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Per un buon 25 aprile

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

Per un buon 25 aprile

Messaggioda franz il 25/04/2009, 10:20

Quando una scelta non vale l'altra
pagine della guerra di Liberazione

Mario Dal Pra e la disputa sull'8 settembre e i militari italiani
di MATTEO TONELLI

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Quando una scelta non vale l'altra pagine della guerra di Liberazione

ROMA - "Si è messo a gridare che le scelte si equivalevano, io partigiano e lui repubblichino. Tutti e due cambattevamo per gli ideali. Gli ho detto: puoi girarla come vuoi, tanto la ragione resta ragione e il torto resta torto e la storia non la raccontano i vincitori ma semplicemente chi ha buona memoria". Basterebbe questo per dare il senso di "I nostri occhi sporchi di terra" di Dario Buzzolan (Baldini e Castoldi. 303 pagine. euro 17,50). Un romanzo che parla di uomini che hanno saputo scegliere, di prezzi da pagare. E di valori che non scoloriscono con il tempo.

La guerra è appena finita. E' il 1954, l'Italia è libera ma la scia di sangue non si arresta. Quarant'anni dopo, una figlia vede sparire suo padre Davide. Si pensa a un suicidio ma non è così. La ricerca svela una storia fatta di rancori. Di storie private che si intrecciano con quelle pubbliche. Davide è accusato di aver ucciso un repubblichino dopo la fine della guerra, per pura vendetta personale. Torna la guerra partigiana, l'odio, la morte, la delusione nel vedere, a fine guerra, che chi massacrava e torturava veniva amnistiato. E più tardi avvertire sulla pelle quel senso di messa in discussione delle scelte "obbligate" fatte quarant'anni prima. Eppoi l'amore per una donna che tiene insieme la storia. Parte così il percorso della ragazza che oscilla tra il presente e il passato. Alla fine troverà il padre. E anche la risposta alla domanda se può esistere un mondo migliore.

Sabbia negli ingranaggi. Piccoli gesti anonimi ma decisivi. Perché la guerra di Liberazione si è combattuta anche così. Non solo imbracciando un mitra ma anche minando, dall'interno, l'ingranaggio degli occupanti. Dagli archivi di Oreste Lisandri, Cristiano Armati ha tratto "Il libretto rosso dei partigiani" (Purple Press. 119 pagine. euro 9,9). Un invito al sabotaggio e alla resistenza passiva diffuso a Roma. Minuziose istruzioni, celate dalla copertina dell'orario dei treni, per operai, ingegneri, agricoltori, meccanici. Qualche esempio: "Se cade una bomba vicino alla fabbrica approfittatene per rompere le macchine"; "sbagliate la velocità delle macchine, non mettete olio lubrificante", "fate saltare le turbine aumentando il flusso d'aria nel condensatore". Ed ancora i trasporti. Ferrovie in primis: "Uno dei mezzi migliori per frenare lo sforzo di guerra tedesco consiste nell'applicare alla lettera i regolamenti. Limitare la velocità, andare al passo". Pagine che indicano minuziosamente una strada. Che per essere percorsa aveva bisogno quello che nessuno manuale avrebbe mai potuto dare: il coraggio.

Era il 1974 quando Mario Dal Pra, filosofo, dirigente del Partito d'Azione e membro del Comitato di Liberazione Nazionale, vide pubblicato "La guerra partigiana in Italia. Settembre 1943-Maggio 1944 (Giunti, pagine 336, euro 14,50,). Un libro che somma memorie e testimonianze raccolte dopo le elezioni del 1948. Mettendo una dietro l'altra le relazioni dei partigiani combattenti consegnate al Cnl. Un'opera che non piacque a Raffarele Cadorna, comandante in capo del Corpo volontari della libertà, indispettito per come Del Pra aveva accusato di disfattismo le alte gerachie dell'esercito. Ed è questo il senso delle note polemiche che Cadorna aggiunge di suo pugno al libro. Che in una frase di Dal Pra, scolpisce il senso stesso della guerra di Liberazione. Quell'unione di forze diverse, sia quelle antifasciste "già selezionate durante la lotta nascosta contro il fascismo prima e dopo il 25 luglio", sia le altre "non coincidenti con quelle antifasciste". Dall'unione di questi sforzi "nacque la guerra partigiana in Italia". E questa fu la sua grandezza.

