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Pubblica Amministrazione: tra riforme e tagli

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Pubblica Amministrazione: tra riforme e tagli

Messaggioda lucameni il 31/07/2008, 1:15

Ci lavoro nella P.A. nelle vesti di direttore d'amministrazione.
Alcune osservazioni: le realtà della P.A. sono diversissime; manca una cultura dell'organizzazione (in Italia abbondano dirigenti con formazione giuridica e non organizzativa); spesso ci sono enti dove il personale è in esubero (e se non fa spesso è perchè non gli viene dato nulla da fare e non perchè non voglia fare); altri enti dove invece c'è una cronica mancanza di personale e non c'è verso di avere alcuna mobilità; ci sono scarsi incentivi economici e di carriera; spesso i dirigenti non prendono iniziative per timore di ritorsioni sindacali; in certi ambienti i dirigenti usano due pesi e due misure senza logica; sicuramente ci sono gravi casi di mobbing; i sindacati in realtà non hanno mai preteso veramente un miglioramento dell'efficienza; a volte c'è una eccellente preparazione da parte dei responsabili; spesso non c'è formazione e i responsabili e gli addetti si rivelano di un'ignoranza e di un menefreghismo unico..................... etc etc ...........
Detto questo, e premesso che i maggiori problemi sono di carattere organizzativo, mi rendo conto che il rischio incombente è sempre di esprimere forme di "benaltrismo".
Bisogna stare attenti a non farlo.
Però, vivendo dentro un'amministrazione, peraltro gestita in maniera invereconda dai dirigenti e con regole cervellotiche e assurde, mi rendo conto che tante delle riforme degli anni '90 ancora devono essere messe in pratica; e poi il problema dei "fannulloni", che pure esiste, sopratutto nelle grandi strutture centrali, è stato brandito come una clava a fini sostanzialmente mediatici e con grande appoggio di un'informazione che ci racconta inesattezze e vive beatamente di luoghi comuni e generalizzazioni.
I lavoratori del settore privato approvano, ma non perchè realmente informati di come vanno le cose (spesso male), ma come per una forma di rivalsa.
E ovviamente la politica di specula.
Tutto nella norma.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Riforme si', ...ma anche tagli?

Messaggioda franz il 31/07/2008, 8:42

lucameni ha scritto:Ci lavoro nella P.A. nelle vesti di direttore d'amministrazione.
Alcune osservazioni: le realtà della P.A. sono diversissime; manca una cultura dell'organizzazione (in Italia abbondano dirigenti con formazione giuridica e non organizzativa); spesso ci sono enti dove il personale è in esubero (e se non fa spesso è perchè non gli viene dato nulla da fare e non perchè non voglia fare); altri enti dove invece c'è una cronica mancanza di personale e non c'è verso di avere alcuna mobilità; ci sono scarsi incentivi economici e di carriera; spesso i dirigenti non prendono iniziative per timore di ritorsioni sindacali; in certi ambienti i dirigenti usano due pesi e due misure senza logica; sicuramente ci sono gravi casi di mobbing; i sindacati in realtà non hanno mai preteso veramente un miglioramento dell'efficienza; a volte c'è una eccellente preparazione da parte dei responsabili; spesso non c'è formazione e i responsabili e gli addetti si rivelano di un'ignoranza e di un menefreghismo unico..................... etc etc ...........
.... e poi il problema dei "fannulloni", che pure esiste, sopratutto nelle grandi strutture centrali, è stato brandito come una clava a fini sostanzialmente mediatici e con grande appoggio di un'informazione che ci racconta inesattezze e vive beatamente di luoghi comuni e generalizzazioni.
I lavoratori del settore privato approvano, ma non perchè realmente informati di come vanno le cose (spesso male), ma come per una forma di rivalsa.
E ovviamente la politica di specula.
Tutto nella norma.

