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Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Discussioni su quanto avviene su questo piccolo-grande pianeta. Temi della guerra e della pace, dell'ambiente e dell'economia globale.

Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda annalu il 08/01/2009, 18:37

Da Il Messaggero:

Un sindacato: «Boicottare negozi ebrei»
Alemanno: così si arrivò a leggi razziali


Condanna di Zingaretti, Pacifici e Marrazzo che annuncia
piano per cure ai bimbi. Autori proposta: non siamo razzisti


ROMA (8 gennaio) - Condanne unanimi dal mondo politico alla proposta del sindacato Flaica-Uniti-Cub di boicottare i negozi del ghetto a Roma come reazione alla crisi in Medio Oriente. Per Alemanno fu così che si arrivò alle leggi razziali. Marrazzo parla di idea «aberrante e gravissima» e annuncia l'avvio di un piano umanitario per offrire cure ai bimbi che nei loro paesi non riescono a trovare assistenza. Per Zingaretti si tratta di una proposta «infame», mentre il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici parla di «gesto folle». In tarda mattinata visita di Alemanno e Zingaretti al ghetto per portare solidarietà. E intanto il sindacato si difende: non siamo razzisti, nella proposta si parla di non comprare prodotti made in Israele e non si cita il ghetto romano. Si tratterebbe quindi di un «boicottaggio economico che non c'entra nulla con l'antisemitismo e con i negozi gestiti da ebrei».

La proposta. Giancarlo Desiderati, segretario provinciale del Flaica - Uniti - Cub, sindacato autonomo del commercio che raccoglie sotto la sua sigla circa 8000 lavoratori della grande distribuzione e della ristorazione romana, ha proposto,s econdo quanto si legge su Repubblica, di «boicottare tutti i negozi romani gestiti da ebrei. E ancora: compilare vere e proprie liste degli esercizi commerciali di loro proprietà al fine di evitarli». Secondo quanto riportato nell'articolo «lui, l'ideatore, Giancarlo Desiderati, a chi gli chiede se si rende conto che in questo modo si va alle liste di proscrizione, come ai tempi delle leggi razziali quando si esponevano i cartelli con scritto "Questo è un negozio ariano", risponde così: "Lo sappiamo che avremo tutti contro, ma non possiamo più passare sotto silenzio quello che succede a Gaza"» (il comunicato).

Alemanno: così si arrivò a leggi razziali. Condanna anche da parte del sindaco GIanni Alemannoche ricorda «agli ideatori di questa pessima trovata che analoghe iniziative sono già state prese nella seconda metà degli anni 30 del secolo scorso e che hanno fatto da prodromo alle Leggi Razziali». Visita al ghetto anche del sidnaco che è alle 13 è andato in via del Corso angolo via della Croce.

Zingaretti: proposta infame. Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti che si è recato questa mattina al Ghetto aprla di «infame proposta» dall'«innegabile sapore antisemita che ricorda le pagine più buie della nostra storia e va condannata senza reticenza».

Marrazzo: idea aberrante e gravissima. La proposta per il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo «è aberrante e gravissima». «Le liste di proscrizione delle attività commerciali - spiega Marrazzo - hanno il solo effetto di riportarci ad un passato agghiacciante, che non vogliamo più ripetere come se la storia non insegnasse niente. Cosi si accetta una logica di guerra senza fine e senza orizzonti». «Non è in questo modo - sottolinea Marrazzo - che si sostiene la causa palestinese nè tantomeno oggi la gente di Gaza. Cancellando tolleranza e rispetto dal proprio codice civile si facilita solo la cultura dello scontro e della barbarie».

«Piano umanitario per bimbi». Marrazzo ha annunciato che domani farà visita al ghetto epr esprimere la sua solidarietà e che avvierà un piano umanitario di accoglienza per i bambini bisognosi di cura. «Abbiamo un piano umanitario che va avanti tutto l'anno di accoglienza di bambini di Paesi dove non è possibile prestare loro le cure - ha deto Marrazzo - Ho dato mandato di fermare una quota da destinare a quei bambini che non riescono a trovare cure presso le strutture. Evidentemente - ha precisato - non nella striscia di Gaza dove in questo momento c'è un problema umanitario e nello stesso tempo nei Paesi limitrofi. Siamo pronti ad accoglierli indicando anche il numero dei posti letto che metteremo a disposizione».

Pacifici: gesto folle. Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici ha definito la proposta un gesto «di qualche folle che sappiamo rappresenta poco sia all'interno del sindacato che dei sentimenti della cittadinanza romana» e ha ringraziato ZIngaretti che, questa mattina, si è recato simbolicamente al ghetto. «Questo tuo gesto - ha detto - ci conforta e, come Comunità, ci teniamo pronti a fare qualunque cosa che possa portare a un clima di distensione nella città con tutte le forze politiche, con la società civile e, se posso dirlo, con il mondo islamico».

