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Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

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Re: Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

Messaggioda trilogy il 31/05/2009, 10:15

pagheca ha scritto:ma secondo voi che cos'e' un "buffone"?

Hitler era un buffone?
Bush era un e' unae' unabuffone?
Pinochet era un buffone?
Angela Merkel o Gordon Brown sono buffoni?
In molti uomini di potere si puo' ritrovare qualche elemento da buffone, pero' vorrei ricordare che questo "buffone" in particolare ha rivoluzionato l'Italia (da Milano 2 a Canale 5, da Forza Italia ai ripetuti successi elettorali). Allora che senso ha discutere se sia un buffone o no? Chi lo vota lo vede come un superuomo che e' stato in grado di accumulare una fortuna senza pari, di conquistare il potere con un partito fondato in 3 giorni. Che senso ha interrogarsi sul fatto che sia o no un buffone secondo noi? Io ancora la devo vedere questa risata che li seppellira'. C'e' voluto sempre ben altro...

un saluto
pagheca


Penso che pagheca tocchi il senso giusto del problema. Ci dovremmo più che altro interrogare sulla differenza tra:
"ESSERE un buffone" e "FARE il buffone".
Berlusconi più che altro usa certi atteggiamenti per ottenere risultati precisi, anche se a volte la recita gli sfugge di mano. :D

a questo proposito è interessante rivedere l'analisi Financial Times:

(..)Il pericolo rappresentato da Berlusconi, prosegue l'editoriale del quotidiano finanziario, è di "svuotare i media di serio contenuto politico, rimpiazzandolo con l'intrattenimento, di demonizzare i nemici e rifiutare di accettare la legittimazione di ogni critica indipendente". Il pericolo è "mettere una fortuna al servizio della creazione di un'immagine di massa, composta da affermazioni di successi ininterrotti e sostegno di popolo". Che Berlusconi sia così dominante è "in parte colpa di una sinistra titubante, di istituzioni deboli e talvolta politicizzate, di un giornalismo spesso subalterno. Ma più di tutto è colpa di un uomo molto ricco, molto potente e sempre più spietato. Non un fascista, ma un pericolo, in primo luogo per l'Italia, e un esempio maligno per tutti".(..)

http://www.repubblica.it/2009/05/sezion ... times.html
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Re: Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

Messaggioda pagheca il 31/05/2009, 12:29

Per rispondere definitivamente al commento degli amici di Franz, penso che siano le stesse caratteristiche che rendono dittatorielli da strapazzo e demagoghi populisti estremamente popolari a determinare spesso la fine della loro parabola esistenziale. Quei caratteri che attraggono la gente, e che loro stessi tendono naturalmente ad estremizzare, dopo qualche anno cominciano a stancare. Per questo che Hitler, Mussolini, Fidel Castro ed SB hanno in comune il rischio di trasformarsi in macchiette. Il machismo e la cosiddetta spontaneita' di SB oggi sono oggi una parodia di quelli dei primi anni di potere.

Nell''elenco nel mio precedente intervento, si puo' dire che solo la Merkel e Brown non sono "buffoni", perche' sono personaggi che probabilmente non attraggono masse di supporter entusiasti, ma che fanno bene il loro lavoro.

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Re: Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

Messaggioda franz il 31/05/2009, 15:45

pagheca ha scritto:Per rispondere definitivamente al commento degli amici di Franz, penso che siano le stesse caratteristiche che rendono dittatorielli da strapazzo e demagoghi populisti estremamente popolari a determinare spesso la fine della loro parabola esistenziale.

Si, concordo.
Mancanza di semplice buon gusto, di senso dell'umorismo .... sono tutte cose che bloccano reazioni popolari ostative e favoriscono innamoramenti seguiti poi repentini crolli.
Queste pero' sono caratteristiche nazionali, al nord come al sud, forse con una eccezione in alcune regioni del centro nord (emilia e toscana) che non a caso sono quelle in cui è viva un splendida verve umoristica, ben rappresentata da Benigni e dalla schietta giovialità emiliana (e dove infatti SB ha poca presa e manco se lo filano).

Franz
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Re: Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

Messaggioda Iafran il 04/06/2009, 18:11

Eppure il nostro superman-presidente un cruccio ce l’ha, non lo svelerà mai perché lo rifiuta a livello inconscio ed è meglio che non si sappia in giro: un neo vistoso, più grande della sua figura.
Verrebbe a cadere d’importanza tutto ciò che ha costruito di materiale e di immateriale.