Grazie del quadro che hai fornito.
Credo che il problema nasca dal fatto che in questi 15 anni di finanziarie lacrime e sangue per mettere a posto i conti dello stato e gli interessi del debito pubblico (che paghiamo entrambi come imposte) tutto il paese abbia fatto la sua parte ma che invece la pubblica amministrazione sia stata la meno toccata. Salvo il fatto che a parte qualche eccezzione tesa a razionalizzare (Bassanini) le politiche dimagranti hanno peggiorato la qualità di certi servizi.
Ecco che è quindi del tutto logico che il cittadino abbia verso la PA un occhio piu' che critico, dato che paga tanto come imposte e riceve in cambio servizi francamente non adeguati alla media europea.

Io credo di essere informato bene su come dovrebbe lavorare meglio una PA, dato che per 10 anni ho lavorato all'estero come funzionario pubblico in un posto in cui la cultura dell'organizzazione c'è ed è ben sviluppata. Vedo che il lavoro da fare è immenso e vedo anche che il problema del personale (sia numerico sia della sua efficenza) è enorme.
Poi è ovvio che quando si punta il dito su alcuni aspetti (assenze per malattie) scattano le resistenze ma scattano anche per ogni critica che si fa. Per esempio gli addetti alla scuola. Tu prova a dire che sono troppi e ti trovi contro tutti: dipendenti, sindacati, partiti. Eppure basta fare 4 calcoli. Gli addetti (docenti + personale amministrativo) di scuola ed università sono circa 1'243'000 (RGS 2000) e gli studenti sono 3'589'000 (Istat Censimento 2001). Una banale operazione con excel ci "svela" che abbiamo un rapporto 2.9 studenti per ogni addetto. E questo per una scuola che i benchmark internazionali come il PISA mettono sempre alla berlina come qualità dei risultati e per un sistema paese in cui la metà della popolazione lavorativa ha alle spalle solo la terza media.

Altro discorso meriterebbe i quasi 700'000 adetti al sistema sanitario, che per come è messo (carenza cronica di infermieri) mi chiedo cosa facciano allora tutti quegli addetti. Idem per i 320'000 delle forze dell'ordine. Ovvio che in quei numeri ci stanno lavoratori che fanno un enorme lavoro nella scuola, negli ospedali, nella polizia. Ma è anche evidente che nelle piege della burocrazia si nascondono centinaia di migliaia di addetti che fanno lavoro improduttivi (magari per ottemperare a qualche sostanzialmente inutile circolare ministeriale).

Ciao,
Franz
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Messaggioda pinopic1 il 01/08/2008, 18:02

franz ha scritto:
pinopic1 ha scritto:In generale non facciamo di Berlusconi un invincibile rinunciando a lottare.

ne facciamo un invincibile se sbagliamo a contrastarlo in mille schermaglie inutili oppure, al ontrario, in nessuna battaglia.
per esempio sui referendum sul federalismo abbiamo avuto una duplice vittoria, sia quando il referendum lo chiedemmo noi sulla nostra riforma (2001) sia quando lo si fece sulla loro riforma (2006).
Peccato che i referendum sulla TV li abbiamo persi e qualcuno non ha ancora capito che affrontando di petto certi argomenti "contro berluslconio" perdiamo di brutto.
Se altri sono masochisti, io no. Sono una volta tanto daccordo con il PD.

pinopic1 ha scritto:Mi riferisco, per esempio, all'errore di considerare i tagli selvaggi come propedeutici ad una effettiva riforma della PA e dello Stato (e della istruzione, Franz), al fine di migliorarne il funzionamento e di razionalizzare la spesa..

Mi tiri esplicitamente in ballo citandomi ma da quello che citi io capisco solo che non hai capito il mio ragionamento.
Io non sostengo che i tagli siano propedeutici ma certo che se consideri il numero degli addetti e degli studenti non puoi che porti dei problemi. Poi magari uno lavora nella scuola e preferisce non farsi problemi ma questo è un altro paio di maniche.
Io punterei non ai tagli ma alla qualità ma se gli addetti sono 1'244'044 e gli studenti sono 3'589'433 è chiaro che le forbici non posssono essere usate solo per spuntare un po' le unghie e le sopracciglia. Gli esuberi ci sono. Non solo all'alitalia.
Questo dovrebbe capirlo chiunque, socialista o comunista, berlusconiano o ulivista, docente o non docente.

