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Abruzzo, arrestato Del Turco

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

Re: Abruzzo, arrestato Del Turco

Messaggioda GOG54 il 17/07/2008, 7:52

franz ha scritto:
GOG54 ha scritto:
ranvit ha scritto:Che dire....???


Che dire ... !!! Che ormai la supposta "diversità" berlingueriana della "sinistra" fa parte di una stagione lontana nel tempo e nelle coscienze!

Veramente Del Turco è sempre stato dell'area PSI (anzi, ne fu segretario nazionale nel 1992) e quindi poco ha a che vedere con la "diversità berlingueriana" a cui ti riferisci.

E questo cosa significa? La conosco assai bene l'origine politica di Del Turco ... ma oggi è nel PD! Mi sembra assai inadeguato fare questi distinguo quasi a voler scaricare le responsabilità - in maniera consolatoria - sugli "altri", come se gli "altri" non fossimo anche "noi", in una formazione politica che speravamo coesa! Il vero problema è che in questo sgangherato PD occorre il coraggio di voltare pagina su una dirigenza sfilacciata e consunta, in piedi ormai da una vita, attraverso mille esperienze ed espedienti, nonostante il rosario di insuccessi sin qui guadagnati. Si critica la parossistica aggressione berlusconiana alla Giustizia, ma poi - quando qualcuno della nostra squadra viene preso con le dita nella marmellata - esprimiamo una scialba fiducia nella Magistratura che assume - ahinoi! - più il sapore di un fastidio malcelato. Purtroppo, siamo di fronte ad uno stato catatonico permanente del PD: si continua a balbettare senza rimarcare con forza e convinzione (ciò che gli elettori del PD - sono certo - vorrebbero!) l'enormità dei colpi quotidianamente inferti al viver civile di questo nostro malandato Paese. Sulla Giustizia, alla fine, siamo pronti al compromesso. Altro "piccolo" esempio: sui rifiuti napoletani - magari per coscienza non proprio pulita in tal rispetto! - ci asteniamo dal denunciare la grande bugia sull'emergenza ormai superata. Ciò, si badi bene, non perché dobbiamo godere del perdurare di una situazione indegna di un Paese civile, ma semplicemente per il fatto che non possiamo tuttavia adeguarci alla mistificazione dei cassonetti ormai svuotati passata come buona dagli addomesticatissimi telegiornali della sera. E ancora: la CdL ci ha assordato in campagna elettorale circa la ripetuta incursione del Governo Prodi nelle tasche degli Italiani! Ditemi un po', questa rapina è cessata di colpo e tutti si sentono soddisfatti del Robin Hood Tremonti ovvero - come provetti borsaioli - gli attuali nocchieri del Paese distraggono i passanti per sfilar loro di tasca il portafogli? Non siamo riusciti a far comprendere le "imprese" - queste sì veramente titaniche! - del tanto vituperato Prodi e, adesso, quasi ci accodiamo al coro salmodiante all'insegna dei presunti miracoli del Caimano! DATECI QUALCHE SPUNTO PER AVERE ANCORA UN PO' DI PASSIONE CIVILE!

Wiki ha scritto:Dopo la licenza media inferiore emigra a Roma ed inizia il suo apprendistato sindacale nella sede romana dell'Istituto nazionale confederale di assistenza (INCA). Come sindacalista di area PSI, entra a far parte della segreteria provinciale della FIOM di Roma e quindi approfondisce la sua conoscenza del sindacato dei Metalmeccanici entrando a far parte dell'ufficio di organizzazione centrale della FIOM (Federazione operai Metalmeccanici) della CGIL (1968).

Prosegue la carriera sindacale, prima guidando per molto tempo la corrente socialista della CGIL e successivamente diventando segretario aggiunto durante la segreteria di Luciano Lama (1970-1986).

Nel 1992 lascia il sindacato e un anno dopo diventa segretario nazionale del PSI subentrando a Giorgio Benvenuto, che aveva provvisoriamente sostituito Craxi al momento dell'uscita di quest'ultimo dalla vita politica italiana. Il partito, sconvolto dall'inchiesta Mani pulite, durante la sua segreteria si sfalda, diventando prima SI (Socialisti Italiani) e poi SDI (Socialisti Democratici Italiani).

