da pierodm il 03/10/2009, 8:20
In questa Italia ridotta a discutere di mignotte e di panni sporchi, di tangenti, favori, clientele, compitini congressuali, anche le galline rischiano di volare troppo in alto: e il livello dei discorsi si abbassa sempre di più.
Caro Pagheca, caro Franz, qui non è questione di scienza e tecnologia, di politica e di etica, qui è questione di uscire dalla scuola elementare, alla quale siamo ridotti dalla retorica ormai decennale della "concretezza", vale a dire della supremazia dell'ignoranza orgogliosa di sé.
Mi capita sempre più spesso di ascoltare in Tv o dal vivo, nella quotidianità, persone che si scusano di essere laureate, o quasi di arrossire se gli scappa di citare il nome di uno scrittore, un episodio della storia, un'opera d'arte, per non parlare nientedimeno che d'un "filosofo"! - fenomeno che in compenso diventa sempre più raro, dato che le citazioni nel novantacinque per cento dei casi riguardano al massimo un telegiornale.
L'astrattezza, il volo pindarico, il "massimo sistema" nasce da qui: non è l'argomento in sé ad essere troppo elevato o "filosofico", ma il non metterlo in relazione ad una data realtà.
Parlare di democrazia diretta - per esempio, ma il discorso è estensibile ad un gran numero di argomenti - in via teorica, senza tenersi ben aderenti alla nostra situazione italiana, o ad un livello diverso allo stato dell'arte della "democrazia di massa" occidentale, può essere al massimo la premessa di un discorso politico, ma non è un discorso politico.
"Essere aderenti", per altro, può significare cose diverse, anche queste distinte per gradi diversi di astrattezza.
Io, per esempio, mi guardo intorno quando mi trovo tra la gente, la ascolto parlare e ragionare, e rabbrividisco a pensare di affidare a questa gente, al questo livello di capacità di giudizio, le decisioni politiche - e anche quelle amministrative di ambito municipale, ad essere sinceri.
Per inciso, su molti argomenti personalmente non mi sento in grado di avere un'idea precisa, e pure non credo di essere né uno scemo né un ignorante o un disinformato - dice Verne nel romanzo Dalla terra alla Luna che "gli ignoranti non si limitano a non sapere, ma sanno ciò che non è, e intorno alla Luna la sapevano lunga".
E non si tratta nemmeno di onestà e di neutralità, perché la gente è spesso tanto disonesta e immersa nei suoi porchi interessi quanto possono esserlo sia le elite intellettuali, sia i rappresentanti eletti nella democrazia rappresentativa.
In un supremo cinismo, possiamo adottare la prospettiva di Montanelli, ossia aspettarci una democrazia in cui non tanto non si mangi, quanto almeno si sia capaci di stare a tavola.