O no?

Franz


Rispondo solo sulla scuola. Ti tiro in ballo perché ne avevamo già discusso. Intanto sui dati statistici: il rapporto tra insegnanti e studenti è circa 1 a 8. Sarà pure eccessivo, però se lo raccontiamo a un profano questo può immaginare una classe in cui ci siano l'insegnate e circa otto alunni. Se non vediamo come sono distribuiti insegnanti e alunni non comprendiamo dove sta il problema e quindi come affrontarlo.
Quando si parkla dis cuola si dice che:
1) Non fornisce una istruzione adeguata ai nostri giovani
2) Costa troppo

Però non è che agendo sul punto 2 si risolve automaticamente il punto 1. Di certo agendo soltanto sul punto 2 si aggrava il problema di cui al punto 1.
I tagli al numero degli insegnanti possono portare solo due conseguenze: aumento del numero degli alunni per classe e/o aumento del numero delle classi assegnate a ciascun insegnante. In entrambi i casi non vedo come possa migliorare la qualità dell'istruzione. Neanche aumentando le ore di lavoro degli insegnanti (come sarebbe richiesto dall'aumento del numero di classi di ciascun insegnante).
Siccome è questo che sta facendo il governo attuale e non altro, è perfettamente inutile che parliamo di altro.
Ripeto, se volessimo dedicarci al miglioramento della qualità dell'istruzione, utile, anzi indispensabile per la crescita del Paese, potrebbe anche starci l'aumento del numero di ore di lavoro, ma non è di questo che il governo si sta occupando.

Anche la chiusura di scuole nei Paesei con meno di 5000 (?) abitanti sarà una necessità dal punto di vista dei costi, ma non porta nessun beneficio alla qualità dell'istruzione e a farne le spese saranno le famiglie degli alunni e chi per loro dovrà assumersi l'onere economico del trasporto (i Comuni). Perché i pochi alunni dei piccoli paesi a scuola ci devono andare lo stesso, o no? Se poi l'informazione sui 5000 abitanti non è sbagliata, tanto pochi non sono.

In sostanza per la scuola pubblica il futuro è piuttosto grigio, e siccome il presente tanto rosa non è..
Temo, anzi sono sicuro, che il paese questi risparmi così realizzati li pagherà ne tempo, e il costo sarà di gra lunga superiore ai risparmi realizzati oggi. Si tratta però di quei costi occulti che nessuno potrà associare in maniera evidente alle scelte di oggi.
Un pò come quando un'alluvione causa danni e lutti e nessuno mette questo in relazione con la mancata cura del territorio negli anni e nei decenni precedenti. Anzi qualcuno lo fa ma a quel punto è troppo tardi.
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Messaggioda franz il 01/08/2008, 18:35

pinopic1 ha scritto:Rispondo solo sulla scuola. Ti tiro in ballo perché ne avevamo già discusso. Intanto sui dati statistici: il rapporto tra insegnanti e studenti è circa 1 a 8. Sarà pure eccessivo, però se lo raccontiamo a un profano questo può immaginare una classe in cui ci siano l'insegnate e circa otto alunni. Se non vediamo come sono distribuiti insegnanti e alunni non comprendiamo dove sta il problema e quindi come affrontarlo.
Quando si parkla dis cuola si dice che:
1) Non fornisce una istruzione adeguata ai nostri giovani
2) Costa troppo

Però non è che agendo sul punto 2 si risolve automaticamente il punto 1. Di certo agendo soltanto sul punto 2 si aggrava il problema di cui al punto 1.

