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Alluvione in Sardegna

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

Re: Alluvione in Sardegna

Messaggioda Iafran il 21/11/2013, 18:22

annalu ha scritto:Penso che i meteorologi abbiano dei pluviometri standard, per cui magari tra loro parlano davvero di ml, poi dovrebbero fare la trasformazione prima di passare il dato alla stampa.

http://www.sienameteo2000.it/Strumenti/pluviometro.htm

Gli strumenti adoperati per la misura della pioggia si chiamano pluviometri.
Il pluviometro più semplice, consta di un vaso cilindrico B, chiamato raccoglitore, della capacità di un certo numero di litri. Nella parte superiore termina con un imbuto A, chiamato collettore o ricevitore e sul fondo del raccoglitore un apposito rubinetto C permette di raccogliere l'acqua caduta per essere misurata. Il diametro della bocca del collettore è generalmente di cm 37,5 per cui la sua superficie S = 10 dm2. Se indichiamo con h, l'altezza dell'acqua raccolta dal pluviometro, essendo il suo volume:
V = S x h [1]
risulterà:
h = V/S [2]
Siccome per ogni litro d'acqua raccolta corrisponde un decimetro cubo, l'altezza h corrispondente sarà 10 mm.
Per la misura della quantità di pioggia si adoperano tre recipienti aventi rispettivamente le capacità di 1 litro, di 1/2 litro e di un decilitro, corrispondenti alle altezze rispettive di mm 10, 5 e 1. Le frazioni di millimetri di pioggia si apprezzano con l'immergere nel decilitro un regolo diviso in dieci parti uguali. Negli osservatori sono in uso anche strumenti registratori, detti pluviografi che registrano l'intensità, la durata e l'altezza della precipitazione.

. . . . .

I valori della piovosità si esprimono in mm di pioggia.
Qualche operatore, per la fretta, forse non è stato troppo attento (o ha scandito male il termine "millimetri") e chi ha pubblicato il dato ha perpetuato l'imprecisione.
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Re: Alluvione in Sardegna

Messaggioda mauri il 21/11/2013, 19:21

annalu ha scritto:Comunque l'agenzia Agi.it del 19 novembre parla di "470mm di pioggia in 24 ore", direi quindi che l'articolo precedente era proprio sballato.

Annalu


in pratica 450 litri al m2 in 24 h., uno spavento d'acqua
agli altri paesi colpiti dalla tempesta è andata meglio, 70-80 litri m2
mi domando se c'era qualche nave in mare
ciao mauri

http://www.meteogiornale.it/notizia/301 ... -e-corsica
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Re: Alluvione in Sardegna

Messaggioda franz il 21/11/2013, 22:02

Iafran ha scritto:I valori della piovosità si esprimono in mm di pioggia.
Qualche operatore, per la fretta, forse non è stato troppo attento (o ha scandito male il termine "millimetri") e chi ha pubblicato il dato ha perpetuato l'imprecisione.

No, non qualche operatore per la fretta.
La protezione civile qui: http://www.protezionecivile.gov.it/jcms ... d=NEW42460
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Re: Alluvione in Sardegna

Messaggioda flaviomob il 26/11/2013, 10:58

L'INTERVENTO 20/11/2013
Sardegna, le colpe del sistema e quelle dei cittadini
di Francesco Mattana
Carmine Lizza, geologo e responsabile Protezione civile di Anpas, punta il dito contro la scarsa coscienza civica, problema che riguarda non solo la politica ma anche tutti i cittadini italiani


Abbiamo interpellato Carmine Lizza, geologo e responsabile nazionale Anpas. L’associazione è in prima fila, coi suoi 1500 volontari, per fronteggiare l’emergenza alluvione in Sardegna. Al di là dei racconti a alto impatto emotivo, è fondamentale sentire l’opinione di uno studioso in materia sulle ragioni per cui il Ciclone si è abbattuto con tanta violenza sull’isola. La domanda più frequente che l’opinione pubblica si pone in questi giorni è questa: si poteva evitare questa sciagura con una campagna di comunicazione più accurata? Lizza risponde, a questa e a altre domande, nelle righe seguenti.

