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Sale la tensione a Gaza ...

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda pianogrande il 16/06/2018, 15:31

"Confiscato le case".

Certo che l'invito a resistere contro tanta violenza ipocrisia e arroganza è davvero un delitto contro l'umanità intera.

Questi violentissimi criminali bisognerebbe cancellarli dalla facc... ooops, potrei essere preso sul serio.
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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda flaviomob il 19/11/2018, 0:44

Al Forum della pace di Parigi, ieri, Netanyahu, convitato piuttosto imbarazzante in un forum del genere, aveva mostrato se stesso senza ritegno affermando che per Gaza esclude qualunque opzione politica e resta in piedi solo quella militare. Sono passate poche ore e ha mostrato al mondo di essere uomo di parola. Certo non di pace ma sicuramente di parola.

Mentre scriviamo sono ancora in corso i bombardamenti sulla Striscia di Gaza dove un’unità scelta dell’IDF, in abiti borghesi, a bordo di un’auto civile è entrata nella Striscia assediata inoltrandosi per 3 chilometri fino a raggiungere la zona in cui qualche “gola profonda” doveva aver indicato la presenza di alcuni comandanti della resistenza gazawa.

La missione criminale doveva essere “chirurgica”, come va di moda dire da qualche anno, cioè i killer dovevano uccidere e tornarsene serenamente alla base, ma non avevano tenuto conto che la resistenza, come vuole il termine che la individua, avrebbe resistito, pertanto, pur riuscendo ad uccidere subito Nur Baraka, uno dei comandanti delle brigate Al Qassam, si sono trovati circondati e negli scontri ha trovato la morte anche uno dei killer israeliani. L’operazione si è conclusa con tre martiri e alcuni feriti da parte palestinese e con un morto ed un ferito da parte del commando israeliano. Altri morti e feriti palestinesi si sono aggiunti in seguito al lancio di missili israeliani. Mentre scriviamo i martiri sarebbero 6 e i feriti un numero imprecisato.

L’operazione meriterebbe il nome di azione terrorista se a commetterla non fosse stato Israele, ma questo difficilmente verrà notato. Comunque il commando risulta bloccato, nonostante Israele abbia fatto entrare in azione i suoi aerei bombardando pesantemente la zona e facendo altri due morti e altri feriti per permettere ai suoi uomini di tornare alla base. Un genio della democrazia israeliana, il parlamentare della Knesset Haim Yelin ha dichiarato che gli aerei da bombardamento hanno la normale funzione di salvare un soldato. Comunque i tre o quattro uomini del commando, al momento, sono ancora bloccati nella Striscia. Ma perché questa scelta da parte di Israele? Perché entrare nella Striscia assediata e andare ad assassinare i membri della resistenza? Non ci sembra possibile pensare ad un’azione estemporanea dettata dall’odio ingegnoso di qualche fanatico militare, no, sicuramente si tratta di una decisione programmata per raggiungere un obiettivo.

Ma quale? Quello di provocare la reazione gazawa e poter avviare un nuovo massacro capace di distrarre gli israeliani da altri problemi che riguardano il loro premier?

Arriva in questo momento, circa le 22, la notizia che Netanyahu, preoccupatissimo, ha lasciato il forum di Parigi. Ufficialmente per seguire da vicino quanto sta accadendo nella Striscia. Ufficialmente sarà pure così ma ufficiosamente è difficile crederlo. Le forze militari bombardano in media due volte a settimana nella Striscia e i morti, solo per le manifestazioni della grande marcia hanno superato i 230, i feriti hanno superato i 22.000 e le agenzie di stampa riportano che Netanyahu è rientrato in Israele perché preoccupato di questa nuova situazione! Chi scrive non ci crede, mentre crede che tutta l’operazione possa essere in grado di mettere in secondo piano le incriminazioni per frode e simili che rischiano di disarcionare il cinico Bibi buttandolo fuori dal governo e dalla vita politica.
Intanto un comunicato da Gaza fa sapere che tutte le fazioni politiche sono concordi in una difesa comune contro l’ennesima aggressione israeliana. Arriva anche notizia che la Resistenza risponderà questa notte al terrore israeliano seminando paura con i suoi razzi che non sempre l’iron dome riesce a intercettare.

