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vendo oro

Discussioni e proposte, prospettive e strategie per il Paese

vendo oro

Messaggioda trilogy il 11/02/2019, 8:39

Vendere le riserve auree per pagare la spesa corrente, allucinante :o

Usare l’oro della Banca d’Italia, la tentazione di Lega e M5S
Il governo punta a mettere le mani sulle riserve auree per evitare la manovra correttiva. Tria: l’indipendenza va difesa


ilario lombardo
roma

C’è un video che gira dal 2014 e che immortala la deputata del M5S Carla Ruocco durante un’audizione in commissione alla Camera mentre chiede a Ignazio Visco: «Dov’è finito l’oro della Banca d’Italia?». Il governatore non sa cosa rispondere e imbarazzato per la domanda ride prima di replicare l’ovvio: «E’ in Banca d’Italia», aggiungendo: «La Banca è un’istituzione seria». A Visco quello scambio di battute che gli sarà parso quantomeno strambo è quasi certamente tornato in mente in questi giorni di fronte all'insistente indiscrezione che rimbalza da ambienti finanziari e che spiegherebbe una delle ragioni dell’assalto del governo ai vertici di Via Nazionale. L’idea dei gialloverdi sarebbe quella di usare una parte delle riserve auree per dirottarle sulla spesa, evitando così una manovra correttiva e l’aumento dell’Iva nella legge di Bilancio del prossimo anno, esito che nell’esecutivo cominciano a considerare scontato se la crescita continuerà a essere così rallentata.

A rafforzare i timori che siano queste le intenzioni dei grillo-leghisti sono due elementi apparsi negli ultimi mesi, in piena sessione di Bilancio, e tornati prepotentemente all’attenzione in queste ore. Un post nel Blog personale di Beppe Grillo e una legge firmata dall’economista no-euro, presidente della commissione Bilancio della Camera in quota Lega, Claudio Borghi. Entrambi sono finiti sulla scrivania del governatore e del direttore generale di Bankitalia.
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Partiamo dal primo. È il 9 settembre 2018, Grillo pubblica un articolo a firma Gabriele Gattozzi, che dal sito personale risulta essere docente all’Università della Terza età di Trento. Con tanto di tabelle, spiega che la Banca d’Italia è la terza detentrice di riserve auree al mondo, dopo la Federal Reserve statunitense e la Bundesbank tedesca (quarta, se si considera anche il Fondo monetario internazionale). Al netto del trasferimento di 141 tonnellate alla Banca centrale europea, è pari a 2.452 tonnellate (metriche). Prevalentemente sono lingotti (95 mila), il resto monete. Gli altri Paesi europei, dice il post di Grillo, hanno venduto dal 20% al 60% del loro oro.

E l’Italia? «Non ha venduto nemmeno un grammo di metallo prezioso. Perché?». Potrebbe farlo, continua l’articolo, «nel corso di un eventuale CBGA giunto alla quinta edizione (è il Central Bank Gold Agreement, che disciplina la vendita dell’oro delle banche centrali, di durata quinquennale, ndr) che potrebbe partire già dal quarto trimestre del 2019 sulla base del prezzo di mercato odierno di 33,34 Euro/grammo». Una scadenza con un tempismo perfetto. Perché darebbe una mano in vista della prossima manovra. «Sarebbe una misura una tantum quinquennale ma che potrebbe permetterci di tirare il fiato e fornire una copertura extra budget – senza sforare gli stringenti parametri comunitari – da destinare a provvedimenti urgenti e non rimandabili. Ma soprattutto consentirebbe di porre finalmente un termine a questa fastidiosa litania sul fatto che “non ci sono i soldi». Sono stati calcolati circa 16-20 miliardi di introiti, poco meno di quello che serve per sterilizzare l’Iva. Più che il fiato il governo tirerebbe un sospiro di sollievo. Che l’idea sia condivisa tra i due partiti di maggioranza lo prova che due mesi dopo il post di Grillo, il leghista Borghi ha depositato una proposta di legge sull’oro posto a garanzia dalla Banca quando l’Italia aveva una sua moneta sovrana che lo porrebbe sotto la diretta proprietà dello Stato.

