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Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda franz il 09/02/2019, 9:20

Beh, ora fai il primo esperimento solo su milano e vedi il risultato.

Chi si occupa di queste statistiche sul Sole e altre testate è Davide Mancino.
Ha la sua pagine FB dove pubblica tutti gli studi
Provate su FB a cercare i post "davide j. mancino laureati lavoro" e li trovate.
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda franz il 09/02/2019, 9:46

Intanto la Cina prepara 600'000 nuovi ingegneri ogni anno.
Non 600'000 filosofi.

E i risultati si vedono ... già nel 2013:

Il sorpasso: i trentenni cinesi guadagnano più dei trentenni italiani

I trentenni in Cina guadagnano più dei cinquantenni, e più dei coetanei italiani. A rivelarlo è Credit Suisse nell’Emerging consumer survey 2013, indagine che la banca elvetica ha affidato a Nielsen, e che ha coinvolto 14mila persone distribuite in 8 Paesi: Brasile, Russia, India, Cina, Turchia, Arabia Saudita, Indonesiae Sud Africa. Un panel che rappresenta 3,3 miliardi di consumatori nella parte del mondo dove la crescita economica non si è arrestata.

Dal grafico qui sotto salta subito agli occhi il divario tra il salario medio mensile dei giovani tra i 18 e i 29 anni – il tasso di disoccupazione è al 4,1% – pari a circa 9.100 yuan al mese, circa 1.100 euro, e quello dei loro genitori, 8.500 yuan, circa 1.025 euro. In altre parole, un giovane cinese guadagna il 15% in più rispetto ai suoi genitori (56-65enni). In Indonesia, Russia e Turchia, dice Credit Suisse, c’è la medesima tendenza.Per fare un confronto (impietoso), Datagiovani su base Istat ha calcolato che la retribuzione media di un under 30 al primo lavoro in Italia è di 823 euro al mese. L’Isfol calcola invece che i trentenni collaboratori a progetto in Italia e hanno un reddito medio di 9.855 euro l'anno, 821 euro al mese. Ovviamente i pochi giovani che lavorano, visto che il tasso di disoccupazione registrato dall’Istat lo scorso novembre è del 37,1 per cento.

Non stupisce che il miliardario Jack Ma, fondatore di Alibaba, l’eBay del celeste impero, si sia dimesso da amministratore delegato della società a soli 48 anni, andando a ricoprire il ruolo di presidente. «Le mie dimissioni da fondatore e amministratore delegato», ha scritto in una email ai suoi dipendenti, «non sono state una decisione facile. [...] È perché vedo che i giovani dipendenti di Alibaba hanno sogni più belli e brillanti dei miei, e sono più capaci di costruire un futuro che gli appartiene». Presa fuor di retorica e con un sano scetticismo sulla ben poca trasparenza delle imprese cinesi, è comunque un esempio non da poco.

Per la banca d’affari sono tre i fattori che influenzano la distribuzione del reddito: il livello d’istruzione, più elevato tra i giovani, la migrazione dalla campagna alla città, appannaggio dei giovani, e la tecnologia. Molti lavori ben pagati implicano un alto grado di expertise tecnologico, che mediamente favorisce i giovani. Avere una platea di consumatori in prevalenza giovani favorirà i prodotti tecnologici e i brand, rispetto – per motivi facilmente intuibili – alla spesa sanitaria. Questa, se non altro, è una buona notizia per il made in Italy.

https://www.linkiesta.it/it/article/201 ... ani/11365/




Vedere anche

"[Bisogna] armarsi di competenze, leggi risorse preparate da raccogliere tra i giovani laureati, meglio se specializzati in STEM, è un dovere. Entro la fine di quest’anno in Europa ci saranno quasi 5 milioni di posti di lavoro ma il 50% di essi rischia di perdersi proprio a causa della mancanza di competenze. Un vuoto che colmeranno i giovani cinesi? Sembra proprio di sì dato che nel 2016 i laureati in materie scientifiche in Cina erano 4,7 milioni"

https://www.lincmagazine.it/2018/03/22/ ... oft-power/
https://it.wikipedia.org/wiki/STEM
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda Robyn il 09/02/2019, 11:50

Infatti,si vede a che livelli è la democrazia in Cina.La democrazia ha bisogno della letteratura,delle arti umanistiche,del pensiero critico,ma naturalmente non solo di quello ma anche delle arti pratiche.Jhon Locke era un'umanista e un filosofo che ha posto le basi della democrazia in Europa senza Jhon Locke forse non avremmo avuto la democrazia,non avremmo avuto il principio di laicità e la pedagogia.Jhon Locke però univa le attività umanistiche con quelle pratiche perche la persona che ha cultura può imparare anche dal contadino e dal pastore non deve avere un'atteggiamento di sufficenza e di superiorità
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"Non che io non ritenga necessaria la cultura,ma per chi non ha apertura mentale l'eccessiva enciclopedizzazione non fà del mainstream una persona migliore,ma una persona più sciocca"
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda pianogrande il 09/02/2019, 14:47

E quindi la tecnologia, più che eliminare posti di lavoro, alza l'asticella della competenza ed elimina opportunità di lavoro per le generazioni più anziane.

La formazione; l'aggiornamento continuo, sono quindi un vero e proprio dovere sociale e su entrambi i fronti nel senso che bisogna dare opportunità formative come bisogna essere disponibili e pronti a coglierle.