(24 aprile 2009)
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Re: Per un buon 25 aprile

Messaggioda pierodm il 26/04/2009, 12:19

A proposito di Liberazione.
Per quello che vale, io mi dissocio da quello che scrive oggi Scalfari sulla Repubblica, e mi rifiuto di farmi prendere per il culo dalla "conversione" di Berlusconi.
Non perché penso che Berlusconi non creda a quello che ha detto - niente di così eccezionale, comunque - dato che il personaggio dice qualunque cosa gli conviene in quel momento, e ci crede anche.
Quel fazzoletto da partigiano al collo è niente di più e niente di meno che una scenetta da Bagaglino.
Punto.
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Re: Per un buon 25 aprile

Messaggioda Rosario Amico Roxas il 26/04/2009, 12:20

Assopigliatutto ha colpito ancora Rosario Amico Roxas

Ieri, 25 aprile 2009, il popolo italiano ha commemorato l’ultima “Ricorrenza della Liberazione”; da oggi non è più una “ricorrenza” che ci ricorda le atrocità del nazifascismo, ma diventa una “Festa” : la “Festa della Libertà” da assimilare al “Popolo della Libertà”.
Così il partito del predellino ha la sua festa, sottratta agli italiani, come fu sottratto l’incitamento alla nazionale di calcio “Forza Italia”.
Diventa un partito “completo, con la sua festa e il suo inno “Meno male che Silvio c’è”, pronto a sostituirsi all'inno nazionale; promotore di una nuova unità nazionale sotto lo scettro del leader unico, con un pensiero unico, nessuna ideologia perché questa impone un’idea, che non deve esistere, perché esiste quella del capo.
Non più identità diverse “biancheggianti sul pendio come branco di pecore pascenti”, ma un gregge unico, radunato agli ordini del pastore unico, aiutato dai suoi “cani da mandria”, ubbidienti e fedeli, altrimenti non mangiano.
Nel suo discorso alla nazione, il cavaliere non ha pronunciato neanche una volta il termine “Liberazione”, sostituito con “Festa della libertà” con chiara e ricercata assonanza.
Unità nazionale in nome di una rinnovata italianità ???
No !
Unità in nome di un accettato berlusconismo universale che guarda al presente e all'immediato futuro con lo sfondo del colle... c'è pronto anche lo slogan "Dopo di me il diluvio".
Una festa come la Festa del papà, o della mamma, oppure degli innamorati; magari come la “Festa del mandorlo in fiore” di Agrigento, quando si coniugano due stagioni, quella autunno-invernale con l’uva ancora sui tralci, con la nascente primavera che fa fiorire il mandorlo. Ma c’è anche la Festa del fungo porcino, quella della porchetta o della amatriciana; c’è la festa del pesce azzurro o del maiale dei Nebrodi… nessuno accetterebbe di commemorare una “Liberazione del papà, o della mamma o degli innamorati” né tanto meno del pesce azzurro o del maiale dei Nebrodi, ma una Festa sì; siamo o non siamo un popolo di festaioli ???
Lo capirono anche gli antichi romani che elargivano panem et circenses
Rosario Amico Roxas
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Re: Per un buon 25 aprile

Messaggioda lucameni il 26/04/2009, 14:22

Premesso l'ovvio, ovvero che Berlusconi, se gli facesse comodo, sarebbe pronto a diventare leader di un partito di estrema sinistra, trovo ancora peggiore l'intervista a Violante sul Corriere, dove si parla del nostro premier quale uomo con senso dello stato.
Mi chiedo: a quale posto aspira Violante? Cosa spera di ottenere?
Detto questo, la misura è colma.
A fronte di un PD che non riesce ad essere nulla, non opposizione propositiva e nemmeno un partito con l'istinto dell'inciucio alle spalle, ho deciso che non lo voterò.
Mi ci voleva poco per decidermi ma Violante va ringraziato per avermi convinto definitivamente.
"D' Alema rischia di passare alla storia come il piu' accreditato rivale di Guglielmo il Taciturno" (I. Montanelli, 1994)
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Re: Per un buon 25 aprile

