Strana questa destra.
Alcuni pensano alle strade ed ai nomi piu' o meno illustri che possono essere usati per intitolarle.
Hanno forse dimenticato che durante la seconda guerra il Duce intitolo' una strada al figlio Bruno, morto in un incidente aereo nel 1941, e che la cosa genero' tutta una serie di barzellette (sotterranee, come in ogni regime) sul fatto che sotto la dicitura "VIA BRUNO MUSSOLINI" qualcuno avesse aggiunto a mano "E anche suo padre".
Altri pensano invece alle case e a come riempirle.
Non con i senzatetto ma con le prostitute (tolte apponto dalle strade, par tornare al tema).
Su Repubblica leggo:
La portavoce della Destra vuole abolire la legge Merlin
No bipartisan: sarebbe un ulteriore sfruttamento
Santanché: riaprire le case chiuse
"Facciamo subito un referendum"
Sulle strade italiane ogni anno si prostituiscono circa 70 mila donne
di FRANCESCO BEI
Santanché: riaprire le case chiuse
"Facciamo subito un referendum"
ROMA - Daniela Santanché, sparita dai radar dopo la sfortunata prova come candidato premier della Destra, è tornata. "Un ritorno - confida sulla scalinata della Cassazione - alla maniera della "Santa"... col botto!". Il "botto" è una richiesta referendaria, depositata ieri mattina insieme a un comitato promotore tutto al femminile (Storace e La Destra non c'entrano), per l'abolizione della legge Merlin e la conseguente riapertura in Italia dei bordelli. Con uno spolverino di lino ecru, collana di rubini, occhialoni neri Prada, Santanché sfida "i furbi e gli ipocriti" lanciando la sua provocazione: "A cinquant'anni dalla sua nascita la legge Merlin non può essere considerata un tabù. E' necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute".
E' consapevole che la proposta "dividerà il Paese" - viste le reazioni, largamente contrarie, lo sta già dividendo - ma tira dritto ugualmente. Anche contro il Vaticano: "Non so come si comporterà la Chiesa, è chiaro che avrà una posizione diversa, ma noi andremo avanti lo stesso". Del resto parlando con le sue amiche, prima della presentazione ai giornalisti, la pasionaria glamour pronostica l'ostilità del mondo cattolico, ma non sembra preoccuparsene troppo: "Se dovessi sempre tener conto della Chiesa non farei nulla, io per esempio non sono d'accordo con la posizione del Vaticano sugli anticoncezionali".
Dunque si parte con la raccolta firme, sulle spiagge italiane e ai concerti, per liberare le schiave del sesso "dai capi maschi che rubano loro anche i guadagni fatti vendendo il proprio corpo". Per il futuro la Santanché immagina "cooperative di donne" che gestiscano, sotto controllo medico e fiscale, i casini.
E su questa battaglia spera di trovare il ministro Roberto Maroni, "che ha enunciato un piano sicurezza importante", e "soprattutto le donne, di ogni schieramento politico", a partire dalle ministre del governo Berlusconi.
Le reazioni tuttavia, a parte qualche eccezione, sono freddine quando non ostili. I cattolici insorgono. "Se si aprissero le case chiuse - commenta il sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi - si aggiungerebbe semplicemente un altro segmento al variegato mondo dello sfruttamento". Il sottosegretario propone al contrario "multe" ai clienti e "sequestro dell'auto". L'azzurra Isabella Bertolini considera l'iniziativa della Santanché un "valido stimolo", ma sostiene che spetti al Parlamento "l'approvazione di una nuova legge sulla prostituzione".
Sul fronte della Chiesa arriva invece l'anatema di don Andrea Gallo: "Sono esterrefatto. Si tratta di una proposta che è contro i diritti delle persone. Altro che quote rosa, questa Santanché è più maschilista di qualunque maschilista".
Reazioni negative anche dal Pd. Di "referendum polverone" parla Livia Turco, mentre per l'ex ministro Barbara Pollastrini "la vera urgenza è combattere la prostituzione coatta", al limite "punendo i clienti". I radicali, che pure nel merito sono d'accordo con la proposta, si mostrano scettici sul referendum: "Per quanto ci riguarda - afferma Rita Bernardini - abbiamo una nostra proposta di legge in merito, che sono tre legislature che ripresentiamo".
La Santanché è comunque soddisfatta per la sua rentrée "movimentista", senza rimpianti per la corsa fallita come premier: "La mia candidatura è stato un doloroso ma necessario momento di crescita... altrimenti sarei rimasta per sempre "quella dei tacchi a spillo"".
(29 maggio 2008)