Caso intercettazioni, il leader dell'Italia dei valori attacca a testa bassa il premier
Sarebbero 8.400 le telefonate trascritte e agli atti del processo a Saccà
Di Pietro: "Abbiamo un capo
del governo che fa il magnaccia"
ROMA - Negli atti del processo napoletano ad Agostino Saccà ci sono 8.400 intercettazioni, i protagonisti sono non solo il premier ma anche altri politici e nomi che pesano e il contenuto è, si dice, ad alto contenuto erotico. Ecco, fatta questa premessa, si posono capire alcune cose. Ad esempio la dichiarazione di questa mattina di Antonio Di Pietro che, tra una trebbiatura e l'altra in quel di Montenero di Bisaccia, ha fatto una conferenza stampa per dire, tra le altre cose: "Le intercettazioni che loro vogliono limitare ci fanno vedere un capo del governo che fa un lavoro più da magnaccia, impegnato a piazzare le veline che parlavano troppo".
Forse l'ex pm sa di più e meglio circa le indiscrezioni che girano a Montecitorio e dintorni sulle centinaia di telefonate a contenuto bollente. Di certo la questione preoccupa non poco "Libero", quotidiano notoriamente vicino al premier, che da due giorni titola su quello che ha ribattezzato "il caso gnocca" mettendo le mani avanti: sta roba deve stare lontana dalla politica e guai se sono usate per provocare cataclismi e crisi politiche.
In effetti l'immagine di un premier impegnato a piazzare veline non sarebbe edificante per un paese che vorrebbe essere la settima o ottava potenza economica mondiale. In Inghilterra e Stati Uniti primi ministri, politici e candidati alla Casa Bianca si sono dimessi per molto meno.
Berlusconi questo lo sa e ingorgo parlamentare a parte - troppi decreti e provvedimenti già assegnati all'esame dell'aula prima della pausa estiva - farà di tutto per accellerare l'approvazione del ddl che limita il ricorso alle intercettazioni e ne vieta la pubblicazione. Ma lo sa anche il Pd visto che sia Veltroni che Minniti ieri si sono affrettati a dire che i brani delle telefonate stianmo lontane dai giornali.
(28 giugno 2008)