annalu ha scritto:L'unica convivenza possibile tra persone con opinioni così diverse è la modestia, cioè accettare di rispettare l'altro, accettando che anche i propri punto di vista vengano messi in dubbio.
La laicità in fondo non è altro che questo: rispettare i diversi punti di vista.
Ma allora, perché per legge a me deve essere vietato di terminare la mia vita come vorrei?
In cosa questa mia "libera possibilità di scelta" nuoce a chi non la condivide, dato che nessuno lo vuole costringere a fare le mie stesse scelte?
annalu
Annalu,
purtroppo non e' cosi' semplice, e' questo che sto cercando di dire da parecchio in questo thread. Ti prego di seguire bene il mio ragionamento che non e' del tipo "noi abbiamo ragione e loro no" ma piuttosto "e' possibile trovare un'intesa?".
Tu dici "nessuno lo vuole costringere a fare le mie stesse scelte". Vediamo se le cose stanno cosi'. Consideriamo una legge che permetta, come e' stato richiesto da piu' parti, di fare un testamento biologico e di esprimere delle direttive da seguire nel caso si vada in stato vegetativo permanente.
I cattolici, o per lo meno molti di loro, guidati certamente dall'intervento del Vaticano, considerano la vita umana un valore "sacro" e al di sopra di tutti gli altri (almeno teoricamente). Questa dichiarazione, secondo molti di loro, sarebbe innanzitutto priva di valore, perche' una persona non e' in grado di esprimere li per li il suo parere, che puo' essere mutato proprio in seguito alle mutate condizioni. Effettivametne, molta gente sviluppa un grande attaccamento alla vita quando si sente a rischio. In assenza invece di questo testamento biologico si puo' supporre che la persona voglia comunque tentare ogni chance, anche se e' ridotta ad un 0.0001% di uscire dallo stato vegetativo "permanente" (che mi pare e' dichiarato tale dopo di 18 mesi).
I "secolari" (@TM), guidati certaemnte dalle loro convinzioni, dicono invece che l'alimentazione e' una terapia e che come tale oltre un certo livello diventa eccessiva e puo' essere tagliata. Certamente si basano sulla statistica secondo la quale riemergere da un coma dopo x mesi o anni e' estremamente improbabile (ma, dati alla mano, non impossibile). Inoltre, nel mio caso per esempio, pensano che le risorse sono comunque limitate, e quindi non si capisce perche' tutta questa attenzione per una vita, quando ci sono decine di persone che con gli stessi soldi per un'assistenza probabilmente priva di probabilita' di successo potrebbero essere diagnosticate in fretta e curate. Ma per costoro non ci sono gruppi di persone a manifestare con la candelina in mano. Alcuni vedono questo discorso come fumo negli occhi, quasi nazista, ma non si rendono conto che in tutti gli ospedali e in tutti i sistemi sanitari le cose vanno esattamente cosi' ogni giorno: le risorse vengono dislocate non per curare tutti, ma per massimizzare la probabilita' di salvare vite.
A questo punto, secondo me o ci si risponde l'un l'altro o si rischia di fare un dialogo come questo:
- scusa che ore sono?
- sono a Largo Argentina hai visto che tempo?
- si, mi compro una macchina nuova.
cioe' il classico dialogo tra sordi. Se pero' si ha il coraggio di parlare l'un l'altro e di affrontare, ognuno, le obiezioni altrui, ci si rende conto che in effetti c'e' unproblema di incompatibilita'. E' quello che succede in quasi tutti i casi etici che riguardano la persona umana.
Detto fra noi tra l'altro io ci andrei piano nel dire un no all'eutanasia cosi' netto. Non capisco perche', sulla base del ragionamento che fai ("perché per legge a me deve essere vietato di terminare la mia vita come vorrei?"), dovrebbe essere vietato ad una persona di fare delle scielte in totale indipendenza e ridursi a vivere come una larva, soffrendo come cani, e in piu' con un impatto micidiale su chi costoro amano e che gli vivono intorno. Come saprai in Svizzera ci sono ospedali per malati terminali dove si puo' scegliere di spegnersi volontariamente. Onestamente non vedo perche' una persona non abbia il diritto di farlo in condizioni ben precise. Penso che sia frutto di un malcelato moralismo e che, se si accetta il principio secondo il quale si ha il diritto di farsi staccare l'alimentazione in caso di stato vegetativo, si deve anche accettare di farlo in altri casi dove c'e' un diritto di scelta che non ha alcun impatto sul resto della societa'. Come vedi, le cose sono molto piu' complesse e la nostra tendenza a farci un'opinione e' a volte guidata subdolamente da aspetti molto diversi dalla logica...
Ma questo problema di "comunicazione" vale anche per tanti altri temi etici. Prendiamo l'aborto. Da un lato ci siamo "noi" (indicazione vaga ma che credo tu comprenda) che diciamo che la donna ha il diritto di decidere, in quanto "l'utero e' suo", che la legislazione per l'aborto ha limitato i casi di aborto clandestino, che un figlio che nasce in un ambiente dove non e' desiderato sara' un infelice, che un feto di poche settimane non ha un sistema nervoso sviluppato e quindi non e' un essere umano, etc. Dall'altra parte c'e' chi dice pero' che un feto, e anche un embrione, e' un essere umano in tutto e per tutto, anima inclusa, e quindi non puo' essere un terzo a decretarne la "morte". Allora si puo' assegnare un livello di importanza ad ognuno di questi aspetti e fare la somma. Problema: SE si ammette che il feto e' un essere umano, ALLORA viene fuori un livello di importanza schiacciante per l'unico argomento "loro". Effettivamente, se si assume vera la premessa, di assassinio si tratta, e NESSUNA delle argomentazioni "nostre", diciamo cosi', puo' compnesare per l'argomento di chi si opponoe all'aborto.
A questo punto non rimane che ammettere che c'e' un reale problema di incompatibilita' tra "Noi" e "Loro". Affermazioni come "la mia liberta' finisce dove comincia quella dell'altro" o "questa mia "libera possibilità di scelta non nuoce a chi non la condivide" sono rassicuranti, ma non aiutano quando si discute il caso pratico, perche' il concetto di liberta' varia a seconda di chi lo intende, e il fatto di non nuocere e' discutibile se si pensa ad una persona che e' incapace di farti sapere che ha cambiato idea... E' diverso per esempio quando si parla dell'ostilita' dei cattolici verso il matrimonio omosessuali. Li e' veramente difficile capire come una coppia omosessuale possa nuocere ad un eterosessuale o alla societa', se non si tirano fuori argomenti veramente tirati per i capelli, ma per il caso dell'alimentazione forzata, o per l'aborto, cioe' quei temi in cui c'e' di mezzo la vita di una persona, dove "vita" e "persona" sono concetti piu' vaghi di quello che sembra, mi pare veramente che tanti dotti commentatori sui giornali si limitino ad un dialogo fra sordi, in cui non si risponde realmente alle obiezioni dell'altro, una per una, ma si difendono solo le proprie.
Per questo, proprio su questo tread, ho detto piu' volte che scondo me sottovalutiamo l'incompatibilita' tra il nostro e il loro modo di pensare su tanti tanti temi. Non su tutti. Ce ne sono alcuni che sono vermaente atti di arroganza da parte della Chiesa, ma su alcuni temi, come quello di cui discuti, il problema c'e' eccome.
pagheca