Pomarici: io farò acquisti. Marco Pomarici, presidente del Consiglio Comunale di Roma ha annunciato che, alle 13 si recherà in visita e farà acquisti «nei negozi che qualcuno vorrebbe invece boicottare». Secondo Pomarici «le provocazioni dovrebbero lasciare il tempo che trovano ma, in questo caso, siamo di fronte ad un'aberrazione che non può passare sotto silenzio».

Ciocchetti:proposta inquietenate. «Una proposta inquietante - dichiara in una nota il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti - Certi signori dimostrano, con queste iniziative aberranti, di non aver appreso nulla dalla storia».

Il sindacato si difende. Desiderati risponde alle dure critiche. «Non esiste né sarà diffusa nessuna lista dei negozi in cui non comprare perché appartenenti ad esponenti della comunità israeliana». Il presidente spiega di aver proposto «soltanto di non comprare prodotti made in Israele. Si tratta quindi di un boicottaggio economico che non c'entra nulla con l'antisemitismo e con i negozi gestiti da ebrei». Desiderati precisa che «non è mai stata nominata nei nostri comunicati la comunità ebraica Romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti». «Condanniamo - spiega Desiderati - a prescindere qualunque forma di antisemitismo di destra e di sinistra e siamo per l'integrazione completa di tutte le etnie culturali. Quello che proponiamo con la nostra iniziativa è il boicottaggio finale di Israele perché chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia palestinesi che israeliani, commette un crimine contro la vita umana: il boicottaggio economico deve impedire di continuare ad acquistare altri armi da guerra».

annalu
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda Stevin il 09/01/2009, 0:12

annalu ha scritto:Da Il Messaggero:

Un sindacato: «Boicottare negozi ebrei»
Alemanno: così si arrivò a leggi razziali


Condanna di Zingaretti, Pacifici e Marrazzo che annuncia
piano per cure ai bimbi. Autori proposta: non siamo razzisti


ROMA (8 gennaio) - Condanne unanimi dal mondo politico alla proposta del sindacato Flaica-Uniti-Cub di boicottare i negozi del ghetto a Roma come reazione alla crisi in Medio Oriente. Per Alemanno fu così che si arrivò alle leggi razziali. Marrazzo parla di idea «aberrante e gravissima» e annuncia l'avvio di un piano umanitario per offrire cure ai bimbi che nei loro paesi non riescono a trovare assistenza. Per Zingaretti si tratta di una proposta «infame», mentre il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici parla di «gesto folle». In tarda mattinata visita di Alemanno e Zingaretti al ghetto per portare solidarietà. E intanto il sindacato si difende: non siamo razzisti, nella proposta si parla di non comprare prodotti made in Israele e non si cita il ghetto romano. Si tratterebbe quindi di un «boicottaggio economico che non c'entra nulla con l'antisemitismo e con i negozi gestiti da ebrei».

La proposta. Giancarlo Desiderati, segretario provinciale del Flaica - Uniti - Cub, sindacato autonomo del commercio che raccoglie sotto la sua sigla circa 8000 lavoratori della grande distribuzione e della ristorazione romana, ha proposto,s econdo quanto si legge su Repubblica, di «boicottare tutti i negozi romani gestiti da ebrei. E ancora: compilare vere e proprie liste degli esercizi commerciali di loro proprietà al fine di evitarli». Secondo quanto riportato nell'articolo «lui, l'ideatore, Giancarlo Desiderati, a chi gli chiede se si rende conto che in questo modo si va alle liste di proscrizione, come ai tempi delle leggi razziali quando si esponevano i cartelli con scritto "Questo è un negozio ariano", risponde così: "Lo sappiamo che avremo tutti contro, ma non possiamo più passare sotto silenzio quello che succede a Gaza"» (il comunicato).

Alemanno: così si arrivò a leggi razziali. Condanna anche da parte del sindaco GIanni Alemannoche ricorda «agli ideatori di questa pessima trovata che analoghe iniziative sono già state prese nella seconda metà degli anni 30 del secolo scorso e che hanno fatto da prodromo alle Leggi Razziali». Visita al ghetto anche del sidnaco che è alle 13 è andato in via del Corso angolo via della Croce.

Zingaretti: proposta infame. Il presidente della Provincia di Roma, Nicola Zingaretti che si è recato questa mattina al Ghetto aprla di «infame proposta» dall'«innegabile sapore antisemita che ricorda le pagine più buie della nostra storia e va condannata senza reticenza».

Marrazzo: idea aberrante e gravissima. La proposta per il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo «è aberrante e gravissima». «Le liste di proscrizione delle attività commerciali - spiega Marrazzo - hanno il solo effetto di riportarci ad un passato agghiacciante, che non vogliamo più ripetere come se la storia non insegnasse niente. Cosi si accetta una logica di guerra senza fine e senza orizzonti». «Non è in questo modo - sottolinea Marrazzo - che si sostiene la causa palestinese nè tantomeno oggi la gente di Gaza. Cancellando tolleranza e rispetto dal proprio codice civile si facilita solo la cultura dello scontro e della barbarie».

