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La crisi della Sardegna

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

La crisi della Sardegna

Messaggioda flaviomob il 16/11/2014, 2:43

Marcia lunga per il lavoro

—  Costantino Cossu, OLBIA, 15.11.2014

«Unica», la protesta che unisce gli «esuberi» di Meridiana, i cassintegrati dell’Alcoa, pastori e studenti. Il sindacato appoggia, ma non organizza



Dalla Costa Sme­ralda al Sul­cis per difen­dere il lavoro. Non solo per scon­giu­rare altra cassa inte­gra­zione e altri licen­zia­menti, ma di più: per i diritti e il rispetto per la dignità delle per­sone; per dire che dalla crisi non si esce con il com­bi­nato dispo­sto di miopi poli­ti­che di bilan­cio e di bru­tale sot­to­mis­sione del lavoro. A que­sto serve «Unica», la mar­cia che venerdì è par­tita dal piaz­zale dell’aeroporto di Olbia e che ieri ha toc­cato Nuoro, per spo­starsi oggi Ottana domani nel Sul­cis e a Cagliari, davanti al palazzo della Regione Sardegna.

A orga­niz­zarla, insieme, i 1634 esu­beri di Meri­diana (piloti, assi­stenti di volo, tec­nici e ope­rai degli han­gar e ammi­ni­stra­tivi), i cas­sin­te­grati della Alcoa di Por­to­ve­sme, il Movi­mento dei pastori e il Col­let­tivo degli stu­denti di Olbia. È il segno di un disa­gio sociale cre­scente, in una regione dove alla deser­ti­fi­ca­zione che col­pi­sce ormai da anni il set­tore indu­striale si aggiun­gono ora le dif­fi­coltà dram­ma­ti­che dei con­ta­dini e dei pastori, alle prese con una con­giun­tura di mer­cato che pena­lizza le loro pro­du­zioni, e quelle del ter­zia­rio, come dimo­stra il caso di Meri­diana, azienda in crisi nono­stante il volume dei voli da e per la Sar­de­gna (e in par­ti­co­lare verso la Costa Sme­ralda) sia in ascesa costante da anni. Una rea­zione forte che, in un vuoto ormai quasi totale di rap­pre­sen­tanza poli­tica del lavoro, è nata spon­ta­nea­mente. I sin­da­cati appog­giano, ma non organizzano.

Quanto sia dram­ma­tica la situa­zione lo mostrano i dati del rap­porto sulla povertà in Sar­de­gna pre­sen­tato pochi giorni fa a Cagliari dal Cen­tro studi della Fon­da­zione Zan­can e da Sar­de­gna soli­dale. Nel 2013 la per­cen­tuale di popo­la­zione a rischio di povertà o esclu­sione sociale era del 31,7% (28,4% in Ita­lia). Il numero com­ples­sivo di per­sone povere o a rischio di esclu­sione è pas­sato da 292.188 nel 2004 a 420.659 nel 2014. In ter­mini per­cen­tuali, le fami­glie che si defi­ni­scono in dif­fi­coltà o grande dif­fi­coltà eco­no­mica sono il 38,7%. La disoc­cu­pa­zione è a livelli allar­manti: 17,5% nel 2013 (12,2% in Ita­lia). A livello pro­vin­ciale, la situa­zione più cri­tica si riscon­tra nel Medio Cam­pi­dano, dove tra il 2012 e il 2013 il tasso di disoc­cu­pa­zione è aumen­tato del 50%. Ma sono i gio­vani a pagare il prezzo più alto: il tasso di disoc­cu­pa­zione gio­va­nile in Sar­de­gna nel 2013 è note­vol­mente supe­riore (54,2%) alla media nazio­nale (40%) ed è supe­riore anche rispetto alla media del Mez­zo­giorno (51,6%). Il livello è par­ti­co­lar­mente ele­vato nelle pro­vince di Carbonia-Iglesias (73,9%) e del Medio Cam­pi­dano (64,7%). Tra il 2008 e il 2013 il tasso è for­te­mente aumen­tato: dal 36,8% al 54,2%. «Que­sto signi­fica — dice Tiziano Vec­chiato, diret­tore della Fon­da­zione Zan­can — che a un ragazzo su due viene negata la speranza».