Fantafinanziaria? Non proprio, almeno a sentire le fonti politiche e tecniche del Tesoro che intrecciano la vicenda dell’oro al braccio di ferro scatenato dal M5S sulla riconferma di Luigi Federico Signorini a vice-direttore generale, colpevole per i grillini di aver criticato il reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni, Quota 100, e di non aver vigilato abbastanza sulle ultime crisi bancarie. Una sostituzione coatta che secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria sarebbe la prova di un’invasione della politica nelle prerogative del governatore e che minerebbe il principio fondante dell’Istituto di vigilanza: l’indipendenza. «Va difesa» ha ribadito ieri Tria in risposta agli attacchi ripetuti di Di Maio e di Matteo Salvini. Il premier Giuseppe Conte, a cui secondo le procedure spetta la delibera sulla base dell’indicazione del numero uno di Palazzo Koch, non ha ancora deciso.

E mentre il Quirinale tace, ansioso di capire se Conte si farà trascinare dalle convinzioni politiche dei suoi vice, il M5S è in fortissimo pressing sul premier e Di Maio dà per scontata la decisione: «Conte non può opporsi, è espressione del M5S e presidente del Consiglio di un governo politico. Sa bene che Signorini rappresenta la continuità». Cioè i grillini sono certi che Conte è pronto a sfidare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che dovrà firmare il decreto di nomina. Anzi, il premier lo avrebbe già fatto spiegando al Capo dello Stato che la politica vuole questo: la testa di Signorini, un cambio interno per dare un segnale di discontinuità, chiunque sia il sostituto.

fonte: https://www.lastampa.it/2019/02/11/econ ... agina.html
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Re: vendo oro

Messaggioda franz il 11/02/2019, 9:57

trilogy ha scritto:Vendere le riserve auree per pagare la spesa corrente, allucinante :o

Se non sbaglio, le riserve auree ora sono a (parziale) garanzia del debito pubblico.
Nel senso che nessuno ti presta niente se non hai un minimo di garanzie.

C'è anche da dire che il solo annuncio che l'Italia sarebbe intenzinata a vendere un certo numero di tonnellate d'oro, ne farebbe abbassare il prezzo. O sbaglio?
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Re: vendo oro

Messaggioda trilogy il 11/02/2019, 11:05

Si, questi annunci impattano sul prezzo dell'oro, anche se sono state introdotte regole internazionali per concordare le vendite tra banche centrali ed evitare un eccesso di offerta. L'aspetto critico è che si pensa di vendere oro per tappare l'enorme buco di bilancio che si prospetta per il 2020, si coprono maggiori spese ricorrenti (pensioni, reddito di cittadinanza) con entrate straordinarie, una follia finanziaria. L'immagine che arriva sui mercati, è quella di un paese alla canna del gas.
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Re: vendo oro

Messaggioda franz il 11/02/2019, 13:48

Il fatto che un governo chieda oggi soldi in prestito, da chi li ha, implica la fiducia negli investitori sulla capacità del sistema paese di poter rendere il prestito tra "n" anni con PIL futuro.

Se lo stato si mette a vendere i gioielli di famiglia allora lui è il primo a dubitare di essere capace di produrre PIL tra 10 o 30 anni. Questo i mercati lo capiscono e non possono che preoccuparsi, allarmarsi.

Lo stesso vale se lo stato dovesse mettere le mani nel risparmio privato dei cittadini. Sarebbe un segnale che siamo alla frutta come capacità di produrre domani abbastanza PIL da poter rendere i prestiti.

Qualcuno afferma che potrebbe essere giusto vendere oro per ridurre il debito. Non credo che sia giusto.
Potrebbe esserlo se vendendo metà delle riserve si potesse dimezzare il debito. Ma non è così.

L'unico utilizzo della vendita parziale di oro che vedo possibile è per finanziare investimenti importanti e produttivi. Per dire: la TAV Torino-Lione. Qui l'importo X creerebbe un valore aggiunto, introducendo innovazione nel sistema dei trasporti. Ci sarebbe una certa leva per cui l'attuale valore dell'oro creerebbe un domani un ritorno superiore.