«Piano umanitario per bimbi». Marrazzo ha annunciato che domani farà visita al ghetto epr esprimere la sua solidarietà e che avvierà un piano umanitario di accoglienza per i bambini bisognosi di cura. «Abbiamo un piano umanitario che va avanti tutto l'anno di accoglienza di bambini di Paesi dove non è possibile prestare loro le cure - ha deto Marrazzo - Ho dato mandato di fermare una quota da destinare a quei bambini che non riescono a trovare cure presso le strutture. Evidentemente - ha precisato - non nella striscia di Gaza dove in questo momento c'è un problema umanitario e nello stesso tempo nei Paesi limitrofi. Siamo pronti ad accoglierli indicando anche il numero dei posti letto che metteremo a disposizione».

Pacifici: gesto folle. Il presidente della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici ha definito la proposta un gesto «di qualche folle che sappiamo rappresenta poco sia all'interno del sindacato che dei sentimenti della cittadinanza romana» e ha ringraziato ZIngaretti che, questa mattina, si è recato simbolicamente al ghetto. «Questo tuo gesto - ha detto - ci conforta e, come Comunità, ci teniamo pronti a fare qualunque cosa che possa portare a un clima di distensione nella città con tutte le forze politiche, con la società civile e, se posso dirlo, con il mondo islamico».

Pomarici: io farò acquisti. Marco Pomarici, presidente del Consiglio Comunale di Roma ha annunciato che, alle 13 si recherà in visita e farà acquisti «nei negozi che qualcuno vorrebbe invece boicottare». Secondo Pomarici «le provocazioni dovrebbero lasciare il tempo che trovano ma, in questo caso, siamo di fronte ad un'aberrazione che non può passare sotto silenzio».

Ciocchetti:proposta inquietenate. «Una proposta inquietante - dichiara in una nota il segretario regionale dell'Udc Luciano Ciocchetti - Certi signori dimostrano, con queste iniziative aberranti, di non aver appreso nulla dalla storia».

Il sindacato si difende. Desiderati risponde alle dure critiche. «Non esiste né sarà diffusa nessuna lista dei negozi in cui non comprare perché appartenenti ad esponenti della comunità israeliana». Il presidente spiega di aver proposto «soltanto di non comprare prodotti made in Israele. Si tratta quindi di un boicottaggio economico che non c'entra nulla con l'antisemitismo e con i negozi gestiti da ebrei». Desiderati precisa che «non è mai stata nominata nei nostri comunicati la comunità ebraica Romana, a cui esprimiamo tutta la nostra solidarietà per le sofferenze che ha subito nel passato e che riconosciamo quale composta da cittadini e lavoratori onesti». «Condanniamo - spiega Desiderati - a prescindere qualunque forma di antisemitismo di destra e di sinistra e siamo per l'integrazione completa di tutte le etnie culturali. Quello che proponiamo con la nostra iniziativa è il boicottaggio finale di Israele perché chiunque usi mezzi militari contro civili inermi, sia palestinesi che israeliani, commette un crimine contro la vita umana: il boicottaggio economico deve impedire di continuare ad acquistare altri armi da guerra».



E di chi è la colpa se si arriva a questo?

Per il Moderatore: immagino che anche questo post sarà inserito negli altri già aperti sullo stesso argomento, vero?
Stevin
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda moderatore il 09/01/2009, 9:15

Stevin ha scritto:Per il Moderatore: immagino che anche questo post sarà inserito negli altri già aperti sullo stesso argomento, vero?[/b]

È auspicabile che il tema dell'antisemitismo in Italia, in Europa e nel Medio Oriente, che è tema a sé, rimanga staccato il piu' possibile dalla discussione sugli eventi di guerra di questi giorni. Tutto è collegato e collegabile ma questi due temi è meglio che siano isolati.
Per queste domande e comunicazioni è meglio usare la messaggistica privata del forum.

Grazie
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda franz il 09/01/2009, 11:13

"Boicottare gli ebrei", condanna bipartisan
Alemanno dai negozianti del Ghetto. Cgil-Cisl-Uil: iniziativa spregevole
di Paolo G. Brera

Uno shopping fuori programma di camicie e cravatte, a braccetto per le vie del centro di Roma senza dar la caccia ai saldi, senza voglia di sorridere, sotto la pioggia che batte e col bavero alto per il freddo. Il presidente della comunità ebraica romana, Riccardo Pacifici, e il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, hanno risposto così alle liste di proscrizione dei commercianti ebrei re-inventate da un sindacato di base per protestare contro «la mattanza in atto a Gaza».

L´iniziativa «folle e criminale», come l´ha bollata Alemanno, l´ha lanciata Flaica-cub, il sindacato di base dei «lavoratori agro-industria, commercio e affini», proponendo il boicottaggio ai «negozi del centro di Roma che si rifanno alla comunità israelitica romana, molto diffusa nei negozi di abbigliamento a Roma e non solo».

