia.
Il fatto cioè che una maggioranza possa democraticamente votare per soluzioni che annullano la democrazia stessa.
Puo' succedere in un colpo solo che una maggioranza sia per uno stato etico-religioso ed annulli lo stato laico e puo' succedere, come in Algeria, che per evitare questo rischio l'esercito prenda il ptere sospendendo l'esito elettorale.
Puo' anche succedere con piccoli passi, come nel caso della sindrome della rana bollita. Il caso peggiore.
Si dice che se si mette una rana nell'acqua bollente essa schizzi via in un attimo, salvandosi, ma se le si mette nell'acqua fredda e si scalda l'acqua mooooolto lentamente, lei non se ne accorga. E finisce bollita.
Non so se sia vero e spero che nessuno voglia provare. :?
Ma è un buon esempio per interderci.
Succede pero' solo ad un popolo un po' stupido, a livello di anfibio. Direi.
Abbiamo la fama di essere un popolo di furbi, si dice. E in questo caso lo spero.
Franz
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda Iafran il 29/12/2009, 21:48

"la Repubblica" del 29.12.09:

E poi, nel corso della giornata, arriva il terribile proclama che l'ayatollah Abbas Vaez-Tabasi - un religioso che rappresenta l'ayatollah Khamenei, guida suprema dell'Iran - ha lanciato: i leader dell'opposizione sono "nemici di dio" e dovrebbero essere giustiziati in base alla Sharia, la legge islamica ...

http://www.repubblica.it/2009/11/sezion ... l.html?rss
.............

Un dio a immagine e somiglianza di aguzzini e di assetati di potere ... che dio è?
E' molto più forte la sete di libertà e di giustizia del popolo soggiogato in suo nome.
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda pianogrande il 30/12/2009, 1:55

Se questa gente ci credesse davvero in Dio, non si permetterebbe di dire simili stupidaggini.
Avrebbe troppa paura della sua ira.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda cardif il 30/12/2009, 12:07

Secondo me Dio, certamente esigenza dello spirito dell'uomo (non so se creato da quest'ultimo), sia sempre stato strumentatizzato in tutte le religioni dai potenti per soggiogare il popolo.
cardif
Ma mo' mi so' capito bene?
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Re: Iran, una protesta che demolisce il regime

Messaggioda Iafran il 30/12/2009, 14:14

Se esistesse Dio starebbe dalla parte degli oppressi!
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