Genova: Lo scandalo dei consiglieri lampo

pochi minuti di presenza e paga piena
Molti eletti in consiglio comunale rispondono all'appello e si defilano subito dopo. E c'è chi non si leva neppure il casco. Per due mesi Repubblica ha rilevato le presenze degli eletti ai lavori delle commissioni. Ecco i risultati
di RAFFAELE NIRI
Mercoledì scorso, a Genova, c'era un bel sole primaverile. Così il consigliere comunale Aldo Praticò, del Pdl, si è presentato alla seduta della commissione alle 14.48 e ne è uscito alle 14.49, un minuto dopo. Senza neppure togliersi il casco della moto, per fare più in fretta. Per quel minuto di "lavoro" - ha risposto "presente" alla domanda "Praticò?" - riceverà a fine mese 97 euro e 61 centesimi.
Il 16 febbraio aveva fatto la stessa identica cosa, il 15 febbraio era rimasto due minuti, il 23 gennaio tre e il 18 gennaio addirittura quattro. Ogni volta che gli dicono "Praticò" e lui risponde "presente" fanno 97 euro e 61 centesimi. Nelle ultime diciotto commissioni consiliari, Praticò ha vinto per nove volte il Trofeo "Prendi i soldi e scappa": sei minuti, otto minuti, una volta addirittura quindici.
Non è il solo, naturalmente: Vincenzo Vacalebre, dell'Udc, alla vigilia di San Valentino, è rimasto in aula centottanta secondi, Andrea Proto dell'Italia dei Valori il 9 febbraio lo ha superato di pochi attimi. E ogni volta, nelle loro tasche e in quelle di tutti gli altri consiglieri comunali che rispondono all'appello del presidente di una commissione, arrivano i 97 euro e 61 centesimi (lordi) previsti dal regolamento del consiglio comunale.
Repubblica ha monitorato per quasi due mesi - dal 17 gennaio al 7 marzo - l'andamento delle nove commissioni consiliari operanti nel Comune di Genova, città dove a inizio maggio si andrà alle urne. La logica vorrebbe che alla vigilia dell'appuntamento elettorale i consiglieri uscenti dessero il meglio, per meritarsi la riconferma. Ecco, allora, il capogruppo della Lega Nord, Alessio Piana, uscire - per nove volte su diciotto - ancora prima che scatti la "mezz'ora di decenza": una volta resta otto minuti, due volte dieci, una quindici, una sedici.
La coppia di consiglieri dell'Italia dei Valori - sempre per restare tra i partiti che fanno del buon governo la loro bandiera - lo straccia ampiamente: Andrea Proto vince tre tappe (rispettivamente cinque, tre e dieci minuti) in tredici riunioni, mentre Francesco De Benedictis è il più veloce il primo febbraio (cinque minuti scarsi) ma se ne va repentino altre sette volte.
Non tutti sono uguali in questa hit parade della "Toccata e fuga": più si va a sinistra, migliore è il comportamento. I tre consiglieri di Rifondazione e Sel (Antonio Bruno, Arcadio Nacini e Angela Burlando) non compaiono mai in classifica, mentre il pattuglione del Pd (che è il gruppo consiliare più numeroso) ha soltanto qualche pecora nera.
"È una vera schifezza - tuona il presidente del consiglio comunale genovese Giorgio Guerello - questi signori sviliscono il senso della democrazia. Ad inizio del ciclo amministrativo abbiamo provato a cambiare le regole, senza riuscirci. Sono certo che il nuovo consiglio comunale si autoemenderà".
In fondo basterebbe il "contrappello", come al militare: basta un comma di due righe, che reciti "il gettone di presenza viene assegnato solo a chi è presente sia all'inizio che alla fine della seduta". Anche perché ogni singola commissione costa 5.500 euro e se ne fanno una ventina al mese.
Il problema, infatti, è assicurare a ogni consigliere il massimo dei gettoni previsti, cioè diciotto: 1.800 euro lordi che sono - secondo quanto previsto dall'ultima Finanziaria - un terzo dello stipendio che si è assegnato il sindaco. E dato che Marta Vincenzi, fin dall'inizio del suo mandato, ha deciso di riconoscersi lo stipendio più basso possibile per una città oltre il mezzo milione di abitanti, anche i consiglieri devono "accontentarsi" di 1.800 euro.
A volte sono denari più sprecati del solito. Il 15 febbraio la quarta commissione doveva discutere una pratica urbanistica: all'appello alle 9,40 hanno risposto in trenta (97 euro per trenta), ma un'ora dopo, i nove che erano rimasti si sono accorti che mancava un documento. Niente paura, basta una nuova riunione. Della commissione fanno parte 48 dei 50 consiglieri comunali e - si può star certi - accorreranno in tanti.
