Scontro fra i due giornalisti durante il programma su RaiDue
"Sei di parte". "Non dire le cose che dicono tutti"
La Annunziata lascia Annozero
"Santoro, sei filo-palestinese"
ROMA - La giornalista Lucia Annunziata ha abbandonato la trasmissione Anno Zero, condotta da Michele Santoro su Raidue, accusando il giornalista di aver realizzato una puntata dedicata alla situazione a Gaza, "al 99,9 per cento schierata" a favore dei palestinesi.
Santoro ha polemicamente risposto alla Annunziata invitando la collega ad entrare nel merito e discutere di contenuti, evitando alla trasmissione critiche "che vengono avanzate da anni nei nostri confronti".
Alla conduttrice di "in mezz'ora", in particolare non sono piaciuti i commenti dei ragazzi della comunità palestinese di milano, intervistati da corrado Formigli. "Non si possono affidare a due ragazzine" questioni così importanti, aveva detto. Lucia Annunziata si è quindi alzata e ha lasciato la trasmissione.
Nel finale di trasmissione Santoro si è lasciato andare, quasi gridando, a un attacco alla politica, che "su queste tragedie non fa un tubo", e personale a Veltroni: "Andasse a Gaza invece di andare in Africa".
Santoro ha criticato anche il Pse, che "da anni non fa niente... perché non convoca una riunione e decide quali azioni politiche intraprendere?". "Non accetto - ha scandito Santoro - che questi bambini muoiano e i potenti della terra non fanno niente per fermare questo massacro".
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Ho visto a sprazzi la trasmissione ieri sera e quindi non posso giudicare se essa fosse sbilanciata.
Ho visto l'uscita di scena di Annunziata e non mi pare il caso che tra giornalisti si agisca cosi'.
Tuttavia questo è un episodio che mostra come anche nel nostro campo politico ci siano diverse sensibilità, diverse visioni: c'è chi guarda piu' da una parte e chi dall'altra e l'insieme da una forte sensazione di strabismo.
Fin qui tutto normale, perché fa parte della dialettica politica, ma il problema è che se lo strabismo si riflette nel modo in cui si fa informazione, il rischio di una informazione sempre di parte, prima in un senso e poi nell'altro e su canali separati, è fortissimo.
E non credo che la cosa faccia bene alla nostra informazione, che da "Giornalisti senza Frontiere" è classificata come una delle meno libere e piu' condizionata.
Vedo molti canali televisivi e seguo spesso dibattiti in altre lingue su vari temi ma non ho mai sentito di giornalisti che fanno appelli politici in TV.
Quel pezzo della trasmissione me lo sono perso ma dal riassunto di repubblica, posso dire che Santoro - tralasciando la opportunità del fatto in sè - ha alcune ragioni ed alcuni torti. Ha ragione perché è vero che la comunità non fa un tubo in queste tragedie ma va notato che queste tragedie ci sono perché la comunità non fa un tubo prima, per prevenirle.
Eppure tanti analisti quando ci sono le crisi sono bravissimi ad illustrarci le cause, i segnali evidenti presenti mesi ed anni prima. Quanto al non accettare "che questi bambini muoiano e i potenti della terra non fanno niente per fermare questo massacro" se sono queste le parole dette evidenziano un fortissimo cinismo. Migliaia di bambini muoiono tuttti i mesi a seguito di conflitti dimenticati e nessuno fa nulla, nemmeno trasmissioni televisive. Sembrerebbe quasi che "questi bambini" non debbano morire mentre degli altri non si sa. Ovviamente Santoro è immerso nel brodo di indifferenza in cui siamo piu' o meno tutti immersi (ci sono rare e valide eccezioni) e che ci fa dimenticare i morti per farme (qui parliamo di milioni) e le tante vittime civili di migliaia di conflitti locali, grandi e piccoli. Un aspetto significativo è che per queste vittime non esiste nemmeno un conteggio preciso. La precisa e tragica contabilità dei morti che leggiamo nel medio oriente non esiste per esempio per un conflitto molto piu' sanguinoso, quello in Sri Lanka. Li' le vittime civili sono indicativamente 70'000. Quante le donne ed i bambini? Non si sà. Non interessa a nessuno contarli, tantomeno organizzare una trasmissione in cui discutere cause, motivi, possibili soluzioni.
Non sto dicendo che non si debbano fare trasmissioni sulla crisi di Gaza, anzi dovremmo farne di piu' e farle prima che scoppi l'evento di crisi. Dico che la nostra informazione si dimostra doppiamente strabica, sia perché troppo partigiana sia perché vede alcune crisi ed ignora le altre. Poi quando si fanno certi appelli, emerge anche una certa quantità di cinismo, o se preferiamo di ipocrisia. Certe crisi, lo sappiamo, contano piu' di altre, se sono coinvolti gli Stati Uniti o Israele.
Gli altri conflitti vongono ignorati, dimenticati. Non fanno notizia.
Ed è come se quei morti morissero due volte. Una volta sul terreno, la seconda nell'indifferenza generale.
Ciao,
Franz