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Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Dall'innovazione tecnologica alla ricerca, vogliamo trattare in particolar modo i temi legati all'ambiente ed alla energia, non solo pero' con uno sguardo puramente tecnico ma anche con quello politico, piu' ampio, di respiro strategico

Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda franz il 15/08/2009, 17:54

Muore in ospedale per dolore a gamba
L'uomo era stato ricoverato a causa di un forte dolore ad un arto
Muore in ospedale per dolore a gamba
Aperta un'indagine nel Cosentino
I familiari di un 50enne hanno presentato denuncia dopo il decesso del loro congiunto in clinica ad Acri

ACRI (Cosenza) - Un uomo, Antonio Abbruzzese, di 50 anni, è morto nell'ospedale di Acri dove era stato ricoverato a causa di un forte dolore ad una gamba. I familiari di Abbruzzese - secondo quanto riportano sabato mattina da Il Quotidiano della Calabria e da La Gazzetta del Sud - hanno presentato ai carabinieri una denuncia nella quale si chiede di individuare le cause del decesso. La Procura della Repubblica di Cosenza ha disposto il sequestro della cartella clinica ed ha affidato l'incarico ad un medico legale per l'autopsia che sarà effettuata lunedì.

LA DENUNCIA - Nella denuncia ai carabinieri, la zia di Abbruzzese ha raccontato che mentre l'uomo era ricoverato nell'ospedale ha notato che le dita del piede destro erano diventate violacee. La circostanza, secondo il racconto della donna, è stata segnalata ad un medico dell'ospedale il quale, dopo alcuni accertamenti, ha rassicurato i familiari di Abbruzzese sostenendo che non c'erano problemi. Dopo alcune ore di degenza l'uomo è deceduto. Ai familiari i medici hanno riferito che il decesso era stata presumibilmente causato da un embolo probabilmente dovuto alla rottura della aorta.

15 agosto 2009
www.corriere.it


Bravissimi a discutere della sanità americana o di pillole abortive, siamo alle prese con una sanità, soprattutto al sud, totalmente inesistente.
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda pianogrande il 17/08/2009, 15:47

franz ha scritto:Muore in ospedale per dolore a gamba
L'uomo era stato ricoverato a causa di un forte dolore ad un arto
Muore in ospedale per dolore a gamba
Aperta un'indagine nel Cosentino
I familiari di un 50enne hanno presentato denuncia dopo il decesso del loro congiunto in clinica ad Acri

ACRI (Cosenza) - Un uomo, Antonio Abbruzzese, di 50 anni, è morto nell'ospedale di Acri dove era stato ricoverato a causa di un forte dolore ad una gamba. I familiari di Abbruzzese - secondo quanto riportano sabato mattina da Il Quotidiano della Calabria e da La Gazzetta del Sud - hanno presentato ai carabinieri una denuncia nella quale si chiede di individuare le cause del decesso. La Procura della Repubblica di Cosenza ha disposto il sequestro della cartella clinica ed ha affidato l'incarico ad un medico legale per l'autopsia che sarà effettuata lunedì.

LA DENUNCIA - Nella denuncia ai carabinieri, la zia di Abbruzzese ha raccontato che mentre l'uomo era ricoverato nell'ospedale ha notato che le dita del piede destro erano diventate violacee. La circostanza, secondo il racconto della donna, è stata segnalata ad un medico dell'ospedale il quale, dopo alcuni accertamenti, ha rassicurato i familiari di Abbruzzese sostenendo che non c'erano problemi. Dopo alcune ore di degenza l'uomo è deceduto. Ai familiari i medici hanno riferito che il decesso era stata presumibilmente causato da un embolo probabilmente dovuto alla rottura della aorta.

15 agosto 2009
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Bravissimi a discutere della sanità americana o di pillole abortive, siamo alle prese con una sanità, soprattutto al sud, totalmente inesistente.


Mi rifiuto sempre di capire perché un problema debba cancellarne un'altro.
Il sarcasmo sulla discussione che riguarda la sanità americana e la pillola abortiva non me lo aspettavo.
Si potrebbe fare un forum con argomenti decisi "dall'alto" e magari questo potrebbe realizzarsi anche per gli interventi.
Potrei firmare col mio nome un intervento dettato da Franz così tutto filerebbe liscio.