Parole rimaste per alcuni giorni sul sito del sindacato, e rafforzate poi dall´ideatore della campagna, Giancarlo Desiderati: «Non possiamo più passare sotto silenzio quello che succede a Gaza. Nessuno sapeva di preciso quali erano i negozi i cui proprietari hanno rapporti con Tel Aviv, e perciò abbiamo pensato di mettere giù una lista».

Letta la notizia pubblicata da Repubblica, il presidente della Provincia Nicola Zingaretti trasecola: «Voglio esprimere alla comunità ebraica di Roma la mia solidarietà per l´infame proposta. Ha un innegabile sapore antisemita, va condannata senza reticenza», dice alle agenzie e va dritto nel ghetto ad abbracciare Pacifici e i commercianti. È il "la" di una sinfonia di proteste bipartisan, culminate nello shopping simbolico con Alemanno, che proprio ieri festeggiava una crescita di 9 punti percentuali del suo gradimento (Ipsos).

«Ecco sindaco, questo glielo regalano i commercianti», lo accolgono alla Mondadori di via del Corso, donandogli "Viva Israele" di Magdi Allam. Poi tutti in fila in due camicerie: «Per il sindaco una 39, "m"», dice la commessa porgendogli due camicie, una bianca e una azzurra. E in un´altra camiceria si rifà le cravatte: «Le vuole pagare, tranquillo», scherza Pacifici. Il sindaco si rivolge ai giornalisti: «È un dovere dare un chiaro segnale di solidarietà alla comunità ebraica - dice - in particolare ai commercianti, rispetto a questa idea folle e criminale del sabotaggio dei negozi ebrei e comunque dei prodotti di Israele. Così cominciò la discriminazione nazista, queste cose nella nostra città non possono esistere».

Vista la valanga di reazioni indignate, il sindacato rilancia con un secondo volantino, limando il concetto: ora il boicottaggio è indirizzato solo «ai prodotti made in Israele». «Non siamo antisemiti», spiegano alle agenzie. Ma la frittata è fatta, e il dietro front non suona meno insidioso. Dice Pacifici: «Il comunicato uscito da tre giorni era sul boicottaggio delle merci e dei commercianti della comunità ebraica di Roma. Quereleremo secondo la legge Mancino, per istigazione all´odio razziale. Non è il momento di esasperare gli animi, ma di esprimere distensione».

La condanna della politica è forte: il presidente del Senato, Renato Schifani, chiama Pacifici al telefono: «È inaccettabile», gli dice esprimendogli «piena e sincera solidarietà». «È un messaggio grave e assurdo, in un momento che richiederebbe dialogo e solidarietà per reagire tutti insieme alla tragedia di Gaza», dice Massimo D´Alema. Isabella Bertolini e Alessandro Ruben (Pdl) presenteranno un´interrogazione, ed esprimono sdegno anche Cgil, Cisl e Uil per un´iniziativa «meschina e spregevole».
(09 gennaio 2009)
http://www.repubblica.it


LEGGI TUTTO IL COMUNICATO FLAICA
Quelle frasi farneticanti
del sindacato di base Flaica

Ecco il testo del comunicato del Flaica: «In relazione alla mattanza in atto a Gaza, riteniamo che si stia celebrando la vittoria del sistema capitalistico imperialista sui diritti, le libertà, oltre che del popolo palestinese, di tutta l´umanità. A poco servono le manifestazioni quando in campo ci sono gli appoggi del sionismo internazionale...

Come sindacato di base Flaica, aderente ai Cub, presente con migliaia di iscritti in tutte le multinazionali del commercio abbiamo deciso di attuare il: BOICOTTAGGIO degli acquisti nei negozi DEL COMMERCIO A ROMA che si rifanno alla Comunità Israelitica romana (molto diffusa nei negozi d´abbigliamento) in segno di protesta e sdegno contro questo massacro condannato da tutti. Diffonderemo comunicati nei centri commerciali... ritenendo che solo boicottando anche l´attività economica, molto sensibile agli appetiti Israeliani, costituiremo un deterrente al massacro di Gaza».

Firmato il segretario provinciale Flaica-Cub, Giancarlo Desiderati che, interpellato da "Repubblica", ha anche aggiunto: «Abbiamo fatto una lista di oltre tre pagine dei negozi dove non comprare».
(09 gennaio 2009)
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda Paolo65 il 09/01/2009, 14:38

C'è un antisemitismo strisciante nella SR che è riuscita con gli anni a superare quella di DX.....è non c'è di che vantarsene!

Dal dopoguerra in poi la politica antiisraeliana di uan certa SX è riuscita nel far penetrare in un ampia maggioranza di italiani un antisemitismo politico culturale che ancora oggi,come vediamo,emerge di tanto in tanto.

Di certo vedere Alemanno gridare alla scandalo ed andare in soccorso agli ebrei, è da una parte una lezione per quella sinistra e quella destra antisemita, ma ancor più una bella pagina che vede la DX di governo abbandonare definitivamente chi dalla DX ancora usa l'antisemitismo quale argomento "politico" di discussione.