Allora, io ho portato dati precisi, RGS ed ISTAT sugli addetti della scuola (insegnanti scuola e università piu' personale non docente) e studenti. Il rapporto NON è 8 a 1.
È inutile fare gli indiani. il rapporto è tre a uno. Anzi 2.9 ad uno. Punto.
Qui la matematica non è una opinione.
Ê chiaro che negli "addetti" ci sono "addetti" che forse leccano un francobollo all'anno e non fanno altro ma il budget della scuola, che al 97% è fatto di stipendi, è appesantito da quel rapporto per cui lavorando su quello già si puo miglorare la qualità dell'insegnamento vero e priorio.

pinopic1 ha scritto:I tagli al numero degli insegnanti possono portare solo due conseguenze: aumento del numero degli alunni per classe e/o aumento del numero delle classi assegnate a ciascun insegnante. In entrambi i casi non vedo come possa migliorare la qualità dell'istruzione. Neanche aumentando le ore di lavoro degli insegnanti (come sarebbe richiesto dall'aumento del numero di classi di ciascun insegnante).

Vedi, io non ho parlato di tagli degli insegnanti (ho parlato di "addetti" e questo forse è già un indicatore di come sia scarsa la capacità di comprenderci sulla base del solo italiano, what else, verrebbe spontaneo chiederci) ma ho presente casi all'estero di sistemi scolasti che sono migliori dei nostri (dati PISA) in cui gli insegnanti lavorano il doppio e sono pagati il quasi il triplo. Poi non so se sono la metà rispetto a quanto sono oggi in Italia. Credo che vada visto caso per caso. Ci sono piccole scuole di montagna in Italia (ne conosco da vicino una in prov di varese) in cui per una classe di 9 bambini girano 4 insegnanti (5 con religione). Ecco li' forse l'insegnante unico sarebbe meglio e sarebbe un risparmio per le nostre tasche. E nelle scuole di montagna che ci sono sulle Alpi altre i nostri confini è cosi' che si fa. 35 ore alla settimana, tutte le materie, stipendi quasi triplo ma un docente solo per classe, non tre o quattro. Poi è chiaro che se gli studenti sono quelli che dice l'Istat e gli adetti sono quelli che elenca RGS, un qualche altro problema c'è e non ci sono ma, beh, mah, forse, gulp o altro.

Non arrampicarti sui vetri per difesa d'istituto, per favore.
Lasciamo queste reazioni ai sindacati di categoria, che sono giustamente pagati per questo.
Qui si discute di politica, pls. magari divagando da berlusoni ed il referendum sul lodo alfano alla scuola ... ma sempre politica è.

Ciao,
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Messaggioda pinopic1 il 01/08/2008, 19:04

Quei dati riguardano tutto il personale, compreso il personale non insegnante, compresi i dipendenti e i funzionari che lavorano presso i provveditorati e le sovrintendenza regionali, compresi i dipendenti del minitero.
In rapporto docenti/alunni è di 1 a 8 e questo io ho scritto. Insegnanti/alunni.
La qualità dell'istruzione, io di quella sto parlando, è difficile misurarla con i dati ISTAT.
Va già meglio con i dati PISA.
Però quello che io voglio cercare di dire è che i dati PISA nei prossimi anni, dopo i tagli del governo, non miglioreranno ed è molto probabile che peggiorino.