Partiamo dal potere delle parole (anche quello combina guai) Il termine "malasanità", per esempio, fa parte, per me, della famiglia di nomi usati per non chiamare le cose con il loro nome vero (nudo e crudo).
Questi nomi hanno più l'effetto di farla accettare una situazione che di farla respingere.
Così le bande criminali da stadio diventano "ultras" se non addirittura "tifosi".
Così il riciclaggio di stato di denaro sporco diventa "scudo fiscale" dove il cattivo è impersonato dal fisco.

Invece che di malasanità, una volta che le responsabilità siano individuate, parlerei del tale ospedale e dell'eventuale crimine che vi è stato commesso indicando i responsabili.
Tutto questo ogni volta.
Se no si rischia il craxiano tutti colpevoli ............
Ci terrei molto, però, che i responsabili venissero identificati tutti ed a tutti i livelli (compreso quello politico).
Non è tutto quì il problema.
Un miglioramento del sistema sanitario non si fa a colpi di magistratura.
Il discorso è innanzitutto politico.
Mi vengono in mente le nomine in quota CCP o SST o DDT.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda franz il 17/08/2009, 17:51

pianogrande ha scritto:Mi rifiuto sempre di capire perché un problema debba cancellarne un'altro.
Il sarcasmo sulla discussione che riguarda la sanità americana e la pillola abortiva non me lo aspettavo.

Mi rifiuto anche io di credere che il caldo possa far vacillare cosi' tanto una mente solitamente brillante da fare prendere Roma per Toma. Non dico che un tema ne cancelli un altro ma che noi siamo soliti discutere o di guai altrui, come se i nostri non ci bastassero, o dei problemi che altri (in questo caso la Chiesa) pongono sul tappeto.
Non è un problema di cancellazione quindi ma di distrazione, quindi è inutile scaldarsi, visto che già di caldo ne abbiamo abbastanza.

La sanità è un'emergenza nazionale, soprattutto al sud.
Non parlo tanto dei topi negli ospedali e delle cose che tutti sappiamo.
Parlo di persone che muoion per mala sanità.
La Chiesa qui pero', visto che non sono embrioni, non se ne occupa.
Non strilla proclami sui giornali.
Dovremmo occuparcene almeno noi.
Magari quando fa un po' più fresco, cosi' non si divaga.
Non credo che poi non usare il termine malasanità risolva il problema.
Dici che è un modo per non usare il nome vero e crido ma non hai detto quale.
In assenza di un valido ed accettato sostituto io di solito chiamo "tavolo" il "tavolo" "malasanità" la "malasanità".

Vedere la scheda di wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Malasanit%C3%A0

Per malasanità si intende una carenza generica della prestazione dei servizi professionali rispetto alle loro capacità che causa un danno al soggetto beneficiario della prestazione... Nel corso degli anni sono state molte le definizioni di malasanità, Rosenthal nel 1995 la definiva come "una evidente e dimostrata mancanza di conoscenza e/o abilità nella conduzione della pratica clinica Charles Bosk nei suoi scritti del 1986 invece ricorda quanto gli errori nei reparti di medicina cambino a seconda dell'incertezza tipica delle varie discipline. In tempi più recenti si sono sviluppati 4 concetti che devono coesistire per definire un dato evento come "malasanità": un obbligo dovuto e violato e che tale violazione ha portato danno al paziente (che può essere sia immediato che differito nel tempo).

A me non pare un termine costruito per sviare ma lo ritengo molto concreto.

Franz
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda pianogrande il 18/08/2009, 0:43

Mah!
..........................