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Antisemitismo

Messaggioda franz il 10/01/2009, 11:40

« ...Tu dichiari, amico mio, di non odiare gli ebrei, di essere semplicemente 'antisionista'. E io dico, lascia che la verita' risuoni alta dalle montagne, lascia che echeggi attraverso le valli della verde terra di Dio: quando qualcuno attacca il sionismo, intende gli ebrei, questa è la verita' di Dio... Tutti gli uomini di buona volonta' esulternno nel compimento della promessa di Dio, che il suo Popolo sarebbe ritornato nella gioia per ricostruire la terra di cui era stato depredato. Questo è il sionismo, niente di più, niente di meno... E che cos'e' l'antisionismo? È negare al popolo ebraico un diritto fondamentale che rivendichiamo giustamente per la gente dell'Africa e accordiamo senza riserve alle altre nazioni del globo. È una discriminazione nei confronti degli ebrei per il fatto che sono ebrei, amico mio. In poche parole, è antisemitismo... »
(Martin Luther King agosto 1966)

Secondo molte fonti, la frase è un falso, (come sono un falso i protocolli di Sion) ma fu poi citata in un discorso al congresso, all'interno della Anti-Defamation League. Probabilmente la frase è vera ma è dubbia la sua attribuzione scritta a M.L. King. Il tono è tuttavia quello ispirato e predicativo di King.

Non ci sono dubbi invece per questa frase:
« ... l'antisionismo significa negazione della fonte ispiratrice dello stato ebraico, delle ragioni della sua nascita, ieri, e della sua sicurezza, oggi, al di là dei governi che si alternano nella guida di Israele. »
(Giorgio Napolitano Presidente della Repubblica Italiana, 27 gennaio 2007)

Ciao,
Franz
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda franz il 11/01/2009, 0:43

E' successo in vari quartieri della capitale, da piazza Bologna a Centocelle
Preso di mira anche il sindaco Alemanno, accusato di essere um "topo sionista"

Svastiche e scritte contro Israele
compaiono su muri e negozi di Roma


Immagine
Le scritte antisemite in via Catania

ROMA - Scritte antisemite e svastiche disegnate con vernice di spray nera sono state trovate questa mattina sulle saracinesche di molti negozi di via Catania, a due passi da piazza Bologna, a Corso Trieste, e nel quartiere di Centocelle, a Roma. Si cerca ora di risalire agli autori, che prendono di mira anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che non si è limitato a condannare l'invito lanciato qualche giorno fa dal sindacato di base Flaica-Cuba di boicottare i negozi gestiti da ebrei, ma ha anche effettuato un ampio shopping 'di solidarietà' nel Ghetto.

Questo il testo di alcune delle scritte: "Hamas vince", "Israele boia", corredate di svastiche e stelle di David. Il sindaco è stato preso di mira con: "Alemanno ebreo" e "Alemanno topo sionista".

Scritte neofasciste e svastiche sono apparse questa notte anche davanti al monumento ai partigiani eretto a piazza delle Camelie, nel quartiere Centocelle. A denunciare l'accaduto è Leonardo Rinaldi, vicepresidente del circolo Anpi del VII municipio. "Si leggono chiaramente un 'Brigata regime fascista' 'Me ne frego', corredati da due svastiche e un enorme croce celtica con dentro scritto 'Duce' davanti al monumento".

Dura la reazione del presidente della provincia di Roma, Zingaretti: "Non si può passare la vita a esprimere solidarietà alle vittime di queste provocazioni. Per questo lunedì chiederò al prefetto di inserire il tema delle provocazioni di stampo razzista e neofascista all'ordine del giorno del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, per cominciare a capire come e se è possibile individuare i responsabili di questa vergogna".

Mentre il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha espresso piena solidarietà ad Alemanno, oltre a condannare le scritte antisemite: "Voglio esprimere piena solidarietà al sindaco Alemanno per le scritte ingiuriose di cui è stato vittima. Credo che sia necessario mettere in campo il massimo sforzo per individuare gli autori e metterli di fronte alle proprie responsabilità", ha scritto in una nota.

"Come rappresentanti delle istituzioni - ha sottolineato Marrazzo - non possiamo e non dobbiamo più tollerare questa escalation che ha portato a usare toni ed espressioni inneggianti al razzismo, che non fanno onore a un paese civile e creano un insopportabile clima di tensione".
(10 gennaio 2009)
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Commento: continua il doppio legame tra il nazifascimo egli estremisti arabi, come già durante la guerra. Identico lessico, identici obiettivi.
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda Stevin il 13/01/2009, 0:18

Quanto è ipocrita il titolo di questo post!

Lo diceva Lucameni: non bisogna fare confusione fra Israele ed Ebrei.

Infatti: quando si dice di boicottare una nazione che lancia bombe al fosforo su donne e bambini, si dice una cosa ampiamente condivisibile.

Se poi si dice che questa azione è antisemita se la nazione si chiama Israele, si dice una cosa ampiamente ipocrita.

Infatti, molto Ebrei incitano a boicottare Israele.

Una di loro è Naomi Klein.

Buona lettura!

