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C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda franz il 29/05/2008, 10:00

Strana questa destra.
Alcuni pensano alle strade ed ai nomi piu' o meno illustri che possono essere usati per intitolarle.
Hanno forse dimenticato che durante la seconda guerra il Duce intitolo' una strada al figlio Bruno, morto in un incidente aereo nel 1941, e che la cosa genero' tutta una serie di barzellette (sotterranee, come in ogni regime) sul fatto che sotto la dicitura "VIA BRUNO MUSSOLINI" qualcuno avesse aggiunto a mano "E anche suo padre".

Altri pensano invece alle case e a come riempirle.
Non con i senzatetto ma con le prostitute (tolte apponto dalle strade, par tornare al tema).

Su Repubblica leggo:
La portavoce della Destra vuole abolire la legge Merlin
No bipartisan: sarebbe un ulteriore sfruttamento
Santanché: riaprire le case chiuse
"Facciamo subito un referendum"
Sulle strade italiane ogni anno si prostituiscono circa 70 mila donne
di FRANCESCO BEI

Santanché: riaprire le case chiuse
"Facciamo subito un referendum"


ROMA - Daniela Santanché, sparita dai radar dopo la sfortunata prova come candidato premier della Destra, è tornata. "Un ritorno - confida sulla scalinata della Cassazione - alla maniera della "Santa"... col botto!". Il "botto" è una richiesta referendaria, depositata ieri mattina insieme a un comitato promotore tutto al femminile (Storace e La Destra non c'entrano), per l'abolizione della legge Merlin e la conseguente riapertura in Italia dei bordelli. Con uno spolverino di lino ecru, collana di rubini, occhialoni neri Prada, Santanché sfida "i furbi e gli ipocriti" lanciando la sua provocazione: "A cinquant'anni dalla sua nascita la legge Merlin non può essere considerata un tabù. E' necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute".

E' consapevole che la proposta "dividerà il Paese" - viste le reazioni, largamente contrarie, lo sta già dividendo - ma tira dritto ugualmente. Anche contro il Vaticano: "Non so come si comporterà la Chiesa, è chiaro che avrà una posizione diversa, ma noi andremo avanti lo stesso". Del resto parlando con le sue amiche, prima della presentazione ai giornalisti, la pasionaria glamour pronostica l'ostilità del mondo cattolico, ma non sembra preoccuparsene troppo: "Se dovessi sempre tener conto della Chiesa non farei nulla, io per esempio non sono d'accordo con la posizione del Vaticano sugli anticoncezionali".

Dunque si parte con la raccolta firme, sulle spiagge italiane e ai concerti, per liberare le schiave del sesso "dai capi maschi che rubano loro anche i guadagni fatti vendendo il proprio corpo". Per il futuro la Santanché immagina "cooperative di donne" che gestiscano, sotto controllo medico e fiscale, i casini.

E su questa battaglia spera di trovare il ministro Roberto Maroni, "che ha enunciato un piano sicurezza importante", e "soprattutto le donne, di ogni schieramento politico", a partire dalle ministre del governo Berlusconi.

Le reazioni tuttavia, a parte qualche eccezione, sono freddine quando non ostili. I cattolici insorgono. "Se si aprissero le case chiuse - commenta il sottosegretario alla Famiglia, Carlo Giovanardi - si aggiungerebbe semplicemente un altro segmento al variegato mondo dello sfruttamento". Il sottosegretario propone al contrario "multe" ai clienti e "sequestro dell'auto". L'azzurra Isabella Bertolini considera l'iniziativa della Santanché un "valido stimolo", ma sostiene che spetti al Parlamento "l'approvazione di una nuova legge sulla prostituzione".

Sul fronte della Chiesa arriva invece l'anatema di don Andrea Gallo: "Sono esterrefatto. Si tratta di una proposta che è contro i diritti delle persone. Altro che quote rosa, questa Santanché è più maschilista di qualunque maschilista".

Reazioni negative anche dal Pd. Di "referendum polverone" parla Livia Turco, mentre per l'ex ministro Barbara Pollastrini "la vera urgenza è combattere la prostituzione coatta", al limite "punendo i clienti". I radicali, che pure nel merito sono d'accordo con la proposta, si mostrano scettici sul referendum: "Per quanto ci riguarda - afferma Rita Bernardini - abbiamo una nostra proposta di legge in merito, che sono tre legislature che ripresentiamo".

