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Sempre più in basso

Sempre più in basso

Messaggioda flaviomob il 24/05/2011, 13:04

Da Repubblica

VERSO IL BALLOTTAGGIO
Leggende metropolitane e fotomontaggi
i trucchi del centrodestra contro Pisapia
La campagna elettorale è costellata da bufale e sgambetti architettati dai sostenitori della Moratti
Segnalati nel metrò sedicenti nomadi e punkabbestia che ostenterebbero materiale del centrosinistra
di PAOLO BERIZZI
Un fotomontaggio di Giuliano Pisapia in versione Bin Laden
Che Pisapia sia la reincarnazione milanese di Bin Laden ormai lo sanno anche i ciottoli di corso Magenta. Gira anche una foto diffusa da simpatizzanti del Pdl e ritenuta attendibile dagli apparati di sicurezza. Va da sé pure il fatto che, come annunciato in diversi colloqui — per ora solo privati — in cima alle priorità del pericoloso terrorista Pisapia in caso di elezione a sindaco di Milano ci sia la trasformazione del Duomo in una Mecca (su questo punto nel programma si è preferito sfumare un po’). Altre notizie certe, invece, sono arrivate negli ultimi giorni. Alcune sono degne di nota. Proprio perché — se Pisapia manterrà fede agli impegni — a cambiare non sarà solo la geografia della città ma proprio le abitudini di chi la abita. Per dire: le moschee e il nuoto. Due concezioni notoriamente opposte della vita.

A sentire l’assessore pidiellino allo Sport, Alan Rizzi, i luoghi di culto islamico che verranno costruiti dal competitor qaedista di Letizia Moratti, decine, a questo punto, divoreranno intere fette di città: piscine comprese. Già. A lanciare l’allarme, nelle ore tribolate che hanno visto la madre di Rizzi cadere vittima di un misterioso agguato politico, è lo stesso assessore. «Pisapia ha in mente di fare una moschea al posto della piscina olimpionica di via Bentivoglio», ha avvertito i milanesi. Che la megavasca, per ora, sia solo un progetto sulla carta (dell’assessorato di Rizzi) è un dettaglio di fronte alla funesta eventualità che trampolini e corsie vengano spazzati via, che peccato, da minareti e stuoie.

Ma c’è di più. Per la gioia degli islamici le nuove moschee saranno raggiungibili non solo a piedi, in auto o in bicicletta: anche, meraviglioso, in motoscafo. Attraverso i Navigli. La novità assoluta è stata propagata via Facebook da alcuni giovani atleti della storica Canottieri Milano. Tra gli iscritti della polisportiva — l’ambiente è destrorso ma pare che la Moratti non faccia proprio strage di cuori e infatti al primo turno è prevalsa l’astensione — regna la preoccupazione. «Pisapia ha detto che vuole rendere navigabile ai motoscafi il Naviglio... fottendoci a mille», ha scritto uno su Fb. Pura bufala, ovviamente. Ma la cosa ha preso piede. Tanto che molti, temendo di essere costretti a doversi allenare all’idroscalo, peraltro regno dei non amici del kayac, si dicono pronti a appoggiare «persino» una come la Moratti. Miracoli della dea dell’acqua?

Chiuso l’argomento moschee e affini, nel frullatore azionato dalla fantastica e fantasiosa propaganda pidiellina si può trovare molto altro. Colpi bassi. Veri e verosimili. Volantini al curaro, furbate informatiche, pagine facebook taroccate, spot ingannevoli. Alcuni trucchi sono chicche formidabili. Notevoli, per esempio, i finti nomadi. Da qualche giorno su tram e metropolitana si aggirerebbe una nuova etnia gitana: zingari che trascinano borsoni maleodoranti, sacchetti vari e, sorpresa, una borsetta di tela arancione pro Pisapia. È chiaro: l’aspirante sindaco non solo è amico di Al Qaeda come sostiene la Lega ma pensa prima agli zingari che ai milanesi. Faremo in tempo prima di domenica a vedere spuntare almeno una baraccopoli tinta arancio