Forse il discorso è troppo personale e difficile da trasmettere.
Per quanto riguarda la sanità e non solo, preferisco sentire, caso per caso, il nome del reato o della irregolarità o della puttanata commessa.
Faccio un altro esempio (sempre molto personale).
Quando un vile assassino viene definito "killer della mafia" mi dà l'impressione di presentarlo come un bravo dipendente che non fa altro che il suo dovere.
Lo si mette al riparo, non lo si fa sentire solo con le sue malefatte.
Una volta l'arma più efficace contro i delinquenti era l'arma sociale, il disprezzo, la vergogna!
Vuoi mettere come si senta più inserito socialmente un "killer della mafia" rispetto ad uno schifoso verme che uccide brave persone a tradimento?

o un gruppo di "ultras" rispetto ad una accozzaglia di criminali e vigliacchi che picchiano a sangue in dieci una persona inerme?
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda franz il 18/08/2009, 9:27

pianogrande ha scritto:Quando un vile assassino viene definito "killer della mafia" mi dà l'impressione di presentarlo come un bravo dipendente che non fa altro che il suo dovere.
Lo si mette al riparo, non lo si fa sentire solo con le sue malefatte.
...
o un gruppo di "ultras" rispetto ad una accozzaglia di criminali e vigliacchi che picchiano a sangue in dieci una persona inerme?

Comprendo, e concordo, cosa dici ma non trovo attinenza col tema della malasanità.
Con questo termine non ci si riferisce ai casi singoli ed emblematici che ne costituiscono l'affresco ma al malfunzionamento di un sistema nel suo complesso. Vero che ogni caso è costituito da dottori, pazienti, sanitari, direttori ma quello che emerge non sono tanto le responsabilità dei singoli, che pur ci sono, ma il sistema, l'insieme.
Comprendo che additare un difetto del sistema potrebbe anche alleviare le responsabilità dei singoli, i quali potrebbero dire: in fondo è questo il sistema in cui siamo, .... cosa possiamo fare? Ma questo personalmente non mi interessa.
Noi a livello politico, qui in un forum, credo che possiamo anche evitare di discutere di singoli casi personali, non piu' di quanto servano come casi emblematici. Piuttosto noi qui vediamo il sistema, le sue carenze strutturali.
E non solo del sistema sanitario in se, per le sue carenze, ma per come è inserito nella società, che a sua volta ha le sue.

Bene, come caso emblematico del nostro SSN, per come è (dis)organizzazo al SUD, questo è uni di quelli che fa riflettere.


LA LETTERA/ Il drammatico racconto di un padre
Ludovica, 3 mesi, morta di malasanità


"Vi voglio parlare di mia figlia"

Venerdì 14 luglio 2000 mi trovo in vacanza ad Ischia, quando alle ore 20,30 mi rendo conto che mia figlia Ludovica di 3 mesi aveva dei problemi di respirazione. Consulto telefonicamente il mio amico e collega pediatra, sono medico anche io, ed assieme decidiamo di far visitare la bambina da un pediatra dell'isola. Decido, quindi di portare la bambina all'ospedale Rizzoli di Lacco Ameno dove era di guardia una pediatra della quale, persone dell'isola mi avevano dato il nome. Nel tragitto in taxi, le condizioni della bambina peggiorano e dobbiamo farci largo con fatica nel traffico di Ischia. Al Rizzoli, la pediatra visita in modo sommario la bambina, le mette una maschera per l'ossigeno per adulti, la sottopone ad una radiografia del torace dopo la quale diagnostica una broncopolmonite. Mi guardo attorno e mi rendo conto della situazione assolutamente caotica nella quale ci troviamo, senza un minimo di attrezzature specialistiche, dalla culla, alla maschera per l'ossigeno, all'ago per la flebo, etc. Il tempo comincia a passare.

Della bambina si occupa una anestesista che l'aiuta a respirare con un respiratore per adulti. Viene disposto il trasferimento di Ludovica a Napoli con la motovedetta della Gdf. Bisogna aspettare che la motovedetta impegnata in un altro soccorso ritorni ad Ischia. La partenza è prevista per le 23. Il tempo passa.

