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Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Discussioni su aspetti locali di attualità, specifici o comuni a vari luoghi, ove già non affrontati nei forum tematici. Riforme locali: decentramento e federalismo.

Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda incrociatore il 08/04/2009, 11:51

franz ha scritto:1) il fatto che la popolazione è consapevole che la propria abitazione è una trappola mortale
2) il fatto di non sapere cosa fare, dove andare, come reagire.


valgono proprio entrambe le cose e in entrambe l'origine ha solo un colpevole... l'idea che sia opportuno "tranquillizzare" sempre... invece bisogna "preparare" e questo fa bene alla cultura della "prevenzione", non parliamo poi della assurda polemica sulla "previsione".

franz ha scritto:La popolazione è consapevole che praticamente tutte le case non sono costruite bene ma lo sono a risparmio, anche quelle in cemento (molto poco "armato" e con molta malta e poca ghiaia).


qui starei attento a mitizzare il "cemento armato" che non è affatto sinonimo, di per se, di sicurezza antisismica... anzi, può essere la causa di tanti disastri. La questione della sicurezza sismica legata ai materiali non sta nel quanto cemento e quanto ferro nelle strutture di CA, ma nel come. Il cemento armato di per se non è particolarmente "flessibile" – che è la caratteristica principe di un edificio con caratteristiche antisismiche – è nato per sopportare spinte "statiche" e non "dinamiche" che, in caso di terremoti sono il problema.

Non vi impressionano certe immagini dove si vede un tetto a piano strada di edifici nuovi? Osservate con attenzione... sono tutti tetti in cemento armato, troppo pesanti e inadeguati per far resistere le strutture sottostanti a sollecitazioni sussultorie che costringono i pilastri in CA a una doppia sollecitazione di compressione e trazione a cui non sono vocati... sono pensati solo per la compressione perché il CA in genere è calcolato per strutture statiche, non dinamiche. E cosi anche i "nodi" che legano le strutture orizzontali a quelle verticali... che in caso di sollecitazione ondulatoria invertono il senso di "lavoro" di quelle strutture... ciò che è progettato per una resistenza a compressione è chiamato a resistere a trazione e viceversa.

I materiali principi di una struttura antisismica sono il legno e l'acciaio... non il cemento armato... in Giappone ci sono templi millenari che hanno evidentemente resistito a migliaia di terremoti... sono tutti in legno.
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda franz il 08/04/2009, 13:25

incrociatore ha scritto:I materiali principi di una struttura antisismica sono il legno e l'acciaio... non il cemento armato... in Giappone ci sono templi millenari che hanno evidentemente resistito a migliaia di terremoti... sono tutti in legno.

si, per piccoli edifici hai ragione. Un tetto pesante è un grosso probema ma gli edifici crollati lo sono per il difetto nella qualità del cemento sottostante.
Dighe e centrali nucleari non possono essere fatte in legno o acciaio ma con un adeguato uso del cemento: ce ne sono centinaia di tipi sia per la qualità dell'impasto sia per la qualità delle gabbie diacciaio e dell'acciaio stesso.

Poi è chiaro che se pensiamo per l'Italia un futuro fatto di villette ad un piano o due, il legno va benissimo (dobbiamo solo trovare chi ci venda tutto quel legno) e l'acciaio un po' meno (troppo caro e poco isolante sul piano termico).
la combinazione di cmento ed acciao (cuscineti isolanti compresi) consente quello sviluppo in altezza che salva territorio, bosco, industria, agricoltura, natura.

Franz

http://www.repubblica.it/2009/04/sezion ... -case.html
A Tokyo un sisma del 7° grado causerebbe solo 400 vittime, in Calabria 32 mila
Utilizzare le tecniche più avanzate può costare fino al 20 per cento in più

Così il Giappone ha vinto la sfida
"Acciaio elastico e cuscinetti antisismici"
Ma l'Onu ci bacchetta: siete in ritardo, eppure le leggi ci sono

di ELENA DUSI

Così il Giappone ha vinto la sfida "Acciaio elastico e cuscinetti antisismici"
UN TERREMOTO di grado 7, nell'Appennino meridionale provocherebbe tra i 5 e gli 11mila morti, in Giappone 50. Un sisma ancora più violento (intensità 7,5) in Calabria causerebbe tra le 15 e le 32mila vittime, appena 400 in una città densamente popolata come Tokyo.