Messaggioda Stefano'62 il 26/04/2009, 15:51

Mi associo a coloro che diffidano e che non sono affatto disposti a vedere positivamente la presenza di berlusconi sulle tribune del 25 aprile.
Non che non fosse doverosa la sua presenza,ma sarebbe stato diverso se lo avesse fatto fin dall'inizio.
Fatta ora e in questo modo puzza solamente di voglia di rifarsi il maquillage in vista della candidatura al Colle.
Ma come,questo arriva per ultimo e pretende di appropriarsi di qualcosa cui è sempre stato estraneo,e vuole anche cambiargli il nome ?
Non mi hanno nemmeno convinto i suoi discorsi,che invece Scalfari considera positivi (in un articolo che per il resto ho apprezzato).
Berlusconi ha infatti definito (ho sentito in tv) la repubblica di salò come la parte perdente,quando invece il termine giusto è la parte sbagliata,quella criminale,quella che aveva torto marcio.
Una cosa è il rispetto per una persona defunta,un'altra è la rivalutazione delle sue motivazioni che di nobile non avevano nulla.

Ciao
Stefano'62
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Re: Per un buon 25 aprile

Messaggioda pinopic1 il 26/04/2009, 16:10

Siamo fortunati a vivere in questo periodo storico perché possiamo seguire in diretta le mirabolanti imprese del più grande statista di tutti i tempi. I nostri discendenti dovranno accontentarsi di leggerle sui libri di storia. Ci siamo persi Giulio Cesare e Napoleone, Alessandro il grande e Carlo Magno, anche Gengis Khan, Hitler e Mussolini, abbiamo sfiorato Stalin, ma il Berlusca lo abbiamo centrato in pieno.
"Un governo così grande da darti tutto quello che vuoi è anche abbastanza grande da toglierti tutto quello che hai" (Chiunque l'abbia detto per primo)
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"Ritiro la legge sui partigiani"

Messaggioda ranvit il 26/04/2009, 20:54

Il premier risponde a Franceschini che lo aveva sfidato
"Non si possono equiparare repubblichini e combattenti per la democrazia"
Berlusconi apre su Salò "Ritiro la legge sui partigiani"
E già si scalda il fronte del Primo maggio: "Festa di tutti"

UDINE - Archiviata la pratica 25 aprile, l'asticella della politica si alza di un'altra tacca: la Repubblica di Salò. Dario Franceshini chiede al Pdl di ritirare la proposta di legge che vorrebbe l'equiparazione tra repubblichini e partigiani. E per il secondo giorno consecutivo Silvio Berlusconi lancia un messaggio politico inequivocabile: sarà fatto. "Non sapevamo che fosse stato presentato questo disegno di legge che sarà certamente ritirato".

Parlando da Udine Franceschini, durante una sosta del Treno per l'Europa prima ribadisce di aver apprezzato quanto detto ieri dal presidente del Consiglio ("la lotta al nazismo fu il valore fondante dell'Italia, no all'equidistanza fra partigiani e fascisti"), ma ha chiesto fatti: "E' inaccettabile voler equiparare chi lottò e morì per la democrazia a quelli che combatterono dalla parte sbagliata. Mi aspetto che domani il Pdl ritiri la proposta di legge".

Una cosa, ha ripetuto il leader del Pd, "è il rispetto e la pietà umana per i caduti di tutte le guerre, un'altra cosa è l'equiparazione. In quella guerra c'era chi era dalla parte sbagliata, insieme al nazismo e al fascismo, e c'erano i partigiani che stavano dalla parte giusta, insieme agli alleati, per restituire all'Italia libertà e democrazia".

Insomma, lo scontro politico a colpi di memoria storica tra passato condiviso e revisionismo va avanti. Fino all'intervento di Berlusconi che ha smentito anche due suoi colonnelli che avevano accusato Franceschini di voler strumentalizzare una proposta di legge non ispirata dalla maggioranza e dal governo. La legge che vorrebbe un'equiparazione di repubblichini e partigiani è frutto, avevano detto in una nota il capogruppo Pdl Cicchitto e il vice Bocchino "di un'iniziativa bipartisan, tant'è che registrò la firma di una serie di parlamentari, non solo del Pdl ma anche del Pd".

Ma c'è un altro fronte che si apre in questi giorni e ancora una volta riguarda la memoria: la festa del Primo maggio. Dice ancora Franceschini: "E' la festa di tutti i lavoratori - dice - non è né di Tizio né di Caio, né lo sarà mai". La palla è di nuovo nell'altro campo.
(26 aprile 2009)
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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