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Elezioni Regionali: Nessun impedimento, se ne andò»

Elezioni Regionali: Nessun impedimento, se ne andò»

Messaggioda trilogy il 18/10/2010, 15:39

Regionali, pm smonta versione Milioni
«Nessun impedimento, se ne andò»
Il telefonino rivela che l'esponente del Pdl era a 6 km
di distanza dal Tribunale. Rischia procedimento per calunnia
Il Messaggero: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php ... =HOME_ROMA


di Italo Carmignani
PERUGIA (17 ottobre) - Come con il cioccolato di cui celebra vocazione e origini, Perugia scioglie il pasticcio delle liste elettorali del Lazio con una frase e una scoperta.

Secondo i magistrati perugini, Dario Razzi e Massimo Casucci, quel 27 febbraio, ultimo giorno utile per piazzarsi ai blocchi di partenza per la corsa alle elezioni regionali, non è andata esattamente come la raccontarono Alfredo Milioni e Giorgio Polesi. Esponenti non proprio di livello del Pdl laziale, erano stati incaricati di presentarsi in tempo a piazzale Clodio, ufficio elettorale del Tribunale di Roma con quei pacchi di documenti in cui spiccavano i nomi dei candidati. Loro c’erano, le liste invece rimasero fuori. Un giorno storico, perché Renata Polverini, attuale presidente della Regione, rischiò di restare a terra.

Tutto si svolge in poco più di un’ora. Nel faldone, che Milioni dice di non aver mollato neanche per un istante, la lista del Pdl pronta da tre giorni. Ma qualcuno all’ultimo minuto, almeno secondo le voci e le ricostruzioni incrociate all’interno dello stesso partito, chiede di cambiare qualcosa. Milioni e Polesi, però, smentiscono e la raccontano così: noi c’eravamo fin dalle 11,30. Poi Milioni spiega di essersi allontanato un po’, appena il tempo di un panino. In un luogo, però, che poi i magistrati stabiliranno a sei chilometri di distanza, attraverso il posizionamento del suo telefono portatile. Ma lui prosegue sulla sua linea e dice: appena tornato, i radicali, arrivati per presentare la lista Bonino, scatenano la fine del mondo. E questo impedirà la presentazione delle liste del Pdl.

La versione di Milioni viene assorbita da tutto il Pdl, Berlusconi in testa. Si parla di impedimento violento di un diritto. E il caso politico s’incendia, viene messa in moto la giustizia. Milioni e Polesi superano ogni riserva e denunciano per violenza privata i radicali Diego Sabatinelli e Atlantide Di Tommaso. E il senso è questo: hanno inscenato una provocazione destinata a impedire la presentazione di altre liste. I radicali, ma non solo. Nel fascicolo finisce suo malgrado anche Maurizio Durante, il presidente dell’Ufficio elettorale, che dispone un cordone di sicurezza per arginare la bagarre. L’incartamento prende la strada di Perugia perché parla di un giudice romano e la città dei baci e la sua Procura sono destinate a occuparsene per competenza territoriale.

Il caso finisce sul tavolo del pm Razzi (poi affiancato dal collega Casucci) e partono subito gli accertamenti. Milioni non muta versione: dalle 11,45 in poi sono rimasto lì o poco distante. Il “poco distante”, però sono quei sei chilometri. La scoperta arriva dal telefonino, ma non basta a risolvere il caso.

Intanto, il dibattito politico si calma, la Polverini ce l’ha fatta e il Pdl si rasserena. E allora, come raccontano i pm perugini, Milioni cambia versione. E una frase dei magistrati porta il caso verso l’archivio giudiziario: non ci fu proprio un sbarramento creato dai radicali per l’accesso all’ufficio elettorale. E Milioni ammette che Sabatinelli e Di Tommaso «non pronunciarono nei nostri confronti frasi minacciose, non ci fu alcun contatto fisico, fecero un po’ di chiasso e si limitarono a sdraiarsi per terra». Il pidiellino ritratta e tutto cade, compresa l’accusa d’abuso d’ufficio contro il giudice Durante.

Finita? Macchè: i pm perugini si sono riservati, nella richiesta di archiviazione, di valutare la posizione di Milioni e di Polesi nell’ambito del procedimento per calunnia. E Giuseppe Rossodivita, consigliere regionale della Lista Bonino-Pannella, aggiunge: «Riteniamo debba essere valutata la posizione di tutte quelle persone informate dei fatti, indicate dal Milioni e dal Polesi, e che hanno dichiarato circostanze smentite obbiettivamente dagli esiti della perizia effettuata sui tabulati telefonici del cellulare del Milioni».
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