A fare la stima dei possibili danni di un identico sisma in Italia o in Giappone è uno studio di Alessandro Martelli, che insegna "costruzioni in zona sismica" all'università di Ferrara, dirige la sezione "prevenzione rischi naturali" all'Enea ed è presidente dell'Associazione nazionale di ingegneria sismica. "In Giappone un terremoto come quello dell'Aquila non sarebbe neanche finito sul giornale" dice. "E invece da noi l'applicazione della legge che impone criteri antisismici per gli edifici di nuova costruzione viene rimandata in continuazione".

Il "segreto" del Giappone (ma anche di California, Messico, Turchia, Nuova Zelanda) sta in tecnologie come i cuscinetti antisismici disposti alla base degli edifici, l'uso di acciai molto più elastici del normale, la fibra di carbonio che avvolge i pilastri e li rende più resistenti alle fratture, apparecchi detti "dissipatori" che assomigliano agli ammortizzatori di un auto e vengono disposti tra un piano e l'altro degli edifici più a rischio.

"Non esiste terremoto in grado di far crollare un palazzo costruito adottando tutti i dispositivi dell'ingegneria antisismica" sottolinea Rui Pinho, che insegna meccanica strutturale all'università di Pavia ed è responsabile del settore rischio sismico all'European Centre for training and research in earthquake engineering. "Lo provano i casi di California e Giappone, dove sismi molto potenti provocano danni limitati".

In Italia un censimento degli edifici più o meno resistenti ai sismi esiste, ed è in mano tra gli altri alla Protezione Civile. Viene però classificato tra i "dati sensibili" e non è reso pubblico. "Divulgarlo potrebbe generare paure ingiustificate tra la popolazione" spiega Pinho. Secondo cui a subire i danni maggiori durante un sisma sono soprattutto gli edifici in muratura ("Solo il 10% dei palazzi che crollano sono di cemento armato") e l'80% delle strutture edilizie italiane è in grado di uscire indenne da un evento come quello abruzzese. "A crollare per una magnitudo 5 o 6 è lo 0,5% degli edifici" dice l'ingegnere di Pavia. "Una percentuale piccola, eppure l'evento è così disastroso da lasciare difficilmente sopravvissuti".

La "vulnerabilità" degli edifici dell'Aquila, in particolare dell'ospedale San Salvatore, non è passata inosservata nemmeno alle Nazioni Unite. Dopo che un sisma classificato come "di intensità moderata" ha distrutto parte dell'Abruzzo, l'agenzia dell'Onu per la prevenzione delle catastrofi ci ha ricordato il dovere di adottare di più i criteri antisismici. "Costruire un edificio nuovo nel rispetto delle norme antisismiche fa lievitare la fattura del 3-5 per cento. Risparmiare una cifra ridicola e non rispettare le norme di sicurezza è un gesto criminale" ha detto lunedì Pascal Peduzzi, consigliere scientifico dell'agenzia Onu basata a Ginevra "International Strategy for Disaster Reduction". Ieri gli ha fatto eco il direttore dell'Isdr, Salvano Briceno: "Gli ospedali avrebbero dovuto essere rafforzati meglio, riducendo la portata della catastrofe. Si tratta di edifici essenziali, che bisogna rafforzare in modo prioritario". Il San Salvatore "è stato costruito 15 anni fa, quando già si disponeva delle informazioni tecniche" per difendersi dalla violenza delle onde sismiche.

"L'Italia - secondo Pinho - ha una normativa e un livello della ricerca che sono all'avanguardia nel mondo. Il vero punto debole è l'applicazione delle leggi". Per iniziare a costruire le scuole con criteri anti-terremoto, in Italia, c'è voluta la tragedia di San Giuliano. "Quell'istituto, il primo in Italia, ora è stato ricostruito con un isolamento sismico alle fondamenta. Altre 15 scuole attualmente sono in costruzione con la stessa tecnica, di cui sei solo in Toscana" spiega Martelli.

Alle lungaggini della politica, in Italia si sovrappone una storia edilizia lunga e stratificata. "Abbiamo edifici di centinaia o migliaia di anni - sottolinea Giampaolo Cavinato, ricercatore dell'Istituto di geologia ambientale e geoingegneria del Cnr. "A volte si è ricostruito sulle rovine di edifici distrutti, e perfino capire come sono fatte le fondazioni diventa difficile".