L'anestesista continua ad assistere la bambina, predispone tutto per la partenza, si prepara lei stessa, indossa l'impermeabile: sono quasi le 23. Compare un grosso signore senza camice, con il sigaro in bocca che si aggira per la stanza del pronto soccorso dove stiamo aspettando, solo dopo molto tempo mi si presenterà come il primario della pediatria del Rizzoli. Le cose cambiano all'improvviso, l'anestesista già pronta per partire scompare, mi comunicano che il trasferimento avverrà in elicottero e non più con la motovedetta. La bambina viene sistemata in una culletta con la cappetta e non più assistita per la respirazione, tutti i medici sono al telefono per organizzare l'arrivo dell'elicottero: nessuno si occupa della bambina, il primario non la visita nemmeno. Capisco che c'è qualche divergenza tra i medici. Mi sento impotente. Chiedo il perché del cambiamento del programma dal momento che la vedetta dovrebbe essere pronta, chiedo i tempi stimati per l'arrivo dell'elicottero: nessuna risposta.

Il tempo passa, Ludovica soffre, mia moglie ed io ci guardiamo sgomenti. Al primario pediatra ed agli altri medici presenti la cosa più importante sembra essere l'elicottero. Mia figlia sotto la cappetta respira a fatica, lo sguardo spento, non ha più la forza di piangere.

Il tempo passa. Arriva l'ambulanza per il trasferimento al piazzale nel quale arriverà l'elicottero. Sull'ambulanza si rendono conto che la bombola dell'ossigeno è scarica, aspettiamo che la cambino, aspettiamo sempre. Arriviamo al piazzale, grande dispiegamento di polizia. L'elicottero non arriva.

Aspettiamo, aspettiamo scrutando il cielo. Mi dicono che l'elicottero sta arrivando da Roma, mi domando chi ha calcolato tutti i tempi di questo soccorso, con la motovedetta a quest'ora saremmo già arrivati. Il tempo passa. Mia figlia è nell'ambulanza sotto la cappetta, i medici ed il primario sono sul piazzale, parlottano con la polizia per organizzare l'atterraggio dell'elicottero, il primario dispone come le macchine della polizia debbano mettersi per illuminare il piazzale, mia figlia rimane sotto la cappetta. Da medico mi rendo conto che dovrebe essere intubata, che prima del viaggio in elicottero dovrebbe essere monitorata e stabilizzata la situazione respiratoria. Cerco di parlare con i medici ma sono troppo impegnati a coordinare l'atterraggio dell'elicottero per occuparsi di Ludovica.

Il tempo passa. Mia figlia è nell'ambulanza con mia moglie, respira sempre peggio. Finalmente arriva l'elicottero. Non è un'eliambulanza, è un elicottero della Gdf, non trasporta personale medico specializzato o attrezzature per la rianimazione della bambina. Momenti frenetici. Il frastuono dell'elicottero, il vento dello spostamento d'aria. Mi presento al comandante dell'elicottero, sono medico chiedo di salire sull'elicottero, acconsente, fa salire anche mia moglie. Due infermieri trasportano di corsa la culletta, sull'elicottero salgono un pediatra ed un anestesista, che sino ad allora non avevo visto e che non aveva visitato la bambina in precedenza.

L'elicottero decolla, mia figlia sta malissimo, cianotica, non respira quasi più, l'anestetista si agita, fa segno al pilota di fare presto, la pediatra inizia un massaggio cardiaco. Mi rendo conto che la situazione è disperata, mia moglie si dispera. Momenti eterni sospesi sul golfo. Le luci di Mergellina si avvicinano. Non possiamo atterrare al Cardarelli, mi dicono che per illuminare la pista bisogna chiedere il permesso alla prefettura e ci vorrebbe troppo tempo. Atterreremo a Capodichino per essere trasferiti al Santobono. Finalmente arriviamo a Capodichino, luci delle macchine della polizia, della Gdf, atterriamo. Manca l'ambulanza.