La Santanché è comunque soddisfatta per la sua rentrée "movimentista", senza rimpianti per la corsa fallita come premier: "La mia candidatura è stato un doloroso ma necessario momento di crescita... altrimenti sarei rimasta per sempre "quella dei tacchi a spillo"".

(29 maggio 2008)
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda ranvit il 29/05/2008, 10:28

Altro che maschilismo! E' solo ipocrisia all'ennesima potenza : da che esiste l'uomo....e la donna....esiste la prostituzione. Una ragione ci sarà!
Ha ragione la Santachè : riaprire le case chiuse toglierebbe dalle strade un sacco di prostitute.

Vittorio
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda annalu il 29/05/2008, 10:47

ranvit ha scritto:Altro che maschilismo! E' solo ipocrisia all'ennesima potenza : da che esiste l'uomo....e la donna....esiste la prostituzione. Una ragione ci sarà!
Ha ragione la Santachè : riaprire le case chiuse toglierebbe dalle strade un sacco di prostitute.

Vittorio



Ranvit, non sempre le frasi ripetute molto diventano vere, e che la prostituzione sia antica come l'umanità è del tutto falso.

La prostituzione compare in genere con le società patriarcali, che non sono tutte, anche se sono le più diffuse nel presente e nel passato recente, e sono appunto "maschiliste".

Il mestiere più antico del mondo è quello di madre, e le famiglie più antiche erano matrilineari, in quanto si ignorava la funzione riproduttiva del padre, e le figure maschili nella famiglia erano i fratelli della madre.

Poi, anche quella che noi chiamiamo prostituzione aveva una valenza molto diversa in diverse società, ed in alcune arrivava ad avere addirittura una valenza sacrale.

Insomma, è molto semplice generalizzare una situazione attuale considerandola universale, soprattutto se non si desidera modificarla.

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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda ranvit il 29/05/2008, 12:47

Ovviamente ognuno ha la sua idea. E anche la tesi delle antiche società matriarcali etc, a furia di ripeterla diventa quasi vera...ma è solo mitologia, non ci sono assolutamente prove nè in un senso nè nell'altro. Ci sono invece "fans" dell'una e dell'altra tesi.

Quello che so io, per certo, è che da quando si è lasciata traccia nella Storia, le puttane e i puttanieri ci sono sempre stati.
Oggigiorno poi, per strada, abbondano scene ignobili ed interi quartieri o zone delle ns città sono infrequentabili.
Abbondano uomini che cercano prostitute e prostitute che cercano uomini (per non parlare di tante donne "per bene" che si prostituiscono per diletto o per necessità e uomini "per bene" che cercano donne "per bene"). Insomma non è un problema di maschilismo e femminismo...e per quanto mi riguarda neanche di moralismo.

E comunque, in attesa, di cambiamenti epocali nel comportamento sessuale degli uomini e delle donne (che io non mi auguro...sarebbe la fine dell'umanità...), sarebbe bene intanto tenere le strade un po' piu' degne di un Paese civile.

Vittorio
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda incrociatore il 29/05/2008, 14:27

ranvit ha scritto:Ovviamente ognuno ha la sua idea. E anche la tesi delle antiche società matriarcali etc, a furia di ripeterla diventa quasi vera...ma è solo mitologia, non ci sono assolutamente prove nè in un senso nè nell'altro. Ci sono invece "fans" dell'una e dell'altra tesi.

Quello che so io, per certo, è che da quando si è lasciata traccia nella Storia, le puttane e i puttanieri ci sono sempre stati.
Oggigiorno poi, per strada, abbondano scene ignobili ed interi quartieri o zone delle ns città sono infrequentabili.
Abbondano uomini che cercano prostitute e prostitute che cercano uomini (per non parlare di tante donne "per bene" che si prostituiscono per diletto o per necessità e uomini "per bene" che cercano donne "per bene"). Insomma non è un problema di maschilismo e femminismo...e per quanto mi riguarda neanche di moralismo.

E comunque, in attesa, di cambiamenti epocali nel comportamento sessuale degli uomini e delle donne (che io non mi auguro...sarebbe la fine dell'umanità...), sarebbe bene intanto tenere le strade un po' piu' degne di un Paese civile.