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DI NAOMI KLEIN
The Guardian

Il modo migliore di far cessare la sanguinosa occupazione è di colpire Israele con lo stesso tipo di movimento che mise fine all’apartheid in Sudafrica

È giunto il momento. Era giunto già da un bel po’. La migliore strategia per far cessare la sempre più sanguinosa occupazione israeliana di Gaza è quella di rendere Israele il bersaglio di quel tipo di movimento mondiale che mise fine all’apartheid in Sudafrica. Già nel luglio del 2005 una larghissima alleanza di gruppi palestinesi ideò un piano in proposito, facendo appello alle «persone di coscienza di tutto il mondo affinché impongano un vasto boicottaggio e applichino iniziative di ritiro degli investimenti contro Israele, allo stesso modo di quelle inflitte al Sudafrica dell’era dell’apartheid». Nacque così la campagna «Boycott, Divestment and Sanctions» [Boicottaggio, Ritiro degli investimenti e Sanzioni, ndt].

Ogni giorno che passa i bombardamenti di Gaza convincono sempre più persone a dedicarsi alla causa del BDS, anche fra gli Ebrei israeliani. Tanto che, ad aggressione ormai iniziata, 500 Israeliani, tra i quali anche decine di noti artisti e studiosi, hanno mandato una lettera agli ambasciatori stranieri in Israele, nella quale invocano «l’adozione di immediate misure e sanzioni restrittive», richiamandosi esplicitamente alla lotta contro l’apartheid. «Il boicottaggio del Sudafrica riuscì, ma Israele oggi è trattato coi guanti bianchi. […] Questo sostegno internazionale a Israele deve cessare».

Tuttavia, anche di fronte a questo esplicito appello, molti di noi non riescono ancora a convincersi. Le ragioni sono complesse, emotive, comprensibili. Ma non sono abbastanza valide. Le sanzioni economiche sono lo strumento più efficace dell’arsenale non violento: rinunciarvi è quasi come rendersi complici. Espongo ora le quattro principali obiezioni alla strategia BDS, corredate di controargomentazioni.

Le misure punitive isoleranno Israele invece che persuaderlo

Il mondo ha già usato ciò che si suole chiamare «impegno costruttivo». Che è miseramente fallito. Fin dal 2006 Israele ha costantemente inasprito le sue azioni criminali, allargando gli insediamenti coloniali, lanciando una scandalosa guerra contro il Libano, e imponendo una punizione collettiva a Gaza con un brutale embargo. Malgrado questo inasprimento, Israele non ha subìto alcuna misura punitiva, anzi è accaduto il contrario. Le armi e i tre miliardi di dollari di aiuti all’anno che gli Stati Uniti mandano a Israele sono soltanto la punta dell’iceberg. Durante questo periodo cruciale, Israele ha decisamente migliorato le proprie relazioni diplomatiche, culturali e commerciali con parecchi altri alleati. Per esempio, nel 2007 Israele divenne il primo paese al di fuori dell’America Latina a stipulare accordi di libero scambio con il blocco del Mercosur. Nei primi nove mesi del 2008, le esportazioni verso il Canada sono aumentate del 45 percento. C’è poi un nuovo accordo con l’Ue finalizzato a raddoppiare le esportazioni israeliane di alimenti confezionati. E a dicembre i ministri europei hanno «aggiornato» l’accordo di associazione Ue-Israele, che Gerusalemme desiderava da tempo.

È in questo contesto che i leader israeliani hanno dato inizio all’ultima guerra: sapevano di non dover sostenere alcun prezzo. È interessante infine notare come dopo più di sette giorni dall’inizio della guerra, il principale indice azionario della Borsa di Tel Aviv sia salito del 10,7 percento. Quando la carota non funziona, è il momento di usare il bastone.

Israele non è il Sudafrica

Certo che no. Ma il modello sudafricano è rilevante perché prova che la tattica del BDS può dare risultati quando falliscono le misure più blande, come le proteste, le petizioni, le azioni di lobbying. E in più ci sono rimandi profondamente angoscianti all’apartheid nei territori occupati: le carte d’identità e permessi di viaggio classificati secondo il colore della pelle, le case spianate dalle ruspe e gli sgomberi forzati, le strade accessibili ai soli coloni. Ronnie Kasrils, eminente politico sudafricano, disse che la segregazione che aveva visto in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza era «infinitamente peggiore dell’apartheid». Questo nel 2007, prima che Israele cominciasse la sua guerra totale contro quel carcere a cielo aperto che è Gaza.

Perché isolare proprio Israele, quando gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e altri paesi occidentali fanno la stessa cosa in Iraq e Afghanistan?

Il boicottaggio non è un dogma: è una tattica. Il motivo per cui si dovrebbe provare questa strategia è pratico: con un paese così piccolo, che fa affidamento sul commercio, potrebbe funzionare davvero.

Il boicottaggio interrompe la comunicazione; e invece c’è bisogno di più e non di meno dialogo.