Nell’attesa ci si accontenti dei volantini. Quello infilato nelle cassette postali dai volenterosi del comitato civico “Milano pulita” (dagli stranieri) ha un’intestazione gagliarda: «Fate copia e distribuite». La chiosa è raffinata: «Se votate Pisapia, l’amichetto degli islamici, consegnerete ai vostri figli una Milano di merda». Più sobri quelli diffusi dal comitato elettorale di Letizia Moratti, da Cl e dai Milan club. «Fate una croce sul simbolo del Pdl, un gesto decisivo per fare di Milano una città sempre all’altezza della nostra squadra di calcio!!». A proposito di squadre. Quella ingaggiata da Letizia Moratti per la sfida del primo turno avendo accusato qualche defaillance è stata sostituita: e così, da quando sono arrivati i nuovi strateghi guidati da Paolo Glisenti, per correre ai ripari si punta molto sulla Rete. Strategia aggressiva. La comunicazione di Pisapia viene praticamente clonata. Nella rincorsa sono spuntate finte pagine con la foto dell’avversario da rimontare.

E poi le pubblicità. Alcune sono veri specchietti per le allodole: anzi, per gli amanti dei cani. I profili FB di migliaia di milanesi vengono annaffiati con spot strappacuore. Cliccando su una pubblicità dal titolo «non abbandoniamo gli animali tante iniziative per loro a Milano» con tanto di fotografia di due cuccioli si diventa amici di Letizia Moratti. Il meglio del meglio però lo offre un videospot anti Pisapia prodotto dalla Lega. Ci sono un ragazzo e una sciura seduti su una panchina. Fa lui: «Questo Pisapia qua è amico dei nomadi». E lei: «Prima o poi ce li troveremo anche a guidare i tram». Poi scatta una musica araba.


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
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Re: Sempre più in basso

Messaggioda Iafran il 24/05/2011, 13:26

flaviomob ha scritto:Da Repubblica

VERSO IL BALLOTTAGGIO
Leggende metropolitane e fotomontaggi
i trucchi del centrodestra contro Pisapia
La campagna elettorale è costellata da bufale e sgambetti architettati dai sostenitori della Moratti
Segnalati nel metrò sedicenti nomadi e punkabbestia che ostenterebbero materiale del centrosinistra
di PAOLO BERIZZI

"Bisogna saper perdere" diceva una canzone e il motto degli hidalgos spagnoli («La sconfitta è il blasone delle anime nobili») menzionato da Montanelli, ci dicono che il "superpremier" ed i suoi seguaci sono solo inaffidabili e tendono, come i malfattori, a vincere ... costi quel che costi in dignità, in onestà e in legalità.
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Re: Sempre più in basso

Messaggioda flaviomob il 27/05/2011, 20:22

Cinque stelle e un paio di questioni
– 24/05/2011

di Michele Ballerin.


Adesso, a quanto pare, si pone il problema del rapporto fra il Partito Democratico e il grillismo: ennesimo imbarazzo per una classe dirigente che dell’imbarazzo sta ormai facendo un habitat naturale.

È vero, come è stato detto, che il grillismo è un fenomeno preoccupante, che in esso si cela molto qualunquismo, che vive della disillusione dei cittadini per la politica e in parte la alimenta, teorizzando l’indistinguibilità di destra e sinistra. È vero: ma è il pezzo di verità meno utile per il Partito Democratico. Un altro pezzo merita invece una riflessione approfondita, perché contiene forse la lezione più preziosa. In città nelle quali il centrosinistra era tradizionalmente forte lo spostamento di voti verso i grillini dimostra che il PD non ha saputo fornire risposte convincenti agli elettori, e, più in generale, che non ha saputo rinnovarsi. Chi ha votato il Movimento 5 Stelle invece del PD ha rivolto a quest’ultimo – alla sua classe dirigente – una disperata richiesta di rinnovamento, ed è stato deluso.

