da Iafran il 12/05/2009, 22:34
Anch’io mi associo ai tanti che devono “aver problemi se sognano in concreto l’unione delle diverse anime e sensibilità”.
Pensare di fare a meno di questa unione renderebbe più facile il governo di un popolo con una miriade di esigenze e di problemi? Si riuscirebbe, probabilmente, solo pensando e concretizzando un appiattimento delle differenze dei cittadini sotto tutti gli aspetti (culturali, economici, sociali, ecc.).
Non penso che esistano “formule schematiche” che possano realizzare quello che ranvit si augura, anche per conto nostro.
In un altro mio post, stimolato da Carlo Gualtieri, riportavo che tempo fa (per qualcuno, saprebbe di arcaico) si adoperava il termine “contaminazione” per “auspicare il superamento degli steccati ideologici della nostra classe politica al fine di arrivare ad una condivisione di impegni e di obiettivi” di tutte le forze politiche (che in Italia crescono di numero come le piantine di prezzemolo in un vaso) per rispondere nel modo ottimale alle richieste dei cittadini ed alle nuove problematiche sociali che si vanno ad aggiungere nel tempo.
Ritenevo, così, che il progetto di Prodi, "l'Ulivo", poteva collocare la sua "origine" proprio in quel periodo.
E’ possibile che ognuno, tuttora, pensa di avere la verità in tasca, unica, totalizzante e agli altri non rimane che accoglierla?
E come scegliere la migliore? Ci si affiderebbe, poi, all’esito elettorale?
Ma ciò, non è quello che vuol far credere (lo devo nominare per forza) Berlusconi, con i sondaggi che spiattella ad ogni occasione?
Ma anche lo stesso bipartitismo non potrebbe fare a meno di conciliare “i sogni dei tantissimi elettori” che voterebbero o di qua o di là.
E, i voltagabbana avrebbero vita più dura?
“I sogni” dei cittadini, allora, non dovrebbero mai venir meno se si vuole migliorare lo stato del benessere civile.