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Cremona: la truffa dei formaggi guasti

Cremona: la truffa dei formaggi guasti

Messaggioda franz il 05/07/2008, 9:08

Cremona (Cremùna in cremonese) è un comune della Lombardia, capoluogo dell'omonima provincia. È scherzosamente nota come la "città delle tre T", ossia turòon, Turàs, tetàs (torrone, Torrazzo, tettone). In tempi recenti e con l'intento di onorare un cremonese illustre e conosciutissimo ad un pubblico che si vuole sempre più vasto, la terza "T" viene spesso sostituita con il nome di Tognazzi, il celebre attore cremonese: "Torrone, Torrazzo, Tognazzi ("Tùgnass") - anche in dialetto.
Ora spunta una quarta T, molto piu' inquietante, quella della Truffa.

L'inchiesta iniziata due anni fa con il fermo di un camion da parte dei finanzieri
i militari furono insospettiti dal forte odore che usciva dal portellone
La truffa dei formaggi guasti
chiuse le indagini a Cremona

Coinvolte molte aziende. La Galbani: "Noi completamente estranei"
Il ministero della Salute chiede a Piemonte e Lombardia di acquisire informazioni

CREMONA - Sono state chiuse le indagini su un giro di latticini scaduti e avariati che venivano riciclati e rivenduti a industrie casearie italiane e straniere. Formaggi che finivano poi sugli scaffali dei supermercati anziché all'alimentazione animale, loro destinazione naturale.

L'inchiesta - rivelata da Repubblica - è iniziata per caso quasi due anni fa con il fermo di un camion a Castelleone (Cremona), da parte della Guardia di finanza di Cremona. Le Fiamme gialle furono insospettite dal forte odore che usciva dal portellone del mezzo. Nel corso dell'ispezione furono scoperti latticini in avanzato stato di decomposizione, con morsi di roditori e scarafaggi. Da lì i finanzieri passarono a Casalbuttano, alla Tra.De.L., la ditta dove il camion doveva lasciare i latticini scaduti che una volta rigenerati dovevano essere destinati alla zootecnia.

Nel corso dell'inchiesta, condotta dal sostituto procuratore della Repubblica di Cremona Francesco Messina, e ora conclusa, è stato arrestato Luciano Bosio, responsabile della Tra.De.L. Le manette sono scattate anche ai polsi di Domenico Russo, di 46 anni, originario di Partinico (Palermo) e residente a Oleggio (Novara) titolare della Tra.De.L. e della Megal di Vicolungo (Novara), presunto capofila della truffa. E' stato arrestato anche il responsabile di un terzo stabilimento situato a Massazza (Biella) e con una filiale in Germania del quale ancora non si conosce il nome. Tutti accusati di frode alimentare e truffa aggravata.

Nelle tre fabbriche i latticini scaduti venivano mescolati con prodotti freschi, rigenerati e immessi nel circuito commerciale. Venivano recuperate soprattutto mozzarelle scadute. Decine di persone a vario titolo coinvolte nell'inchiesta sono state indagate: fra queste, tre funzionari dell'Azienda sanitaria locale di Cremona. Si tratta di tre veterinari, il direttore Riccardo Crotti e due suoi collaboratori, che vennero sospesi per abuso di ufficio, omessa vigilanza e ispezioni preannunciate.

L'inchiesta si è avvalsa anche delle intercettazioni dalle quali risultava che le persone implicate erano perfettamente consapevoli del fatto che i formaggi riciclati venivano destinati all'alimentazione umana e venduti con marchi commerciali anche famosi.

La Galbani, in una nota, precisa intanto di essere "completamente estranea ai reati contestati a Tra.De.L" e che "i prodotti Galbani non contengono in alcun modo ingredienti acquistati da Tra.De.L Srl o da altre società ad essa collegate". La Galbani e le altre società del gruppo, aggiunge la nota, "garantiscono, da oltre un secolo, l'elevato standard qualitativo dei propri prodotti".

Il sottosegretario Francesca Martini ha chiesto oggi ai servizi regionali di Lombardia e Piemonte di acquisire informazioni in merito al possibile rischio per i consumatori. La direzione generale della sicurezza alimentare e nutrizione del ministero della Salute ha "prontamente informato la commissione e gli altri stati membri dell'Unione europea sulla vicenda - aggiunge la nota - rappresentando che l'indagine è partita dai controlli ufficiali del nostro paese e che le informazioni presenti sulla stampa, ancorché con talune imprecisioni, dimostrano il grado di attenzione sulla qualità e sicurezza dei prodotti italiani".

Sulla questione è intervenuta anche la Coldiretti. Bisogna chiudere con decisione le porte a tutti i tentativi di frode e sofisticazione - dice l'organizzazione - per difendere il Made in Italy alimentare da episodi criminosi che mettono a rischio la salute dei cittadini e provocano la chiusura delle stalle italiane. La Coldiretti, inoltre, chiede tolleranza zero e commenta positivamente l'operazione della Gdf di Cremona.

"I prodotti in commercio sono sicuri" afferma Assolatte.
"L'azienda incriminata era sotto inchiesta da molto tempo, i prodotti sono stati posti sotto sequestro due anni fa e lo stabilimento è stato definitivamente chiuso nel giugno del 2007. Le imprese del sistema Assolatte - prosegue l'Associazione di settore - rappresentano il fior fiore del made in Italy nel mondo e investono milioni di euro ogni anno per garantire la qualità e la sicurezza dei prodotti lattiero caseari in commercio.".

L'associazione Altroconsumo si costituirà parte civile nei procedimenti penali aperti verso i responsabili delle adulterazioni. Altroconsumo, inoltre, verificherà la possibilità di avviare una class action contro le imprese della provincia di Cremona e tutti i responsabili indicati negli esiti delle indagini della Guardia di Finanza.

(4 luglio 2008)
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