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Libano: venti di guerra

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Libano: venti di guerra

Messaggioda flaviomob il 12/02/2018, 3:22

Il rischio di una guerra tra Israele e Libano è sempre più concreto

Il rischio di una terza guerra tra Israele e Libano è sempre più concreto, e secondo la gran parte degli analisti - israeliani, in particolare - promette di essere molto più devastante di quella dell'estate del 2006 durata 34 giorni.
Per tre motivi, in particolare: il primo sta nel fatto che gli sciiti di Hezbollah, alleato sia di Assad che degli iraniani che li armano, è nel governo libanese, e lo scorso maggio 2017 le sue milizie sono state dichiarate dal presidente Aoun "complementari all'Esercito libanese e fondamentali per la difesa del Paese". Per questo motivo, i rappresentanti del governo e delle Forze armate israeliane hanno sempre ribadito che nel prossimo conflitto riterranno "l'intero Libano responsabile", e non solo Hezbollah.
Il secondo motivo è l'accresciuta forza militare del Partito di Dio, sia in termini di preparazione (la guerra in Siria in questo senso ha avuto una funzione altamente "allenante" per i miliziani sciiti) che di equipaggiamento. Secondo stime israeliane, Hezbollah è oggi in possesso di circa 150.000 razzi a corto, medio e lungo raggio (tra gli altri: gli M-600 con un raggio di 300km e testate da mezza tonnellata, repliche dei Fateh-110, missili iraniani di terza generazione, e i B032 siriani, con un raggio di 100 km e testate da 175kg), oltre a 50.000 uomini, riservisti compresi. Lo scorso settembre, un comandante di Hezbollah aveva dichiarato che sono circa 10.000 i combattenti sciiti nel sud della Siria, pronti a combattere. Secondo gli analisti israeliani, il Partito di Dio in una eventuale guerra con Israele sarebbe in grado di lanciare 1.500-2.000 missili, molti di più dei 130-180 lanciati durante la guerra del 2006.
Il terzo motivo è la crescente convergenza tra Israele, Arabia Saudita e Stati Uniti, il cui presidente Donald Trump ha ultimamente inasprito la retorica anti-iraniana. Lo scorso agosto, attraverso l'ambasciatrice americana all'Onu, Nikki Haley, Washington aveva "rimproverato" la missione Unifil, definendola "cieca" di fronte alle accresciute attività del Partito di Dio nel sud del Libano.
Secondo l'International Crisis Group, ha preso forma una strategia trilaterale sempre più assertiva nei confronti dell'Iran, che mira a fare pressioni militari, diplomatiche ed economiche. Sin dalla visita di Trump a Riad a maggio 2017, le prospettive di un'alleanza israeliana con l'Arabia saudita, col sostegno americano, sono diventate sempre più realistiche, e da parte sua la Russia sembra aver assunto un atteggiamento perlomeno tiepido, defilato rispetto ad una eventuale escalation: da una parte è alleata dell'Iran in Siria, dall'altra la visita di Netanyahu a Mosca la scorsa settimana dimostra rapporti solidi anche con Tel Aviv.
E d'altro canto, anche nell'ipotesi in cui Mosca fosse esplicitamente più vicina alle posizioni israeliane, potrebbe non avere la capacità di "leverage", il potere d'influenza sulle strategie e sulle priorità geopolitiche iraniane. "Nella prossima guerra, non vedremo più fotografie come quelle durante la guerra del 2006, in cui gli abitanti di Beirut erano in spiaggia. Se gli abitanti di Tel aviv saranno costretti a rifugiarsi nei bunker anti missile, anche gli abitanti di Beirut lo saranno", ha dichiarato ieri al Jerusalem Post il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman.

https://www.agi.it/estero/israele_liban ... 018-02-11/


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