Ora noi non ci nasconderemo dietro un dito. Che destra e sinistra siano un’identica cosa è falso, ma non del tutto: in un senso molto profondo c’è un briciolo di (inquietante) verità in questa provocazione. Su temi decisivi come la politica economica dobbiamo riconoscere che le due posizioni non si distinguono abbastanza: non perché non vogliano farlo, ma perché non ci riescono. Il pensiero economico mainstream si impone ancora a destra come a sinistra, e porta invariabilmente a un’interpretazione debole del fatto economico e delle risposte politiche che occorrerebbe dargli in quest’ora drammatica. Ad esempio, in molti settori del centrosinistra l’idea redistributiva – l’idea che per fronteggiare la crisi occorra sostenere la domanda interna, e che questo richieda nell’immediato una redistribuzione della ricchezza nazionale – suscita ancora diffidenze e si fatica ad assimilarla al riformismo. Ma ci si è chiesti fino in fondo che cosa deve e può significare la parola “riformismo” dopo l’89? Che cosa significa progressismo sociale, giustizia sociale nel secondo millennio? E quali conseguenze sociali e politiche dobbiamo aspettarci dall’inarrestabile impoverimento dei ceti medi – il fatto più drammatico che la società europea sta sperimentando dal secondo dopoguerra?

Sul tema della crescita sostenibile – il più cavalcato dai grillini – le amministrazioni di centrosinistra sono particolarmente vulnerabili. Nella maggior parte dei casi fingono di non capire che la vera questione su cui si gioca la partita dello sviluppo sostenibile a livello locale è anche la più spinosa da affrontare: il consumo del territorio. Tutti ricordiamo lo squallido episodio della defenestrazione di Soru, reo di avere cercato di proteggere le coste della Sardegna dalle libidini edilizie. In quell’occasione fu coniata l’espressione “sinistra immobiliare”: un’espressione che dà i brividi. Se non si arresterà la deriva culturale che vede un po’ ovunque la pianificazione urbanistica al traino della speculazione edilizia, in un’orgia sempre più incontrollata di varianti ai piani regolatori, l’Italia finirà per alienare la sua risorsa più preziosa e meno rigenerabile: la bellezza di cui un destino benevolo e misterioso l’ha dotata, e che da sola potrebbe, se sfruttata in maniera intelligente, innescare la spirale virtuosa di un nuovo modello di sviluppo economico. Ma per le amministrazioni progressiste, come per quelle di centrodestra, il tema è quasi sempre tabù: perché dall’edilizia vengono le principali entrate dei bilanci comunali. Su questo il Movimento 5 Stelle dice spesso cose vere, che ogni cittadino può facilmente verificare passeggiando per le strade della sua città: di chi è allora la colpa, se di colpa vogliamo a tutti i costi parlare?

Sono solo due esempi dei molti che si potrebbero portare, ma sono eloquenti: perchè illustrano la riluttanza del Partito Democratico a immergersi nel cuore dei problemi e costruire risposte. Ogni amico del riformismo dovrebbe interrogarsi su che cosa impedisce alla principale forza riformista italiana di prendere di petto i problemi e collocarli nella griglia di un’interpretazione organica e non equivoca della realtà. Qualunque cosa motivi questa resistenza, sbarazzarsene rimane il vero passaggio obbligato per chi voglia approdare al riformismo che ci occorre: quello aggiornato all’Europa del XXI secolo.

Nel frattempo, chi non si risolve a votare il PD pur volendolo dal profondo del cuore sta chiedendo due cose ai suoi dirigenti: rinnovamento e visione politica. Poiché questa è la richiesta più intelligente e legittima che un elettore possa rivolgere a un partito politico, l’ultima cosa che la dirigenza democratica dovrebbe fare è scegliere di ignorarla.

http://www.imille.org/2011/05/cinque-st ... questioni/
= = =

Una bugia al giorno leva la Moratti di torno
27 maggio 2011

- di Theo Stephanides -

Sul sito della Moratti, sezione “Cose fatte” – “I cento progetti realizzati”, si legge quanto segue: “Grazie alle sue bellezze e al nostro impegno per la cultura, Milano è oggi una meta turistica, terza in Europa alle spalle di Parigi e Roma”.

