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Sole24h: Bolzano e Trento in vetta per qualità della vita

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

Sole24h: Bolzano e Trento in vetta per qualità della vita

Messaggioda franz il 06/12/2010, 10:43

La classifica del Sole 24 Ore sulla qualità della vita: Bolzano e Trento in vetta, Napoli in coda

di Rossella Cadeo 6 dicembre 2010

Avevano già fatto centro in passato, una nel 2001 con una replica nel 1995 e l'altra nel 2007. Ora, al traguardo arrivano quasi fianco a fianco: Bolzano con 637 punti e Trento, una frazione dopo, con 636. Sono le due province autonome del Trentino Alto Adige a conquistare il vertice della classifica 2010 della «Qualità della vita», l'annuale ricerca del Sole 24 Ore.

Un risultato che comunque non sorprende, visto che le due realtà si sono sempre messe in evidenza anche nelle passate edizioni dell'indagine. La pagella meno soddisfacente tocca invece per la prima volta a Napoli, un voto – pure questo – che non giunge a sorpresa, alla luce del penultimo posto occupato nel 2009 e delle recenti cronache. Va detto, però, che nei due decenni di «Qualità della vita» la maglia nera è stata prevalentemente indossata da realtà siciliane e calabresi e solo due volte da una campana (nel lontano 1991 da Caserta e nel 1993 da Benevento). Quanto alle protagoniste – in positivo e in negativo – del 2009, Trieste si sposta di appena tre gradini (è quarta dopo Sondrio, che si riaggiudica il "bronzo"), mentre Agrigento sale di nove, non riuscendo comunque a "smuovere" la concentrazione di siciliane nel gruppetto di coda (Trapani, Caltanissetta, Palermo, Catania).

Ricerca e risultati
Come ogni anno la ricerca esplora e confronta – attraverso le statistiche – la vivibilità delle 107 province italiane in sei ambiti (tenore di vita, affari e lavoro, servizi ambiente e salute, popolazione, ordine pubblico e tempo libero), ciascuno a sua volta "indagato" tramite sei indicatori (si veda la metodologia a pagina 2). Dai numeri e dal confronto tra le performance territoriali si elaborano le graduatorie di "tappa" e la pagella finale (riportata a fianco).
Qualche esempio può spiegare quali fattori hanno contribuito al successo delle due province autonome e che cosa ha pesato su Napoli.

Ebbene, Bolzano svetta nell'area affari e lavoro (dove è anche prima per occupazione femminile, quasi una donna su due con un impiego), ma esce bene anche nella sicurezza (è la meno colpita dai furti d'auto, solo 9 ogni 100mila abitanti nel primo semestre 2009) e nel settore servizi/ambiente/salute (alto l'indice di smaltimento di cause civili e il giudizio di Legambiente). Su fronti analoghi si esprimono le buone performance di Trento, meglio posizionata della "collega" nel tenore di vita (ad esempio ha un'inflazione pressoché inesistente e un interessante livello di consumi pro capite) e nella popolazione (ha un invidiabile 74 per mille di laureati sul totale dei giovani).

Proprio sui due fronti economici della ricerca
(tenore di vita e affari/lavoro) arranca al contrario Napoli: non sfugge alla morsa dell'inflazione (oltre il 2%), la casa "costa" (3.700 euro al metro quadro), la situazione lavorativa è grave (i giovani tra i 25 i 34 anni occupati sono il 41% contro una media del 68%), i fallimenti di imprese sono oltre il doppio della media nazionale. Bocciata in sicurezza, con record negativi in tutti gli indicatori salvo i furti in casa e il trend. Situazione difficile anche nel tempo libero e nella popolazione, con oltre 2.600 abitanti per Kmq e una presenza di immigrati regolari intorno al 2% della popolazione (contro il 7% a livello nazionale). Qui, però, conquista anche un oro: ha il miglior rapporto tra anziani e popolazione attiva (il 21%, mentre la media è di uno a tre).

Il sentiment. Quanto alle due province più grandi di Napoli, accusano un arretramento: Roma scivola di 11 gradini e arriva 35ª, sotto Milano (21ª) che scende di due. La quarta provincia per dimensione, Torino, recupera invece 14 posizioni ma si deve accontentare di arrivare 54ª. Le aree del nord intorno od oltre il milione di abitanti sono tutte in progresso: la migliore è Bologna (ottava), seguita da Bergamo (36ª) e Brescia (44ª). Firenze scende un paio di gradini ed è 16ª. Bari, Palermo, Salerno e Catania sono più o meno stabili (tutte però sotto la 90ª posizione).