I mezzi di informazione che seguiranno le veline israeliane domani (oggi per chi legge) racconteranno che Israele ha reagito all’uccisione di un suo militare. Non sarà la verità, non lo sarà semplicemente perché non diranno il motivo per cui quel militare, in abiti civili, si era infiltrato nella Striscia assediata. Andrà avanti come al solito la narrazione a termini invertiti e intanto Israele seguiterà a confiscare terre, a distruggere vite e case palestinesi, ad ampliare le illegali colonie in West Bank e ad assediare e uccidere nella Striscia di Gaza raggiungendo il primato mondiale dei crimini rimasti impuniti perseguendo il suo obiettivo di annessione dell’intera Palestina e tenendo Gaza come risorsa multiuso, vuoi per sperimentare armi e strategie nuove, vuoi come mercato di sbocco di merci che altrimenti non potrebbe vendere, vuoi come “salvavita distrazionale” nei momenti critici per la tenuta del governo.

...

https://www.articolo21.org/2018/11/neta ... yBHH1PF8PY


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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda pianogrande il 19/11/2018, 1:35

Come potrebbe essere interpretato meglio che da parte di Israele il classico ruolo del carnefice che si fa vittima?
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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda flaviomob il 05/02/2019, 1:03

ISRAELE

Padri in piazza e figli dietro le sbarre
Amira Hass, giornalista
4 febbraio 2019 13.35


Non si lascia sfuggire una manifestazione e ha partecipato anche a quella che si è svolta il 22 gennaio nel centro di Ramallah: è un palestinese sui settant’anni con un berretto bianco in testa e capelli che un tempo devono essere stati rossi. Quel giorno aveva una kefiah rossa al collo, gli occhi pieni di lacrime e le labbra che tremavano. Teneva in mano un cartello con la foto del figlio Rami, un detenuto amministrativo nelle carceri israeliane. La fotografia mostrava un ragazzo giovane. Ma era una foto vecchia, molto probabilmente scattata prima che fosse processato e condannato all’inizio della seconda intifada per aver fatto parte del Fronte popolare per la liberazione della Palestina e per aver fabbricato una bomba piazzata su un autobus a Gerusalemme e rimasta inesplosa.

Oggi Rami ha trentanove anni. Dopo il suo rilascio nel 2014 è stato incarcerato di nuovo senza processo solo perché un ufficiale dell’esercito israeliano ha stabilito che rappresenta “un pericolo” e perché alcuni ufficiali dei servizi di sicurezza dello Shin Bet hanno bisbigliato qualcosa all’orecchio di un giudice militare che si è affrettato a confermare l’ordine di detenzione. Come Rami, oggi altri 480 palestinesi si trovano in quella che gli israeliani chiamano detenzione amministrativa. Senza processo, senza il diritto di sapere di cosa sono accusati, senza prove. È una condizione opprimente, che non ha una fine certa: per la maggior parte dei detenuti viene infatti prolungata più volte.

Il 22 gennaio il vecchio è arrivato a Ramallah, in piazza Al Manara, insieme ai genitori di altri prigionieri palestinesi, anche loro con la fotografia dei figli in mano. In passato alcune di queste persone sono state processate per azioni contro l’occupazione e sono finite in carcere. La paura per i propri figli, però, è sempre più grande della paura per se stessi.

Lo stesso giorno le forze scelte dell’Israel prison service hanno fatto irruzione nelle celle della prigione di Ofer, che dista meno di sette chilometri dal luogo della manifestazione. Irruzioni simili c’erano già state il 20 gennaio a Ofer e in altre due prigioni. Le autorità dicono di aver confiscato del materiale scritto e non meglio precisati “strumenti di combattimento”, dei cellulari (a differenza dei prigionieri per reati comuni, i detenuti politici palestinesi non hanno accesso ai telefoni pubblici e per questo cercano di procurarsi dei cellulari, spesso grazie anche alle guardie carcerarie che chiudono un occhio). Secondo i palestinesi, invece, il motivo di queste violente irruzioni e del generale inasprimento delle condizioni riservate ai prigionieri palestinesi è il desiderio del ministro della sicurezza israeliano Gilad Erdan d’ingraziarsi i membri del partito nazionalista Likud in vista delle elezioni di aprile.