Risponderò con un episodio personale. Per otto anni i miei libri sono stati pubblicati in Israele da una casa editrice di nome Babel. Ma quando pubblicai «Shock economy», volli rispettare il boicottaggio. Su consiglio di attivisti BDS, tra i quali l’eccezionale scrittore John Berger, contattai una piccola casa editrice di nome Andalus. La Andalus è una casa editrice militante, assai attiva nel movimento contro l’occupazione, ed è il solo editore israeliano che si dedica esclusivamente a tradurre testi arabi in ebraico. Buttammo giù la bozza di un contratto che garantisce che tutti i ricavi vadano alla Andalus e non a me. Io boicotto l’economia di Israele, non gli Israeliani.

Il nostro modesto progetto richiese decine e decine di telefonate, email e messaggi istantanei, fra Tel Aviv, Ramallah, Parigi, Toronto e Gaza. Quello che voglio dire è che, non appena si dà il via a una strategia di boicottaggio, il dialogo si intensifica enormemente. L’argomento secondo cui i boicottaggi ci separano l’uno dall’altro è particolarmente ingannevole visto l’assortimento di tecnologia informatica a basso costo che abbiamo a portata di mano. Siamo letteralmente sommersi di modi per inviare le nostre chiacchiere da uno stato a un altro. Non c’è boicottaggio che possa impedircelo.

E adesso molti fieri sionisti potrebbero ribattere: non è forse vero che molti di questi giocattoli tecnologici provengono dai laboratori di ricerca israeliani, leader mondiali nella tecnologia dell’informazione? Certamente, non tutti però. Alcuni giorni dopo che era cominciata l’aggressione di Israele a Gaza, Richard Ramsey, direttore generale di un’azienda britannica di telecomunicazioni specializzata in servizi di voice-over-internet, ha inviato un’email alla MobileMax, ditta israeliana che opera nel campo della tecnologia, che diceva: «In seguito alla recente azione del governo israeliano, non desideriamo più porre in essere relazioni d’affari con Voi o con altre imprese israeliane».

Ramsey dice che la sua decisione non è politica: è solo che non voleva perdere clienti. «Non ci possiamo permettere di perdere nessuno dei nostri clienti», spiega, «si tratta soltanto di una difesa commerciale». Fu questo tipo di freddo calcolo affaristico che spinse molte aziende a ritirarsi dal Sudafrica vent’anni fa. Ed è questo tipo di calcolo che ci dà una plausibile speranza di rendere finalmente giustizia alla Palestina.

Naomi Klein
Fonte: http://www.guardian.co.uk
Link: http://www.guardian.co.uk/commentisfree ... ott-israel
10.01.09
Stevin
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Re: Quanto è breve il passo verso l'antisemitismo!

Messaggioda Stevin il 13/01/2009, 0:46


Quanto sarebbe breve il passo verso l'antisemitismo, leggendo cose del genere, se la ragione e la consapevolezza non ci consentissero di fare la differenza tra il fatto di essere Ebrei (e ce ne sono milioni in tutto il mondo, perfettamente integrati nelle nazioni in cui vivono), e questi criminali assassini che invitano a segnalare avvistamenti di appartenenti all'ISM (International Solidaity Movement) all'IDF perchè possano essere uccisi.

Quanto dovremo tollerare ancora che spietati assassini passino per vittime?

$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$$
(http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... 1414#21414)

Quello che abbiamo visto sfogliando il sito http://stoptheism.com/ su segnalazione di Infopal è davvero sconcertante: questo sito di criminali invita a uccidere Vittorio Arrigoni, pacifista e attivista dei Diritti Umani, da mesi impegnato negli aiuti alla popolazione palestinese.

Questo sito di veri criminali indica Vittorio come legittimo target per l'esercito israeliano e ne pubblica le foto così che chiunque sia in grado di indicare l'ubicazione di Vittoria possa avvisare l'IDF.

Già gli scorsi giorni avevamo avanzato l'ipotesi che Vittorio Arrigoni potesse diventare un target per l'esercito israeliano, ma ora ne siamo certi. Per questo abbiamo avvisato le autorità italiane affinché provvedano a intervenire tempestivamente e preventivamente su quelle israeliane, specificando bene che se dovesse succedere qualcosa a Vittorio Arrigoni, qualsiasi cosa, non verranno prese in considerazione altre ipotesi se non quella della premeditazione. Abbiamo chiesto anche che il sito internet venisse immediatamente oscurato e i loro gestori denunciati alle competenti autorità nazionali e internazionali. Nelle prossime ore renderemo note ulteriori iniziative a difesa di Vittorio Arrigoni e degli altri attivisti.
http://www.secondoprotocollo.org
Facciamo qualcosa di concreto?