Vittorio

la fotografia che fai di tanti quartieri cittadini dimostra solo che la Merlin è una delle tante Leggi non applicate, e allora come caratteristico in questo Paese da barzelletta che è l'Italia cosa si fa? si propone di abolire la Legge... fenomeni.
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda Perrynic il 29/05/2008, 15:28

franz ha scritto:Su Repubblica leggo:
[color=#800000]La portavoce della Destra vuole abolire la legge Merlin
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Sinceramente sarei d'accordo.

Si potrebbe fare una regolarizzazione come in Germania, avevo visto un servizio in televisione, dove era tutto abbastanza ben regolato.
Li le prostitute pagano anche regolarmente le tasse, se non sbaglio 30 o 60 euro al giorno, in misura fissa.

Si toglierebbe un bel giro d'affari alla malavita organizzata (o almeno una buona parte a mio avviso), oltre al fatto che ci potrebbe anche essere un miglior controllo sanitario sulle prostitute, per evitare casi di contagio.

A mio avviso ci sono più vantaggi che svantaggi.

E poi trovo ipocrita quando si parla dello svilimento della persona della donna.

La prostituzione esiste da sempre, combatterla è praticamente impossibile, quindi la miglio cosa è regolarizzarla.

Saluti Perrynic
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documentazione: la legge

Messaggioda franz il 29/05/2008, 15:52

Legge 75/58 "Legge Merlin"

Legge 20 febbraio 1958, n° 75.
Abolizione della regolamentazione della prostituzione e lotta contro lo sfruttamento della prostituzione altrui.

Capo I - Chiusura delle case di prostituzione

Art.1

E' vietato l'esercizio di case di prostituzione nel territorio dello Stato e nei territori sottoposti all'amministrazione di autorità italiane.

Art.2

Le case, i quartieri e qualsiasi altro luogo chiuso, dove si esercita la prostituzione, dichiarati locali di meretricio ai sensi dell'art. 190 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, numero 773, e delle successive modificazioni, dovranno essere chiusi entro sei mesi dall'entrata in vigore della presente legge.

Art.3

Le disposizioni contenute negli artt. 531 a 536 del Codice Penale sono sostituite dalle seguenti: "E' punito con la reclusione da due a sei anni e con la multa da lire 500.000 a lire 20.000.000, salvo in ogni caso l'applicazione dell'art. 240 del Codice penale:
1) chiunque, trascorso il termine indicato nell'art. 2, abbia la proprietà o l'esercizio, sotto qualsiasi denominazione, di una casa di prostituzione, o comunque la controlli, o diriga, o amministri, ovvero partecipi alla proprietà, esercizio, direzione o amministrazione di essa;
2) chiunque avendo la proprietà o l'amministrazione di una casa od altro locale, li conceda in locazione a scopo di esercizio di una casa di prostituzione;
3) chiunque, essendo proprietario, gerente o preposto a un albergo, casa mobiliata, pensione, spaccio di bevande, circolo, locale da ballo, o luogo di spettacolo, o loro annessi e dipendenze o qualunque locale aperto al pubblico od utilizzato dal pubblico, vi tollera abitualmente la presenza di una o più persone che, all'interno del locale stesso, si danno alla prostituzione;
4) chiunque recluti una persona al fine di farle esercitare la prostituzione, o ne agevoli a tal fine la prostituzione;
5) chiunque induca alla prostituzione una donna di età maggiore, o compia atti di lenocinio, sia personalmente in luoghi pubblici o aperti al pubblico, sia a mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità;
6) chiunque induca una persona a recarsi nel territorio di un altro Stato o comunque luogo diverso da quello della sua abituale residenza, la fine di esercitarvi la prostituzione ovvero si intrometta per agevolarne la partenza;
7) chiunque esplichi un'attività in associazioni ed organizzazioni nazionali ed estere dedite al reclutamento di persone da destinare alla prostituzione od allo sfruttamento della prostituzione, ovvero in qualsiasi forma e con qualsiasi mezzo agevoli o favorisca l'azione o gli scopi delle predette associazioni od organizzazioni;
8) chiunque in qualsiasi modo favorisca o sfrutti la prostituzione altrui. In tutti i casi previsti nel n. 3) del presente articolo alle pene in essi comminate, sarà aggiunta la perdita della licenza d'esercizio e potrà anche essere ordinata la chiusura definitiva dell'esercizio. I delitti previsti dai nn. 4) e 5), se commessi da un cittadino in territorio estero, sono punibili in quanto le convenzioni internazionali lo prevedano.