Perché Cleopatra si è scatenata così violentemente?
«In larga parte queste piogge intense erano state previste nell’intensità. Il ciclone mediterraneo creatosi due giorni fa lasciava intravedere precipitazioni consistenti. Poi c’è stato il blocco dell’alta pressione che ha permesso al ciclone di posizionarsi sulla Sardegna e di autoalimentarsi, ecco perché si è creata questa situazione così critica. Questi cicloni mediterranei sono normali per il periodo, però quest’anno si è abbiamo avuto una continuazione dell’estate con temperature molto alte: la temperatura del mare elevata a contrasto con l’aria fredda ha creato il vortice che si è posato prima sulla Spagna poi in Sardegna. La settimana scorsa c’è stato un evento atmosferico simile ma aveva scaricato tutto sul mare il quantitativo di acqua. Questa volta, purtroppo, siamo stati più sfortunati».
Il problema però, si badi bene, non è della natura. Da un lato c’è la questione assodata, ovvero che si è costruito dove non si doveva. Ma c’è un altro punto: nonostante la catena di comunicazione fosse partita bene dal Dipartimento come sempre, la catena si è bloccata e non è arrivata fino ai cittadini; non c’è stata una comunicazione corretta, sia prima dell’approssimarsi dell’evento sia durante l’emergenza. I morti dunque ci sono stati per cattivi comportamenti -ad esempio padre e figlio vicini ad un canale senza protezione. In una corretta pianificazione e informazione quelle zone dovevano risultare protette».

Chi sono i colpevoli?
«Non esiste un vero responsabile, bisogna fare un cambio culturale. Dobbiamo acquisire le norme di autoprotezione: non basta semplicemente avere un piano di protezione civile che indica quali sono le aree inondabili, bisogna piuttosto che queste pratiche diventino patrimonio comune di tutti i cittadini. Nelle zone a rischio, sapere che devono limitare le uscite e mettersi in posizione di sicurezza. Dunque di chi è la colpa? Della collettività. Noi siamo partiti con la campagna nazionale Terremoto-Io non rischio insieme al Dipartimento Nazionale e siamo anche in partenza con la campagna sulle norme comportamentali da tenere prima, durante e dopo eventi alluvionali: percorsi molto lenti, che dovrebbero dare risultati nei prossimi anni. C’è un’altra questione: quegli stessi cittadini che ora si mordono le mani per aver costruito dove non dovevano in passato hanno fatto pressioni sulla politica per ottenere permessi edificabili».

In questo momento si trova in Sardegna?
«Non sono fisicamente in Sardegna anche se ho dieci collegamenti all’ora dall’isola. Oggi, nella prima fase dell’emergenza finita i volontari si sono organizzati in squadre, si stanno spostando da una parte all’altra per far rientrare la popolazione nel più breve tempo possibile alla normalità della gestione. Obiettivo: aiutare le famiglie nello sgombero, nella pulizia delle abitazioni, nella sistemazione per quanto ci è possibile delle strade, della corretta regimentazione delle acque sulle strade, togliere detriti, macerie e quant’altro».

Alcuni lamentano che sarebbero state utili più idrovore grandi...
Chiariamo, facciamo un ragionamento tecnico. L’impiego delle idrovore può essere pericoloso se la permeabilità del terreno, la porosità non è commisurata alla capacità di ritiro dell’acqua da parte delle idrovore . Le pompe idrovore devono essere utilizzate da tecnici che hanno competenze sulla capacità di assorbimento dei terreni e di circolazione idrica all’interno della falda dei terreni, perché si possono davvero creare danni ancora più grossi di quelli dell’alluvione.
È già capitato in altre situazioni: errato pompaggio dell’acqua ha creato problemi sulle fondazioni dei fabbricati, oppure le spinte idrauliche sui muri perimetrali hanno fatto danni agli stabili abbastanza importanti. Ad esempio, nell'alluvione a Vibo Valentia o a Palagiano nel tarantino. Anche la polemica sulle idrovore più grandi è pericolosa: questi strumenti vanno utilizzati in maniera intelligente e accurata».

http://www.vita.it/non-profit/volontari ... adini.html

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Ciò detto, non deve mancare la nostra solidarietà e vicinanza a tutto il popolo sardo.

"Siamo spagnoli, africani, fenici, cartaginesi, romani, arabi, pisani, bizantini, piemontesi. Siamo le ginestre d'oro giallo che spiovono sui sentieri rocciosi come grandi lampade accese. Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell'immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi."

"Siamo Sardi" - Grazia Deledda


"Dovremmo aver paura del capitalismo, non delle macchine".
(Stephen Hawking)
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