Un qua­dro, quello deli­neato dal rap­porto della Fon­da­zione Zan­can, che spiega per­ché ope­rai e piloti Meri­diana si ritro­vino insieme, nella mar­cia di que­sti giorni, con stu­denti, pastori e con­ta­dini. È il dram­ma­tico sfi­lac­ciarsi del tes­suto sociale che rende conto del per­ché venerdì pome­rig­gio a Sini­scola, prima tappa del per­corso da Olbia verso Nuoro, l’omelia del par­roco — nella chiesa del Rosa­rio affol­lata dalle magliette rosse di Meri­diana, dalle tute blu dei mina­tori della Igea di Lula in cassa inte­gra­zione, dalle ragazze della fab­brica tes­sile Rose­mary licen­ziate (due­cento in un colpo solo), da sin­daci in fascia tri­co­lore, dagli stu­denti delle scuole di Olbia appena rico­struite dopo l’alluvione del 2013 — sia diven­tata un invito senza mezzi ter­mini alla lotta: «Fatte rispet­tare i vostri diritti. Il lavoro è il primo dei diritti. Non per­met­tete a nes­suno di cal­pe­stare la vostra dignità». Prima della messa, nell’assemblea al Cen­tro gio­va­nile di Sini­scola, è toc­cato ad Alex San­toc­chini e a Marco Bar­dini, i por­ta­voce di Ali, l’associazione dei cas­sin­te­grati Meri­diana, ricor­dare qual è la posta in gioco, non solo in Sar­de­gna: «Vogliono licen­ziarci in 1634 su 2000. A Olbia come a Terni, spe­ri­men­tano sino a che punto si pos­sono spin­gere nella ride­fi­ni­zione dei rap­porti di forza tra aziende e dipen­denti. La com­pa­gnia dell’Aga Khan vuole espel­lere dal ciclo pro­dut­tivo lavo­ra­tori che già a par­tire dai 45 anni sono con­si­de­rati troppo costosi e troppo garan­titi. Di Meri­diana vogliono sol­tanto con­ser­vare il mar­chio, che negli anni è diven­tato garan­zia di qua­lità. Per il resto l’obiettivo è quello di inqua­drare i pochi che con­ser­ve­reb­bero il posto in un’altra società, che è già pronta. Si chiama Air Italy. Lì si lavora con salari e sti­pendi più bassi e den­tro un qua­dro nor­ma­tivo di minore garanzia».

A Olbia la ten­sione resta alta. Ieri mat­tina alle 6 all’aeroporto un gruppo di per­sone incap­puc­ciate ha lan­ciato uova su alcuni dei piloti Meri­diana ancora al lavoro, in par­tenza per Roma e per Milano. I voli sono stati rin­viati. Tutte le sigle sin­da­cali hanno con­dan­nato il gesto. «Nel clima creato dalle posi­zioni rigide di Meri­diana — dice San­toc­chini — pos­sono acca­dere anche cose come que­ste. Per noi il ter­reno di con­fronto è un altro. Pro­se­guiamo con la mar­cia, per unire i tanti fronti dispersi del lavoro».

Ieri a Nuoro gli esu­beri Meri­diana hanno par­te­ci­pato a un’assemblea pub­blica, nell’aula con­si­liare del comune, con dele­ga­zioni degli stu­denti e dei mina­tori di Lula. Oggi incon­tro a Ottana con i chi­mici della Poli­meri, fab­brica in liqui­da­zione. Domani a Por­to­scuso con gli ope­rai Alcoa.

(Manifesto)


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Re: La crisi della Sardegna

Messaggioda franz il 16/11/2014, 10:28

breve considerazione.
un po' per tutta l'Italia ma in particolare per la Sardegna a fronte di crisi di settore (alluminio, miniere, compagnie aeree e di navigazione) si è risposto in modo assistenziale (cassa integrazione, sussidi, fondi pubblici) mantenendo in vita aziende malate. Mantenendole in vita in modo non sostenibile.
Invece bisognava chiudere definitivamente e agevolare l'apertura di nuove attività sostenibili.
Oggi tutti i nodi vengono al pettine contemporaneamente. Idem se vogliamo per l'acciao di terni e tante altre situazioni insostenibili che si trascinano da anni. Pare proprio che la Sardegna sia un caso (purtroppo) di scuola di tutto quello che non andava fatot ma che la politica ha fatto per avere consenso.
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