Con quest'ultimo movimento, nel 1994 Del Turco viene eletto alla Camera (XII legislatura) nel collegio elettorale di San Lazzaro di Savena e viene nominato vicepresidente della Commissione Affari Esteri; nella successiva legislatura viene eletto al Senato nel collegio di Grosseto per L'Ulivo. Dal 16 maggio 1996 al 6 febbraio 1997 è presidente del gruppo dei senatori di Rinnovamento Italiano.

Durante il secondo governo Amato (2000) ricopre l'incarico di ministro delle Finanze.

La sua attività politica è legata anche alla Commissione Antimafia, della quale è stato presidente.

Nel 2004 viene eletto al Parlamento europeo nella circoscrizione sud, con 180 mila preferenze, per la lista Uniti nell'Ulivo e si iscrive al Partito Socialista Europeo.

Nelle elezioni regionali del 3 e 4 aprile 2005 viene eletto presidente della Regione Abruzzo, per la coalizione dell'Unione con il 58,1% dei voti, e lascia l'incarico di Strasburgo.

Nel 2007 fonda l'associazione Alleanza Riformista con l'intento di portare lo SDI nel Partito Democratico, in seguito al congresso nazionale dello SDI, nel quale prevale la linea del segretario nazionale Boselli, abbandona il partito per confluire con Alleanza Riformista nel Partito Democratico.

Dal 23 maggio 2007 è uno dei 45 membri del Comitato nazionale per il Partito Democratico.


Ciao,
Franz
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Re: Abruzzo, arrestato Del Turco

Messaggioda franz il 17/07/2008, 9:28

GOG54 ha scritto:
franz ha scritto:
GOG54 ha scritto:Che dire ... !!! Che ormai la supposta "diversità" berlingueriana della "sinistra" fa parte di una stagione lontana nel tempo e nelle coscienze!

Veramente Del Turco è sempre stato dell'area PSI (anzi, ne fu segretario nazionale nel 1992) e quindi poco ha a che vedere con la "diversità berlingueriana" a cui ti riferisci.


E questo cosa significa? La conosco assai bene l'origine politica di Del Turco ... ma oggi è nel PD! Mi sembra assai inadeguato fare questi distinguo quasi a voler scaricare le responsabilità - in maniera consolatoria - sugli "altri", come se gli "altri" non fossimo anche "noi", in una formazione politica che speravamo coesa! Il vero problema è che in questo sgangherato PD occorre il coraggio di voltare pagina su una dirigenza sfilacciata e consunta, in piedi ormai da una vita, attraverso mille esperienze ed espedienti, nonostante il rosario di insuccessi sin qui guadagnati.

Guarda, sono d'accordo con quello che scrivi ma se ritieni inadeguato il mio "distinguo" considera che io l'ho fatto perché ritenevo fuori posto citare la "diversità berlinqueriana" in relazione a Del Turco.
Quanto al fatto che il vecchio sistema di potere sia sopravvissuto alla varie vicissitudini ed inquini ancora la vita politica presente (soprattutto nel centrodestra ma anche da noi) credevo che questo già lo sapessimo.
Occorre trovare le soluzioni ed aplicarle, non solo sollevare il problema.
E vedere se l'attuale dirigenza è adeguata per questo compito.

Ciao,
Franz
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Del Turco: dimissioni da governatore ed autosospensione dal

Messaggioda franz il 17/07/2008, 17:58

L'avvocato: "Ha detto cose per le quali ho chiesto la revoca della misura cautelare"
Indagini su tre case riconducibili al governatore. Cesarone, Pd, ha taciuto

Del Turco, un'ora davanti ai giudici
Chiesta scarcerazione: "Mi dimetto"

Lettera di autosospensione dal Pd. Entro novembre elezioni anticipate in Abruzzo

PESCARA - Ha atteso il primo interrogatorio in carcere, Ottaviano Del Turco per consegnare la lettera di dimissioni da governatore dell'Abruzzo e difendersi dall'accusa di corruzione. Dopo tre giorni di isolamento nel carcere di Sulmona, il presidente della giunta è stato interrogato dal pm per un'ora. "Del Turco - ha detto laconico l'avvocato Giuliano Milia - ha reso dichiarazioni a sua discolpa per le quali è stata chiesta la revoca del provvedimento cautelare". Nulla ha voluto aggiungere il legale sugli acquisti di tre case intestate a persone assai vicine al presidente. Secondo l'ordinanza del gip, quegli appartamenti, di cui uno lussuoso nel centro di Roma, sarebbero stati acquistati con il denaro della corruzione.