In ogni caso non è certo a questi usi che i rossobrunati stanno pensando.
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Re: vendo oro

Messaggioda franz il 11/02/2019, 15:03

Oro di Bankitalia, ecco perché le riserve non si possono usare
–di Davide Colombo 11 febbraio 2019

Di tanto in tanto le riserve auree della Banca d’Italia tornano sotto i riflettori e accendono tutte le suggestioni tipiche che solo il metallo giallo, da sempre, sa suscitare. Quanto valgono, dove sono, a che cosa servono, di chi sono veramente? E si possono vendere per finanziare lo Stato?
Tante domande, tutte interessate naturalmente, per capire se e come sia mai possibile utilizzare quell’asset per dare vita a una qualche operazione di politica economica nazionale o europea. Ultima in ordine di tempo è la proposta del leghista Claudio Borghi che chiede una norma di interpretazione autentica sulla proprietà delle riserve auree di Bankitalia.


I DOSSIER 09 febbraio 2019
Il governo contro Bankitalia: dal taglio alle stime di crescita alle “porte girevoli”, le ultime tensioni
Un valore pari a circa 85,3 miliardi
Per proporre una sintetica risposta ai tanti perché sulle riserve auree partiamo dall’ultimo Bilancio 2017 di Bankitalia, approvato nel marzo scorso, per dire che stiamo parlando di un valore pari a circa 85,3 miliardi di euro (erano 87 miliardi ai prezzi di mercato di fine 2016), poco più del 9% del totale dell’attivo, salito lo scorso anno a 931 miliardi (+20%) soprattutto in virtù dell’incremento del portafoglio titoli generato dalla politica monetaria espansiva decisa dalla Bce.


I vincoli dell’Eurosistema
La gestione di queste riserve è vincolata dal rispetto dell’articolo 31 dello Statuto dell'Eurosistema e contribuisce alla «solidità patrimoniale della Banca a fronte dei rischi cui questa è esposta nello svolgimento delle sue attività istituzionali» come si legge nelle numerose note sul tema pubblicate sul sito web di Via Nazionale. Non solo. La loro gestione è sottoposta al divieto di finanziamento monetario previsto dall’articolo 123 del Trattato Ue. Insomma le riserve sono un baluardo a difesa delle crisi valutarie e contro il rischio sovrano, servono per rafforzare la fiducia nella stabilità del sistema finanziario italiano e, in ultima analisi, della moneta unica.

GOVERNO DIVISO 10 febbraio 2019
Vertici Bankitalia, Tria risponde a Salvini e Di Maio: «L’indipendenza va difesa»
Il mercato dell’oro
Ma si può vendere l’oro delle riserve? In teoria sì ma a che prezzo? Come spiega il direttore generale della Banca d’Italia, Salvatore Rossi, nel bellissimo libro pubblicato lo scorso gennaio per i tipi del Mulino stiamo parlato di un asset atipico e di un mercato ristretto. Nel 2016 l’offerta di oro è stata di circa 3mila tonnellate, meno della metà delle riserve della Fed, mentre sul mercato di Londra, dove si fissa il prezzo due volte al giorno, vengono scambiate circa 500 tonnellate ogni 24 ore. A causa di questo limitato turnover giornaliero, il mercato dell’oro – e di conseguenza il prezzo – è sensibile a qualsiasi notizia relativa ai grossi investitori, tra cui, soprattutto, il settore ufficiale. Ammesso che una banca centrale dovesse decidere di muoversi su questo fronte il prezzo ne risentirebbe sensibilmente, a ribasso. Una mossa del genere, fatta da un solo paese, verrebbe interpretato come un segnale di difficoltà, con conseguenze immediate sui mercati finanziari. Inoltre 85 miliardi rispetto a un debito pubblico di oltre 2.300 miliardi non cambierebbe di granché la situazione.
In passato non sono mancati tentativi di muovere la pedina delle riserve auree. Ecco le due occasioni più recenti e illustri. Nel pieno della crisi dei debiti sovrani, a metà del 2011, Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio proposero la costituzione di un Fondo finanziario europeo, con capitale costituito da riserve auree degli Stati membri, per abbattere il debito pubblico e rilevare 2,3 trilioni di titoli di Stato Uem. Non se ne è mai fatto nulla. Due anni prima, nel 2009, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, tentò invece di tassare le plusvalenze sull’oro della Bankitalia, ma fu bloccato dalla Bce, all'epoca guidata da Jean-Claude Trichet.