Sto criticando fin adal primo post il fatto di mettere insieme costi e qualità del servizio e poi giustificare i tagli. Come se i tagli servissero anche a migliorare la qualità del servizio. E dico questo in rapporto alla comunicazione verso gli elettori. Agli elettori (nostri) dobbiamo sopiegare la natura e le conseguenze degli atti del governo, quelli reali (sarebbe svelare di che lagrime, metaforiche, e di che sangue, metaforico, grondi). Magari fra tre anni faranno qualcosa utile al miglioramento del servizio e allora gli batteremo le mani, ma non adesso.
Inoltre si dice spesso che i cittadini sono scontenti di pagare tante tasse per avere servizi scadenti. Quindi tagliamo i servizi così abbattiamo i costi e riduciamo le tasse? Forse i cittadini sono contenti di avere servizi scadenti se pagano poche tasse? Uno è contento se il chirurgo gli lascia la garza dentro la pancia purché non paghi troppe tasse?
Prova a proporre a chiunque abbia bisogno di un determinato servizio, un servizio scadente in cambio di una riduzione delle tasse.
Ogni cittadino i servizi di cui ha bisogno li vuole di buona qualità, tasse o non tasse. A meno che non sia tanto ricco da potersi pagare un buon servizio.

Tornando alla scuola il rischio che io vedo è prorpio questo. Che il processo di ridimensionamento e basta della scuola pubblica, porti all'espansione delle scuole private e che si arrivi ad una situazione con scuole di serie A per chi se le può permettere e scuole pubbliche per gli altri.
E già oggi esistono ottime scuole e università private. La scuola pubblica è già nelle condizioni di dover inseguire.
Se non avessi questa preoccupazione potrei accontentarmi della vecchia tattica "rivoluzionaria" (questa sì della vecchia sinistra massimalista) del tanto peggio tanto meglio. lasciare che distruggano la scuola così una volta toccato il fondo il popolo sentirà il bisogno di una scuola decente e si ribellerà.
Invece so che non si rbellerà, quindi è meglio vigilare su quello che il governo sta facendo e svelarlo alle genti.
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Re: rapporti tra personale scolastico e studenti

Messaggioda franz il 01/08/2008, 19:26

pinopic1 ha scritto:Quei dati riguardano tutto il personale, compreso il personale non insegnante, compresi i dipendenti e i funzionari che lavorano presso i provveditorati e le sovrintendenza regionali, compresi i dipendenti del minitero.
In rapporto docenti/alunni è di 1 a 8 e questo io ho scritto. Insegnanti/alunni.

Il problema l'ho posto io: studenti / addetti .
E se la matematica non è una opinione il rapporto è tre a uno e quindi il tuo passa in secondo piano.
Inoltre se veramente il rapporto docenti / alunni fosse otto a uno mentre quello addetti alunni è tre a uno è chiaro che qualcuno che ci ha raccontato i dati (a me e te) ci prende per i fondelli.
E non sono io. E non credo che nemmeno tu lo faccia.
Solo vorrei che tu la smettessi di arrampicarti invano sugli specchi con quell' otto a uno che non convince nessuno ed assomiglia ad una bugia pietosa.

Partiamo quindi dai problemi piu' grossi. E vediamo di ragionare con la nostra testa, non con quello che ci raccontano i sindacati o altre organizzazioni compiacenti ed interessate a difendere la categoria.

Se il rapporto docenti alunni è uno a otto come ti è stato raccontato (a me tantissimi anni fa si raccontava che i bambini nascevano sotto i cavoli ma non ci ho mai creduto, le cicogne mi sembravano piu' credibili) e se dati ISTAT non mentono (perché mai?) sul numero degli studenti (3'589'000 (Istat Censimento 2001) allora i docenti dovrebbero essere 448'625.
Mi pare quindi lecito chiedersi, dato che RGS indica come personale della scuola = 1'130'650 e università = 113'394 per un totale di 1'244'044, che cosa mai cavolo facciano gli altri 795'419 addetti.

Ora con un po' piu' di calma io potrei anche andare a rispolverarmi quei fogli excel della ragioneria dello Stato ed allora potremmo scoprire che il personale amminisrativo non è certo dato da 795'419.
Sono moltissimi di meno. Ed i docenti sono moltissimi di piu'.
Ed il rapporto NON è quindi otto a uno come quancuno ci racconta. Io non ci credo, tu fai come vuoi.