La bambina rimane sull'elicottero, frastuono delle pale, vento, continuano a farle il massaggio cardiaco, poliziotti e finanzieri si disperano con me per la mancanza dell'ambulanza che dicono di stare aspettando da un'ora, continuano a chiamare per radio. Finalmente arrivano due ambulanze contemporaneamente, saliamo freneticamente sulla prima: è quella sbagliata, scendiamo saliamo sulla seconda quella del Santobono con il rianimatore. La scena cambia: sembra un telefilm americano, in pochi minuti intubano la bambina, la collegano ai monitor. Ma è tardi, il rianimatore del Santobono mi guarda sconsolato, mia moglie si dispera. Partiamo per il Santobono scortati da Polizia e Gdf in una corsa frenetica, riusciamo a malapena a reggerci nelle curve della tangenziale, intanto il rianimatore continua a prendersi cura della bambina nel disperato tentativo di rianimarla. Arriviamo al Santobono, l'ascensore non arriva, corsa frenetica per le scale del rianimatore con la culletta tra le braccia. Mia figlia è in rianimazione finalmente tra mani esperte, competenti, in grado di occuparsi di lei e non di altro ma è tardi, quel tempo perso ad Ischia non può essere fermato.

Più tardi ci chiamano, non c'è speranza, chiedo di poterla battezzare, era una gioia rimandata a dopo l'estate. Ludovica è intubata, piena di monitor e di flebo, ma è ancora bella come solo un bambino di tre mesi può esserlo, l'ultimo bacio di mamma e papà. Alle otto Ludovica muore, metto la mano in tasca e trovo il suo ciucciotto.

------------

Il padre di Ludovica, che è uno psichiatra napoletano, ha presentato ieri mattina un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica. L'inchiesta sarà affidata al pool specializzato in indagini sulla Sanità.

(20 luglio 2000)
http://www.repubblica.it/online/cronaca ... schia.html


Qui abbiamo di tutto: dalla struttura sanitaria inadeguata e carente in un posto che d'estate ha 500'000 abitanti (se tu vedessi le strutture sanitarie che ci sono a nord delle alpi ogni 100'000 abitanti!) alla bombola di ossigeno scarica, al primario senza camice ma con sigaro in bocca che nemmeno visita la bambina, all'elicottero che arriva in ritardo (da Roma a Ischia, ma chi sono quegli imbecilli?) e non puo' atterrare perché senza il Prefetto (e perche' non il Presidente della Repubblica?) non si possono accendere le luci di sera. In tutto il mondo moderno gli eliccotteri atterrano sul tetto dell'ospedale ma a Napoli no, si atterra a sei km dall'ospedale. Qui c'è di tutto: malasanità, malaitalia. C'è soprattutto un morto che in situazioni ordinare in un paese civile sarebbe stato evitato.

Questo nel 2000. Come è andata a finire?
http://www.repubblica.it/online/cronaca ... zioni.html
http://www.repubblica.it/online/cronaca ... vvisi.html
Non si sa piu' nulla. Di certo l'organizzazione sanitaria è su base regionale (per me un grossolano errore: dovrebbe essere su una base ancora piu' piccola, perché le regioni sono troppo grandi) e quindi tra gli additati del caso c'era Bassolino.
Per me se invece di questo discutiamo di Pilloe abortive e sanità americana, scusate ma il sarcasmo è poco!

Ciao,
Franz
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Locri, dimessa muore il giorno dopo

Messaggioda franz il 25/08/2009, 8:22

Visitata nell'ospedale calabrese, mandata a casa, si è sentita male il mattino dopo
Aperta un'inchiesta della magistrata e dell'Asl. I parenti denunciano i medici

Locri, dimessa muore il giorno dopo
Aveva 5 anni: "E' malasanità"


LOCRI - Aveva avuto la febbre, vomito e dolori un po' dappertutto: sembrava una cosa da poco e il medico dell'ospedale aveva consigliato ai nonni di una bimba di 5 anni di somministrarle qualche medicina. Ma il giorno dopo, la bambina si è sentita male e nello stesso ospedale di Locri, che qualche ora prima l'aveva dimessa, la piccola è morta.

Abitava con i genitori in provincia di Pisa ma in questi giorni di vacanza la piccola era ospite dai nonni a Casignana, un piccolo paese vicino a Reggio Calabria. Ora sulla sua morte indagherà insieme alla magistratura una commissione di medici convocata d'urgenza dalla direzione sanitaria dell'ospedale e dall'Asl.