(8 aprile 2009)
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda pagheca il 08/04/2009, 14:47

anni fa ebbi modo di recarmi all'ENEA Casaccia per svariati periodi. L'ENEA Casaccia e' un centro ricerche vicino Roma che dopo la chiusura dei piani nucleari ha allargato la sua area di influenza a settori molto diverse tra loro.

Al centro di questo grande centro c'e' uno strano fabbricato nero, enorme, a forma di cubo. All'interno di quel cubo c'e' un grande locale (qualcosa come 100 metri per 50 per 50) dove sono installate diverse piattaforme per verificare la resistenza delle strutture ai terremoti, detti shakers. Mi recavo li per testare uno strumento scientifico. Questa struttura almeno allora (10-15 anni fa), aveva uguali solo in Germania. Come mi venne fatto notare da un ingegnere consulente che avevo, un sistema di quel genere, in grado di verificare gli effetti di una scossa sismica su modelli di fabbricati in scala 1 a 5, avrebbe lavorato a tempo pieno, forse su cicli di 24 ore, per certificare strumentazione etc.

In quel caso invece, la struttura giaceva praticamente inutilizzata. Ebbi difficolta' a fare i miei test perche' non c'era neanche un fork-lift funzionante (batterie scariche da anni), il personale non si faceva trovare, non c'era assistenza tecnica, i pochi tecnici presenti erano poco collaborativi e interessati. Parte dei macchinari (enormi pompe idrauliche) era permanentemente fuori uso.

Non so cosa sia successo da allora, ma ho dei dubbi che la situazione possa essere cambiata di molto. Questa e' l'Italia.

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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda incrociatore il 08/04/2009, 16:45

franz ha scritto:si, per piccoli edifici hai ragione. Un tetto pesante è un grosso probema ma gli edifici crollati lo sono per il difetto nella qualità del cemento sottostante.
Dighe e centrali nucleari non possono essere fatte in legno o acciaio ma con un adeguato uso del cemento: ce ne sono centinaia di tipi sia per la qualità dell'impasto sia per la qualità delle gabbie diacciaio e dell'acciaio stesso.

fidati... non è questione di grandi o piccoli, il cemento armato non è la strategia, in assoluto, di contrasto ai terremoti.

Dighe e centrali non hanno significato rispetto a un discorso sull'edilizia civile... come non lo avrebbero i bunker antiatomici.

In Italia si consuma una tonnellata pro-capite di calcestruzzo all'anno... è il più alto valore assoluto al mondo... in Francia quel valore è la metà... mi dirai che la Francia non è sismica... certo, lo sai quanto è in Giappone? Come in Francia. Negli Stati Uniti è un terzo.

Non è di qualità, si dirà... anche qui, fidati, per tanto che non sia di qualità (e in molti casi non lo è sicuramente) il calcestruzzo non modifica la sua resistenza a tal punto da poter essere individuato come la causa di quei crolli... in quegli edifici poteva anche esserci il calcestruzzo più buono del mondo e il risultato non sarebbe stato molto diverso.

La questione è il come, non il quanto. E il calcestruzzo armato non è la tecnologia migliore per affrontare problematiche di sismicità.

L'anno scorso il CNR ha testato in Giappone una casa antisismica in legno, capace di resistere all'onda d'urto di magnitudo 7,2 della scala Richter... sai dove la producono? a Trento.
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda franz il 08/04/2009, 17:01

incrociatore ha scritto:L'anno scorso il CNR ha testato in Giappone una casa antisismica in legno, capace di resistere all'onda d'urto di magnitudo 7,2 della scala Richter... sai dove la producono? a Trento.

Probilmente lo conosco, quel produttore ... conosoc il settore, molto attivo qui sulle alpi .
Ma considere che le case in legno non possono essere molto alte e che se milano o roma fossero fatte in legno occuperebbero una superfice 4 o 5 volte piu' grande di ora (a scapito dell'agricoltura, del parchi, del verde). A Milano abitavo in un classico palazzone di 8 piani, con sei appartamenti per piano. Non lo puoi fare in legno. Verissimo quello che dici sul "come" ma ogni come ha pro e contro.

