FROSINONE
Sanità, 1500 assistiti post-mortem
erano nelle liste di 250 medici
L'operazione "Lazzaro" della Gdf. I camici bianchi strappavano ricette o ricevevano indennità per pazienti deceduti che risultavano a loro carico. Uno è rimasto per 16 anni dopo il decesso, un altro ha avuto 700 prescrizioni a suo nome. E uno era nato nel 1873. E di 5.500 persone a carico del ssn non si conosce l'identità. I dati, se fossero confermati su Roma e provincia, darebbero cifre da capogiro
Sanità, 1500 assistiti post-mortem erano nelle liste di 250 medici
"La Signora Rosa viene assistita dal suo medico di fiducia, che riceve soldi dalla Regione per accudire la sua paziente. A Rosa, inoltre, vengono prescritte, ogni tanto, delle medicine che paga la mutua, per curare gli acciacchi dell'età. La Signora Rosa, però, è morta da sedici anni". Ha utilizzato questo esempio il comandante provinciale di Frosinone, il colonnello Giancostabile Salato, per spiegare l'operazione "Lazzaro", ovvero ricette mediche, prescrizioni e rimborsi che almeno 250 medici della Asl del capoluogo ciociaro sottoscrivevano per circa 1500 persone morte da anni, ma che risultavano ancora iscritte alla 'mutua' della Regione Lazio. Tra queste anche una persona nata nel 1873. Non solo, nelle pieghe dell'inchiesta è emerso anche che di 5.500 persone, per le quali il ssn paga 5 euro al mese, non si conosce l'identità, perché non hanno codice fiscale. Insomma, 330milaeuro, spesi ogni anno non si sa per chi.
"Faccio un plauso alla Guardia di finanza con la quale ci sono rapporti, dal punto di vista istituzionale, di contrasto a tutte le azioni non chiare", ha detto il presidente della Regione Lazio, Renata Polverini. "Anche noi stiamo facendo controlli sulle nostre banche dati". Ma se il dato di Frosinone fosse riscontrato anche su Roma e provincia, ci ritroveremmo con numeri ben più importanti: ossia oltre 13mila persone morte, ma ancora nelle liste del ssn. E gli sconosciuti a carico della della sanità pubblica diventerebbero quasi cinquantamila. Un danno multimilionario per le già malmesse casse regionali.
Per quanto riguarda l'indagine, la Gdf ha passato al setaccio l'elenco degli assistiti residenti nella provincia di Frosinone: oltre 465.000 persone. Ed è emerso che 194 medici hanno ricevuto indennità per pazienti deceduti ma ancora a loro carico. Parte del danno erariale è andato in prescrizione, quindi sarà la Asl a dover rimborsare al ssn 115mila euro. Ma c'è una cifra, molto consistente, che ancora non è andata in prescrizione, ma ancora non è stata quantificata: "Potrebbero essere oltre un milione di euro", ipotizzano le Fiamme gialle di Frosinone, spiegando che si tratta di una cifra non caduta in prescrizione e che, quindi, verrà richiesta agli stessi medici.
Ma un altro filone di indagine ha messo in rilievo che novanta dottori hanno prescritto farmaci dopo la morte dei pazienti: "In molti casi, probabilmente si tratta di errori", dicono cauti i finanzieri, che però sottolineano l'impossibilità di verificare chi, materialmente, abbia ritirato questi farmaci dalle farmacie. E poi ci sono i casi più eclatanti, ovvero prescrizione di medicine per 700 volte dopo la morte del paziente. Difficile pensare ad un errore. "I medici non sono tenuti a verificare che i loro pazienti siano ancora in vita, questo è un compito che spetta alla Asl", chiariscono da Frosinone. Anche se, in piccole realtà di 2-300 abitanti, sembra difficile che un medico possa avere dieci o venti pazienti morti senza saperne nulla. "In alcuni casi i due filoni di indagine si sovrappongono", spiegano dalla gdf, quindi ci sono nomi di medici che si ritrovano su entrambe le liste. Per cui il conteggio finale non è dato la somma aritmetica dei camici bianchi coinvolti in ognuna delle due inchieste.
A far scattare l'inchiesta, nel 2009, era stata l'attività di monitoraggio sulla spesa pubblica svolta dalle Fiamme gialle attraverso l'esame dei bilanci e dei documenti contabili degli enti pubblici locali. Le indagini sono andate avanti per due anni. La Guardia di finanza, con la collaborazione della Regione Lazio, ha passato al setaccio le spese effettuate per la Sanità e, in particolare, i rimborsi pagati ai medici di famiglia (circa cinque euro al mese) per avere cura dei propri assistiti. I finanzieri, attraverso l'incrocio informatico degli elenchi degli assistiti dell'Asl di Frosinone con gli elenchi dei defunti dalle anagrafe dei Comuni della provincia sono riusciti a scoprire i 1.500 nomi di persone assistite, per così dire post-mortem.
link: http://roma.repubblica.it/cronaca/2011/ ... ef=HREC1-8