L'intesa sulla Tav raggiunta dopo tre giorni di conclave nell'Osservatorio tecnico
Poi il documento a Palazzo Chigi. Si chiude la fase dello scontro
Tav, accordo sulla Torino-Lione
E arriva subito il "sì" dei sindaci
di PAOLO GRISERI
PRA CATINAT (Torino) - Alle 10 di questa mattina, con un lungo applauso i sindaci e i tecnici dell'Osservatorio sulla Torino-Lione, hanno approvato il documento che chiude due anni di confronti tra il governo e le amministrazioni locali per realizzare la nuova linea tra Italia e Francia. Un accordo che chiude politicamente la ferita dell'inverno del 2005 quando l'opposizione alla Tav provocò un mese di incidenti e scontri in Val di Susa.
Oggi, invece, il documento in sei cartelle recita che "la fase della progettazione preliminare della Torino-Lione deve esser realizzata contestualmente per tutta la tratta" una formula tecnica per dire che i sindaci accettano la costruzione della nuova linea e anche la galleria di 57 chilometri che dovrà unire le località di Susa e St. Jean de Maurienne, in Francia.
Un passaggio decisivo che, però, ancora non chiude il confronto sulla Torino-Lione né, come ha detto, il presidente dell'Osservatorio, Mario Virano, "risolve tutti i problemi". Nei prossimi mesi - ha proseguito Virano - sarà necessario realizzare una sorta di progettazione della progettazione stabilendo con le amministrazioni locali tempi e criteri per definire un tracciato".
A nome dei sindaci della bassa valle di Susa, il presidente della comunità montana Antonio Ferentino, ha sottolineato che "non c'è un accordo su un tracciato, ma c'è un accordo politico sul percorso e devo dare atto a Virano di aver condotto in modo serio un confronto complesso durato due anni. Credo che, alla fine, non abbia vinto nessuno e, che siamo di fronte a un molto onorevole pareggio".
I prossimi passaggi della vicenda sono già definiti: a metà luglio è prevista la riunione del tavolo politico di palazzo Chigi dove i ministri coinvolti nella realizzazione dell'opera dovranno accogliere le conclusioni dell'osservatorio e decidere come si svilupperà quella che il ministro per le Infrastrutture, Altero Matteoli ha già definito "la fase due", un periodo di circa sei mesi per giungere entro fine anno alla scelta di un tracciato.
Così, a due anni esatti dalla scelta del governo Prodi di togliere la Torino-Lione dalle opere comprese nelle legge obiettivo, quella che salta ogni mediazione con le popolazioni locali, il nodo della Tav in val di Susa comincia finalmente a sciogliersi.
(29 giugno 2008)
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