E se portiamo quel rapporto a valori ragionevoli allora noi la scuola pubblica la difendiamo veramente, come è difesa in nazioni come la germania e altre del nord in cui il rapporto tra addetti e studenti (e anche tra docenti e studenti) è ben diverso dal nostro. Chi vuole sostenere la scuola privata, vada pure avanti a mettere la testa sotto la sabbia.
La squola pubblica la difendiamo veramente se abbiamo numeri credibili per docenti, personale amministrativo e studenti.
se lo facciamo permettiamo ai docenti di avere finalmente uno stipendio adeguato al ruolo sociale ed alle medie europee.

Ciao,
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Re: rapporti tra personale scolastico e studenti

Messaggioda annalu il 01/08/2008, 20:41

Mi sembra che si stia parlando contemporaneamente di due argomenti diversi.

Per la scuola: sono colpita dai fatti che racconta Franz sulle scuole di montagna: che io sappia, quando i bambini in una località sono pochi esistono addirittura le multiclassi (un solo insegnante che insegna a bambini di classi diverse), mi stupisce quindi che non esista una situazione intermedia, e cioè che, pur restando la regola dei tre insegnanti per classe (che però insegnano in più classi, quindi ognuno di loro ha un orario di insegnamento completo), non si passi all'insegnante unico quando i bambini di una determinata località sono pochi.

Per quel che riguarda il rapporto studenti/docenti non posso dare i numeri che non ho. Penso però che, sulla base dell'esempio citato, ci sia un grosso problema di razionalizzazione delle risorse, per cui molti lavorano poco e pochi magari moltissimo ... cosa che in Italia pare la regola.

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Re: rapporti tra personale scolastico e studenti

Messaggioda pinopic1 il 01/08/2008, 21:33

Intanto se io dicessi di te o di qualcun altro che vi arrampicate sugli specchi, apriti cielo. Ma lasciamo perdere.

Io intanto parlo solo di docenti e studenti mentre la burocrazia scolastica mi interessa poco non considerandola decisiva ai fini della qualità dell'istruzione. Per l'ennesima volta ripeto che a me interessa poco quanti siano, 1 a 8 circa è l'ultimo dato che ho letto, ma se tu mi fornisci il dato corretto relativo al rapporto docenti/alunni non avrò nessuna difficoltà a crederti; certo non è 2,9 (ripeto solo docenti/alunni). Non capisco cosa vuol dire che mi arrampico sugli specchi. Sei tu che continui a far girare il mondo su questi dati statistici. Sono giusti quelli che dici tu, va bene, ma a me non interessano.

Non sono contrario ai tagli se ci sono sprechi e personale in eccesso, ovvero inutile, del quale si può fare a meno. Bisogna tagiare? Taglino. Avrò però il diritto di verificare che si stiano veramente tagliando gli sprechi e che si garantisca una qualità del servizio almeno non inferiore all'attuale? E verificare non soltanto sui dati statistici?

E comunque dico di non mescolare la questione dei tagli con la qualità dell'istruzione e più in generale dei servizi pubblici. Basta dire la verità: stiamo semplicemente tagliando per ridurre i costi. Se i nostri studenti non sono preparati non lo saranno neanche dopo i tagli.
Basta dire: siamo troppo poveri per poterci permettere certe spese quindi certe cose non ve le possiamo più dare. Non dire che dopo ci sarà un servizio migliore.
Se si chiudono scuole in comuni con meno di 5000 abitanti, gli abitanti di quei comuni non avranno un servizio migliore. Forse è necessario farlo, forse potranno pagare qualche euro di tasse in meno, ma non avranno un servizio migliore.
Se un insegnante invece di avere 27 alunni in una classe ne avrà 32, può essere giusto, anzi certamente sarà giusto, ma i suoi alunni non avranno un servizio migliore.

Su quali specchi mi sto arrampicando?
Ribadisco: sto criticando chi parla di necessità di tagli giustificandoli con la scarsa qualità del servizio.
In questo momento il governo non sta portando avanti nessuna iniziativa atta a migliorare la qualità del servizio.