Non si tratta del suo insuccesso con le scandinave, né di quello con gli “abbronzati” di ogni dove e religione; né le preoccupazioni per il caso Mills, per il caso Noemi, men che mai per la Giunta siciliana, né per le migliaia di cause (truffa, falso in bilancio, falsa testimonianza, tangenti, frode fiscale, corruzione ecc. ecc.) ordite da questa Magistratura, né per il mancato scudetto del Milan o per la cessione svalutata di Kakà, né per gli impegni del G8 o per quelli più impellenti relativi alla ricostruzione dell’Abruzzo e neppure per le trame della sinistra italiana con la stampa estera, né per una sempre possibile scoppola elettorale (nonostante i pareri dei suoi sondaggisti e lacchè).

Si tratta di qualcosa d’altro, che lo ferisce nell’amor proprio: non è stato per niente l’innovatore che vuol far credere.
C’è stato un altro che lo ha anticipato in quello che è il suo capolavoro: non è stato lui che ha fatto il solco iniziale nella trasformazione del modo di fare politica in Italia.

A Cesare quel che è di Cesare.
A … Cito quel che è di Cito. A berlusca quel che ha “appreso” da Cito.

Cito Giancarlo, infatti, fu il primo che pensò di servirsi della TV per fare politica.
Egli era proprietario della Antenna Taranto 6 e, attraverso questa emittente (AT6), denunciò costantemente “la gestione amministrativa del centro sinistra”, tanto che, già dal 1992 (un anno prima di berlusca), fondò un suo partito televisivo, l’AT6-Lega d'Azione Meridionale, con il quale fu eletto, con ampi consensi, sindaco di Taranto.

Altro che sicurezza per le strade cittadine, Cito fu il primo sindaco d'Italia a dotare i vigili urbani di manganello. Probabilmente, fu anche quello che gestiva gli ultras degli spalti calcistici prima del berlusca (non ci sono date ufficiali a riguardo), certo è che anche Cito intuì che ripagava consensi la commistione fra il mondo degli ultras di calcio con il mondo politico, e così divenne presidente del Taranto Calcio, per essere visibilmente e tangibilmente uno di loro, uno degli spalti.

A livello di iniziative clamorose il tarantino ha un buon palmares:
- nel maggio del 1996 capeggiò la "Marcia su Mantova" contro la Lega Nord;
- il 15 settembre dello stesso anno, manifestò a Chioggia (nella quale lo stesso Cito rimase contuso durante gli scontri con le forze dell'ordine);
- nelle elezioni amministrative del 1997 si candidò a Sindaco di Milano, risultando quinto su 15 candidati.

E, quanto alle doti fisiche?
“Der Spiegel”, nel numero 11, 2009, ci ha fatto sapere che “il suo medico personale Umberto Scapagnini definì già Berlusconi come “tecnicamente pressoché immortale”: “Il suo fisico e la sua mente hanno dimostrato una forza di resistenza davvero sovrumana. Lui è geneticamente fuori dall’ordinario.”
Giancarlo Cito da parte sua è cintura nera 2° dan di judo e 1° dan di kendo, poi pratica lo yoga ed è campione di fondo di nuoto (ha fatto quasi una maratona di nuoto nel Golfo di Taranto). La sfida, che ha lanciato a tutti i parlamentari italiani di fare altrettanto, attende tuttora di essere raccolta.

Anche se berlusca fosse un campione di sport estremi, nei confronti delle performance di Cito farebbe la figura di un’educanda.
Questo lui lo sa e se ne turba.
Se riconoscesse i suoi limiti … dormirebbe più di due ore a notte e … lavorerebbe meglio di giorno … per la felicità di tutti.
Il vero “fetentone” è l’altro, sempre.
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Iafran
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Re: Gli italiani ed il loro inesistente senso dell'umorismo

Messaggioda mauri il 05/06/2009, 9:43

l'amore-odio alla fine premia il pàpi

all'uscita dallo sgabuzzino a qualcuno di noi sorgarà un dubbio
"oddio non avrò per caso votato il pàpi?"
buona giornata, mauri
mauri
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