Posso dirlo per esperienza avendo vissuto, piuttosto in prima linea, il passaggio di qualche impianto chimico dalla strumentazione tradizionale al controllo computerizzato.

Questo mi ha fatto restare giovane fino alla pensione.

Se quindi i vecchi non sono più all'altezza della situazione, la colpa va data anche alle imprese e perfino alla società in generale.
Oltre che, e ovviamente, a loro.
Fotti il sistema. Studia.
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda franz il 09/02/2019, 20:27

Robyn ha scritto:Infatti,si vede a che livelli è la democrazia in Cina.


Perché, ... in Italia voliamo alti?
Con tutti i laureati in filosofia, scienze politiche, umanistiche, scienze della comunicazione dovremmo essere come la Repubblica di Platone.

Siamo ultimi come crescita del PIL .... ma la prendiamo con filosofia :-)
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda Robyn il 09/02/2019, 21:26

La crisi della democrazia italiana dipende da un'insufficenza di pensiero.Ad ex i pentastelle con la diminuzione dei parlamentari potrebbero spianare la strada al presidenzialismo.Infatti con collegi più ampi il contatto fra elettore ed eletto diventa dispersivo e questo vuoto viene colmato con il presidenzialismo,ma il presidenzialismo come molti segnali fanno intuire può sfociare nella democrazia plebiscitaria dove si stà al di sopra della legge e al di fuori delle proprie e delineate competenze.In merito al valore legale del titolo di studio questo non dà nel mercato una qualifica già predefinita con cui si deve assumere non è che se sei diplomato o ingegnere vieni assunto già come impiegato o progettista dipende dalle tue capacità.Per lo studente non è importante nè dove ha conseguito la laurea o il diploma nè i voti che ha preso per cui non esistono università o istituti di prestigio.Quello che deve interessare allo studente è la sua preparazione a prescindere dai voti che prende posso valere discreto ma prendere sufficente anche se i voti sono assegnati sù base meritocratica o meglio i voti discreti sono conseguenza dello studio e della preparazione,ma i voti presi è e rimangono sempre una cosa secondaria,sono semplicemente una conseguenza della preparazione.In breve è interesse dello studente lo studio e la preparazione perche sono qualcosa che gli rimangono,tutto il resto è secondario
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda Robyn il 09/02/2019, 22:51

Non sò se esista ancora la possibilità di vincere un concorso nella Pa in base ai voti conseguiti con la laurea o il diploma,perche spostano più in alto nella graduatoria chi a voti più alti.Questo sistema spesso alimenta il sistema della raccomandazione nelle scuole.In breve si chiede se è possibile avere una valutazione più alta nel conseguimento di un diploma o di una laurea per poter più facilmente vincere il concorso.Invece i voti conseguiti non dovrebbero valere nulla nella graduatoria e non dovrebbe valere nulla la provenienza dall'università o scuola di prestigio.Se sei stato bravo a prendere un voto alto all'università o alla scuola superiore probabilmente sarai bravo anche a vincere il concorso senza che ci sia una situazione di vantaggio nella graduatoria in base ai voti ed in base a quale scuola o università hai frequentato,perche si può diventare dei finti bravi a scuola con le ripetizioni a pagamento oppure con scuole e università che fanno pagare di più l'iscrizione e accessibile solo ai ricchi
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda franz il 10/02/2019, 12:38

Il sistema della raccomandazione in certe università riguarda le meno qualificate.
Se devo assumere un Ingegnere guarderò con interesse chi si è laureato al MIT, anche se non con il massimo dei voti, piuttosto che un Ing laureato col massimo dei voti in una università che nemmeno appare tra le prime 100 al mondo.

Penso che il settore pubblico dovrebbe seguire lo stesso criterio ma oggi il valore legale rende uguale qualsiasi laurea.
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda Robyn il 10/02/2019, 13:44

Questo sistema di cui parli porterebbe ad una "macchia indelebile" per lo studente perche posso studiare in una università scadente ma essere più bravo di chi ha studiato in una università considerata di prestigio per cui "nè la lode nè l'università di provenienza" possono essere presi a riferimento per la "selezione nella Pa e per il privato".La competizione fra università stà nel sapere attirare iscrizioni,non stà nell'aumentare il costo dell'iscrizione per pagare i docenti di più o avere più servizi di laboratorio.Se attiro più iscrizioni sempre mantenendo sgravi per le fasce più deboli posso pagare di più i docenti e avere più servizi di laboratorio.Se una università per dare un'istruzione più alta aumentasse le tasse significherebbe che quella università potrebbe essere frequentata solo dai più ricchi facendo nascere università di serie A per i ricchi e di serie B per i poveri,ma questo sistema si prefiggerebbe solo "la continuazione della specie" e non "il merito" con dei finti capaci e preparati nelle università di serie A e comprometterebbe gli "uguali nastri di partenza" e quindi aumenterebbero "le disuguaglianze sociali".Theresa May,Boris Jonson hanno studiato nei migliori college e si vede cosa stanno facendo con la brexit
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Re: Laureati italiani, ecco perché non trovate lavoro

Messaggioda Robyn il 10/02/2019, 19:55

L'istruzione deve avere sempre al centro lo
studente non la vanità delle lauree e dei diplomi
http://lexitalia.it/a/2017/96705
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