Con le dimissioni dalla giunta del presidente, diventa automatico per la Regione Abruzzo indire nuove elezioni politice che dovrebbero svolgersi entro novembre. Nel frattempo, Del Turco ha spedito anche una lettera di autosospensione dal Partito democratico.

Interrogatorio nel carcere di Chieti, di un altro arrestato per lo scandalo delle tangenti di 15 milioni nella sanità della regione. Camillo Cesarone, capogruppo regionale del Pd, si è avvalso però della facoltà di non rispondere. Ha parlato invece Antonio Boschetti, Pd, assessore regionale alle Attività Produttive: "Non ho preso nemmeno un euro da Angelini. Sono estraneo a tutta la vicenda".

A Pescara, negli uffici della procura, ieri mattina è sfilata quasi tutta la giunta regionale. Gli indagati Mimmo Srour, assessore ai Lavori pubblici, Marco Verticelli, (Agricoltura), Franco Caramanico ex assessore all'Ambiente, Fernando Fabiani, assessore al Lavoro e Giovanni D'Amico, assessore al Bilancio, hanno respinto tutte le accuse. L'interrogatorio era incentrato sulla delibera 58 del gennaio 2008 con cui si autorizzava una transazione di 14 milioni di euro alla Deutsche Bank, per liquidare prestazioni sanitarie non dovute, effettuate dalla clinica di Vincenzo Angelini, il grande accusatore. "C'era una ingiunzione di pagamento", hanno detto gli assessori: "Pensavamo di fare il bene della Regione".

(17 luglio 2008)
www.repubblica.it
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Re: Abruzzo, arrestato Del Turco

Messaggioda ranvit il 19/07/2008, 11:56

Da Repubblica.it :

Angelini, il re della sanità sull'orlo della bancarotta
Una vita tra quadri, tangenti e politica
Il Grande Elemosiniere
con il culto del denaro


Vincenzo Angelini
dal nostro inviato CARLO BONINI
CHIETI - Ci si può girare intorno quanto si vuole, ma ora che la polvere degli arresti comincia a posarsi, è evidente che la chiave di questa storia, per ora abruzzese, è e resterà lui. Vincenzo Angelini. Il Grande Elemosiniere. E dunque: chi diavolo è davvero Vincenzo Angelini? Un bugiardo, un maligno e astuto mistificatore, che ha covato in silenzio una sapiente e artefatta vendetta, dicono gli uomini che da lunedì sono in carcere schiacciati dalle sue accuse.

"Un chiamante in correità soggettivamente attendibile - scrive il gip Michela Di Fine - che si risolve a raccontare delle pressioni e minacce degli amministratori pubblici, delle dazioni di denaro che gli ha corrisposto, con una scelta sofferta, spontaneamente maturata (...)". Per ragioni che nulla hanno a che vedere con l'etica, ma con un calcolo costi-benefici. Angelini parla "quando si vede "scaricato"".

L'alternativa secca, così come proposta dalle parti processuali, liquida la storia che è in mezzo e gli indizi che propone. Quella di un cinquantaseienne psichiatra di provincia che nella vita, a un certo punto, ha una fortuna e un'intuizione. Angelini ha ereditato dal padre Guido (cui è intitolato lo stadio della città) una clinica di Chieti, "Villa Pini". Una struttura piccola, che tale resta fino a quando non sposa Annamaria Sollecito, psichiatra come lui e, soprattutto, figlia di Antonino Sollecito, direttore sanitario dell'ospedale di Chieti.

Improvvisamente, infatti, da quella struttura sanitaria pubblica, con la diagnosi di "disturbi psichici del comportamento", cominciano ad uscire legioni di pazienti per essere trattati in convenzione a "Villa Pini". A Chieti, prima, e presto in tutto l'Abruzzo, diventa un modo di dire: "Sei un tipo da villa Pini". I pazzi in quanto tali, ma soprattutto dichiarati tali, crescono con ritmi esponenziali e "Villa Pini" diventa un'altra cosa. Un gioiello di sanità privata alimentata da denaro pubblico. Un polmone che pompa centinaia di milioni di euro nella "Novafin", la cassaforte di famiglia, mentre le strutture raddoppiano e alla "Villa Pini" si affianca la "Sanatrix".