Questa va inviata a:consolato.telaviv@esteri.it

Gentile sig. Console presso il Consolato di Tel Aviv, la presente (già inviata alla dott.ssa Ermellin della DGIT del MAE) per rendervi noto che in sito vicino all'esercito israeliano (http://stoptheism.com/) si incita l'IDF a rendere il connazionale Vittorio Arrigoni un target. Vittorio Arrigoni si trova attualmente come volontario all'interno della Striscia di Gaza. Come chiesto alla dott.ssa Ermellin chiediamo che vengano fatti i passi necessari presso le autorità israeliane affinché si accerti chi sono gli amministratori del suddetto sito e si perseguano.
Si chiede anche di diffidare preventivamente le autorità israeliane a compiere atti illegittimi verso Vittorio Arrigoni specificando che non verranno tollerati "incidenti" di sorta.
In attesa di un cortese riscontro vi auguro buon lavoro
Speditela anche voi...facciamo sentire la nostra voce.

Fonte: http://theobserver.splinder.com/
Link: http://theobserver.splinder.com/post/19 ... Arrigoni+d
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Cacciari. ... Hamas va combattuto anche qui

Messaggioda franz il 18/01/2009, 10:35

Massimo Cacciari
«Attenti a casi pericolosi come in Olanda Hamas va combattuto anche qui»
«ad Amsterdam slogan criminali, i socialisti dovevano allontanarsi»


ROMA — «Dobbiamo potenziare gli anticorpi rispetto a fenomeni come quello di Amsterdam», dice al Corriere Massimo Cacciari, sindaco di Venezia, filosofo con un passato di non allineato dentro la sinistra e un presente da non allineato nel centrosinistra. Lo sostiene dopo che in una manifestazione in Olanda è stato gridato lo slogan «Hamas, Hamas, tutti gli ebrei nelle camere a gas». «E' nostro interesse fare di più per capire la portata del conflitto mediorientale», aggiunge Cacciari. E suggerisce di parlare della pace necessaria tra israeliani e palestinesi durante il Giorno della memoria, previsto ogni anno il 27 gennaio in ricordo delle vittime dello sterminio nazista. Ma non per avallare assurdi paragoni tra due momenti della storia diversi. Per sviluppare la maturazione di una tolleranza, di un rigetto dell'«intolleranza banale » laddove questa attitudine non è arrivata.

Quale reazioni le induce il corteo di Amsterdam, con uno slogan del genere?
«Dobbiamo capire che quel mondo i cui stanno crescendo odio e frustrazione è qui. E' in noi. Sta a Londra, ad Amsterdam, a Parigi. Da noi. Sarebbe saggio capire dove mettere, nella nostra agenda politica, il conflitto mediorientale ».

E questo che cosa comporterebbe?
«Combattere posizioni come quelle di Hamas. Anche qui da noi, non solo a Gaza. A volte non si comprende che quel conflitto è esplosivo. Mi pare lo si capisca sempre meno. Mentre...».

Mentre?
«Mentre occorrerebbe arrivare a una tregua per riprendere il processo di pace. Ricordando che un premier israeliano che cercava la pace è stato ucciso da una mano non palestinese (Yitzhak Rabin, ndr)».

C'erano due deputati socialisti nel corteo in Olanda. Come li giudica?
«Che due deputati socialisti vi abbiano partecipato, senza allontanarsi e senza condannare è inammissibile. Quello slogan è criminale».

A Barcellona, in coincidenza con i bombardamenti di Israele su Gaza, sono state ridimensionate le celebrazioni del Giorno della memoria. Niente manifestazione in piazza, rimasto il dibattito sul genocidio dei gitani.
«Due casi non comparabili, Amsterdam e Barcellona. Per la seconda, bisognerebbe giudicare dall'interno. A Venezia dedicheremo la giornata al problema dei sinti e dei rom ».

Che cosa farete a Venezia?
«Verrà Moni Ovadia. Sono convinto che il Giorno della memoria non debba essere una messa cantata, ma assumere anche un carattere legato ai problemi del momento. Non serve solo a ricordare la "soluzione finale". Anche a prevenire quanto preparò quel fatto inaudito: la Shoah fu preceduta da una degenerazione prima politica, poi culturale. Bisogna prevenire l'intolleranza banale, l'insofferenza banale. E per me è giusto che nella giornata si tratti anche di ciò che succede a Gaza».

Mettendo sullo stesso piano lo sterminio di ebrei compiuto dai nazisti e l'azione militare israeliana in corso? Può chiarire?
«No, neppure per idea. No. La Shoah io non la metto neanche sullo stesso piano degli altri genocidi. E' stata inaudita. Non lo dico per motivi sentimentali. Per analisi storica».

E come tratterebbe di Gaza il 27 gennaio?

«Cercando di coinvolgere il più possibile israeliani e palestinesi, dando forza agli uomini di pace. A Venezia in uno stage riuscimmo a far parlare per giorni due studentesse, una israeliana e una palestinese, che avevano avuto parenti uccisi. Quest'anno non ne abbiamo trovate. Sa, sarà una giornata molto delicata».

Come se la aspetta?
«Una giornata molto tesa. Ovunque. Spero non ci siano degli scemi che bruciano bandiere. Speriamo che quel giorno i cretini restino a casa. Che permettano di parlare con il necessario, legittimo riconoscimento».

Maurizio Caprara
17 gennaio 2009
http://www.corriere.it
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