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Messaggioda trilogy il 07/03/2012, 12:09

L'INCHIESTA
Commercianti taglieggiati dai vigili. La procura lancia il nuovo allarme

Tangenti, si allunga l'elenco delle vittime. Il presidente del I municipio, Orlando Corsetti, va dai pm. Lettera del minisindaco a Alemanno: "No al trasferimento dei dipendenti"
di ANGELA MARIA ERBA e LAURA MARI

L'elenco delle vittime si allunga di giorno in giorno. Dopo la denuncia di Paolo Bernabei, titolare dell'omonima enoteca del rione Trastevere, che ha portato all'iscrizione nel registro degli indagati di cinque agenti della polizia municipale del I gruppo accusati di aver preteso mazzette per chiudere un occhio su presunti abusi edilizi, in questi giorni altre denunce sono arrivate in procura.

Al vaglio dei pm Laura Condemi e Ilaria Calò, titolari dell'inchiesta sui cinque vigili accusati di concussione, ci sarebbero nuovi esposti, e non solo di titolari di esercizi commerciali: anche residenti avrebbero denunciato di aver ricevuto "richieste di denaro" da parte di agenti della polizia municipale per definire alcune pratiche amministrative.

E proprio per avere informazioni sull'inchiesta che ha investito anche gli uffici del I municipio, il
minsindaco Orlando Corsetti lunedì mattina si è presentato spontaneamente in procura ed ha avuto un incontro informale con il procuratore reggente Giancarlo Capaldo. Una riunione durata pochi minuti, in cui il presidente del I municipio avrebbe cercato di comprendere se gli undici dipendenti dell'ufficio Commercio e dell'ufficio Tecnico che il 29 febbraio scorso sono stati trasferiti dal Campidoglio in altri municipi sono effettivamente coinvolti nell'inchiesta. Domande a cui però il minisindaco non avrebbe ottenuto risposta; ma al colloquio informale seguirà presto una convocazione ufficiale in procura in cui il presidente Corsetti esporrà quanto già denunciato alla guardia di finanza sul presunto racket di licenze in centro storico.

Intanto, questa mattina il minisindaco del I municipio ha inviato una lettera al sindaco Gianni Alemanno contestando, di fatto, il trasferimento degli undici dipendenti. "Il dipartimento risorse umane del Comune ha trasferito fuori sede alcuni dipendenti del municipio assegnati agli uffici Commercio e Tecnico - si legge nella lettera del presidente Corsetti - la motivazione addotta per giustificare tali trasferimenti è quella del turnover in nome di una maggiore trasparenza amministrativa".

Una rotazione di personale che il minisindaco dice di "aver adottato da tempo e - prosegue nella lettera inviata al sindaco - condividendo il sistema della rotazione del personale ritengo, però, che tali trasferimenti siano inopportuni perché, in questo momento, possono facilmente assumere l'aspetto di provvedimenti punitivi".

Insomma, se gli undici dipendenti sono stati trasferiti dal Comune in altri municipi non perché realmente coinvolti nell'inchiesta dei presunti racket, ma solo in quanto da più di tre anni impiegati nello stesso ufficio, allora per il minisindaco si tratterebbe di un provvedimento sbagliato, in quanto "marchierebbe, ingiustificatamente, come dipendenti infedeli gli impiegati trasferiti".

Dunque, nella lettera inviata al sindaco Alemanno il presidente Corsetti chiede "l'immediata revoca dei provvedimenti di trasferimento" in attesa che venga fatta piena luce dall'inchiesta. "E - prosegue il minsindaco - se ci saranno dipendenti indagati, sarò il primo a fare pulizia non appena la giustizia avrà fatto il suo corso".

(07 marzo 2012)
da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/ ... -31072790/
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Re: taglieggio

Messaggioda trilogy il 07/03/2012, 12:34

Bufera sui vigili, indagine del Comune
Duemila multe non pagate
Secondo il dossier della polizia municipale Bernabei in debito di 350mila euro. Il sindaco chiede chiarimenti agli uffici
di Luca Lippera

ROMA - «L’amministrazione andrà fino in fondo: bisogna capire cosa è accaduto». Poche parole del sindaco Gianni Alemanno fanno prefigurarela portata del ciclone che potrebbe nascere dalle duemila multe fantasma che pendono sulla «Bernabei Liquori Srl». Secondo i dati divulgati dalla Polizia Municipale, il novanta per cento delle contravvenzioni, quasi tutte per passaggi in auto sulle preferenziali e ingresso nella Ztl (totale circa 350 mila euro), non risultano iscritte a ruolo e Alemanno ha ordinato «un’indagine amministrativa per capire il perché accertando ogni responsabilità».

La «volontà di assoluta chiarezza» del Campidoglio dimostra la potenziale esplosività del caso. La notizia della imponente mole di contravvenzioni le infrazioni si riferiscono a un arco di tempo che va dal 1996 ai primi del 2012 è circolata venerdì. A quel punto il delegato alla Sicurezza del Comune, Giorgio Ciardi, ha parlato di un «possibile malanimo» da parte di Paolo Bernabei, il grosso distributore di bevande e alcolici che ha parlato di presunte mazzette versate ai vigili urbani. Ma l’esistenza stessa dei verbali, malanimo o meno, comporta un interrogativo: come mai quei verbali, in una città dove decine di migliaia di cittadini subiscono azioni esecutive per le multe, non sono finiti nei ruoli di riscossione?