Art.4

La pena è raddoppiata:
1) se il fatto è commesso con violenza minaccia, inganno;
2) se il fatto è commesso ai danni di persona minore degli anni 21 o di persona in istato di infermità o minoranza psichica, naturale o provocata;
3) se il colpevole è un ascendente, un affine in linea retta ascendente, il marito, il fratello, o la sorella, il padre o la madre adottivi, il tutore;
4) se al colpevole la persona è stata affidata per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza, di custodia;
5) se il fatto è commesso ai danni di persone aventi rapporti di servizio domestico o d'impiego;
6) se il fatto è commesso da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni;
7) se il fatto è commesso ai danni di più persone;
7 bis) se il fatto è commesso ai danni di una persona tossicodipendente.

Art.5

Sono punite con l'arresto fino a giorni 8 e con l'ammenda di lire 10.000 le persone dell'uno e dell'altro sesso:
1) che in luogo pubblico od aperto al pubblico, invitano al libertinaggio in modo scandaloso o molesto;
2) che seguono per via le persone, invitandole con atti e parole al libertinaggio.
Le persone colte in contravvenzione alle disposizioni di cui ai nn. 1) e 2), qualora siano in possesso di regolari documenti di identificazione, non possono essere accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza.
Le persone accompagnate all'Ufficio di pubblica sicurezza per infrazioni alle disposizioni della presente legge non possono essere sottoposte a visita sanitaria. I verbali di contravvenzione saranno rimessi alla competente autorità giudiziaria.

Art.6

I colpevoli di uno dei delitti previsti dagli articoli precedenti, siano essi consumati o soltanto tentati, per un periodo variante da un minimo di due anni ad un massimo di venti, a partire dal giorno in cui avranno espiato la pena, subiranno altresì l'interdizione dai pubblici uffici, prevista dall'art. 28 del Codice penale e dall'esercizio della tutela e della curatela.

Art.7

Le autorità di pubblica sicurezza, le autorità sanitarie e qualsiasi altra autorità amministrativa non possono procedere ad alcuna forma diretta od indiretta di registrazione, neanche mediante rilascio di tessere sanitarie, di donne che esercitano o siano sospettate di esercitare la prostituzione, né obbligarle a presentarsi periodicamente ai loro uffici.
E' del pari vietato di munire dette donne di documenti speciali.

Capo II - Dei patronati ed istituti di rieducazione

Art.8

Il Ministro per l'interno provvederà, promuovendo la fondazione di speciali istituti di patronato, nonché assistendo e sussidiando quelli esistenti, che efficacemente corrispondano ai fini della presente legge, alla tutela, all'assistenza ed alla rieducazione delle donne uscenti, per effetto della presente legge, dalle case di prostituzione.
Negli istituti di patronato, come sopra previsti, potranno trovare ricovero ed assistenza, oltre alle donne uscite dalle case di prostituzione abolite nella presente legge, anche quelle altre che, pure avviate già alla prostituzione, intendano di ritornare ad onestà di vita.

Art.9

Con determinazione del Ministro per l'interno sarà provveduto all'assegnazione dei mezzi necessari per l'esercizio dell'attività degli istituti di cui nell'articolo precedente, da prelevarsi dal fondo stanziato nel bilancio dello Stato a norma della presente legge.
Alla fine di ogni anno e non oltre il 15 gennaio successivo gli istituti di patronato fondati a norma della presente legge, come gli altri istituti previsti dal precedente articolo e che godano della sovvenzione dello Stato, dovranno trasmettere un rendiconto esatto della loro attività omettendo il nome delle persone da essi accolte.
Tali istituti sono sottoposti a vigilanza e a controllo dello Stato.

Art.10

Le persone minori di anni 21 che abitualmente o totalmente traggono i loro mezzi di sussistenza dalla prostituzione saranno rimpatriate e riconsegnate alle loro famiglie, previo accertamento che queste siano disposte ad accoglierle.
Se però esse non hanno congiunti disposti ad accoglierle e che offrano sicura garanzia di moralità saranno per ordine del presidente del tribunale affidate agli istituti di patronato di cui nel precedente articolo.
A questo potrà addivenirsi anche per loro libera elezione.