A completare la panoramica costruita in base ai numeri c'è il sondaggio sul sentiment, che dal 2003 si pone l'obiettivo di tastare il polso ai residenti e vedere quanto coincidano percezioni e numeri. Ebbene, non si può fare a meno di notare che Bolzano e Trento, già promosse dalle statistiche, lo sono anche dall'opinione degli abitanti.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/ ... d=AYKWOWpC



la classifica 2009: http://www.ilsole24ore.com/speciali/qvi ... nale.shtml
la classifica 2010: http://www.ilsole24ore.com/pdf2010/Sole ... d277ba2b57
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Il Trentino costa allo Stato italiano più della Campania

Messaggioda ranvit il 06/12/2010, 11:30

C'entrerà qualcosa?



http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/sfo ... er=9&vis=G



Marco Toriello

Sorpresa: la Valle d’Aosta costa allo Stato italiano più della Campania. Non in termini assoluti, s’intende, vista la differenza in termini di dimensioni e di numero di abitanti tra le due regioni. Ma, prendendo in esame la spesa per abitante, si scopre che per ogni valdostano arrivano in media da Roma 17.479 euro, il doppio rispetto al dato medio nazionale (9.070 euro) e addirittura il 130% in più rispetto ai 7.578 euro pro capite della Campania, ultima in classifica insieme al Veneto. I dati sono autorevolissimi: sono infatti contenuti in una ricerca realizzata dalla Ragioneria generale dello Stato sulla distribuzione geografica delle risorse erogate, nel 2008, dal bilancio dello Stato, da enti e amministrazioni pubbliche e da fondi alimentati con risorse nazionali e comunitarie. Un totale di 542,6 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti altri 139,3 miliardi che la Ragioneria definisce «spesa non regionalizzabile». Di questa ingente somma destinata agli enti territoriali, 256,2 miliardi di euro arrivano dal bilancio dello Stato, principale fonte per le casse del Lazio, a cui va il 15% del totale (38 miliardi). Dagli enti previdenziali arrivano 267,7 miliardi: a beneficiarne è soprattutto la Lombardia, con 46,6 miliardi, pari al 17,4% del totale. Mentre i fondi comunitari, che ammontano a 4,2 miliardi, vanno in percentuale maggiore alla Sicilia (20%), che si aggiudica anche la maggior parte delle risorse che arrivano dagli altri fondi, il 16,3% di 5,5 miliardi. Dei 9 miliardi che arrivano dalla voce «altri enti», il 28,8% è destinato ancora una volta al Lazio. In assoluto, la fetta più grande dell’enorme torta di contributi dallo Stato alle regioni va alla Lombardia, che riceve 79,5 miliardi di euro, pari al 14,6% del totale, seguita dal Lazio (68,6 miliardi), a cui va il 12,6%, e dalla Sicilia (47,3 miliardi), che si aggiudica l’8,7%. La Campania si piazza al quarto posto, con 44 miliardi. Ma è la classifica della spesa pro capite a fornire i risultati più sorprendenti, che, in alcuni casi, sembrano smentire il leit motiv secondo cui il Sud è destinatario di molti più trasferimenti da parte dello Stato centrale rispetto al Nord. Le differenze tra le venti regioni italiane sono enormi: il primo posto in graduatoria, come detto, è della Valle d’Aosta, seguita dal Trentino Alto Adige (15.224 euro di spesa per abitante) e dal Lazio (12.264 euro). In coda, a pari merito, ci sono gli abitanti di Campania e Veneto, seguite da un’altra regione meridionale, la Puglia, con 7.906 euro pro capite. Altri dati interessanti si scoprono confrontando le risorse ottenute al pil regionale. Emerge così che ben tre regioni incassano somme superiori al 50% del proprio pil: sono la Sicilia, che riceve una cifra pari al 53,8% del prodotto interno lordo, la Calabria (52,9%) e ancora una volta la Valle D’Aosta. Dall’altra parte della classifica troviamo le regioni che hanno il ritorno più basso rispetto al pil: la Lombardia (24,3%), il Veneto (24,8%) e l’Emilia Romagna (27%). La Campania è al nono posto, con il 44,9%. Ultimo capitolo: le voci principali che compaiono nell’elenco degli impieghi che le regioni fanno delle risorse ottenute dallo Stato. Al primo posto ci sono i trasferimenti alle pubbliche amministrazioni, che ammontano a 203,4 miliardi di euro, di cui 113,8 miliardi vanno alle amministrazioni locali e altri 11 miliardi alle amministrazioni centrali. Altri 88,1 miliardi sono destinati alle strutture regionali, 78,4 miliardi agli enti che si occupano di previdenza e assistenza e 16,7 miliardi a Comuni e Province, mentre il costo del lavoro dipendente ammonta a 88 miliardi.
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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Re: Sole24h: Bolzano e Trento in vetta per qualità della vita