Perbacco, uno può pensare, da non credere! E infatti, molto meglio non crederci.

Come si può leggere sul sito dell’organizzazione Euromonitor International, che ogni anno rilascia la classifica delle città più visitate, Milano è ben lungi dall’essere la terza meta turistica d’Europa. Nel 2009 è risultata essere 63esima a livello mondiale e 22esima a livello europeo, come mostra questo elenco.

Inoltre, proprio pochi giorni fa il sito del giornale La Repubblica ha messo online quelle che sono le mete italiane preferite secondo le medie dei “rating” pervenuti nell’ultimo anno a TripAdvisor. Le quindici destinazioni predilette dai turisti che mettono piede sulla nostra penisola sono, in ordine, le seguenti:

Roma, Venezia, Firenze, Capri, Amalfi, Positano, Sorrento, Pompei, Taormina, San Gimignano, Siena, Assisi, Città del Vaticano, Como, Portofino.

Nessuna traccia di Milano (va tutto male a madame Letizia, non solo Milano non è tra le più visitate, ma neanche tra le preferite…).
Ora, non è che questo sia un argomento basilare per farsi un’opinione su un candidato alla poltrona di sindaco di una città, ma, mi chiedo, perché mentire?

In fondo, però, questi sono solo peccati veniali. E’ il resto della campagna elettorale di madame che è uno sfacelo, come riassume brevemente Giuseppe Civati qui. (Nota di IxR: articolo a seguire) Per fortuna i milanesi hanno voglia di cambiare. Chiudo questo articoletto invitando i lettori a guardare il video (Nota di IxR: video in calce) qui a fianco, nella sezione Spotlight; video della meravigliosa folla in bicicletta che un paio di giorni fa ha gioiosamente animato, come in una grande festa all’aperto, le strade della città.
+ + +

Alla fine voterà Pisapia anche lei

- Civati -

Ha cambiato idea su tutto.

L’Ecopass, il suo fiore all’occhiello, di cui al primo turno celebrava ancora le magnifiche sorti e progressive, e ora dice di volerlo abolire. Come se niente fosse, come se non fossero stati spesi dal Comune e, poi, dai cittadini, milioni di euro, per la sua idea più brillante e innovativa. Con tanto di Al Gore cittadino onorario. Già.

Il referendum ambientale, sostenuto fino a ieri e oggi scaricato (con il povero Croci, già assessore ambientalista-di-destra, trasformato in caricatura).

I toni della campagna della moderatissima signora-sindaco-di-Milano, prima eccessivi, poi (per qualche secondo) moderati, poi di nuovo eccessivi.

La voglia di parlare di Milano, che le è venuta dopo avere visto i risultati, e poi la scelta della campagna più ideologica che ci sia, con zingaropolistalingradoislamicigay.

La legalità e il buon governo (sì, ciao) ridicolizzati dall’eventualità di sanare le multe e della gratuità di tutto per tutti (compresa «la sosta regolamentata», che prometteva di estendere), anzi, per la precisione, qualunquemente.

Da ultimo, una campagna elettorale menzognera fino al paradosso e alla provocazione. Affidata agli alleati che ha sempre odiato, quei leghisti che non l’hanno mai voluta e che lei ha sempre sopportato pochissimo.Una campagna scandalosa, senza alcun rispetto delle istituzioni e degli avversari. Piena di brutte parole e di cattivi pensieri. Senza una proposta, senza un’idea. Una campagna non da sindaco, appunto. O forse sì, da sindaco uscente.

Giuliano Pisapia sappiamo chi è. Di Letizia Moratti, invece, non sappiamo più nulla. Rimane solo un brutto ricordo di quello che era, di quello che non era e di quello che dice di non essere più.



http://minitrue.it/2011/05/una-bugia-al ... -di-torno/


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