Figuriamoci...questi qua andrebbero tutti banditi dalla comunità internazionale. Ma la politica internazionale ormai è una fogna priva di qualunque valore morale e i soldi del petrolio comprano tutto e tutti.
Chissà forse il messaggio della May "quando è troppo è troppo" ha creato qualche preoccupazione tra i dittatori, principi ed emiri del medioriente, e questi cercano di prendere le distanze e ri-farsi una verginità, dopo aver appestato il mondo con la loro ideologia religiosa.
Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto chiudono le frontiere col Qatar: "Fomenta il terrorismo"
Decisione senza precedenti. Interrotte tutte le relazioni diplomatiche. In 48 ore le ambasciate dovranno essere svuotate. Blocco totale dei voli e dei confini. La nazione esclusa dalla coalizione che sta intervenendo militarmente nello Yemen. In forse anche i Mondiali di calcio del 2022
05 giugno 2017
La tempesta diplomatica che da stamattina soffia sul Golfo Persico ha per origine vecchie frizioni sul commercio del petrolio, il recente viaggio di Trump nella regione e soprattutto l'eterno scontro geopolitico tra le due grandi potenze della regione, Arabia Saudita e Iran. Fatto sta che stamattina Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi ed Egitto hanno rotto i rapporti diplomatici con il Qatar, chiudendo tutte le frontiere aeree e terrestri verso la nazione accusata di fomentare il terrorismo nei paesi confinanti e nello Yemen. I diplomatici del Qatar hanno tempo 48 ore per lasciare le nazioni ospitanti. È l'escalation di una crisi da tempo annunciata tra alcuni paesi arabi e il Qatar che ora si accentua sta sfiorando il rischio di uno scontro militare.
L'accusa contro il Qatar è quella di supportare i gruppi terroristici che "vogliono destabilizzare la regione". Il riferimento è alle formazioni dei Fratelli Musulmani egiziani, dello Stato Islamico-Isis, di Al-Qaeda e di tutti quei gruppi che secondo i Paesi arabi hanno il supporto degli iraniani. "Il governo del Regno dell'Arabia Saudita - si legge nella nota dell'agenzia stampa ufficiale di Riad -, esercitando i suoi diritti sovrani garantiti dal diritto internazionale e proteggendo la sicurezza nazionale dai pericoli del terrorismo e dell'estremismo, ha deciso di interrompere le relazioni diplomatiche e consolari con lo Stato del Qatar".
Dietro questo scontro, dicono gli analisti, c'è anche il recente viaggio di Donald Trump a Riad, per un visita che assieme a motivi commerciali (è stato firmato un accordo di oltre 100 miliardi di dollari per la vendita di armi) ha permesso al presidente americano di rinforzare l'alleanza con l'Arabia Saudita, alleanza che nell'era Obama era stata incrinata dall'apertura con Teheran per gli accordi nucleari. Non a caso, proprio a Riad, Trump ha accusato l'Iran di essere il più grande finanziatore del terrorismo che colpisce il pianeta. Un attacco non condiviso da un principe qatarino che l'ha pubblicamente criticato. Quanto all'Egitto, è la sua dura battaglia contro i 'Fratelli musulmani' interni, da anni foraggiati e sostenuti da Doha, che l'ha spinto a unirsi agli altri Paesi del Golfo.
Il Qatar è stato anche espluso dalla coalizione che sta intervenendo militarmente nello Yemen.Ora,è proprio in Qatar che c'è un'importante base militare americana, quella utilizzata nella campagna aerea contro lo Stato islamico. Per questo, appena appresa la notizia, il segretario di Stato statunitense Rex Tillerson, dall'Australia dove si trova in visita, ha immediatamente invitato alla calma i Paesi coinvolti in questa battaglia diplomatica: "Incoraggio le parti a sedersi assieme e a ricomporre le rispettive differenze".
Il primo effetto della decisione senza precedenti dei paesi arabi di "isolare" il Qatar è quello che colpisce principalmente la compagnia aerea di stato, una delle più grandi del mondo, e mette a rischio anche i campionati mondiali di calcio che l'emirato dovrà organizzare nel 2022. Anche la compagnia Etihad, da Abu Dahbi, dal canto suo, ha annunciato che tutti i voli da e per il Qatar saranno sospesi dalle 2,45 di martedì.
Il Qatar ha un'economia fondata sul petrolio, come gli emirati vicini e come essi segue l'orientamento wahabita della fede islamica. Le distanze dai vicini di casa hanno ragioni differenti, in gran parte politiche, e comprendono anche contese territoriali per il possesso di alcune isole del Golfo Persico rivendicate dal Bahrein. Rex Tillerson, segretario di Stato americano, ha rivolto un appello ai paesi arabi, invitandoli a superare le divergenze e a ritrovare l'unità, soprattutto nel Consiglio di cooperazione del Golfo, alle prese con la crisi peggiore da quando, nel 1981, il Consiglio è nato. Forse però non è un caso che il conflitto diplomatico sia esploso pochi giorni dopo la visita di Donald Trump nella regione.
Nelle ultime due settimane, alcuni articoli attribuiti all'emiro del Qatar, Tamin bin Hamad al Thani, che aveva criticato la retorica anti-iraniana dei suoi vicini del Golfo e contro il presidente americano, hanno sollevato grande clamore in Arabia Saudita. Il Qatar ha smentito quelle dichiarazioni, liquidandole come 'fake news', ma gli Emirati avevano avvertito che "una grave crisi" stava per scatenarsi all'interno del Consiglio di cooperazione del Golfo.Per il ministero degli Esteri di Doha, come rivela Al Jazeera, sono "misure ingiustificate che si basano su rivendicazioni e accuse prive di fondamento". Nel suo comunicato il ministero sostiene anche che voler mettere "sotto tutela lo Stato del Qatar è l'obiettivo evidente della decisione saudita, del Bahrain e degli Emirati Arabi Uniti, presa in coordinamento con l'Egitto," e esprime il "rammarico" nel "constatare che in una fase regionale così pericolosa, i tre Paesi del Golfo vedano il Qatar come la minaccia più importante".
Intanto, altra conseguenza della manovra di stamattina, la squadra di calcio saudita Al Ahli FC è pronta a cambiare sponsor: dopo l'annuncio di Riad della rottura delle relazioni diplomatiche con Doha, il club dà l'addio a Qatar Airways.
fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2017/06 ... P2-S1.8-T1