Messaggioda franz il 06/12/2010, 12:06

Se ci fosse un vero federalismo fiscale (e quello in arrivo non lo è) questi problemi non si porrebbero.
Ognuno terrebbe una quota di quello che produce e la solidarietà (fondo di perequazione) sarebbe fatta su criteri oggettivi: contributi a strutture ed invenstimenti per le regioni che ne hanno bisogno. Non certo per finanziare la spesa corrente.
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Re: Sole24h: Bolzano e Trento in vetta per qualità della vita

Messaggioda flaviomob il 07/12/2010, 1:34

Abbastanza clamoroso il caso di Roma... un dato fallimentare per l'amministrazione Alemanno...


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Re: Il Trentino costa allo Stato italiano più della Campania

Messaggioda franz il 07/12/2010, 9:17

ranvit ha scritto:C'entrerà qualcosa?

http://sfoglia.ilmattino.it/

Sorpresa: la Valle d’Aosta costa allo Stato italiano più della Campania. Non in termini assoluti, s’intende, vista la differenza in termini di dimensioni e di numero di abitanti tra le due regioni. Ma, prendendo in esame la spesa per abitante, si scopre che per ogni valdostano arrivano in media da Roma 17.479 euro, il doppio rispetto al dato medio nazionale (9.070 euro) e addirittura il 130% in più rispetto ai 7.578 euro pro capite della Campania, ultima in classifica insieme al Veneto.

I dati RGS confrontano la spesa procapite ma non le imposte pagate.
Osservando le imposte pagate (procapite) rispetto alla spese, anche qui procapite, si vede che la valle d'aosta e le due province autonome di trento e bolzano ricevono indietro il 90% di quello che pagano come tasse. Quindi spendono meno di quello che incassano. Altre regioni (tutte quelle del sud) ricevono piu' soldi di quelli che incassano (e incassano poco anche grazie anche al sommerso ed al nero, che al sud è stimato attorno al 50% ed in alcuni settori supera il 90%). Il sommerso c'è ovunque, anche al Nord, ma ci sono regioni che appunto ricevono per la spesa meno di quello che incassano di tasse ed altre che spendono di piu' di quello che incassano. Anche di molto. E sono proprio quelle regioni che sono in fondo alla classifica della qualità della vita e magari pero' hanno i funzionari regionali meglio pagati di tutta l'Italia (come la regione sicilia).

La soluzione per me è uscire dal paradigma per cui "il Trentino costa allo Stato italiano" (o ogni altra regione al posto del trentino). Ogni località deve costare a se stessa, non ad altri. Si deve arrangiare con quello che ha, per la gestione corrente dei compiti che gli sono affidati. E se ha bisogno di investimenti puo' ricorrere a fondi nazionali ma non per la gestione corrente. Solo per investimenti strutturali (ponti, autostrade, gallerie, ferrovie, inceneritori, carceri) e solo per una percentuale determinata (massimo 50%) dell'opera. Chiaro che questo genererebbe qualche ristrettezza ma anche impegno, responsabiltà, senso civico. Al contrario la continua erogazione e riversamento di fondi supplementari e indiscriminati, anche per la gestione coorrente, alimenta una classe politica parassitaria, clientelare e corrotta e avvilisce ogni rinnovamento poltico nel meridione. Statistiche come questa non raccontano in fondo nulla di nuovo ma mettono di fronte a tutti come il clientelismo produca una pessima qualità della vita.

Franz
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