Il topic titola "Non facciamo di Berlusconi un invincibile". Ora se lodiamo Berlusconi anche per quello che non ha fatto, che non sta facendo e che non ha neanche detto di voler fare, non gli lasciamo neanche la soddisfazione di conquistarsela la vittoria.
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Re: rapporti tra personale scolastico e studenti

Messaggioda pinopic1 il 01/08/2008, 21:46

annalu ha scritto:Mi sembra che si stia parlando contemporaneamente di due argomenti diversi.

Per la scuola: sono colpita dai fatti che racconta Franz sulle scuole di montagna: che io sappia, quando i bambini in una località sono pochi esistono addirittura le multiclassi (un solo insegnante che insegna a bambini di classi diverse), mi stupisce quindi che non esista una situazione intermedia, e cioè che, pur restando la regola dei tre insegnanti per classe (che però insegnano in più classi, quindi ognuno di loro ha un orario di insegnamento completo), non si passi all'insegnante unico quando i bambini di una determinata località sono pochi.

Per quel che riguarda il rapporto studenti/docenti non posso dare i numeri che non ho. Penso però che, sulla base dell'esempio citato, ci sia un grosso problema di razionalizzazione delle risorse, per cui molti lavorano poco e pochi magari moltissimo ... cosa che in Italia pare la regola.

annalu


Anch'io sono rimasto alle multiclassi. Nei piccoli comuni di montagna con collegamenti difficili e nelle picole isole. Però se mi dicono che non è più così... Le mie informazioni risalgono a qualche anno fa.
Potrei anche fare un prospetto completo per una classe di scuola media escludendo tempo prolungato e attività integrative e accessorie...
Io non mi azzardo perché è chiaro che c'è un pregiudizio (sembra che sia di sinistra).

Se vuoi farlo tu.....

Inizio..

In una calsse si sarebbero (sempre relativo a qualche anno fa)

1/3 insegnante di matematica e scienze (perché un insegnante ha 3 classi)
1,5 insegnanti di lettere (2 insegnanti per tre classi)
1/6 insegnanti di ed tecnica
1/6 insegnanti di lingua straniera
1/9 insegnanti di ed. artistica
1/9 ed musicale (o 1/18?)
1/9 ed fisica
1/18 religione
1/9 seconda lingua straniera (non ne ero al corrente)

= 2,66 insegnanti per classe (il rapporto dovrebbe essere circa 1/10 con classi di 27 alunni)

A che serve? Serve a ricondurre la situazione all'essenziale. Gli alunni fanno 30 ore settimanali di lezione.
Rispetto a questa situazione (realmente operante ancora negli anni 80-90 in molte scuole) vediamo cosa è cambiato. Cosa eliminare, cosa conservare, cosa rafforzare e cosa ridurre.

Bisogna aggiungere gli insegnanti di sostegno per alunni svantaggiati.

però basterebbe anche telefonare ad una scuiola media e chiedere numero alunni e numero docenti.
Ultima modifica di pinopic1 il 01/08/2008, 22:38, modificato 2 volte in totale.
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Re: rapporti tra personale scolastico e studenti

Messaggioda franz il 01/08/2008, 22:20

pinopic1 ha scritto:Intanto se io dicessi di te o di qualcun altro che vi arrampicate sugli specchi, apriti cielo. Ma lasciamo perdere.

Io intanto parlo solo di docenti e studenti mentre la burocrazia scolastica mi interessa poco non considerandola decisiva ai fini della qualità dell'istruzione. Per l'ennesima volta ripeto che a me interessa poco quanti siano, 1 a 8 circa è l'ultimo dato che ho letto, ma se tu mi fornisci il dato corretto relativo al rapporto docenti/alunni non avrò nessuna difficoltà a crederti; certo non è 2,9 (ripeto solo docenti/alunni). Non capisco cosa vuol dire che mi arrampico sugli specchi. Sei tu che continui a far girare il mondo su questi dati statistici. Sono giusti quelli che dici tu, va bene, ma a me non interessano.