Alemanno ha chiesto una «puntuale spiegazione agli uffici» e la cosa se i dati della Municipale non verranno smentiti potrebbe disotterrare chissà quali scheletri sepolti nel passato. Le infrazioni della «Bernabei Liquori Srl» si riferiscono a un periodo che va dal 1996 ai primi del 2012. Le iscrizioni a ruolo, da cui derivano le cartelle esattoriali, vengono fatte materialmente dall’Ufficio Contravvenzioni di via Ostiense, braccio operativo del Dipartimento delle Entrate del Comune. Ma in oltre quindici anni può cambiare tutto: il personale, il metodo di lavoro, l’identità dei dirigenti, i sistemi operativi dei computer.

La «Bernabei Liquori Srl», la società che fa capo all’imprenditore da cui è partita l’inchiesta sui vigili urbani, continua a non commentare il giallo delle multe non pagate. «Non abbiamo assolutamente nulla da aggiungere dice Donatella Amicucci, la legale della ditta che rifornisce i locali della movida romana I magistrati faranno luce su tutto. La Procura di Roma è il nostro unico punto di riferimento. Potete scrivere tutto quello che volete».

Silvio Bernabei, uno dei titolari dell’impresa, nel giugno scorso inviò un fax pieno di esasperazione e di punti esclamativi al comandante dei vigili, Angelo Giuliani, e al sindaco. «Già in passato si legge tra l’altro nelle pagine ho dovuto denunciare tentativi di estorsione. Due vigili mi avevano chiesto una tangente fissa mensile minacciando di rendermi la vita invivibile!!!! E lo hanno fatto per due anni!!! Sono incazzato come una bestia e stanco di essere trattato da delinquente. Esprimo tutto il mio dissenso per come operano i suoi uomini e stia attento perché, se iniziamo a considerare gli esposti anonimi come Vangelo, ognuno sarà in grado di distruggere la vita degli altri e anche la sua. Sono sicuro che lei interverrà nella maniera giusta».

Quello sfogo, poi ribadito alla Procura, è stato l’inizio di tutto. Ma la vicenda delle multe fantasma potrebbe gettare una nuova luce sul giallo e indurre la magistratura ad ampliare lo spettro dell’indagine. Il presidente del I Municipio, Orlando Corsetti, ha ribadito ieri il concetto già espresso giorni fa. «Se tutto questo ha fondamento osserva bisogna accertare se esiste un sistema o si tratta solo di mele marce. Da quello che mi dicono, o si tratta di una totale bolla di sapone oppure ci saranno avvisi di garanzia a raffica». Un’ipotesi che sta facendo tremare gli angoli più remoti dell’amministrazione e perfino ex funzionari che ne sono usciti da tempo.
Domenica 04 Marzo 2012
da: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=184183
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Re: taglieggio

Messaggioda trilogy il 07/03/2012, 12:37

IL CASO
Vertice in prefettura sulle licenze "Regole e procedure più trasparenti"
L'incontro con Alemanno e i rappresentanti di categoria: " Racket? Solo singoli episodi" Pecoraro: "Uno sportello contro l'illegalità". Confesercenti: "A Roma 5mila operatori costretti a pagare il pizzo o a vendere determinata merce"
di CECILIA GENTILE

"Basta con i "praticoni" che si mettono in mezzo tra i commercianti e gli uffici con la scusa di facilitare le pratiche. D'ora in poi saranno ammessi solo gli intermediari autorizzati dalla legge". Il sindaco Gianni Alemanno esce dal vertice in prefettura sul presunto racket delle licenze con la sua ricetta anticorruzione, concordata con le stesse associazioni dei commercianti che hanno partecipato all'incontro con il prefetto Giuseppe Pecoraro, il questore Francesco Tagliente, il comandante provinciale dei carabinieri Maurizio Mezzavilla e il comandante dei vigili Angelo Giuliani.

Sono stati proprio i commercianti, rappresentati da Camera di Commercio, Confcommercio e Confesercenti, a certificare che la polizia municipale è un corpo sano. "Perciò il comandante Giuliani rimane", conclude il sindaco, che in accordo con il prefetto si appresta a siglare un protocollo con le associazioni dei commercianti per la semplificazione delle regole e delle procedure. Tre i punti qualificanti del documento: la semplificazione, appunto, che dovrà riguardare anche Regione e municipi, uno sportello al quale esercenti, artigiani e associazioni possano rivolgersi per denunciare qualsiasi genere di abuso. Infine: nelle attività di intermediazione sarà consentito l'accesso agli uffici solo alle persone autorizzate secondo le leggi, per evitare traffici illegali e giri di denaro.

"La certezza è che non c'è un fenomeno di corruzione diffusa, non c'è alcun sistema, ma un singolo episodio. Il protocollo assicurerà regole e trasoparenza", conferma il prefetto Pecoraro, che ha invitato i commercianti a denunciare qualsiasi irregolarità. "In passato ci sono state denunce, che però sono state archiviate dalla Procura", aggiunge.

"Non esiste una rete sistematica di racket che coinvolge commercianti e polizia municipale", comincia Giuseppe Roscioli, presidente della Confcommercio Roma. "Ho tenuto a esprimere solidarietà alla polizia municipale perché non bisogna assolutamente colpevolizzare un corpo per qualche caso isolato. La nostra impressione è che ci siano degli episodi, ma non un sistema di corruzione generalizzato", prosegue il presidente della Camera di commercio della capitale Giancarlo Cremonesi. Infine Walter Giammaria, presidente Confesercenti Roma: "Non esiste nessun racket, ci sono fatti episodici che vanno colpiti ed estirpati".

"Il racket c'è eccome replica Bianca La Rocca, portavoce di Sos Impresa, lo sportello antiabusi promosso da Confesercenti a Roma 5.000 commercianti sono sotto estorsione: non solo con la richiesta di pagamento del pizzo, ma anche con l'imposizione della merce e dei dipendenti".

(07 marzo 2012)
da: http://roma.repubblica.it/cronaca/2012/ ... -31073167/
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