Ciao,
Franz
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda incrociatore il 08/04/2009, 17:14

franz ha scritto:Ma considere che le case in legno non possono essere molto alte e che se milano o roma fossero fatte in legno occuperebbero una superfice 4 o 5 volte piu' grande di ora (a scapito dell'agricoltura, del parchi, del verde). A Milano abitavo in un classico palazzone di 8 piani, con sei appartamenti per piano. Non lo puoi fare in legno. Verissimo quello che dici sul "come" ma ogni come ha pro e contro.

non mi sembra di aver detto che bisogna costruire per forza le case in legno, ho inteso dire che il legno è una tecnologia migliore del calcestruzzo armato (relativamente ai problemi di antisismicità degli edifici civili). Ho voluto stigmatizzare questo tormentone che viene sovente fuori come del cemento armato panacea di tutti i mali... io azzarderei che visto il consumo italiano di calcestruzzo lo stesso sia da considerarsi causa del problema, più che idea di soluzione.

A Tokyo sono bassini, ma non mi sembra che gli edifici lo siano altrettanto, eppure il consumo pro-capite di cemento armato è la metà del nostro... 2 + 2 direi che fa 4.
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda franz il 08/04/2009, 17:59

incrociatore ha scritto:A Tokyo sono bassini, ma non mi sembra che gli edifici lo siano altrettanto, eppure il consumo pro-capite di cemento armato è la metà del nostro... 2 + 2 direi che fa 4.

perché i grattacieli sono notoriamente in solo acciaio e quindi il giappone, le cui città hanno un grande sviloppo verticale , usano molto acciaio e poco cemento.
Quindi l'equazione non è solo a due (cemento e legno) ma ha piu' "come" a seconda del tipo di edificio.
In questo caso 2+2+2 fa sei.
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda incrociatore il 08/04/2009, 18:09

guarda che è esattamente quel che ho detto io all'inizio e che tu hai in qualche modo contestato...
;)
franz ha scritto:
incrociatore ha scritto:I materiali principi di una struttura antisismica sono il legno e l'acciaio... non il cemento armato... in Giappone ci sono templi millenari che hanno evidentemente resistito a migliaia di terremoti... sono tutti in legno.

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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda franz il 08/04/2009, 20:55

incrociatore ha scritto:guarda che è esattamente quel che ho detto io all'inizio e che tu hai in qualche modo contestato...
;)

Certo e continuo a contestarlo. ;)
Oggi una casa di un piano o due lo farei in legno, un grattacielo commerciale di 100 piani lo farei in acciaio mentre una casa di appartamenti di 8 piani non la faccio certo in legno (non si puo') o in acciao (forse troppo costoso) ma in cemento armato di buona qualità. Quindi ogni tipologia ha il suo "come", il che non escluce che ogni "come" poi possa essere costruito malissimo oppure al top, a seconda delle risorse economiche a disposizione. In Cile ero in un albergo di 13 piani, in cemento armato, quando mi sono preso la strizza di vivere un terremoto di magnitudine 5 all'ottavo piano. Non è stato simpatico (anche perché ero affacendato in attività poco abbinabili ad una rapida fuga...) ma quando sono tonato a cena con gli altri cileni hanno sorriso del mio allarme. Per loro era stata una scossa "mui soave" :-)
Dalla lettura dei vari articoli di giornale e discussioni in rete emerge che i crolli dei palazzi in cemento sono legati alla qualità delle costruzioni, fatte in economia e fatte male, non al cemento in se' che se usato bene, con la dovuta elasticità, resiste e non crolla.
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Re: Terremoto in Abruzzo: decine di morti, paesi distrutti

Messaggioda incrociatore il 09/04/2009, 10:11

leggi cosa scriveva 100 anni fa un ingegnere del politecnico di Torino in una conferenza sul disastro di Messina dell'anno prima:
«Quindi il concetto di molti, che convenga irrigidire quanto più si può le case per fortificarle contro i terremoti non regge alla critica scientifica.»

è esattamente quello che ho inteso dire sulla questione "cemento armato" troppo inteso, dai più, come sinonimo di "robusto", "resistente"... non a caso mi hai fatto l'esempio delle dighe e delle centrali nucleari che certo uno non si immagina flessibili come qualità prevalente e non a caso questa idea comune produce in Italia un consumo di CA 2 volte che in un Paese a sismicità ancor più elevata che la nostra come il Giappone... con risultati che è inutile commentare.

Comunque la relazione della conferenza dell'Ing. Danusso è curiosa e interessante e credo meriti un argomento a se... io l'ho solo scorsa velocemente, ma mi pare meriti... provvedo.
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