L’Israel prison service ha pubblicato immagini e filmati delle forze speciali che irrompono in una delle ali della prigione di Ofer dove sono detenuti 1.200 palestinesi. Gli agenti sono armati di fucili e manganelli, hanno il volto nascosto da maschere a gas, indossano divise nere e grigie e sono accompagnati da cani addestrati. Basterebbe questo a provocare un infarto ai genitori dei prigionieri, che ancora non sanno quanto di vero ci sia nelle notizie riportate dai mezzi d’informazione palestinesi: più di cento feriti tra i detenuti, fratture causate dai colpi ricevuti, uso di gas lacrimogeno, gas al peperoncino e proiettili di gomma, tra venti e venticinque detenuti ricoverati in ospedale ma poi riportati dentro. A cosa bisogna credere?

Solidarietà tiepida
Alcuni avvocati hanno incontrato i prigionieri che si trovavano nei blocchi in cui gli agenti non hanno fatto irruzione. Tutti hanno avuto problemi respiratori a causa del gas lacrimogeno, ma non hanno confermato gli altri dettagli perché non erano in contatto con i detenuti dell’ala dove sono entrate le forze speciali. In seguito un avvocato ha scritto su Facebook che non c’è stata alcuna sparatoria. L’avvocato non ha parlato di fratture, ma ha scritto che la maggior parte dei prigionieri ricoverati ha avuto difficoltà respiratorie. Dovranno passare alcuni giorni prima che si chiariscano tutti i particolari e nel frattempo le loro famiglie sono sempre più angosciate.

Alla manifestazione di Ramallah hanno aderito poche decine di persone. La speranza dei promotori, tra cui spiccano il partito Al Fatah, Hamas e le organizzazioni di sinistra, era quella di spronare il pubblico palestinese a manifestare solidarietà con i prigionieri, che oggi sono circa 5.500.

Si dice che almeno una o due persone in ogni famiglia palestinese siano finite in carcere per essersi opposte all'occupazione. Nonostante questo, in pochi si sono uniti ai manifestanti. I passanti li guardavano con un misto di tristezza e straniamento, oppure tiravano dritto senza neanche guardarli. Hanno preferito approfittare dell’ultimo giorno di vacanza dalla scuola per fare acquisti con i figli.

(Traduzione di Federica Giardini)

Questo articolo è uscito nel numero 1292 di Internazionale

https://www.internazionale.it/opinione/ ... si-carcere


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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda pianogrande il 05/02/2019, 1:35

Credo ci siano ormai grossi limiti a "spronare il pubblico palestinese".

Credo sia gente stremata; distrutta.

Lo stato di Israele ha appoggi troppo forti per aver paura di quattro disperati.

Esiste un più o meno scientifico logoramento.

Non si può fermare chi è in missione per conto di Dio.
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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda flaviomob il 09/03/2019, 2:36

https://www.lettera43.it/it/articoli/mo ... co/229881/

Il patto di Netanyahu con i suprematisti israeliani
La Knesset esclude gli arabo-israeliani dalle elezioni e ammette Potere ebraico. Erede di un movimento terroristico negli Anni 90, alleato del Likud.


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Re: Sale la tensione a Gaza ...

Messaggioda pianogrande il 09/03/2019, 10:33

flaviomob ha scritto:https://www.lettera43.it/it/articoli/mondo/2019/03/08/israele-netanyahu-elezioni-potere-ebraico/229881/

Il patto di Netanyahu con i suprematisti israeliani
La Knesset esclude gli arabo-israeliani dalle elezioni e ammette Potere ebraico. Erede di un movimento terroristico negli Anni 90, alleato del Likud.


Prima gli ebrei.

Questa non mi giunge nuova.

Il mondo si sta sempre più radicalizzando.
Questo vuol dire violenza.
Naturalmente vigliacchissima violenza contro i più deboli.
Violenti e prepotenti ma mica scemi.
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