I familiari sono convinti che la loro bambina è stata vittima della malasanità. Saranno gli esami autoptici a far luce sulle presunte responsabilità dei medici. Secondo loro la piccola sarebbe stata vittima di una "polmonite massiva da inalazione di materiale gastrico".

Il direttore sanitario dell'Azienda sanitaria ha di diffuso un lungo comunicato nel quale riassume le ultime ore della bambina: "Nei giorni scorsi aveva avuto la febbre e, successivamente, vomito e dolori addominali diffusi. Ieri sera, la piccola è arrivata al pronto soccorso. Il pediatra, dopo averla visitata, ha consigliato una terapia sintomatica da effettuare a casa.

Durante la notte - scrive ancora l'Azienda sanitaria - la piccola non ha avuto particolari problemi. Ha dormito e si è svegliata stamattina in apparente benessere, facendo anche colazione. Le sue condizioni si sono improvvisamente aggravate nella tarda mattinata di oggi - si legge ancora nella nota - tanto che i nonni l'hanno riportata in ospedale, dove è stata ricoverata nel reparto rianimazione in gravi condizioni. Alle 18, la bambina è deceduta".

(24 agosto 2009)
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda franz il 27/08/2009, 11:46

Muore per la sala operatoria chiusa
Un paese del Nisseno in rivolta


MAZZARINO (Caltanissetta) - Dilaga la protesta a Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, dopo la a morte di un giovane che era rimasto ferito gravemente in un incidente stradale e che i medici non avevano potuto soccorrere per la chiusura della sala operatoria.

Tutti i negozi questa mattina sono rimasti chiusi e dimostranti occupano dalla notte scorsa la strada 626 Caltanissetta-Gela, dove lo svincolo di Judica e altri bivi sono stati bloccati con autovetture e trattori. A scatenare la rabbia della popolazione di Mazzarino, la vicenda di Filippo Li Gambi, 23 anni. Il giovane giovedì scorso aveva auto un incidente con la sua motocicletta e nella caduta si era tranciato una gamba. Il ragazzo era stato trasportato all'ospedale "Santo Stefano" del paese, ma i medici non avevano potuto intervenire perchè la sala operatoria era chiusa, e avevano fatto trasferire Filippo al "Sant'Elia" di Caltanissetta, dov'era deceduto subito dopo il ricovero, probabilmente a causa dell'imponente emorragia.

Ieri sera, subito dopo i funerali, il padre del ragazzo, Giovanni Li Gambi, si era incatenato nell'ospedale di Mazzarino. I suoi concittadini, solidali con lui ma allo stesso tempo indignati per il disservizio che la chiusura della sala operatoria comporta, nella notte sono scesi in piazza. La strada 626 è occupata dalla mezzanotte circa, e in mattinata i blocchi sono stati organizzati in più punti della Caltanissetta-Gela.

(27 agosto 2009)
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda franz il 31/08/2009, 16:59

Caltanissetta, 16:04
SANITA': CASO MAZZARINO, L'OSPEDALE RESTA SENZ'ACQUA

L'ospedale 'Santo Stefano' di Mazzarino, la cui attivita' e' stata prorogata dai quattro mesi dopo le proteste contro il depotenziamento seguite la scorsa settimana alla morte di un giovane ferito in un incidente stradale, e' rimasto senz'acqua potabile. Il sindaco Vincenzo D'Asaro ha inviato una nota alla societa' Caltacqua che gestisce il servizio idrico, per lamentare il mancato approvvigionamento. Il sindaco parla di "gravissimo disservizio per l'attivita' ospedaliera in grado anche di compromettere l'incolumita' igienico-sanitaria dei degenti ricoverati e di tutto il personale", ipotizza l'eventualita' di configurare una interruzione di pubblico servizio. L'amministrazione comunale ha inviato un'autobotte per sopperire almeno alle esigenze operatorie del reparto di ostetricia.