Art.11

All'onere derivante al bilancio dello Stato verrà fatto fronte, per un importo di 100 milioni di lire, con le maggiori entrate previste dalla legge 9 aprile 1953, n. 248.

Capo III - Disposizioni finali e transitorie

Art.12

E' costituito un Corpo speciale femminile che gradualmente ed entro i limiti consentiti sostituirà la polizia nelle funzioni inerenti ai servizi del buon costume e della prevenzione della delinquenza minorile e della prostituzione.
Con decreto Presidenziale, su proposta del Ministro per l'interno, ne saranno determinati l'organizzazione ed il funzionamento.

Art.13

Per effetto della chiusura delle case di prostituzione presentemente autorizzata entro il termine previsto dall'art. 2, si intendono risolti di pieno diritto, senza indennità e con decorrenza immediata, i contratti di locazione relativi alle case medesime.
E' vietato ai proprietari di immobili di concludere un nuovo contratto di locazione colle persone sopra indicate.

Art.14

Tutte le obbligazioni pecuniarie contratte verso i tenutari dalle donne delle case di prostituzione si presumono determinate da causa illecita.
E' ammessa la prova contraria.

Art.15

Tutte le disposizioni contrarie alla presente legge, o comunque con essa incompatibili, sono abrogate.
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda franz il 29/05/2008, 16:36

Perrynic ha scritto:La prostituzione esiste da sempre, combatterla è praticamente impossibile, quindi la miglio cosa è regolarizzarla.

Che esista da sempre o da 10 minuti non credo sia un problema da discutere.
La prostituzione oggi non è reato (i giuristi mi correggano).
E nessuno, salvo pochi e rari i moralisti, lo chiederebbe.

È un reato invece lo sfruttamento della prostituzione (e sono d'accordo) ed il suo esercizio in case chiuse (molto meno).
In strada invece va bene? Come la mettiamo?

Non siamo uno stato etico, che reputa reato le attività che sono immorali secondo la morale dominante.
Siamo (o dovremmo essere) uno stato che regolamenta il vivere civile sulla base di principi di libertà e responsabilità individuale anche quando il comportamento risultante non ci piace. Personalmente non ho mai usufruito dei servizi di cui si parla (e non ci tengo) ma in casa penso sia meglio che in strada.
Fare una differenza mi pare sia ipocrita. Oggi ogni donna è "libera" di fare sesso con chi vuole, senza che qualcuno (prete, politico o poliziotto) possa sindacare.
Si puo' (e deve) discutere sul quel "libera" ma a ben vedere nessuno è veramente libero rispetto a lavoro che fa. Se non è "libera" la prostituta non lo è nemmeno il minatore.
Alcuni puliscono latrine pubbliche. Lavoro che qualcuno fa ed è utile (in assenza di robot) e nessuno ha mai pensato di vietarlo perché degradante.
Tutti noi, a ben vedere, vendiamo il nostro corpo, o alcune sua capacità, a persone interessate alle prestazioni fornite e ad un prezzo stabilito sulla base di mercato.
Nessuno di noi, a meno che non sia milionario, è libero dalla costrizione del lavoro.
Non tutti possono essere filosofi, poeti, politici, irdaulici, informatici, calciatori. Qualcuno è costretto a lavori meno gloriosi.
Il problema non è la valutazione morale sul lavoro svolto ma capire che se quel lavoro esiste allora c'è una domanda ed esiste una offerta.
E non è reprimendole che si risolve il problema.

Secondo studi antropologici poi sembra che la presenza, nella divisione sociale del lavoro, di donne che si dedicano alla prostitizuione sia un fattore positivo di stabilizzazione (omeostasi) sociale; di stabilizzazione familiare. Questo spiegherebbe perchè se non è il mestiere piu' antico, poco ci manca. Ricordo che anche Dawkins, il genetista che si occupa di comportamento sociale umano sulla base della teoria dei giochi e degli equilibri di Nash, ha scritto lunghi capitoli in tema nel suo "gene egoista" ed in alti suoi libri.
Il discorso diventerebbe lungo ma avendo tempo posso approfondire nei prossimi giorni.