Dove si trova l’oro di Bankitalia
Ultima risposta sui numeri più dettaglio delle riserve, controllate anno dopo anno non solo da chi le custodisce ma anche dalla società di revisione contabile che certifica il bilancio di Bankitalia. Sono pari in totale a 2.452 tonnellate - delle quali 4,1 tonnellate sotto forma di moneta (si tratta di 871.713 pezzi di moneta il cosiddetto “oro monetato”) e le rimanenti sotto forma di lingotti. L’ultima variazione quantitativa risale all’inizio del 1999, in occasione dell’avvio dell’Unione economica e monetaria, quando Bankitalia conferì alla Bce 141 tonnellate di metallo. La Banca d’Italia è il quarto detentore di riserve auree al mondo, dopo la Fed, la Bundesbank e il Fondo monetario internazionale. Solo 1.100 tonnellate (poco più del 44%) di quell’oro è in Italia, il resto è detenuto nei caveau di altre banche centrali per ragioni storiche, legate ai luoghi in cui l’oro fu acquistato, ma anche a una strategia di diversificazione finalizzata alla minimizzazione dei rischi e dei costi di gestione: il 43,29% è negli Usa, il 6,09% in Svizzera e il 5,76% nel Regno Unito.


https://www.ilsole24ore.com/art/notizie ... 4139.shtml



Articolo 123

(ex articolo 101 del TCE)

1. Sono vietati la concessione di scoperti di conto o qualsiasi altra forma di facilitazione creditizia, da parte della Banca centrale europea o da parte delle banche centrali degli Stati membri (in appresso denominate "banche centrali nazionali"), a istituzioni, organi od organismi dell'Unione, alle amministrazioni statali, agli enti regionali, locali o altri enti pubblici, ad altri organismi di diritto pubblico o a imprese pubbliche degli Stati membri, così come l'acquisto diretto presso di essi di titoli di debito da parte della Banca centrale europea o delle banche centrali nazionali.
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Re: vendo oro

Messaggioda franz il 12/02/2019, 16:36

Sulla vicenda "Banca d'Italia" riporto alcuni tweet di Alberto Bisin perché sintesi (estrema) perfetta (chiedo venia: non rispettando l'ordine cronologico con cui li ha scritti):

"L’attacco del governo e’ indegno a mio parere per tre motivi.
1. Perché sguaiato e verbalmente violento nei modi - e, provenendo dal governo - privo di alcun rispetto dell’indipendenza istituzionale della banca - e quindi della struttura istituzionale del paese.
2. Perché, nel metodo, appare come un messaggio di ritorsione rispetto alle previsioni di crescita della banca che il governo non ha apprezzato.
3. Perché ignorante nei contenuti, senza coscienza e comprensione delle fondamentali regole di funzionamento del sistema bancario."

"Detto in modo diretto, questo attacco e’ indegno
1. Perché fascista nei modi.
2. Perché mafioso nel metodo.
3. Perché incompetente nella sostanza"

"L’indipendenza istituzionale della Banca d’Italia dall’esecutivo e’ motivata come garanzia per i cittadini di indipendenza intellettuale della banca. Un sistema istituzionale efficiente associa all’indipendenza meccanismi di controllo del Parlamento."

"Ho personalmente preso netta posizione pubblica (su @repubblica) due settimane fa contro @bancaditalia riguardo all’affare #Carige. Ovvio quindi che non creda che l’indipendenza istituzionale della banca implichi che debba essere protetta dalla critica intellettuale e/o politica"

"Se poi all'attacco al Direttorio aggiungiamo quello all'oro ... fatico a trovare aggettivi"
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