(31 August 2009)
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Muore a 11 anni per un tumore, quattro medici indagati

Messaggioda franz il 01/09/2009, 23:01

Muore a 11 anni per un tumore, quattro medici indagati
Nessuno degli specialisti consultati diagnosticò la malattia


Per circa tre anni, nonostante accusasse forti mal di testa, problemi di equilibrio e disturbi alla vista, nessuno diagnostico' a una ragazzina bolognese di 11 anni il tumore al cervello che una settimana fa l'ha uccisa. Questa la denuncia dei genitori della bambina (due impiegati quarantenni bolognesi) che hanno presentato un esposto alla
Procura di Bologna. Il Pm Enrico Cieri ha disposto l'autopsia e contestualmente avvisato quattro medici - ora indagati per l'ipotesi d'accusa di omicidio colposo (la querela e' stata depositata in luglio quando la bambina era ancora in vita e il
magistrato aveva aperto un fascicolo per lesioni gravissime, poi, dopo il decesso, la nuova imputazione) - della facolta' di nominare propri consulenti.

I medici indagati sono la pediatra che la seguiva fin dalla nascita, un otorino, un oculista e una neuropsichiatra. Tutti, tranne la pediatra, medici specialistici convenzionati con l'Ausl di Bologna e in servizio all'ospedale Sant'Orsola. In tutto
questo periodo, riferiscono i genitori, nessuno penso' di far eseguire una tac nonostante le continue sollecitazioni dei familiari dovute ai malesseri patiti dalla ragazzina. Anzi, sostengono gli avvocati Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini che
assistono i genitori, i medici liquidarono la vicenda come un tentativo della paziente di attirare l'attenzione e invitarono i familiari a non essere troppo apprensivi. La pediatra consiglio' loro di andare da uno specialista per i disturbi alla vista e all'udito e dopo qualche tempo indico' loro una neuropsichiatra.

Accertamenti che, sempre secondo l'esposto, si conclusero senza una diagnosi precisa. I disturbi continuarono e lo scorso ottobre la ragazzina, in preda a convulsioni, fu portata al pronto soccorso dell'ospedale Maggiore. Qui, dopo aver eseguito una tac, le diagnosticarono un tumore al cervello grande cinque-sei centimetri. Lo scorso 25 agosto, dopo mesi di continui ricoveri e con la mamma costretta a lasciare il lavoro per seguire la figlia, la piccola e' morta. ''La volonta' dei genitori e' fare chiarezza - chiariscono i legali - Abbiamo fiducia che l'indagine consentira' di appurare cosa e' successo ed eventuali responsabilita'''.
(01 settembre 2009)
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Re: Mentre fa noi discute di altro, si muore di malasanità

Messaggioda Iafran il 05/09/2009, 8:17

Il 17 agosto 2000 ad Acri (CS) un’altra triste storia … ancora non finita!