Solo Vincenzo Angelini resta quello di sempre. L'uomo è afflitto - come racconterà anche a verbale ai magistrati - da una costante e invasiva forma di diffidenza per l'umanità che lo circonda, che sfocia spesso in paranoia. Del prossimo dice: "Ogni uomo ha un prezzo, bisogna solo stabilire qual è". Perché per misurare il prossimo usa se stesso e ciò che governa i suoi umori: il denaro. "Sono uno spendaccione, lo sanno anche in Tibet", dice ai pubblici ministeri che lo interrogano per giustificare goffamente 120 milioni di euro distratti negli anni dalle casse della "Novafin" e spesi o spostati chi sa come e chi sa dove (in almeno un caso, accertato dalla Procura, nelle piazze off-shore del Delaware e delle Cayman).

Ma il "Tibet" come la passione per i quadri (raccolti in una collezione che si dice pochi hanno avuto il privilegio di contemplare) è un eufemismo che nasconde un rapporto con il denaro e la ricchezza parossistico. Per dire: finché non li lascia per trasferirsi nella vecchia casa al mare di famiglia, a Francavilla, abita 2 mila metri quadri di attico e superattico (settimo e ottavo piano) in viale Europa 5, cuore residenziale di Chieti, che trasforma in una fortezza di lusso ostentato. Almeno due berline con autisti all'ingresso, marmi di Carrara, vasca idromassaggio, giardino pensile. Al terzo piano del palazzo mette a vivere il suocero e ai vicini che, un giorno, chiedono il perché dell'arrivo di decine di telecamere e maxischermi di cui affolla il condominio, spiega che la sicurezza non è mai troppa. Intanto munge le casse del bilancio regionale per un'ottantina di milioni di euro, vantando crediti per altri 110.

Angelini è ossessionato da telecamere, cimici, registrazioni nascoste. Ne riempie anche le sue cliniche, dove non c'è sussurro o passo del personale e dei pazienti che non venga scrutato. Arriva ad usarle con un prete "sindacalista" che incrocia nelle corsie. Conserva e registra metodicamente "a futura memoria" tutto ciò che ritiene possa tornare utile un giorno (contabili bancarie, numeri di cellulari riservati, come quello di Del Turco, scontrini autostradali, agende). Lo fa, appunto, con Del Turco, con Quarta. Con chi li ha preceduti. Con tutti coloro cui - dice - deve "baciare la pantofola", fare "l'uomo di dozzina". Anche se, per quel che oggi è agli atti dell'inchiesta, lo fa solo in parte, lasciando improvvisamente e curiosamente bui (nessuna registrazione, nessun video) i momenti chiave delle "dazioni" milionarie cui sarebbe stato costretto.

In uno degli interrogatori, i pubblici ministeri chiedono spiegazioni di questo "vuoto". Soprattutto, domandano: "Come mai, non è venuto prima in Procura? Avrebbe risparmiato dei soldi e avrebbe lasciato fare il lavoro tecnico alla polizia giudiziaria". Angelini si smarca dicendo che lui è fatto così. Che neppure della Procura poteva fidarsi, perché "gli era stato detto che era in mano a quelli là", i potenti della Regione. E quasi lascia intendere che le foto alla casa di Collelongo, alle mazzette, potrebbero non aver esaurito il suo archivio. Ma, ora, forse sa anche lui che non è più padrone del gioco. La Procura gli era arrivata addosso quando ancora non lo immaginava e lo voleva dentro già con Del Turco. E se un giorno il gruppo dovesse fallire (da tre mesi nelle sue cliniche non si pagano gli stipendi), la sua sorte di bancarottiere è segnata.

(19 luglio 2008)

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Aspettiamo prima di sparare sentenze...potrebbe esserci un nuovo errore dei magistrati...

Vittorio
Il 60% degli italiani si è fatta infinocchiare votando contro il Referendum che pur tra errori vari proponeva un deciso rinnovamento del Paese...continueremo nella palude delle non decisioni, degli intrallazzi, etc etc.
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