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Federalismo, il monito di Bossi

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

Federalismo, il monito di Bossi

Messaggioda franz il 19/08/2008, 14:13

A Calalzo l'ok di Tremonti al testo Calderoli. Frena Italo Bocchino di An
Calderoli: "Il mio progetto non ruba il lavoro al Tesoro, lo Stato dimagrirà"

Federalismo, il monito di Bossi
"Se si blocca lo farà il popolo"

dal nostro inviato PAOLO BERIZZI

LORENZAGO DI CADORE (BELLUNO) - Al solito sospeso tra l'auspicio e l'avvertimento sinistro, Umberto Bossi va subito al sodo: "Speriamo che questo incontro non sia solo simbolico, che sia la volta buona per realizzare il federalismo. La devolution ce l'hanno bocciata - ricorda con voce grave - , hanno trovato la strada per bloccarla. Mi auguro che questo non accada di nuovo, altrimenti bisognerà procedere coi mezzi più sbrigativi, quelli che il popolo conosce bene e sa usare".

Sono le nove di sera e il Senatur è appena uscito dall'hotel Ferrovia, a Calalzo di Cadore, per raggiungere la baita del passo Mauria dove si festeggia il compleanno di Giulio Tremonti. A tavola, tra spiedini di carne, polenta con formaggio e strudel, ci sono anche il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, e Roberto Cota, capogruppo leghista alla Camera.

Si fa festa - il padrone di casa ha spento la sessantunesima candelina - ma si parla anche di federalismo. D'altronde il luogo e il periodo sono tutto fuorché casuali: era agosto del 2003 quando i quattro saggi della Casa della Libertà (Roberto Calderoli, Francesco D'Onofrio, Domenico Nania e Andrea Pastore) si riunirono qui per un "tavolo sulle riforme".

Da quella full immersion a duemila metri uscì il disegno di legge da cui il centrodestra partì per provare a cambiare la seconda parte della Costituzione: ma il testo non ebbe buona sorte. Fu bocciato dal referendum del 2006, e così addio devolution. Per quanto riguarda le cariche il tempo sembra essersi fermato: anche allora Bossi e Tremonti erano a capo di Riforme e Economia. Calderoli, lui, era vicepresidente del Senato. Oggi è ministro per la Semplificazione e autore del testo del disegno di legge sul federalismo fiscale.

L'ultima bozza, i cui contenuti sono stati anticipati ieri da Repubblica, l'ha consegnata a Tremonti e a Bossi ("I miei primi interlocutori") . Nemmeno in questo lunedì di sole ha smesso di lavorare: si è chiuso per tutto il pomeriggio in albergo per limare il testo con un pugno di professori universitari. "Il federalismo non ruba il lavoro a Tremonti - dice il ministro - si eviteranno gli scontri che ci sono sempre con la Finanziaria e lo Stato dimagrirà, sarà più snello e tonico".

A costo zero, in fase transtitoria dal 2010, la rivoluzione fiscale autonomista - sottolinea Calderoli - non toccherà la Costituzione né gli Statuti delle Regioni. E sarà graduale, in modo da dare "a tutti la garanzia di farcela". Ma attenzione: quando i soldi entreranno direttamente nelle casse di Comuni, Province e Regioni, i sindaci che spenderanno più di quanto possono e devono, saranno puniti dallo Stato. Come? Con la messa in mora, il blocco delle assunzioni e delle risorse, e l'aumento delle tasse in automatico.

Arriva Tremonti: "Sono in vacanza, è il mio compleanno, e non parlo di lavoro". Fedele alla proverbiale riservatezza, il festeggiato si presenta con la sua jeep Land Rover Defender. Da solo. Calderoli e Bossi gli tirano le orecchie, l'aria è rilassata. Né sembrano esserci, tra i presenti, nodi politici da sciogliere. Chi gli parlato nelle ultime ore riferisce che il ministro dell'Economia ripone abbondante fiducia nel lavoro del collega leghista, e ha già espresso parere positivo sulla bozza. I malumori, però, non mancano.

"Benissimo il federalimo fiscale che premia le Regioni capaci di spendere meglio i soldi, ma siamo contrari a una normativa che determini Regioni di serie A e altre di serie B", dice Italo Bocchino, vicecapogruppo vicario del Pdl alla Camera. Appunti anche da Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl e dell'Anci: "Ho delle preplessità su alcune scelte di fondo, e il testo è carente per quanto riguarda l'assetto finanziario dei Comuni e delle Città metropolitane".

Duro il giudizio dell'Italia dei Valori: "La Lega ha fatto una scelta di campo - dice Antonio Di Pietro - , scendere a compromessi rispetto alla sua missione per ottenere il federalismo". Infine il ministro Rotondi: "Bisogna trovare una sintesi con l'opposizione".

(19 agosto 2008)
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