Ma partiamo da un punto centrale. Se affrontiamo il pronlema (qualsiasi problema, a ben vedere) sul piano morale, non troviamo alcuna soluzione valida.
Possiamo vietare, deplorare, anche uccidere e bruciare come nel medioevo, ma il problema rimane.

Come dice perrynic la soluzione sta nel "regolazizzare", cercando - aggiungo - di togliere attività "borderline" dal dominio della criminalità organizzata.
Questo vale anche per le droghe e tutto quanto oggi è vietato, perché con questo vietare facciamo un immenso e crescente regalo di fatturato al crimine organizzato.

Ciao,
Franz
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda watson il 29/05/2008, 20:50

franz ha scritto:
Che esista da sempre o da 10 minuti non credo sia un problema da discutere.
[...]
È un reato invece lo sfruttamento della prostituzione (e sono d'accordo) ed il suo esercizio in case chiuse (molto meno).
In strada invece va bene? Come la mettiamo?

Non siamo uno stato etico, che reputa reato le attività che sono immorali secondo la morale dominante.
[...]
Fare una differenza mi pare sia ipocrita. Oggi ogni donna è "libera" di fare sesso con chi vuole, senza che qualcuno (prete, politico o poliziotto) possa sindacare.
Si puo' (e deve) discutere sul quel "libera" ma a ben vedere nessuno è veramente libero rispetto a lavoro che fa. Se non è "libera" la prostituta non lo è nemmeno il minatore.
[...]
Se affrontiamo il pronlema (qualsiasi problema, a ben vedere) sul piano morale, non troviamo alcuna soluzione valida.
Possiamo vietare, deplorare, anche uccidere e bruciare come nel medioevo, ma il problema rimane.

Come dice perrynic la soluzione sta nel "regolazizzare", cercando - aggiungo - di togliere attività "borderline" dal dominio della criminalità organizzata.
Questo vale anche per le droghe e tutto quanto oggi è vietato, perché con questo vietare facciamo un immenso e crescente regalo di fatturato al crimine organizzato.

Ciao,
Franz


Franz, devo dire che il tuo pragmatismo mi trova perfettamente d'accordo.
Il problema è rendere la prostituzione una scelta "libera" quanto meno dalle costrizioni di sfruttatori e malavita.
A questo scopo è ovviamente necessaria una regolamentazione, ed è altrettanto ovviamente assurdo vietare che venga praticata in alloggi; diverso è che questi alloggi siano di proprietà di qualcuno che in qualche modo sfrutta la prostituzione, e che sia un privato oppure lo stato non fa differenza.

Per questo non capisco perché una moderna regolamentazione della prostituzione debba iniziare da un referendum contro la Legge Merlin, che è stata una legge di grande rilevanza sociale per una riduzione dello sfruttamento della prostituzione ANCHE da parte dello stato, e per la rivalutazione delle PERSONE che praticano la prostituzione, in quanto persone appunto, prima di ogni altra cosa.
Penso che nessuno auspichi la reintroduzione delle "case chiuse" abrogate dalla merlin, ma forme di cooperative e simili, come avviene nel nord Europa e come propongono le associazioni delle prostitute (quelle sì libere).
watson
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Re: C'è chi pensa alle strade, chi alle case ...

Messaggioda franz il 29/05/2008, 23:22

watson ha scritto:Per questo non capisco perché una moderna regolamentazione della prostituzione debba iniziare da un referendum contro la Legge Merlin, che è stata una legge di grande rilevanza sociale per una riduzione dello sfruttamento della prostituzione ANCHE da parte dello stato, e per la rivalutazione delle PERSONE che praticano la prostituzione, in quanto persone appunto, prima di ogni altra cosa.
Penso che nessuno auspichi la reintroduzione delle "case chiuse" abrogate dalla merlin, ma forme di cooperative e simili, come avviene nel nord Europa e come propongono le associazioni delle prostitute (quelle sì libere).

Ovviamente chi non è in parlamento puo' agire solo cercando referendum abrogativi che suonino di populismo demagogico (che servono anche a farsi pubblcità)
Chi è in parlamento, invece puo' creare leggi nuove e piu' adatte alla situazione, che superino le leggi precedenti.

Ciao,
Franz
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