Roma, il dg di Atac Rota: "Azienda verso il fallimento". M5S: "Avevi carta bianca"Il manager in bilico dopo le dichiarazioni sullo stato della partecipata dei trasporti. Per i pentastellati "ha avuto un'occasione unica per affrontare quella disastrata situazione". Ma i 5S "mi hanno parlato solo di giovani da promuovere". Pd: "Presenteremo un esposto in procura"
In perfetto stile 5Stelle, Enrico Stefàno, presidente della commissione Trasporti di Roma Capitale, risponde su Facebook a quanto denunciato dal dg di Atac Bruno Rota in un'intervista sul Corriere della Sera: "Apprendiamo dai giornali che il dg di Atac Bruno Rota denuncia una situazione disastrata dell'azienda. Ne siamo più che consapevoli" scrive infatti, "e abbiamo scelto un dg tramite procedura ad evidenza pubblica proprio per affrontarla. Il mero elenco dei problemi non è sufficiente ed è necessario aggredirli e provare a risolverli. Magari in questi primi tre mesi poteva cominciare a dare dei segnali, ad esempio rimuovendo i dirigenti responsabili di questo disastro o quelli completamente inutili, come lo abbiamo invitato a fare più volte".
"Carta bianca per risanare l'azienda". "A differenza della vecchia politica che ha portato Atac nel baratro" continua Stefàno, "e che oggi ancora si permette di proferire parola, abbiamo dato a lui come al suo predecessore, carta bianca per risanare l'azienda e prendere le decisioni più giuste, garantendogli sempre il massimo sostegno. Una occasione unica per agire, che ci domandiamo se voglia cogliere o meno".
"Giovani da promuovere".La risposta del dg Rota non ha tardato ad arrivare, sempre su Facebook: "So del vivo interesse del consigliere Stefàno alle soluzioni della società Conduent Italia che si occupa di bigliettazione e che mi ha invitato ad incontrare piu volte" ha replicato infatti il manager. "Più che di dirigenti da cacciare, lui, e non solo lui, mi hanno parlato di giovani da promuovere. Velocemente. Nomi noti. Sempre i soliti. Suggerisco a Stefàno, nel suo interesse, di lasciarmi in pace e di rispettare chi ha lavorato. Onestamente. L'esposto in procura. Alle rivelazioni di Rota in molti hanno chiesto il coinvolgimento della procura. "Ci vediamo costretti a sollecitare con un esposto, che presenteremo domani mattina" hanno per esempio dichiarato il senatore Andrea Augello e l'onorevole Vincenzo Piso, di Idea, "un intervento della Procura di Roma volto ad approfondire gli eventuali risvolti penali delle suggestive accuse che questi due signori si sono rivolti nella giornata di oggi". Stessa esortazione arriva anche dal deputato dem, componente della commissione Trasporti della Camera, Michele Anzaldi: "I magistrati della Procura di Roma indaghino sulle dichiarazioni del direttore generale di Atac, Bruno Rota, a proposito di raccomandazioni e richieste di promozione avanzate dal consigliere comunale M5S Enrico Stefano, presidente della commissione Mobilità del Campidoglio ed esponente di spicco a Roma del partito di Beppe Grillo. Come già con Parentopoli, è opportuno che i magistrati verifichino se non siamo di fronte ad un altro capitolo di grave malcostume, ingerenza della politica e violazione della legge nella municipalizzata romana dei trasporti. I giudici passino al vaglio una per una tutte le promozione e scatti di carriera dell'ultimo anno, in concomitanza con l'arrivo al potere dell'amministrazione comunale targata M5S. Già il predecessore di Rota, l'ex dg Marco Rettighieri, aveva messo nero su bianco le pressioni dell'assessore alla Mobilità della Giunta Raggi, Linda Meleo, per la promozione di un dipendente iscritto al Movimento 5 stelle".
Le dimissioni. Mentre il consigliere capitolino di Fratelli d'Italia, Andrea De Priamo, ancora su Facebook, esorta Stefàno a "denunciare il dg di Atac dimostrando la sua estraneità alle accuse o a dimettersi dagli incarichi istituzionali. Altre soluzioni non ci sono, ancora più da parte di chi si era proclamato campione di moralità. I grillini a Roma: un disastro totale #Raggirati".
L'enorme debito. Le accuse lanciate da Rota sono infatti pesanti. Il dg parla infatti di "una situazione dell'azienda assai pesantemente compromossa e minata, in ogni possibilità di rilancio organizzativo e industriale, da un debito enorme accumulato negli anni scorsi". E cioè "1350 milioni di debito sedimentato nel tempo", debito che compromette "interventi di manutenzione" ma anche difficoltà a pagare gli stipendi, se non con "misure tampone" e "chiedendo un impegno straordinario al Comune di Roma, che però non è ripetibile all'infinito" anche per la mancanza di "un sistema di controllo sulle regole che per ci sono ma che da tempo nessuno rispetta, per cui ognuno fa ciò che gli pare".