(13 marzo 2012)
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-7
Molti eletti in consiglio comunale rispondono all'appello e si defilano subito dopo. E c'è chi non si leva neppure il casco. Per due mesi Repubblica ha rilevato le presenze degli eletti ai lavori delle commissioni. Ecco i risultati
di RAFFAELE NIRI
Mercoledì scorso, a Genova, c'era un bel sole primaverile. Così il consigliere comunale Aldo Praticò, del Pdl, si è presentato alla seduta della commissione alle 14.48 e ne è uscito alle 14.49, un minuto dopo. Senza neppure togliersi il casco della moto, per fare più in fretta. Per quel minuto di "lavoro" - ha risposto "presente" alla domanda "Praticò?" - riceverà a fine mese 97 euro e 61 centesimi.
Il 16 febbraio aveva fatto la stessa identica cosa, il 15 febbraio era rimasto due minuti, il 23 gennaio tre e il 18 gennaio addirittura quattro. Ogni volta che gli dicono "Praticò" e lui risponde "presente" fanno 97 euro e 61 centesimi. Nelle ultime diciotto commissioni consiliari, Praticò ha vinto per nove volte il Trofeo "Prendi i soldi e scappa": sei minuti, otto minuti, una volta addirittura quindici.
Non è il solo, naturalmente: Vincenzo Vacalebre, dell'Udc, alla vigilia di San Valentino, è rimasto in aula centottanta secondi, Andrea Proto dell'Italia dei Valori il 9 febbraio lo ha superato di pochi attimi. E ogni volta, nelle loro tasche e in quelle di tutti gli altri consiglieri comunali che rispondono all'appello del presidente di una commissione, arrivano i 97 euro e 61 centesimi (lordi) previsti dal regolamento del consiglio comunale.
Repubblica ha monitorato per quasi due mesi - dal 17 gennaio al 7 marzo - l'andamento delle nove commissioni consiliari operanti nel Comune di Genova, città dove a inizio maggio si andrà alle urne. La logica vorrebbe che alla vigilia dell'appuntamento elettorale i consiglieri uscenti dessero il meglio, per meritarsi la riconferma. Ecco, allora, il capogruppo della Lega Nord, Alessio Piana, uscire - per nove volte su diciotto - ancora prima che scatti la "mezz'ora di decenza": una volta resta otto minuti, due volte dieci, una quindici, una sedici.
La coppia di consiglieri dell'Italia dei Valori - sempre per restare tra i partiti che fanno del buon governo la loro bandiera - lo straccia ampiamente: Andrea Proto vince tre tappe (rispettivamente cinque, tre e dieci minuti) in tredici riunioni, mentre Francesco De Benedictis è il più veloce il primo febbraio (cinque minuti scarsi) ma se ne va repentino altre sette volte.
Non tutti sono uguali in questa hit parade della "Toccata e fuga": più si va a sinistra, migliore è il comportamento. I tre consiglieri di Rifondazione e Sel (Antonio Bruno, Arcadio Nacini e Angela Burlando) non compaiono mai in classifica, mentre il pattuglione del Pd (che è il gruppo consiliare più numeroso) ha soltanto qualche pecora nera.
"È una vera schifezza - tuona il presidente del consiglio comunale genovese Giorgio Guerello - questi signori sviliscono il senso della democrazia. Ad inizio del ciclo amministrativo abbiamo provato a cambiare le regole, senza riuscirci. Sono certo che il nuovo consiglio comunale si autoemenderà".
In fondo basterebbe il "contrappello", come al militare: basta un comma di due righe, che reciti "il gettone di presenza viene assegnato solo a chi è presente sia all'inizio che alla fine della seduta". Anche perché ogni singola commissione costa 5.500 euro e se ne fanno una ventina al mese.
Il problema, infatti, è assicurare a ogni consigliere il massimo dei gettoni previsti, cioè diciotto: 1.800 euro lordi che sono - secondo quanto previsto dall'ultima Finanziaria - un terzo dello stipendio che si è assegnato il sindaco. E dato che Marta Vincenzi, fin dall'inizio del suo mandato, ha deciso di riconoscersi lo stipendio più basso possibile per una città oltre il mezzo milione di abitanti, anche i consiglieri devono "accontentarsi" di 1.800 euro.
A volte sono denari più sprecati del solito. Il 15 febbraio la quarta commissione doveva discutere una pratica urbanistica: all'appello alle 9,40 hanno risposto in trenta (97 euro per trenta), ma un'ora dopo, i nove che erano rimasti si sono accorti che mancava un documento. Niente paura, basta una nuova riunione. Della commissione fanno parte 48 dei 50 consiglieri comunali e - si può star certi - accorreranno in tanti.
(13 marzo 2012)
http://genova.repubblica.it/cronaca/201 ... ef=HREC1-7