da http://www.micheleturano.it/

“Michele era un bambino vispo, pieno di vita ma soprattutto con una grande voglia di vivere. Il suo breve percorso terreno fu interrotto da una risposta non data. Ad una sua richiesta di aiuto e di cure non fu dato ascolto.
La sua è una delle tante storie emblematiche di ciò che viene chiamato “malasanità” che spesso non è altro che “mala-umanità”.
Ma la sua è anche una storia di giustizia negata, cosa alla quale ci siamo ormai purtroppo un po’ tutti assuefatti ...”
“... Quella mattina dunque, dopo aver preso la solita poppata, il piccolo Michele (aveva quattro mesi e mezzo) si addormenta e viene adagiato nella sua culla. Dopo un paio d'ore si sveglia emettendo però uno strano respiro, che mia sorella definì "fischio" (molto probabilmente vi era stato un rigurgito latteo). Dato che era anche cambiato il colorito del bimbo, mia sorella si precipita insieme al marito al Pronto Soccorso dell'Ospedale di Acri…”
“… Non fu ovviamente somministrato ossigeno! Non era stata incannulata una vena! Il bimbo fu semplicemente "trasportato", come lo può essere per esempio un pacco postale. Ed è alla metafora del "pacco postale" che bisogna purtroppo ancora ricorrere per quel che riguarda la consegna del bimbo al pediatra di Cosenza!
Senza mai controllare le condizioni del piccolo Michele, senza nemmeno mai dargli uno sguardo, il bimbo (sempre in braccia alla madre) fu semplicemente "dato" al pediatra, senza nessuna informazione di ordine clinico o medico, con le semplici parole:"ecco il bimbo che viene da Acri!" e nemmeno la consegna del foglio di trasporto (che è una cartella clinica a tutti gli effetti), incredibilmente vergine di qualsiasi informazione clinica, poteva essere d'aiuto al povero pediatra cosentino !
Al primo sguardo però costui espresse le sue perplessità urlando :"ma questo è un bimbo che sta morendo!!!" In effetti il bambino era bradicardico (frequenza cardiaca intorno ai 20-30 battiti al minuto), aveva le pupille midriatiche (dilatate), ed era ovviamente cianotico: tutti segni evidenti di un coma ipossico (dovuto all'asfissia), ormai in uno stato avanzato, anzi irreversibile.
Il bambino fu prima ventilato con un pallone Ambu dal pediatra e poi intubato dal rianimatore che tentò anche un massaggio cardiaco, ma ormai era troppo tardi .
Il pediatra inferocito, dopo l'exitus del bambino, chiamò il Pronto Soccorso di Acri per esprimere con parole inequivocabili tutto il "bene" che pensava dell'operato "professionale" (questo aggettivo, in questo caso, è assolutamente fuori posto!) dei colleghi acresi.
Qui termina il mio racconto per quel che riguarda lo svolgimento dei fatti …”
“… se questo racconto vi è sembrato drammatico, il nostro vissuto con la realtà giudiziaria calabrese non fu da meno!!! Abbiamo visto e sentito davvero di tutto!
In un libro recentemente pubblicato “Fine pena mai: l’ergastolo dei tuoi diritti nella giustizia italiana” in quarta di copertina, l’autore (Luigi Ferrarella) dice: “Chi pensa che farsi i fatti propri e non aver mai messo piede in un tribunale basti a non scontare l’inefficienza del sistema giudiziario italiano si sbaglia. Il crac della giustizia italiana insegue tutti i cittadini fin dentro casa e invade la loro vita quotidiana”. ..."
Chiudo riferendovi un altro fatto davvero singolare (scusate se uso spesso questo aggettivo): a Michele fu negato il funerale! Vi sembra impossibile? Eppure è vero!... non era necessario ...”
“... L’udienza per la sentenza fu molto interessante.
Il Procuratore Generale, una donna coraggiosa ed energica, fece una bellissima requisitoria: smontò pezzo per pezzo la perizia dei due CTU (usando più o meno gli argomenti che vi ho spiegato), giungendo a definirla senza mezzitermini "un escamotage per salvare i medici" (cito le sue testuali parole!).
Questa è la conclusione (adesso ve lo posso confessare!) alla quale erano arrivati tutti i miei colleghi ai quali avevo fatto leggere le carte, ma sentire pronunciare in modo così esplicito queste parole da un magistrato in un' aula di tribunale fà comunque un certo effetto!
Eppure tutto ciò non è servito a niente (non c'è peggior sordo di chi non vuole sentire) e la sentenza di assoluzione è stata comunque confermata.
E adesso? Stiamo aspettando le motivazioni di questa sentenza in modo da poter valutare un eventuale ricorso in Cassazione. Ricorso fatto comunque “per la bandiera” perché il 18 febbraio scorso sono decorsi i termini di prescrizione. Ma ricorso comunque doveroso, perché come lo affermò il Procuratore Generale nella sua requisitoria e come me lo spiegò il nostro avvocato se questa sentenza passasse in giudicato così com’è, sancirebbe in Italia, praticamente la quasi impunibilità dei reati di tipo omissivi. Tutti quei reati nei quali il danno non è provocato da una azione lesiva diretta degli imputati, ma dall’omissione di atti o gesti che avrebbero potuto evitare l’evento dannoso.
Ovviamente vi terrò informato se ci saranno ulteriori sviluppi. Vi ringrazio per la vostra attenzione!
Dott. Francesco Fusaro”
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