Facciamo a capirci.
Quando si parla di budget per la scuola, si pensa al totale degli stipendi, non ai soli docenti, magari di matematica, magari coi baffi, magari di 43 anni. Si parla di tutti gli addetti. Quindi quelle cifre sono importanti. Personale docente e non docente. Se si spendono tot miliardi ed il 97% è in stipendi, se permetti sarebbe buona cosa che ira rapporto tra docenti e non docenti fosse ottimale, non frutto di sprechi.
Quindi se non vuoi e non gradisci (capisco) che si parli di arrampicate sugli specchi allora partiamo dalla constatazione che
a) nel rapporto 3 a 1 c'è qualcosa che non va
b) che la parola tagli non è fuori luogo

Se questo è chiaro, allora si puo ' passare al rapporto docenti alunni, che ovviamente varia a seconda delle scuole di ogni ordine e grado (primaria, secondarie, università etc). Sicuramente andando ad indagare qualche ombelico (la scuola secondaria nell'abruzzo) si scopre che il rapporto è otto a uno (scartando insegnanti di sotegno, di inglese, di religione, di informatica) ma se andiamo nel dato generale nazionale le cose continuano a non funzionare e siamo ben lontani.
Ho qui sotto mano i dati del 2000 (solo scuola, senza università) ed i docenti erano 731'000 di ruolo e e 103'000 non di ruolo.
Totale arrotondato 835'000 che se permetti è quasi il doppio di quanto veniva prima ipotizzando un rapporto di otto a uno per il totale degli studenti. Sappiamo che gli universitari purtroppo sono pochissimi per cui la loro presenza nel numero degli studenti cambia poco il calcolo. Il personale non docente (amministrativo) detto anche A.T.A. era di 163 mila ed in totale si arrivava nel 2000 a 998'000 (arrotondiamo ad un milione per comodità di rappresentazione mentale).
I dati RGS degli anni seguenti sono maggiori e crescenti (ho la serie 2001-2005) e nel 2005 si è arrivati a 1'136'229 (scuola + AFAM) con altri 115'339 nell'Università ma gli studenti non sono cresciuti altrettanto. E' stato il frutto delle politiche del govenro berlusconi di quegli anni, che ha gonfiato la spesa pubblica e depresso le entrate fiscali. Tutto bene?
Lo si critica solo quando fa comodo? O se assume docenti (compresi quelli di religione, non so se ricordi) va tutto bene?

Allora stando ai dati 2000 dobbiamo comparare 835'000 docenti (2000) e tre milioni e mezzo di studenti (2001)
Chi è capace di fare il rapporto e far risultare uno a otto? Io non ci riesco. Il mio excel sarà forse schiavo del capitalismo piu' bieco ma anche con OpenOffice il risultato non cambia. Il rapporto è 4.3 studenti per ogni docente e chi racconta diversamente cerca di sviarci facendoci vedere alcue realtà particolare in cui quello è vero. magari a mmilano oppure cosenza in certe scuole quello è il rapporto. ma se contiamo tutti i docenti della scuola, di ruolo e non di ruolo, il rapporto è vicino al 4 a uno e se contiamo il personale non scolastico siamo su 3 a uno.

Ora magari qualcuno dira' che non è corretto contare i docneti di religione, quelli di ginnastica, i dirigenti, quelli di musica, quelli che diavolo non so, i collaboratori, i cuochi, gli assistenti egli infermieri ma alla fine il budget della scuola li conta perchè lo stipendio, se sono assunti e lavorano, va pagato. Puoi togliere quello che vuoi ma alla fine 835'000 docenti ci sono e mi sembrano tantini su 3 milioni e mezzo di ragazzi.

Altri sistemi scolastici mi pare abbiano risultati migliori con meno docenti.
Forse pochi ma buoni e pagati meglio?

Ciao,
Franz
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